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PubblicatoFonsie Fumagalli Modificato 10 anni fa
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COMMISSIONE PARROCCHIA E TERRITORIO della Parrocchia di Lallio
IMPEGNO DEI CRISTIANI NEL SOCIO/POLITICO “La politica – dice la Dottrina sociale della Chiesa – è una delle forme più alte della carità, perché è servire il bene comune. Io non posso lavarmi le mani. Tutti dobbiamo dare qualcosa” (Papa Francesco, 16 settembre 2013) INCONTRI DI FORMAZIONE E TESTIMONIANZA mercoledì 13 novembre 2013 LA DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA PRINCIPI E VALORI (don Cristiano Re, direttore Ufficio Pastorale Sociale della Diocesi) martedì 19 novembre 2013 L’IMPEGNO DEL CRISTIANO PER LA POLITICA. RICERCA DEL BENE COMUNE, SOLIDARIETA’, PARTECIPAZIONE. LA COSTRUZIONE DEL CONSENSO (Savino Pezzotta, ex parlamentare e sindacalista) martedì 26 novembre 2013 ESPERIENZE A CONFRONTO DI AMMINISTRATORI PUBBLICI DI ENTI LOCALI (Damiano Amaglio, Simone Biffi e Davide Casati gruppo socio/politico dell’ufficio pastorale sociale Modera don Cristiano Re)
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La dottrina sociale della Chiesa
Principi e valori
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Dal vangelo secondo Matteo (Mt 5,13-16)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato? A null'altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli». Parola del Signore
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… lo sguardo di fondo… Paolo VI nel discorso di chiusura del Concilio (7 dicembre 1965) “Non mai forse come in questa occasione la Chiesa ha sentito il bisogno di conoscere, di avvicinare, di comprendere, di penetrare, di servire, di evangelizzare la società circostante, e di coglierla, quasi inseguirla nel suo rapido e continuo mutamento
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. Questo atteggiamento, determinato dalle distanze e dalle fratture verificatesi negli ultimi secoli, nel secolo scorso ed in questo specialmente, fra la Chiesa e la civiltà profana, e sempre suggerito dalla missione salvatrice essenziale della Chiesa, è stato fortemente e continuamente operante nel Concilio …”
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INTERVISTA A PAPA FRANCESCO DEL DIRETTORE DELLA CIVILTA’ CATTOLICA…
Quale Chiesa “sogna”?. …Io vedo con chiarezza che la cosa di cui la Chiesa ha più bisogno oggi è la capacità di curare le ferite e di riscaldare il cuore dei fedeli, la vicinanza, la prossimità. Io vedo la Chiesa come un ospedale da campo dopo una battaglia. È inutile chiedere a un ferito grave se ha il colesterolo e gli zuccheri alti! Si devono curare le sue ferite. Poi potremo parlare di tutto il resto. Curare le ferite, curare le ferite… E bisogna cominciare dal basso... La Chiesa a volte si è fatta rinchiudere in piccole cose, in piccoli precetti. La cosa più importante è invece il primo annuncio: “Gesù Cristo ti ha salvato!”. E i ministri della Chiesa devono innanzitutto essere ministri di misericordia... semplicemente “questo non è peccato” o cose simili. Le persone vanno accompagnate, le ferite vanno curate».
