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“Ti conosco mascherina!”

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Presentazione sul tema: "“Ti conosco mascherina!”"— Transcript della presentazione:

1 “Ti conosco mascherina!”
Le maschere nelle tradizioni regionali italiane

2 MASCHERE Schema di lettura Un po’ di storia La commedia dell’arte
I personaggi della commedia Definizione MASCHERE Ieri e oggi Mappa regioni italiane

3 MASCHERA 2 costume che si usa per un travestimento...
finto volto di cartapesta, stoffa, legno, o altro materiale, che si porta sul viso… a scopo scherzoso (maschera di carnevale), per esigenze teatrali (maschera tragica, da pagliaccio), per cerimonie rituali (maschera da stregone)... 2 costume che si usa per un travestimento... [dal dizionario della lingua italiana ] Torna a schema

4 UN PO’ DI STORIA La prima maschera non si sa da chi fu inventata.
Già l’uomo preistorico usava le maschere nelle cerimonie magico - religiose e le usavano gli Egizi; infatti ne sono state trovate nelle tombe dei Faraoni. I Greci le usavano nel teatro per rappresentare le caratteristiche dei personaggi e anche perché servivano da megafono. Erano fatte in terracotta. Oggi se ne trovano in materiali diversi, foglie, legno, cuoio, cartone, argilla, cartapesta, … e sono usate soprattutto in quella che per tutti è la festa dell’allegria, il Carnevale.

5 LA COMMEDIA DELL’ARTE Nel Millecinquecento nacque in Italia la “Commedia dell’Arte”; si chiamava anche ”Commedia delle Maschere” perché gli attori si presentavano al pubblico con il viso in parte coperto e rappresentavano una maschera. Gli attori “recitavano a soggetto”, cioè seguivano il canovaccio e improvvisavano battute, scherzi, salti, danze, espressioni del viso, … Il canovaccio era una “traccia” che permetteva loro di inventare, senza però recitare a caso.

6 I PERSONAGGI della Commedia
I personaggi della Commedia erano le maschere e rappresentavano pregi, difetti, vizi, virtù della gente di quel tempo. Ogni attore sceglieva una maschera e “si specializzava” in quel ruolo, cioè interpretava sempre lo stesso personaggio per tutta la vita. C’erano tipi fissi di maschere: servi furbi, astuti, birichini, come Arlecchino, Brighella, Pulcinella,…; c’erano innamorate e innamorati come Rosaura, Florindo,…; c’erano servette, come Colombina, Corallina,…; vecchi padroni ricchi e avari come Pantalone, e poi signorotti, soldati spacconi, … Torna a schema

7 IERI E OGGI In Italia ogni regione ha una o più maschere tradizionali.
Alcune sono diventate molto famose, altre lo sono un po’ meno. Oramai sono scomparse dalle scene dei teatri e oggi sopravvivono solo nelle feste di Carnevale. Certo, attualmente hanno molte concorrenti. Ogni anno, infatti, nascono maschere nuove e fantasiose che rappresentano il nostro mondo ricco di mode, di personaggi della Tv, di eroi del cinema e dei fumetti, maschere mostruose o bellissime, strane o comuni, futuristiche, tecnologiche e così via. Tuttavia, le maschere della nostra tradizione, meritano di essere conosciute e amate. Eccoci allora pronti ad esplorare il territorio italiano, da Nord a Sud e da Est a Ovest, alla scoperta dei personaggi e delle tradizioni carnevalesche tipiche delle diverse Regioni d’Italia. (Il simbolo indica che la maschera appartiene alla Commedia dell’Arte) Torna a schema

