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PubblicatoNilda Gargiulo Modificato 10 anni fa
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LAVORO IN EQUIPE Dott.ssa Monia Isidori, Pedagogista e Counselor
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CRITERI DISTINTIVI DEL GRUPPO
Ampiezza Autocategorizzazione Interazione prolungata Scopi condivisi Norme Ruoli Relazioni affettive
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EVOLUZIONE DEL GRUPPO INTERAZIONE:elemento portante nella formazione del gruppo, favorisce la coesione INTERDIPENDENZA:condivisione degli stessi obiettivi, riconoscimento della reciprocità INTEGRAZIONE:autodefinizione di sé come elemento del gruppo, capacità di negoziazione Negoziazione significa capacità di risolvere i conflitti: diviene penalizzante se viene negata o estremizzata se invece di lottare per prevaricare si fa lo sforzo di comprendere, il decentramento emotivo fa scovare la soluzione
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E’ UNA “COSA” CIOE’ UNA UNITA’ ORGANIZZATIVA
GRUPPO DI LAVORO E’ UNA “COSA” CIOE’ UNA UNITA’ ORGANIZZATIVA PREVEDE: Dimensioni ridotte (piccolo gruppo) Autonomia gestionale ed operativa
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E’ UN “COME” CIOE’ UN METODO DI LAVORO
LAVORO DI GRUPPO E’ UN “COME” CIOE’ UN METODO DI LAVORO PREVEDE: Un obiettivo operativo Persone con scopi e bisogni interdipendenti Coordinamento delle loro azioni
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COS’E’ L’EQUIPE? lavorare in equipe implica che non è una sola figura professionale che si occupa del paziente, né che molte figure se ne occupano indipendentemente l’una dall’altra, in maniera separata MA Significa che la cura viene effettuata da un gruppo “integrato”, cioè persone che lavorano in modo armonico tra loro e condizionano il proprio lavoro attraverso una continua correlazione con gli altri, fatta di scambi, confronti, suggerimenti.
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STRUTTURA DELL’EQUIPE
Deve essere composta da tutte le professionalità che lavorano in quell’ambito. Ogni operatore mette a disposizione degli altri la propria professionalità
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STRATEGIE DI LAVORO IN GRUPPO
La strategia di lavoro può essere: COERCITIVA PERSUASIVA
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COERCITIVA Il gruppo è governato da un “capo” o da rigide regole burocratiche Il potere “scende” e non si scambiano le conoscenze (apprendere verticalmente, es: solo il medico mi può insegnare) Gli operatori non sanno fronteggiare l’incertezza È stato il primo modo usato dall’uomo x ottenere efficienza (famiglia patriarcale, militari)
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PERSUASIVA Metodo di intervento alternativo, centrato su: Negoziazione
Collaborazione Condivisione degli obiettivi Responsabilizzazione
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ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO D’EQUIPE
INTERDISCIPLINARE PLURIDISCIPLINARE
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INTERDISCIPLINARE Tutti i membri del gruppo condividono: Scopi
Modalità organizzative Suddivisione del lavoro Decisioni collettive Predisposizione degli operatori ad una certa flessibilità e al confronto
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PLURIDISCIPLINARE I PROFESSIONISTI INTERVENGONO NELL’AMBITO DELLE PROPRIE COMPETENZE SPECIALISTICHE EQUIPE COMPOSTA DA VARIE PROFESSIONALITA’, CHE HANNO BEN DEFINITI I PROPRI SPAZI, TEMPI E AMBITI DI ESPRESSIONE
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EQUIPE DEGLI OPERATORI
L’OSS si integra con due categorie professionali: Gli operatori sanitari : Medici Infermieri e ostetriche Tecnici sanitari P. riabilitative Gli operatori non sanitari 2) il numero di persone risorsa a cui attingere Attività di vita quotidiana per il benessere e la salute
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Infermiere responsabile dell’assistenza:
si occupa della prevenzione delle malattie, dell’assistenza ai malati e disabili e di educazione sanitaria; si avvale di progetti assistenziali, partendo dall’individuazione dei bisogni della persona e pianificando gli interventi. Nella pianificazione, sono previsti gli interventi svolti dall’infermiere e quelli dell’OSS (varieranno a seconda del contesto e dei membri dell’equipe). L’OSS ha un ruolo chiave, occupandosi in particolare dell’accudimento o assistenza di base Prima denominato infermiere professionale
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Coordinatore infermieristico:
prima denominato caposala, con funzioni orientate all’ambito gestionale-organizzativo, predispone il contesto e le risorse affinchè l’equipe possa operare al meglio
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Ausiliario specializzato:
sono attribuite mansioni relative all’ambiente (sanificazione, smaltimento rifiuti) e al trasporto di materiali all’interno dei presidi. Non è richiesto titolo di studio specifico
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OTA (operatore tecnico addetto all’assistenza):
figura nata nel 1990, oggi in esaurimento a seguito dell’introduzione dell’OSS. E’ subordinata alla valutazione dell’infermiere, responsabile del suo operato
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Assistente sociale: opera nella prevenzione, nel sostegno e nel recupero di persone, gruppi sociali in condizioni di disagio sociale. L’OSS lo coadiuva occupandosi di interventi integrativi, quali il sostegno a persone sole, l’affiancamento nelle attività quotidiane, l’animazione, le attività sociali
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Educatore professionale:
opera nei servizi socio-sanitari, attraverso l'elaborazione di un progetto educativo mette in atto interventi educativi finalizzati alla promozione della persona e al suo benessere psico-fisico.