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DONNE E UOMINI CAPACI DI VANGELO
… il Percorso Pastorale diocesano, si focalizza sulla comunicazione della Fede alle giovani generazioni e agli uomini e donne del nostro tempo, che avviene a partire dalla convinzione vissuta di una Comunità di adulti credenti e credibili …
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“A volte ho l’impressione che subiamo passivamente e acriticamente i cambiamenti o semplicemente li prendiamo dalle mani di altri. La stessa crisi finanziaria ed economica che in questi mesi ci ha attraversato e che rischia nei prossimi tempi di colpire pesantemente i posti di lavoro e le stesse strutture che lo producono, è apparsa come una sciagura imprevedibile e comunque preparata lontano dal nostro vivere quotidiano. (…) La Chiesa, la comunità di coloro che credono in Cristo, è chiamata non a subire la storia, ma a farla giorno per giorno, insieme a tutti gli uomini …” DALLA LETTERA DEL VESCOVO FRANCESCO BESCHI ALLE FAMIGLIE
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Perché la dottrina sociale della Chiesa …
Fatte queste considerazioni ci accorgiamo che l'interesse al tema della Dottrina Sociale della Chiesa è fondamentale per il mondo di oggi e alla situazione contemporanea perché risponde a una delle situazioni che appaiono tipiche della modernità e della società complessa occidentale,
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Perché la dottrina sociale della Chiesa…
cioè la privatizzazione della fede, come scelta personale maturata e attuata quasi senza nessuna implicazione sociale e quasi ai margini di una mediazione comunitaria nella quale questa fede si dà.
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Perché la dottrina sociale della Chiesa …
Riflettere sulla DSC è importante perché la situazione contemporanea è complessa e drammatica, inadempiente nei confronti di Dio e soprattutto dell’uomo; la DSC va conosciuta, analizzata e fatta oggetto di riflessione dal cristiano in quanto uomo responsabile di questa società perchè vive in questa società e che quindi partecipa al suo destino. La DSC vuol essere un contributo non solo per fare in modo che la fede non sia solo una questione privata, ma anche per interpretare i problemi e tentare una soluzione.
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Perché la dottrina sociale della Chiesa …
I pronunciamenti della DSC vanno capiti e affrontati in relazione a ciò che è il loro vero oggetto: la testimonianza del Vangelo in una società profondamente modificata e in continua trasformazione. La DSC è uno strumento per capire il nostro essere credenti oggi … essere comunità MISSIONARIE … (vd continui richiami del Vescovo Francesco) Essa rappresenta un'occasione per tentare di rispondere ad alcuni interrogativi: - Come dire la fede cristiana oggi? Come reinterpretare la fede alla luce dei cambiamenti attuali? - Quali sono le implicanze sociali dell'essere credenti?
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… CRITERIO STORICO La DSC è un fatto storico, cioè non è estendibile a tutta la storia della chiesa e non la troviamo esplicitamente nel Vangelo, anche se ha le sue chiare radici in esso … La DSC ha un'origine specifica ed è posta in un contesto preciso che è la nascita di una politica sganciata da un riferimento religioso … Più specificamente nasce con la questione sociale intesa inizialmente come questione operaia che scoppia dal rapporto conflittuale tra capitale e lavoro, in seguito alla rivoluzione industriale. La DSC prende forma in una realtà in cui si passa da un regime di cristianità a una scristianizzazione, anche se i primi documenti hanno sullo sfondo il modello della cristianità …
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Attenzione! Parlare di criterio storico, non significa solo mettere la DSC nel giusto contesto ma soprattutto che che si tenga conto del mutamento del contesto in cui vengono redatti i documenti, e che OGNI MOMENTO STORICO HA BISOGNO DELLA GIUSTA COLLOCAZIONE DEI DOCUMENTI Si passa infatti da un orizzonte socio-culturale che inizialmente si configura come la questione sociale, intesa come questione operaia (che è l'orizzonte storico culturale della Rerum Novarum) a un orizzonte che si presenta in forme diverse, ad esempio con la Quadragesimo Anno (1931) il problema di fondo non è più il rapporto capitale-lavoro, ma economia-politica, cioè il problema delle forme di compartecipazione e di rapporto non conflittuale tra queste due realtà.
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I documenti successivi affrontano anche tematiche più specifiche,
ad esempio il documento Mater et Magistra analizza alcuni fenomeni tra cui gli squilibri fra alcuni settori dell'area socio-economica in particolare l'aumento dell'interdipendenza tra i soggetti socio-economici e socio-politici; la Pacem in Terris affronta il problema politico del significato dell'autorità e dei diritti del soggetto rispetto all'autorità politica...