8 L e m a s c h e r e i n I t a l i a Esci LO SCHNAPPVIEH ARLECCHINO
FA CANÀPA BRIGHELLA MENEGHINO RÖLAR e KHEIRAR ROSAURA GIOPPINO COLOMBINA IL TOC E LA TOCCA PANTALONE BALANZONE SANDRONE GIANDUIA FAGIOLINO MOSCIOLINO CAPITAN SPAVENTA PULGENELLE STENTERELLO L e m a s c h e r e i n I t a l i a BARTOCCIO FRANCISCHE MEO PATACCA FARINELLA RUGANTINO LU PAULINU TARTAGLIA PULCINELLA SCARAMUCCIA IL MAMUTHONE CONTACRONZE GIANGURGOLO BEPPE NAPPA Torna a schema Esci

9 GIOPPINO Gioppino nasce tra Bergamo e Brescia all’inizio del 1800.
Indossa abiti da contadino: la camicia con le maniche arrotolate, un gilet dai colori vivaci, calzoni corti e grosse scarpe. Ha in testa un cappello nero e in mano un grosso bastone. Ha sul collo tre gozzi che per lui sono tre gioielli; li chiama infatti “coralli” o “granate”. Sembra poco intelligente perché non sa né leggere né scrivere, invece ha molto buon senso e se la sa cavare bene anche in situazioni difficili. LOMBARDIA Torna a mappa

10 COLOMBINA Colombina vive nella casa di Pantalone a Venezia.
È la più conosciuta tra le servette ed è nata nel Ha la gonna ampia, il corpetto attillato e un grembiule dove nasconde i messaggi d’amore. In testa ha una cuffietta da cui spuntano i suoi riccioli neri. È innamorata di Arlecchino e non vuole saperne di altri giovanotti che le fanno la corte. È graziosa, vivace e furba, a volte pettegola, bugiarda e un po’ civetta. È molto affezionata alla sua padroncina Rosaura, che ricorre a lei ogni volta che ha bisogno di essere aiutata o consolata. VENETO Torna a mappa

11 Fa Canàpa Fa Canapa è forse Veneziano, forse veronese o di Rovigo.
Il nome viene da “Canapa”, cioè grande naso e vuol dire frate grosso con un nasone. Il suo abbigliamento è sempre molto curato: indossa una marsina (frac) sul panciotto rosso, i pantaloni stretti sotto il ginocchio e il cappello scuro in testa. A volte è un ricco, a volte è un povero. È gentile e cortese, allegro e spiritoso; fa sempre piroette, si muove e anche parla a scatti e dice male le parole per far ridere. Gli piace mangiare e bere il vino. VENETO Torna a mappa

12 MENEGHINO Meneghino è una tipica maschera milanese.
Il suo nome è un diminutivo di Domenico. Veste da popolano e non porta la maschera. Indossa una lunga casacca verde o marrone orlata di rosso, la camicia bianca, un panciotto a pois verdi, i pantaloni verde scuro alla zuava, le calze a righe orizzontali bianche e rosse. Ha la parrucca con codino e un tricorno marrone in testa. È un contadino, un servitore fedele molto sincero e capace di dare buoni consigli. Difende la gente del popolo e prende in giro i ricchi. Ha un soprannome “Pecenna” (dal termine lombardo pettinare). LOMBARDIA Torna a mappa

13 CAPITAN SPAVENTA LIGURIA
Ha tanti nomi: a volte è Capitan Rodomonte, altre volte Capitan Fracassa, … È una maschera tradizionale della Liguria del XV secolo; qualcuno però dice che è nato a Firenze, qualcuno altro che viene da Napoli. Indossa una camicia bianca, giacca e pantaloni a strisce rosse e gialle; porta un cappello con piume variopinte e stivali. Possiede un pugnale e una spada che porta alla cintura. È vanitoso e spaccone; per vantarsi racconta imprese militari e amorose che però sono false. Si spaccia per una persona molto colta, dice di parlare tre lingue (italiano, spagnolo e francese), ma in realtà le mescola insieme e non ne parla bene neanche una. Urla forte, ma non fa paura a nessuno, anzi si spaventa da solo quando si guarda allo specchio. LIGURIA Torna a mappa

