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PubblicatoRobertina Martini Modificato 10 anni fa
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“Gesù è con noi”. Gesù è ciò che “accade” quando Dio parla senza intermediari all’uomo. (J.Sulivan) Giovanni 1, di Natale A Autrice: Asun Gutiérrez. Musica: Bach. Oratorio del Natale.
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Essa era nel principio con Dio.
Nel principio era la Parola, la Parola era con Dio, e la Parola era Dio. Essa era nel principio con Dio. Ogni cosa è stata fatta per mezzo di lei; e senza di lei neppure una delle cose fatte è stata fatta. Dio è parola, apertura, dialogo, comunione permanente, comunicazione gioiosa. Abbiamo ricevuto la Parola, e il dono della parola ci permette di condividere i nostri sentimenti, i nostri sogni e speranze, la nostra fede. Con essa possiamo dire, scrivere e cantare parole che ci avvicinano a Gesù e all’altro. Che il valore, la forza, la bellezza, l’impegno delle nostre parole sia un riflesso, una partecipazione alla Parola.
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In lei era la vita, e la vita era la luce degli uomini.
La luce splende nelle tenebre, e le tenebre non l'hanno sopraffatta. La Parola è vita, luce per il cammino. Il contrasto luce-tenebre è un tema particolarmente vivo nel IV Vangelo. L’oscurità manifesta la menzogna, l’egoismo, la chiusura in sé stessi... La luce corrisponde alla vita, alla verità, alla giustizia, all’accoglienza, all’amore... Gesù è la luce che illumina le tenebre. Nessuna oscurità la può soffocare. Trionfa la luce.
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Vi fu un uomo mandato da Dio, il cui nome era Giovanni.
Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, affinché tutti credessero per mezzo di lui. Egli stesso non era la luce, ma venne per rendere testimonianza alla luce. La vera luce che illumina ogni uomo stava venendo nel mondo. Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, ma il mondo non l'ha conosciuto. Dare testimonianza è essere eco e riflesso della Luce ricevuta per illuminare il cammino che porta alla Parola. Il testo ci invita a vedere, conoscere, accogliere con gioia, contemplare... il Mistero della Incarnazione e ad essergli testimoni. Come Giovanni, siamo mandati a dare testimonianza, “perché dalla sua pienezza tutti abbiamo ricevuto”.
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È venuto in casa sua e i suoi non l'hanno ricevuto;
ma a tutti quelli che l'hanno ricevuto egli ha dato il diritto di diventar figli di Dio: a quelli, cioè, che credono nel suo nome; i quali non sono nati da sangue, né da volontà di carne, né da volontà d'uomo, ma sono nati da Dio. Gesù viene ad incontrarci, viene da noi, anche se non lo pensiamo, quando meno lo aspettiamo. L’accogliere la Parola ci rende capaci di essergli fratelli, di desiderare la gioia, di sognare con fratellanza, di costruire una vita più umana. A questa grazia rispondiamo essendo fratelli degli altri. Siamo disposti a cadere nella confusione di confessare con entusiasmo la Incarnazione di Gesù e nella vita pratica di dimenticare che Egli è “in mezzo a noi? Dopo l’Incarnazione, Dio possiamo incontrarlo solo negli uomini, con gli uomini, tra gli uomini!
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E la Parola è diventata carne e ha abitato per un tempo fra di noi, piena di grazia e di verità; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre. Giovanni gli ha reso testimonianza, esclamando: «Era di lui che io dicevo: "Colui che viene dopo di me mi ha preceduto, perché era prima di me. Infatti, dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto grazia su grazia"». Poiché la legge è stata data per mezzo di Mosè; la grazia e la verità sono venute per mezzo di Gesù Cristo. Se Dio ha preso dimora tra noi, l’incontro con Dio avviene “nel mondo”. Dio è vicino, lo si può ascoltare e sentire. Respira la nostra aria, cammina con noi. E’ nella nostra carne, nella nostra debolezza, nel nostro dolore, nelle nostre gioie, nei sogni e nelle speranze. Si fa presente in tutta la nostra vita e in ogni avvenimento della nostra storia. Fare esperienza dell’uomo è già conoscere Dio. Ogni volto di uomo è divenuto volto di Dio. Quando mi avvicino ad una persona, la accolgo, la aiuto, la tratto con amore, io mi sto incontrando con Dio. “L’avete fatto a me”. Amare gli altri, come Dio ci ama, è profumare e dare gioia alla loro e alla nostra vita.
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Nessuno ha mai visto Dio; l'unigenito Dio, che è nel seno del Padre, è quello che l'ha fatto conoscere. Conosciamo Dio, Padre/Madre, guardando Gesù. Gesù si dedica ad insegnare, a curare, ad accogliere, a liberare... Gesú dice, con la parola e l’esempio, che Dio è Amore e che chi vede Lui, vede il Padre. Si suppone che, almeno in teoria, come seguaci di Gesù cerchiamo di vivere come Lui, con i suoi criteri, con i suoi valori, con il suo stile, con il suo Dio. Chi vede me, vede Gesú?
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Per il dono della Parola
Che Tu sia benedetto, Signore, per il dono della parola che ci hai dato. Grazie a questo possiamo comunicare, dialogare, partecipare, chiedere e rispondere, manifestare i nostri sentimenti, sussurrare e gridare, uscire da noi, aprirci al mondo, ai fratelli e a Te. Che Tu sia benedetto, Signore, per il dono della parola che ci hai dato affinché poeti e cantori ci rendano felici con i loro poemi e le loro voci; affinché i più poveri e i più deboli abbiano sempre gratuitamente voce per manifestare i loro bisogni e annunciare il tuo Nome. Che Tu sia benedetto, Signore, per il silenzio che ci doni affinché possiamo ascoltare l’eco delle parole che attendiamo; affinché possiamo avere il tempo per pensare e controllare le nostre idee; affinché possiamo balbettare parole poverelle che intuiscano e rivelino il tuo mistero. Che Tu sia benedetto, Signore, per esserti fatto Verbo Incarnato, parola che noi possiamo esprimere, e perciò conoscere ed assaporare. Che Tu sia benedetto, Signore, perché sei parola comprensibile, parola della nostra storia, parola viva, parola coinvolgente, parola di Buona Notizia sempre nuova e aperta. Ulibarri Fl.
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