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16.00 Lettera 309 Al nome di Gesù Cristo crocifisso e di Maria dolce.

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Presentazione sul tema: "16.00 Lettera 309 Al nome di Gesù Cristo crocifisso e di Maria dolce."— Transcript della presentazione:

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7 Lettera 309

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11 Al nome di Gesù Cristo crocifisso e di Maria dolce

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13 Carissimo fratello in Cristo dolce Gesù. Io Catarina, serva e schiava dei servi di Gesù Cristo, scrivo a voi nel prezioso sangue suo; con desiderio di vedervi fondato sopra la viva pietra, Cristo dolce Gesù; perché in altro modo non si potrebbe porre edificio che bastasse; ma, giungendo il vento contrario, subito darebbe a terra.

14 Ma l'anima ch'è fondata in questa dolce pietra, cioè che seguita la dottrina di Cristo crocifisso, non viene mai meno. Che dottrina è questa che c'insegna il dolce e amoroso Verbo, il quale è detto pietra viva? E dove ce la insegna? Non in delizie né in diletti del mondo, ma in su la mensa della santissima Croce.

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16 Questa c'insegna amare Dio in verità, odiando il vizio, e la propria sensualità che è cagione del vizio; e amare la virtù, ed esso Dio che è cagione d'ogni virtù. Ci insegna obbedire ai comandamenti della legge, e a farci venire in amore i consigli: ci fa concepire il desiderio di volerli acquistare in su la mensa della santissima Croce, dove l'anima si veste della carità di Dio e del prossimo suo.

17 Ma attendete, ché questo non si può imparare senza il lume, né senza l'obietto del libro. Onde ci è bisogno che l'occhio dell'intelletto sia illuminato col lume della santissima fede, e il libro sia scritto, sì che nella scrittura impariamo la dottrina.

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19 Se io guardo bene, carissimo fratello, Dio ci ha dato l'occhio dell'intelletto, e dentro il lume della fede; il quale lume non ci può essere tolto né da dimonio né da creatura, se già non ce lo togliamo coll'amore proprio di noi medesimi. E ci ha dato il libro scritto, cioè il Verbo del Figliuolo di Dio; il quale fu scritto in sul legno della Croce, non con inchiostro, ma con sangue, con capoversi delle dolcissime e sacratissime piaghe di Cristo.

20 E quale sarà quell idiota grosso, di sì basso intendimento che non le sappia leggere? Non ne so veruno, se non gli amatori propri di loro medesimi. E questo gli avviene non perché non sappiano, ma perché non vogliono. Sicché, egli è scritto: onde noi troviamo nel capoverso dei piedi, ch'egli li ha confitti acciocché conficchiamo l'affetto in lui, spogliandolo d'ogni disordinata volontà, che non cerchi né voglia altro che Cristo crocifisso.

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22 Volendo giungere al Padre eterno col mezzo di questa Parola incarnata, libro scritto; desiderando di portare ogni pena senza colpa, e pene di corpo e pene di mente quando Dio gli permette le molte cogitazioni e molestie dal dimonio, o battaglie delle creature, ogni cosa portare per gloria e lode del suo nome.

23 E tenendo per questa via, seguiterà e adempirà in sé quella parola che disse il nostro dolce Salvatore, quando disse: «Nessuno può andare al Padre se non per me». Egli è la via e la verità; e chi va per lui, va per la luce, e non giunge alle tenebre. Per questo modo conficca i piedi dell'affetto suo; tenendo per la via della verità.

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25 Giungendo al costato di Cristo crocifisso, trova la vita della Grazia; perché, spogliato l'affetto dell'uomo, con odio santo, del vizio e della propria passione sensitiva (il quale odio ha trovato in questo libro scritto, che tanto egli l'odiò, che egli lo volle punire sopra il corpo suo);

26 egli trova l'amore cordiale delle vere e reali virtù nel cuore aperto: la quale apertura manifestò a noi il cordiale e affocato amore, facendoci bagno del sangue suo; il quale sangue fu intriso col fuoco della divina carità, perché per amore fu sparto; perché per amore dell'onore del Padre, e salute nostra egli corse, come innamorato, all'obbrobriosa morte della Croce, per compire l'obbedienza del Padre eterno.

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28 Bene è vero, adunque, che c'insegna la dottrina in su la mensa della Croce; imparando da lui ad essere umile e mansueto di cuore: colla quale umiltà e mansuetudine osserviamo i comandamenti dolci di Dio, e siamo obbedienti. Ove li abbiamo trovati? Nel libro. Con che lume? Col lume della santissima fede.

