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Treviso Porta S.Tommaso Porta Santi Quaranta San Nicolò PiazzaVittoria

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Presentazione sul tema: "Treviso Porta S.Tommaso Porta Santi Quaranta San Nicolò PiazzaVittoria"— Transcript della presentazione:

1 Treviso Porta S.Tommaso Porta Santi Quaranta San Nicolò PiazzaVittoria
The Walls

2 Le Mura di Treviso Le mura di Treviso furono costruite nel 1513 da Frà Giocondo da Verona con l'autorizzazione della Repubblica di Venezia. Mura di Treviso aveva uno scopo difensivo poiché c'erano molte guerre in quel momento. Oggi le mura sono un'eredità ( o patrimonio) di Treviso e sono una delle più importanti strutture romane ancora esistenti.

3 Porta Santi Quaranta Porta Santi Quaranta, secondo la storia, ha assicurato (e assicura fino ad oggi) l'accesso a Treviso per chi proviene da ovest All'esterno, c'è un leone alato, che è il simbolo del potere di Venezia sulla terraferma. Questa rappresentazione è stata distrutta e poi ricostruita sul modello precedente. L'interno è caratterizzato da volte a croce che supportano un pavimento che consente l'uso di uno spazio della soffitta. Anche il nome di Porta Santi Quaranta fu cambiato durante il Risorgimento in Porta Cavour per alcuni decenni e poi riuscì a riguadagnare il vecchio nome. Sopra l'arco centrale di Porta Santi Quaranta si può leggere l'iscrizione che indica il nome dell'edificio: in latino per chi fuori va da Treviso ("Porta Sanctorum Quadraginta") e nel dialetto per chi entra ("Porta Sancti Quaranta"), per marcare la differenza tra il centro aristocratico e la campagna fuori le mura. La dedizione ai santi quaranta si riferisce a un dato di fatto: quaranta soldati, durante la persecuzione di Licinio in Armenia, rifiutando di riconoscere gli idoli, decisero di bruciarsi vivi.

4 Porta Altinia

5 Caratteri generali Porta Altinia è il terzo varco realizzato nei primi anni del 1500 a Sud di Treviso. L’aspetto è decisamente meno maestoso rispetto alle Porte di San Tomaso e di Santi Quaranta, ma forse più elegante ed aggraziato.   Porta Altinia è l’unico passaggio rimasto della cinta di mura medievali; fa parte della cerchia cinquecentesca e quindi è stato rinforzato ed innalzato, nella sua storia, con sovrastrutture per adattarsi alle diverse condizioni a cui le mura dovevano fronteggiare.

6 Origine del nome Il nome “Altinia” deriva dalla città verso cui era orientata, ossia Altino, città romana devastata dagli Unni guidati da Attila da cui deriverebbe pare, l’altro nome della porta ovvero Altilia e dalla fusione dei due nomi, simili per assonanza, si è giunti al nome di Altinia.

7 La facciata Il rivestimento della facciata, ricco di motivi decorativi a bassorilievo, in pietra d’Istria sembra indicare il desiderio di esprimere raffinatezza e grazia piuttosto che robustezza strutturale. Sul prisma murario, più alto che largo, si inserisce l’arco a sesto ribassato. Qui troviamo anche l’imponente bassorilievo del leone alato di San Marco ed in antico la statua della Madonna e dell’angelo annunziante.

8 Secondo la storia... ... da Porta Altinia transitavano tutte le merci da e per Venezia che non seguissero la via fluviale del Sile; così la Porta servì per un lungo periodo sia come muraglia militare che come simbolo del collegamento di Treviso con Venezia ed il Veneto orientale in generale.

9 Porta San Tommaso Porta San Tommaso fu costruita nel 1517, in solo un anno da Guglielmo D'Alzano da Bergamo. La statua collocato sopra la porta rappresenta San Paolo e non San Tommaso, perché Paolo Nanni è stato costretto a dedicare la porta al pontefice che Venezia inviava per il controllo delle città. Così fu costretto a dedicare la porta al Pontefice Tommaso ma sopra fece costruire una statua di San Paolo, suo omonimo.

10 Piazza della Vittoria

11 Storia L'ampio spazio che circonda il monumento deriva dall'abbattimento del più grande e lussuoso palazzo esistito a Treviso, costruito alla fine del Quattrocento dalla famiglia Bressa. L'ambiziosa famiglia Bressa fu però travolta da una crisi finanziaria e il palazzo, dopo un lungo e progressivo degrado, cominciò ad essere abbattuto nel 1824 con un lavoro che richiese quasi tre anni. Un secolo dopo, il 4 Novembre 1931, il Re Vittorio Emanuele III inaugurò il Monumento ai Caduti.

12 Monumento ai caduti Le statue di bronzo rappresentano i compagni d'arme che portano il commilitone caduto nel tempio della gloria, rappresentato dalle colonne di marmo. Per realizzarlo furono impiegati 650 metri cubi di pietra di Finale Ligure e ben 8 tonnellate di bronzo. Fu progettato dallo scultore torinese Arturo Stagliano Con il Monumento ai Caduti la città onora le vittime delle guerre che dalla caduta della Repubblica Veneta (12 Maggio 1797) segnarono il cammino della città fino ad arrivare all'occupazione militare nazista (25 Aprile 1945).

13 Toponimo Piazza della Vittoria a Treviso fu intitolata così nel 1932 quando venne inaugurato il Monumento ai Caduti delle guerre. Il monumento ai caduti appunto, è un'imponente costruzione in pietra raffigurante la manifestazione che trasporta la salma di un Eroe nel Tempio della Gloria. Dal significato morale del monumento deriva il nome della piazza: Piazza Vittoria

14 Chiesa San Nicolò

15 Informazioni generali
La chiesa di San Nicolò per dimensioni, è la più grande costruzione del genere della città, superando anche il Duomo. La chiesa di San Nicolò fu costruita ai primi del 300 dai domenicani anche grazie ai fondi donati dal papa Benedetto XI. La chiesa sorse nella zona più urbanizzata di Treviso, verso Ponente, al di la della quale vi erano soprattutto terre incolte. Ha subito gravi danni durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale.

16 Architettura L’ architettura della chiesa di San Nicolò è un misto tra lo stile romanico e lo stile gotico di origine transalpina. Le sue forme sono semplici e massicce, ma al contempo eleganti e proiettate verso l'alto. Le navate della Chiesa si concludono su tre absidi; la principale, che è il presbiterio, raccoglie il monumento sepolcrale di Agostino Onigo. Sulla parete perimetrale della navata di destra vi è un organo affiancato da un grande affresco di San Cristoforo alto fin quasi alle capriate. Nel Capitolo dei domenicani vi è un grande affresco raffigurante i domenicani più illustri intenti a studiare all’ interno delle loro nicchie. Questo affresco è di Tommaso da Modena.

17 Fonti http://www.trevisoinfo.it/muraeporte.htm

18 Lavoro svolto da: Andrea Massimo Maria Marina


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