14 GIANGURGOLO È una maschera del 1700, calabrese di origine.
Il suo nome vuol dire “Gianni golapiena” o “Gianni ingordo”, perché ha sempre fame: mangerebbe a più non posso maccheroni e pane e berrebbe botti di vino. Quando non trova da mangiare, annusa gli odori del cibo. Porta sul volto una maschera rossa con un nasone di cartone. Indossa un abito da capitano Spagnolo a righe gialle e rosse, con il colletto e i polsini bianchi. Ha calzoni sotto il ginocchio e scarpe di vernice nere. In testa ha un alto cappello a forma di cono e alla cinta una lunga spada. Parla e si comporta come un principe ricco e spavaldo che fa paura, mentre è tutto il contrario: è un fifone povero, ignorante e bugiardo. Corteggia le signore che però ridono sempre di lui per la sua voce stridula, il suo aspetto buffo e il suo modo di fare. CALABRIA Torna a mappa

15 PANTALONE Pantalone viene da Venezia ed è soprannominato de’ Bisognosi perché si lamenta che ha pochi soldi e ne vorrebbe sempre di più. Si chiama Pantalone forse perché porta i pantaloni lunghi, o forse il nome gli viene dal fatto che in ogni terra che conquistavano, i Veneziani “piantavano il leone” di S. Marco, cioè la bandiera di Venezia. È un ricco mercante nato a metà del 1500. Veste con un cappello rosso, maglia e pantaloni rossi, pantofole a punta e un mantello nero. Pantalone è burbero, nervoso, “rompiscatole”, brontolone, avaro e vecchio. Ha l’abitudine di corteggiare le donne che, però, lo prendono sempre in giro. Ha una figlia, la bella Rosaura, che egli vuole a tutti i costi dare in sposa a qualche riccone e non gli importa se non è giovane e bello. A sua figlia però, importa eccome! VENETO Torna a mappa

16 PULCINELLA È una maschera del 1500, originaria dalla Campania, precisamente da Napoli. Il nome Pulcinella deriva forse dal latino Pullicenus cioè Pulcino. Pulcinella è un servitore poverissimo che non ha voglia di lavorare. È furbo, racconta bugie, fa di tutto per trovare il modo di mangiare e si becca tante bastonate. Indossa una bianca casacca lunga come le maniche che gli coprono le mani. Ha in testa un morbido cappello a cono e sul viso ha una maschera a becco d’aquila. Ha due gobbe, una sulla schiena ed una sul petto. CAMPANIA Torna a mappa

17 MEO PATACCA Si chiama Meo Patacca. È una maschera del fine 1600, romana di origine. “Patacca” vuol dire soldo di poco valore; era la paga del soldato. Il nome di Meo Patacca, perciò, vuol dire sciocco, babbeo, uomo da nulla. È un tipico bullo, attacca brighe, sempre al centro dell’attenzione. Ricorre a qualsiasi mezzo per fare giustizia ed è sempre pronto a litigare e dare botte. Con sé tiene un pugnale che nasconde nella grossa sciarpa che gli fa da cintura. Fa finta di essere coraggioso ma in realtà e pauroso e vigliacco. Indossa pantaloni legati al ginocchio e giacchetta di velluto. I suoi capelli lunghi sono raccolti in una retina. Non ha la maschera. LAZIO Torna a mappa

18 FAGIOLINO Fagiolino Fanfani nasce a Bologna nel 1800 come burattino.
In testa ha sempre un berretto bianco con un fiocchetto sulla punta; non indossa la maschera. Veste in modo semplice: un modesto giubbotto, pantaloni stretti al ginocchio, calze a righe orizzontali bianche e rosse. È un povero, generoso con i deboli, severo con i cattivi. È molto abile a risolvere le situazioni più complicate. È un monello burlone, ha una grande gioia di vivere e, come tutti i poveri della Commedia dell’Arte, ha un buon appetito. Si ribella alle ingiustizie e quando è necessario, per riparare ai torti, usa un bastone nodoso che si porta sempre dietro. È una maschera molto simpatica e molto amata dai bolognesi. EMILIA ROMAGNA Torna a mappa