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AREE DI COMPETENZA DELL’OSS
Comfort alberghiero Gestione di presidi e apparecchiature Cura e accudimento della persona Sanificazione ambienti ota-ausiliario-oss Sterilizzazione, trasporto materiali organici, pulizia apparecchiature x l’assistenza oss e ota Non tanto intervento di cura della malattia, ma accudimento oss
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RESPONSABILITA’ L’OSS partecipa all’azione dell’equipe socio-sanitaria, con competenze specifiche (diverso dall’ausiliario e dall’OTA a cui non è riconosciuta autonomia e dipendono strettamente dall’infermiere) La figura di riferimento definisce gli ambiti di competenza dell’OSS e del diverso personale all’interno delle strutture L’Oss ha competenza per l’accudimento alla persona, ma non può modificare l’intervento prescritto in quanto non può valutare il rischio e le variabili individuali
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u.f. unità funzionale
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REGOLE PER STARE IN EQUIPE
Rispettare l’altro e le diverse professionalità Riconoscere i propri limiti/errori Riconoscere la propria sostituibilità (tutti sono necessari ma nessuno è indispensabile) Saper apprezzare il lavoro degli altri Saper ascoltare Essere disponibili alla collaborazione Essere disponibili alla negoziazione Esprimere il proprio parere Avere autocontrollo
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CAPACITA’ PER STARE IN EQUIPE
COMPETENZA RELAZIONALE COOPERAZIONE METTERSI IN DISCUSSIONE DARE IL GISTO PESO ALLE CONFLITTUALITA’ E PROBLEMI RIFLESSIONE SU CHI FA SUPERVISIONE
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RIUNIONI D’EQUIPE Momento nel quale ci si confronta e si verifica il lavoro svolto E’ fondamentale che l’equipe giunga ad una sintesi decisionale, superando e mettendo fine alle possibili discussioni, per poter agire concretamente Problemi : equipe dove non si discute ma si parla fuori; equipe che non giungono ad alcuna decisione e non agiscono- meglio sbagliare che non agire
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ERRORI NELLE RIUNIONI D’EQUIPE
MONOPOLIZZARE CON MONOLOGHI IMPORRE SOLUZIONI CREARE UNO STATO DI TENSIONE SENZA CHIARIRE MANTENERE INDIFFERENZA E DISINTERESSE INTERVENIRE CON ARGOMENTI NON PERTINENTI ATTACCARE LE VARIE POSIZIONI NON ESSERE PUNTUALI
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COESIONE DI GRUPPO: Forza centripeta che tiene unito il gruppo
Aspetti positivi: affettività intensa, ottenimento obiettivi comuni Aspetti negativi: esasperazione consenso reciproco, riduzione di atteggiamenti alternativi
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FATTORI: Individuali: percezione di essere accettati; prospettiva di obiettivi desiderabili; percezione di superiorità del gruppo Ambientali: presenza di fattori di minaccia o frustrazione (capro espiatorio); successo del gruppo nel controllare l’ambiente
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Del gruppo: clima cooperativo; omogeneità di status; numero limitato di componenti
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LEADER il leader è colui che influenza in maniera determinante i membri e l'attività del gruppo ha la funzione di armonizzare e mantenere il gruppo come sistema stili di conduzione del gruppo: leader autoritario, democratico e permissivo; leader orientato al compito e leader orientato alla relazione
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SINDROME DEL BURNOUT Dall’inglese “bruciarsi”, descrive una sindrome che può colpire una persona sottoposta per lungo periodo a situazioni particolarmente stressanti
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QUADRO DELLA SINDROME Insieme di manifestazioni psicologiche e comportamentali, raggruppabili in : esaurimento emotivo depersonalizzazione ridotta realizzazione personale
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esaurimento emotivo Consiste nel sentirsi emotivamente svuotato e annullato dal proprio lavoro, per effetto di un inaridimento emotivo del rapporto con gli altri
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depersonalizzazione Atteggiamento di allontanamento e di rifiuto (risposte comportamentali negative e sgarbate) nei confronti di coloro che richiedono la prestazione professionale
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ridotta realizzazione personale
Riguarda la percezione di: - una propria (ipotetica) inadeguatezza al lavoro caduta dell’autostima sentimento di insuccesso nel lavoro
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SINTOMI Somatici: tachicardia, cefalee, stanchezza, apatia, insonnia, etc Psicologici: depressione, rabbia, bassa autostima, difficoltà ad andare al lavoro, isolamento, negativismo, rigidità di pensiero, difficoltà di relazione con utenti e/o colleghi, cinismo, colpevolizzazione degli utenti
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COME PREVENIRE IL BURNOUT?
Maggiore dialogo con i colleghi Stabilire riunioni d’equipe periodiche per evitare l’isolamento Possibilità di staccare (avere qualche paziente in meno, differenziare l’attività) Possibilità di trasferimento Supervisione psicologica individuale o di gruppo
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