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Il criterio storico indica anche un cambiamento della stessa identità della DSC. La DSC prende forme diverse a seconda del momento che sta attraversando assumendone appunto i bisogni e le prospettive… …ad esempio dalla Mater et Magistra fino a Pio XII la DSC è un insieme di dottrine, di principi e di norme dedotte dalla rivelazione cristiana e dal diritto naturale da applicare alla realtà…
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Nei documenti più recenti invece la DSC rimanda a principi, criteri e direttive (Octogesima Adveniens) cioè non è un insegnamento preciso, compatto, assoluto, valido per tutti, sempre, in maniera univoca, ma è un insieme di elementi che vanno capiti a seconda del documento, del contesto e delle situazioni in cui questi elementi vengono applicati. Nella Sollecitudo Rei Socialis (n. 41) e nella Centesimus Annus la DSC “non è una terza via tra capitalismo e collettivismo, non è una possibile alternativa per altre soluzioni, non è un'ideologia, ma è l'accurata formulazione dei risultati di un'attenta riflessione sulle complesse realtà dell'esistenza dell'uomo nella società e nel contesto internazionale alla luce della fede e della tradizione ecclesiale".
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Questi documenti introducono in modo forte la questione della RESPONSABILITA’ del cristiano nella realtà sociale, cioè scopo della DSC è quello di interpretare varie realtà esaminandone la conformità e l'uniformità con le linee del Vangelo sull'uomo e sulla sua vocazione terrena per orientare quindi il comportamento cristiano. Essa appartiene perciò non al campo dell'ideologia, ma a quello della teologia e specialmente della teologia morale; essa non è un pacchetto dottrinale da applicare, rivolto soprattutto alla classe dirigente, ma un insieme di elementi rivolti a tutti per una responsabilità d’azione di ogni cristiano nella vita sociale
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CRITERIO ETICO-SOCIALE
la DSC riguarda l'agire, il comportamento nella società a doppio livello - quello del comportamento del singolo nella società - quello dei comportamenti di strutture e istituzioni, che sono il frutto dei singoli che nelle loro relazioni e interazioni costruiscono la società. L'obiettivo è quello di interpretare la realtà sociale “concreta-pratica”, che è frutto dell’incontro della libertà e della necessità degli uomini costruendo un certo tipo di società-ambiente piuttosto che un altro…
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Si assiste dunque al passaggio da un contesto caratterizzato dalla problematica classica lavorativa (es. Laborem Exercens) a un contesto in cui il problema del lavoro rimane in forme differenziate o non è quello principale (es. Populorum Progressio, Sollecitudo Rei Socialis, Centesimus Annus).
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Si comprende che le conclusioni a cui arriva la DSC quanto più sono concrete, specifiche e particolari, tanto più sono parziali e poco utili perché soprattutto oggi, nella prassi sociale non c'è niente di assoluto (nel senso che appena una verità morale si determina e si stabilizza in un comportamento, essa diventa subito parziale, non sbagliata, ma variabile. Pensiamo ad esempio a tutte le questioni problematiche sui famosi valori non trattabili).
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La DSC quindi ha come obiettivo ultimo e specifico di rendere la società e il comportamento del cristiano nella società più umano, cioè di fare in modo che l'azione e l'istituzione rispondano il più possibile al bene umano, al giusto, alla qualità buona del vivere a partire da quello che il vangelo e il nostro essere comunità ci propongono e ci chiedono…
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Questa è una linea costante di tutti i documenti….