19 SCARAMUCCIA SCARAMUCCIA è una maschera del 1600 e viene dalla Campania, più precisamente da Napoli. Il suo nome significa battibecco, perché egli non combatte grandi battaglie, ma “piccoli scontri”, scaramucce appunto. Dice di essere nipote di Capitan Spaventa e in un modo o nell’altro prende botte ogni giorno. È vanitoso e si vanta di fare cose eccezionali, ma in realtà non fa niente. Per conquistare le donne si finge ricchissimo e suona dolci serenate con la chitarra o il mandolino. Non ha la maschera. Ha però sopraciglia, lunghi baffi e un pizzetto neri sul volto pallido. In testa ha un berretto floscio e nero e indossa vestiti e mantello neri. Solo il colletto alla Stuarda, fatto di pizzo, è bianco. I pantaloni arrivano a metà ginocchio e le scarpe… sono nere! CAMPANIA Torna a mappa

20 GIANDUIA Si chiama GIANDUIA ed è una maschera Piemontese del 1700.
Il significato del suo nome in piemontese è Giovanni dal boccale, oppure viene dal francese “Jean Anduille”, che vorrebbe dire “Giovanni Salsiccia”. Indossa una giacca marrone con il bordo rosso, pantaloni larghi marroni, camiciotto giallo, fiocco al collo verde, cappello nero e marrone, scarpe nere, calzette rosse. Era un contadino rubicondo, cioè grassottello, amante del buon vino, ma nel tempo è diventato un gentiluomo. È elegante, ama scherzare, ma non ama complicarsi la vita. È gentile, generoso, sincero, giusto e sta sempre dalla parte dei più deboli. Da lui prende il nome un cioccolatino italiano molto famoso, il Gianduiotto. PIEMONTE Torna a mappa

21 RUGANTINO Rugantino è nato a Roma; il suo nome significa “ruganza” ovvero arroganza. Dapprima è un capo delle guardie, poi diventa un “bullo de Trastevere”. All’inizio è arrogante e strafottente e tutti lo detestano, in seguito diventa un popolano buono, amabile, giusto e pronto ad aiutare chi ne ha bisogno. Veste in modo appariscente come un gendarme (gilet e giacca con due code rossa con cappello a due punte dello stesso colore), oppure da povero popolano (calzoncini stracciati, fascia intorno alla vita, camicia con casacca e fazzoletto al collo). Non ha la maschera, ma indossa un grosso paio di occhiali. LAZIO Torna a mappa

22 SANDRONE Sandrone Poviran nasce a Modena nel 1700, ma qualcuno dice che proviene da Reggio Emilia. Indossa una giacca di velluto a coste marroni, pantaloni al ginocchio della stessa stoffa, calze a righe orizzontali bianche e rosse, gilet a pois e robusti scarponi da contadino. Ha in testa un lungo cappello floscio di lana bianca e rossa che termina con un fiocco. Non ha la maschera. È un contadino, zotico e ignorante, ma furbo e quando ha un problema da risolvere, usa il bastone; ama infatti picchiare, a ragione o a torto. Non sa esprimersi bene e parla in modo ridicolo, spesso inventandosi le parole. È sposato con Pulonia e ha un figlio, Sgurghinello (da sgorgarsi il naso) EMILIA ROMAGNA Torna a mappa

23 BALANZONE Si chiama Balanzone, dottor Balanzone.
È nato e ha studiato a Bologna. Veste un abito nero con polzini e bavero bianchi. Sulle spalle ha un ampio mantello e in testa un grande cappello, tutto nero. Ha sul naso un paio di occhialini, ha un grosso pancione e a volte porta i baffi. Balanzone fa parte della schiera dei vecchi: è un dottore che parla molto ma cura poco la gente. È un bel po’ presuntuoso e si vanta tanto di conoscere le scienze umane; crede di sapere tutto, ma in realtà… È molto bravo a parlare il latino e il bolognese, ma parla in modo noioso, dice lunghe tiritere e non insegna un bel niente a nessuno. EMILIA ROMAGNA Torna a mappa