29 Così stiamo nella fame dell'onore di Dio e salute dell'anime; ricevendo in noi la vita della Grazia. A mano a mano noi leggiamo nel capo spinato di Cristo crocifisso, e nella bocca sua; crociando il capo spinato della nostra propria volontà, che drittamente è una spina che punge e tormenta l'anima che se ne corona, tenendo questo capo della perversa volontà fuori della dolce volontà di Dio.

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31 Nel dolce capo spinato di Cristo crocifisso perdiamo questa dolorosa spina. Allora troviamo la pace nella bocca sua: che nell'amaritudine del fiele e dell'aceto delle nostre iniquità le quali furono drittamente un fiele amarissimo e aceto che ci tolse la fortezza della Grazia; conformandosi l'anima nostra, e vestendosi della dolce volontà di Dio, gustiamo la pace sua, la quale egli acquistò con grande amaritudine; cioè pacificando Dio coll'uomo, essendo stato lungo tempo in guerra con lui.

32 E però dice il glorioso Paolo che Cristo benedetto è nostra pace, facendosi tramezzatore tra Dio e l'uomo. Anco ci ammaestra il dolce Apostolo che noi ci riconciliamo e facciamo pace con lui, poiché egli è venuto, come nostro tramezzatore.

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34 Seguitando questa dolce e dritta via, riceveremo il frutto di questa pace in questa vita; mangeremo le mollicole della Grazia, e nella vita durabile vivande compiute e perfette, le quali danno perfetta sazietà senza verun difetto. Onde volendocelo mostrare il glorioso dottore Agostino, dice che v'è sazietà senza fastidio, e fame senza pena.

35 Di lunga è la pena della fame, e il fastidio dalla sazietà; poiché, gustato che ha l'anima la pace, e giunta a tanto diletto, ella ha letto e legge continuamente nelle mani chiavellate del Figliuolo di Dio, facendo tutte le sue operazioni spirituali e mentali confitte nella volontà di Dio, facendole per gloria e lode del nome suo.

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37 Se ella è operazione mentale, che egli eserciti la mente sua in dirizzarla e ordinarla nella divina carità; sempre il cuore vi sta confitto con tutti quanti gli altri esercizi che la creatura piglia per giungere a virtù in molti e diversi modi, secondo che Dio permette, ed egli è atto a ricevere: tutte sono fatte col santo timor di Dio, confitte in Croce.

38 Che già non vorrebbe il vero servo di Dio adoperare e passare questa vita senza pena. Anco, vuole prendere la Croce sua, e seguitare Cristo con ogni verità, e con costanza e pazienza e lunga perseveranza fino alla morte; perché egli è fondato sopra la viva pietra, e ha imparata la dottrina nel libro scritto, come detto è, col lume della santissima fede.

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40 E però non s'è ritirato per pena da perseverare nella virtù: anco, si è dilettato nelle pene, siccome l'umile Agnello che non si ritrasse dalla salute nostra e obbedienza del Padre per pena né per morte né per nostra ingratitudine, né per detto dei Giudei che dicevano: «Discendi dalla croce, e ti crederemo».

41 Questo adunque impara la dottrina della perseveranza da lui. Se non fosse fondato sopra questa pietra, volgerebbe il capo addietro, e temerebbe dell'ombra sua; in ogni cosa verrebbe meno. E però vi dissi che io desideravo di vedervi fondato sopra la viva pietra Cristo dolce Gesù; e così vi prego che facciate.

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43 E io son certa che se voi leggerete in questo libro dolce; il libro vostro, donde pare che siate sì tribolato, non vi darà fatica veruna. Se il libro, v'è detto che si scosti dalla verità e dalla dottrina dei Santi approvati dalla santa Chiesa, lasciatelo stare (o voi lo fate correggere) e non l'usate più. Attenetevi a quelli che voi siete certo che si conformano con la verità.

44 E se voi aveste pena di coscienza, facendovi vedere il dimonio, per farvi venire a confusione di mente: «Mira quanto tempo sei stato in su questo errore! Tu ti credi avere servito a Dio, e tu hai servito e fatto riverenza al dimonio»; non gli dovete credere, ma col lume vedere che Dio guarda la buona e santa volontà con che noi adoperiamo; poniamoché il libro letto non fosse secondo Dio, perché solo la mala volontà è quella che fa il peccato, e altro no.

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46 Onde alla volontà è dato il peccato e la virtù, secondo che ella ama o l'uno o l'altra. Adunque per nessuna di queste cose dovete stare in tanta afflizione; ma dovete levare ogni pena come uomo virile, come detto è; e con la dolcezza del dolce umile Agnello caccerete questa amaritudine. Altro non vi dico.

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48 Permanete nella santa e dolce dilezione di Dio.

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