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A cura di Francesco Garofalo
La Primavera di Sandro Botticelli A cura di Francesco Garofalo Classe II F
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La Primavera fu dipinta da Botticelli nel 1478, ed è conservata attualmente agli Uffizi di Firenze. Il soggetto dell'opera, in apparenza trasparente e immediato, suscita in realtà ancora oggi le discussioni degli studiosi, i quali si interrogano sull'identità e il significato delle figure che animano questa complessa costruzione allegorica. La rarefatta armonia del dipinto nasconde infatti allusioni al pensiero neoplatonico, alla magia rinascimentale, alle simbologie astrologiche e alla cultura esoterica, che diedero una particolare impronta intellettuale alla civiltà del tardo Quattrocento. Al di là di questi significati segreti, l'opera offre allo spettatore il puro piacere estetico di una bellezza ineguagliabile, con il suo naturalismo sensuale e il suo spirituale equilibrio di forme, colori e ritmi visivi. continua…
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Mercurio
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Mercurio Antica divinità romana, poi identificata con il greco Ermes, Marcurio era il dio dell'eloquenza, del commercio e dei ladri, della mitologia greca e romana. Essendo il messaggero degli dèi viene spesso raffigurato con le ali ai piedi. Mercurio continua…
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Mercurio Antica divinità romana, poi identificata con il greco Ermes, Marcurio era il dio dell'eloquenza, del commercio e dei ladri, della mitologia greca e romana. Essendo il messaggero degli dèi viene spesso raffigurato con le ali ai piedi. Nel Botticelli è a guardia del bosco sacro e impegnato a scacciare via le nuvole che non devono turbare l'eterna primavera del giardino di Venere. In mano ha il caduceo. Il caduceo era un bastone con due serpenti intrecciati e a volte con due ali aperte in cima come segno di pace e prosperità. Mercurio
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Le tre Grazie continua…
Queste tre celebri fanciulle (Splendore, Gioia e Abbondanza) sono tra le più ammirate figure femminili dell'arte di tutti i tempi. Nei loro movimenti aggraziati, vestite con veli trasparenti, formano un girotondo con le mani intrecciate. Con queste figure Botticelli fissa il tipo di bellezza femminile del '400, biondo e longilineo, con corpi magri, lineamenti delicati e carnagione chiara. Delle tre Grazie sono state riconosciute Caterina Sforza (a destra), confrontandola con la Santa Caterina d'Alessandria (sempre di profilo), e Simonetta Vespucci (al centro), la fonte di ispirazione per la Nascita di Venere, che guarda sognante verso Mercurio (Giuliano de' Medici) Mercurio continua…
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Le tre Grazie Nella mitologia greca erano note come Cariti queste divinità benefiche erano ritenute figlie di Zeus e di Eurinome e sorelle del dio Fluviale Asopo; secondo un'altra versione la madre sarebbe stata Era. Ma anche queste leggende hanno finito col dare spazio ad altre interpretazioni: secondo alcuni autori, le Cariti erano nate dall'unione del dio Elio (il Sole) con l'Oceanina Egle. Ma è altrettanto accettata la versione che vede come madre delle Grazie proprio la dea della bellezza e fertilità, Afrodite la quale le avrebbe generate insieme a Dioniso, dio della vite. Queste tre celebri fanciulle (Splendore, Gioia e Abbondanza) sono tra le più ammirate figure femminili dell'arte di tutti i tempi. Nei loro movimenti aggraziati, vestite con veli trasparenti, formano un girotondo con le mani intrecciate. Con queste figure Botticelli fissa il tipo di bellezza femminile del '400, biondo e longilineo, con corpi magri, lineamenti delicati e carnagione chiara. Delle tre Grazie sono state riconosciute Caterina Sforza (a destra), confrontandola con la Santa Caterina d'Alessandria (sempre di profilo), e Simonetta Vespucci (al centro), la fonte di ispirazione per la Nascita di Venere, che guarda sognante verso Mercurio (Giuliano de' Medici) Le versioni che riguardano il numero delle Grazie non sono meno complesse; secondo Esiodo, esse sono tre: Aglaia lo splendore Eufrosine la gioia e la letizia Talia la prosperità e portatrice di fiori Esse sono rappresentate come tre giovani seminude, le quali incarnano, nella figurazione classica, la perfezione a cui l'uomo deve tendere nonché le tre qualità che una donna dovrebbe avere.