Questo rigurda la nostra vocazione di cristiani d’oggi e di sempre… “cosa posso fare e devo fare perché l'istituzione, la comunità civile, rispondano il più possibile al bene umano, al giusto, alla qualità buona del vivere a partire da quello che il Vangelo e il nostro essere Chiesa ci propongono e ci chiedono? È una vocazione che diventa EVOCAZIONE del nostro essere uomini… del PROCESSO DI UMANIZZAZIONE che sempre ci è chiesto di compiere…
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In particolare ultimi documenti della DSC pongono attenzione alla dimensione della libertà, si dice infatti che non esiste bene comune, che non esiste una verità morale nella vita civile, che scavalchi la libertà umana.
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Il criterio etico-sociale richiama allora la necessità del rapporto tra la fede e la società, cioè per testimoniare il Vangelo nella vita sociale, per essere credenti, occorre passare attraverso un elemento di mediazione che è appunto l'umano. Tra fede e pratica sociale si pone la mediazione etico-sociale e cioè non si può immediatamente ricavare dal Vangelo una comprensione di come interpretare il problema sociale sia pur sull'ispirazione del Vangelo.
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La mediazione etico-sociale viene istituzionalizzata e formulata dalla Octogesima Adveniens,
in questo documento si fa forte riferimento per declinare il comportamento del cristiano che deve partire dalla conoscenza dei fatti, il non avere fretta di giudicarli, il capire che cosa contengono, le logiche etico-culturali e le contraddizioni rispetto alle esigenze morali, il tentare di vedere a partire da questi fatti quali sono le esigenze morali più urgenti in una determinata situazione e quindi cercare di elaborare delle soluzioni soprattutto attraverso un confronto nella comunità cristiana, luogo del discernimento dei fatti in ordine alle possibili soluzioni. …. Potrebbe essere definito come una sorta di manuale delle buone prassi…
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CRITERIO MAGISTERIALE
Esso riguarda l'autorevolezza dei documenti della DSC. La DSC è Magistero della Chiesa è l'espressione della Chiesa gerarchica nella sua funzione di custode e di garante di fedeltà alla verità e all'autenticità della verità cristiana. Questo compito gli è stato dato per la sua natura apostolica.
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La Chiesa dunque deve intervenire dove è in gioco la morale e il comportamento dell'uomo dal punto di vista del bene e del male. In questo senso la DSC ha un'autorevolezza magisteriale che non può essere disattesa per un credente impegnato in politica. La DSC, proprio perché non è una realtà univoca e definita, presenta vari livelli di autorevolezza. Il documento della Congregazione per la dottrina della fede Libertatis Conscientiae (1986) dice che "l'insegnamento sociale della Chiesa è nato dall'incontro del messaggio evangelico e delle sue esigenze - che si riassumono nel comandamento supremo dell'amore di Dio e del prossimo e nella giustizia -, con i problemi derivanti dalla vita e dalla società.
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Esso si è costituito come dottrina valendosi delle risorse e della sapienza delle scienze umane riguardo all'aspetto etico-pratico di questa vita e tiene debito conto degli aspetti tecnici dei problemi, ma sempre per giudicarli dal punto di vista morale
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Essenzialmente orientato verso l'azione questo insegnamento si sviluppa in funzione delle circostanze mutevoli della storia, appunto per questo, pur ispirato a principi sempre validi, esso comporta anche giudizi contingenti; lungi dal costituire un sistema chiuso esso resta costantemente aperto alle nuove questioni che si presentano di continuo ed esige un contributo di tutti i carismi, esperienze e competenze".
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La DSC è un atto del Magistero, ma, come dice la Centesimus Annus, non è solo un insieme di principi e di idee elaborati dai papi, bensì è un insieme di esperienze e comporta la competenza di tutti, l'enciclica sottolinea soprattutto l'esperienza, cioè la pratica, il carattere "sperimentale" della DSC intendendo con questo termine che essa recepisce un'esperienza, la interpreta e propone una verità in ordine a delle esigenze contingenti.