24 BEPPE NAPPA Beppe Nappa è nato in Sicilia intorno al 1600 - 1700.
Il suo nome viene da Beppe = Giuseppe e Nappa = toppa dei pantaloni. È come dire “uomo da nulla”. Indossa un cappello grigio, un vestito tutto bianco o azzurro con grossi pom-pom rossi. Calza scarpe grigie. È un pigro servitore, un po’ stupido e poco furbo. Provoca incidenti per la sua stupidità ed è un fannullone. Va matto per le danze e per le piroette. È molto goloso e è anche un dormiglione e per questo sbadiglia sempre. Ha il naso rosso, il volto pallido tutto infarinato e non porta la maschera. SICILIA Torna a mappa

25 ARLECCHINO Il suo nome forse deriva dal francese Herlequin, che significa personaggio allegro e goloso. Nasce nel millecinquecento a Bergamo, ma vive a Venezia. E’ uno “zanni” cioè un servo ignorante ma furbo, sempre in cerca di qualcosa da mangiare. Indossa una mezza maschera di cuoio nera con due buchi per gli occhi; il suo vestito è formato da un corto giubbetto e da un paio di pantaloni. Dapprima era tutto bianco, poi a forza di rattoppi, col tempo è diventato coloratissimo. In testa un ampio cappello ornato con una coda di lepre, ai piedi un paio di scarpe leggere. Alla cintura ha infilato un corto bastone, il batoccio, e appesa, la “scarsela”, cioè la borsetta per le monete. La sua, però, è sempre vuota. È ricco di fantasia e di immaginazione; inventa imbrogli e burle e la sincerità non fa parte della sua vita. In quanto a lavorare nemmeno parlarne. Arlecchino è la più simpatica tra tutte le maschere italiane e certo quella che i bambini amano di più. LOMBARDIA Torna a mappa

26 BRIGHELLA Il suo nome è Brighella, è nato a Bergamo nel Il suo nome deriva da “briga” (litigio). È un servo buffo, intrigante e malizioso. Prende in giro Pantalone, è litigioso e attaccabrighe, sciocco e sempre pronto a fare tranelli e trabocchetti. È molto bravo a raccontare bugie. Brighella è un tipo spiritoso e scherzoso; suona e canta molto bene. Indossa giacca e pantaloni ampi e comodi bianchi e verdi. Anche il mantello e il cappello sono bianchi con strisce verdi. Ha scarpe di cuoio nere o marroni. Indossa la maschera. LOMBARDIA Torna a mappa

27 ROSAURA Rosaura è nata e vive a Venezia.
Il suo nome deriva dal latino “Rosa Aurea” cioè rosa dorata. È figlia di Pantalone e padrona di Colombina. È obbediente, vanitosa e chiacchierona. È bella e ha tre pretendenti. Suo padre vorrebbe che sposasse un uomo ricco, ma lei è innamorata di Florindo e gli manda tante letterine tramite Colombina. È sempre ben vestita, spesso indossa un abito azzurro e blu, e scarpine e eleganti. Rosaura di solito ha tra le mani un ventaglio che usa per nascondere le sue emozioni. Non ha la maschera. Il suo viso è ben curato, i capelli sempre ben pettinati; in testa ha la cuffietta o dei nastri. VENETO Torna a mappa

28 Stenterello Stenterello è nato in Toscana, precisamente a Firenze nel 1700. Il suo nome vuol dire “persona alta e magra”, che vive di stenti, cioè da povero. Indossa una giacca blu con il risvolto delle maniche a scacchi rossi e neri, oppure rosa e grigi. Ha il panciotto verde chiaro, con puntini verde pisello e i pantaloni scuri e corti. Ha le scarpe nere e le calze strane: una è rossa e una è a strisce bianche e azzurre (o verdi). In testa porta un cappello nero a barchetta. È un servo scansafatiche e pieno di debiti, ma è generoso con i più poveri di lui. È chiacchierone, sincero, allegro e simpatico. Non indossa la maschera. Ha invece il viso truccato, le sopracciglia arricciate all’insù e porta una parrucca con il codino lungo. TOSCANA Torna a mappa