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Venere La principale protagonista del quadro è una dama elegantissima, vestita di bianco, con un velo trasparente in testa, ornata di gioielli e ricami, un mantello rosso drappeggiato, e sandali d'oro. Trattenendo le vesti si muove con grazia e fa un gesto con la mano, come se stesse danzando o salutando qualcuno. Dalla pianta del mirto, che la circonda e dalla sua posizione centrale nel giardino, è identificata come Venere, la quale in questo caso rappresenta l'amore neoplatonico, ovvero l'amore universale orientato alla conoscenza e allo spirito che trionfa sulla lussuria. continua…
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Venere La principale protagonista del quadro è una dama elegantissima, vestita di bianco, con un velo trasparente in testa, ornata di gioielli e ricami, un mantello rosso drappeggiato, e sandali d'oro. Trattenendo le vesti si muove con grazia e fa un gesto con la mano, come se stesse danzando o salutando qualcuno. Dalla pianta del mirto, che la circonda e dalla sua posizione centrale nel giardino, è identificata come Venere, la quale in questo caso rappresenta l'amore neoplatonico, ovvero l'amore universale orientato alla conoscenza e allo spirito che trionfa sulla lussuria. Secondo la mitologia romana, era la dea dell'amore ed associata in oltre alla bellezza e alla fertilità, l'equivalente della dea greca Afrodite. Venere era la sposa del dio vulcano, ma amò anche molti mortali da cui ebbe dei figli: ad esempio, si dice che dal suo amore con Anchise nacque Enea; questa dea era considerata fra le più importanti della religione romana. Venne rappresentata in molte opere, tra cui una delle più famose è La nascita di Venere del Botticelli.
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La Nascita di Venere Opera iconica del Rinascimento italiano, spesso assunta come simbolo della stessa Firenze e della sua arte, faceva forse anticamente pendant con l'altrettanto celebre Primavera sempre di Botticelli, con cui condivide la provenienza storica, il formato e alcuni riferimenti filosofici. Rappresenta una delle creazioni più elevate dell'estetica del pittore fiorentino, oltre che un ideale universale di bellezza femminile. La Nascita di Venere è da sempre considerata l'idea perfetta di bellezza femminile nell'arte
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Flora Flora, dea della giovinezza, della fioritura e patrona dei lavori agricoli e della fertilità femminile, è la donna con il vestito bianco a fiori e piena di ghirlande. È sorridente, mentre danza e canta, spargendo le rose intorno a sé; porta nel giardino anche i colori e i profumi della primavera. Il nome Flora deriva dal latino flos, floris ("fiore").
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Zefiro e Clori All'estrema destra il personaggio azzurro e cupo è Zefiro, il vento di ponente che annuncia la primavera. Entra in scena volando, con il mantello svolazzante e le guance gonfie per soffiare; raggiunge la ninfa Clori che sta fuggendo. Secondo il racconto che fa Ovidio nei Fasti, L’incontro tra i due personaggi provoca il germogliare dei fiori dalla bocca di Clori. La loro unione, secondo la favola antica, porta alla trasformazione della fanciulla in Flora.
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Cupido Sopra Venere, svolazza Cupido, rappresentato come un putto bendato, mentre sta tirando una freccia verso le tre Grazie Il putto è un termine che nel campo dell'arte indica un bambino nudo, quasi sempre di sesso maschile e spesso raffigurato con le ali.
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