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CRITERIO TEOLOGICO Ultimo veloce e conclusivo passaggio…
Che rapporto c'è tra DSC e annuncio del Vangelo? Compito della Chiesa non è fornire una dottrina sociale o progettare una società più giusta..., ma è annunciare il Vangelo, la carità di Dio in Cristo.
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Gli ultimi documenti e soprattutto la Centesimus Annus insistono nel dire che la DSC è parte integrante dell'evangelizzazione, anche se il Vangelo non coincide con la DS né con un'organizzazione buona o giusta della società.
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La responsabilità dunque nel campo sociale investe la fede che riempie tutto l'uomo e l'uomo vive anche nella società, dunque la Chiesa giustamente e necessariamente interviene nel campo sociale per segnalare ai credenti compiti, esigenze e responsabilità, per superare la scissione tra la fede - intesa come atto della coscienza però ridotta a un fatto individuale - e l'agire politicoeconomico.
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Per capire la fede occorre riferirsi al tessuto sociale e politico, per capire chi è il cristiano oggi bisogna riferirsi all'oggi, capire che cosa è il lavoro, la politica..., lasciandosi provocare da questi orizzonti.
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Dire che la DSC fa parte dell'evangelizzazione significa infine riconoscere che nella vita civile, del cristiano in primo luogo, deve esserci il riferimento essenziale alla carità.
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La carità è la qualità cristiana del rapporto buono tra le persone...;
la carità è il nome di ogni rapporto civile…
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Costanti dell’insegnamento sociale
La persona umana ha una dignità che non deve essere offesa per nessun motivo… La proprietà privata ha una funzione sociale e deve conciliarsi con la destinazione universale dei beni… Giustizia, uguaglianza, responsabilità sono principi da applicare a tutti i protagonisti dell’attività economica… Quello del lavoro è un diritto fondamentale dell’uomo… Chi lavora ha diritto ad associarsi per potersi tutelare… I poteri pubblici devono dare il quadro giuridico delle attività economiche, tutelando le classi più esposte e controllando l’accesso alle fonti energetiche…
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In particolare… Populorum Progressio (1967) Linee direttrici
Lo sviluppo non è solo crescita economica ma promozione integrale dell’uomo Critica al materialismo collettivista Critica all’opulenza egoistica La dimensione planetaria della questione sociale
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Sollecitudo rei socialis 1987
Giovanni Paolo II propone una nuova visione della solidarietà. E’ una nuova coscienza collettiva e un’azione politica per un nuovo ordine internazionale “Le nazioni più forti e più dotate devono sentirsi moralmente responsabili delle altre, affinché sia instaurato un vero sistema internazionale che si regga sul fondamento dell’uguaglianza di tutti i popoli e sul necessario rispetto delle loro legittime differenze”. Giovanni Paolo II Condizione per instaurare un nuovo ordine politico-sociale è il superamento delle così dette strutture di peccato, cioè strutture di interdipendenza della società che generano ingiustizia nel mondo, specialmente tra Paesi sviluppati e i Paesi della fame
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Centesimus annus (1991) Enciclica sociale di Giovanni Paolo II
Riflettendo sul cambiato scenario mondiale dopo il crollo del muro di Berlino mette il dito sulla piaga dei diritti umani e sull’inefficienza del sistema economico La proprietà senza solidarietà cade in abuso La Chiesa non propone modelli socio-economici ma è contro quei modelli che: riducono l’uomo a produttore-consumatore privilegiano l’avere sull’essere non tutelano la vita
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I beni della terra sono destinati al Bene Comune di tutta l’umanità.
Nuovo nome della solidarietà è promozione della pace tra nazioni e riduzioni dei squilibri tra nord e sud, tra est ed ovest. I beni della terra sono destinati al Bene Comune di tutta l’umanità. La destinazione dei beni riguarda anche le generazioni future: le risorse non sono illimitate e non si può pensare solo al presente Questo principio sbarra la strada ad una interpretazione radicale del concetto di proprietà privata
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