29 TARTAGLIA Viene da Napoli e il suo nome vuol dire balbuziente.
Ha colletto e polsini bianchi. Indossa una camicia verde a strisce gialle, pantaloni a tre quarti sempre a righe e con gli stessi colori della camicia, le scarpe a punta, marroni. Ha anche un mantello verde con i bordi gialli e una maschera nera. Ha diversi ruoli: giudice, notaio, farmacista, avvocato, consigliere di corte, domestico, sbirro o genitore di qualche mascherina innamorata. Corteggia tutte le donne che incontra, ha il cuore tenero e si innamora facilmente. È balbuziente e fa perdere la pazienza a tutti per il suo parlare. Storpia le parole e le frasi, non riesce a farsi capire e per questo se la piglia con tutti e di più con se stesso. È miope, sulla maschera indossa un enorme paio di occhiali ed è anche un po’ sordo. CAMPANIA Torna a mappa

30 LU PAULINU “Lu Paulinu cazzasassi” (Paolino schiacciasassi) è un misero contadinotto molto furbo e spiritoso, che prende in giro i potenti. È nato nella Grecìa Salentina alla fine del inizi dell'800. Ha un grosso faccione con zigomi sporgenti e arrossati e anche il grosso naso è sempre rosso per il troppo bere; i capelli sono arruffati e poco curati. Indossa un costume liso e rattoppato: la giacca marrone con il bordo nero, un panciotto scuro, calzoni verdi fino al ginocchio e lunghe calze gialle trattenute da lacci rossi. Porta scarpe troppo grandi per i suoi piedi e un vecchio cappello di feltro verde calato fino alle orecchie. Rappresenta “il Carnevale”, figlio de “la Caremma” (la Quaresima). PUGLIA Torna a mappa

31 Il MAMUTHONE Il Mamuthone rappresenta un pastore sardo che va in giro con il volto coperto da una maschera nera intagliata nel legno. Indossa una casacca di pelle di pecora su un abito di velluto scuro; in testa porta la ‘coppola’ avvolta in un fazzolettone femminile. Sul dorso ha un pesante mazzo di campanacci di diversa misura legati insieme da cinghie di cuoio, mentre sul davanti ha un mazzo più piccolo di campanelle di bronzo. Si muove con passo lento e pesante, anche perché campanelle e campanacci insieme pesano 20 – 25 kilogrammi. Rappresenta un guardiano delle greggi: per segnalare un pericolo, scrolla i campanacci . SARDEGNA Torna a mappa

32 MOSCIOLINO È una maschera molto giovane.
È nato nel 1999 ad Ancona e il suo nome vuol dire “mitilo”. Ha un aspetto birichino, con le sue orecchie a sventola un po’ a punta e il naso a patatina un po’ schiacciato e all’insù. Indossa maglia e calzamaglia color giallo ocra, una casacca senza maniche azzurra e bianca, a volte decorata da alghe verdi, pezzi di rete da pesca, gusci di mosciolo. Sulla testa porta un cappuccio azzurro, lungo, con un pesciolino o un mitilo attaccato sulla punta. MARCHE Torna a mappa

33 BARTOCCIO È un contadino umbro, rozzo, astuto.
È sposato con Rosa, anch’ella contadina umbra, buona, umile, fedele. Viene rappresentato con un abbigliamento tipico; calzoni marroni al ginocchio, calze a righe; sulla camicia bianca panciotto e giacca scura. In testa un largo cappello di feltro in tinta. Le intrigate e divertenti vicende di vita di Bartoccio e di sua moglie, sono dette proprio “Bartocciate” ; vengono narrate e recitate per rallegrare il carnevale. UMBRIA Torna a mappa

34 LO SCHNAPPVIEH (scnoffih)
È una maschera tipica di Termeno (Bolzano). È una specie di drago-dinosauro ricoperto di pelli, una specie di coccodrillo senza orecchie, con grandi mandibole e due grosse corna sulla testa. Può essere piccolo o grande, alto fino a 3–4 metri. Quando insegue la preda fa proprio paura, ma… è sempre seguito dal macellaio che prima o poi lo cattura e lo uccide. TRENTINO ALTO ADIGE Torna a mappa

35 IL TOC E LA TOCCA “Il Vecchio e la Vecchia” sono i sempliciotti del paese, gelosi l’uno dell’altra, che sfilano con le altre maschere e infastidiscono i passanti. Indossano abiti stracciati e camminano trascinandosi dietro al corteo. Il Toc con il suo bastone accarezza la schiena ai bambini, fa cadere il cappello agli uomini e solletica le gambe alle donne. La Tocca allora diventa gelosa e picchia il Toc di santa ragione. VALLE D’AOSTA Torna a mappa

36 FRANCISCHE È il re del Carnevale molisano.
È un povero e semplice contadino che grida a tutti la sua gioia di essere vivo. In groppa al suo destriero (un asino!), va cantando una canzone d’amore per la sua Pacchianella, della quale è molto innamorato. Indossa un vestito bianco e un cappello a cono ornato di strisce colorate, con la base a forma di corona; dalla cintura pende un campanaccio che oscilla a ogni suo passo. MOLISE Torna a mappa

37 FARINELLA È la maschera tipica del carnevale di Putignano (Bari), giullare e uomo di pace. Somiglia a un jolly, con il suo vestito a toppe variopinte, il cappello con due punte e gli allegri sonagli che tintinnano sul cappello, intorno al colletto e sulle scarpe. Il suo nome deriva dalla farinella, una farina finissima a base di ceci e orzo abbrustoliti, antico alimento dei poveri. PUGLIA Torna a mappa

38 PULGENELLA Il Pulgenella abruzzese è un Pulcinella un po’ diverso da quello napoletano. È tutto vestito di bianco, ma ha il viso colorato o truccato. Ha un “coppolone” (cappello) a forma di cono alto cm e decorato con lunghi nastri di vari colori chiamate zagarelle. È un uomo semplice, debole, povero, ma furbissimo e capace di risolvere tanti problemi. Ama la casa e la vita tranquilla. ABRUZZO Torna a mappa

39 CONTACRONZE È una tipica maschera di Trecchina in provincia di Potenza. È vestito con il classico giubbone dei pastori con in testa un cappellaccio scuro. Accompagnato dal ritmo della “cupa cupa”, va in giro per le strade e, con frasi in rima, prende in giro i personaggi più noti e importanti del paese. [La Cupa Cupa è uno strumento musicale popolare costituito da un recipiente, di solito in terracotta, coperto da una membrana; al centro della membrana è infilata una canna lunga e sottile tenuta ferma da uno spaghetto. Strofinata, produce un suono “cupo”.] BASILICATA Torna a mappa

40 RÖLAR e KHEIRAR Sono due maschere tipiche di Sauris (Udine) che controllano e guidano un corteo diviso in maschere belle e brutte. Il Rölar è una specie di mago-demonio che, nelle sfilate carnevalesche, avverte la gente che si prepari per la mascherata. Ha la faccia e le mani neri di fuliggine; indossa abiti rozzi e ha la testa fasciata con un fazzoletto a frange. Ha in mano una scopa e agita continuamente i campanelli che porta legati intorno alla vita. Il Kheirar è il re delle maschere. Ha il viso nascosto da una maschera di legno e indossa vestiti strappati. Ha in mano una scopa con la quale batte le porte delle case in cui vuole entrare. FRIULI VENEZIA GIULIA Torna a mappa


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