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PubblicatoGiovannetta Abate Modificato 10 anni fa
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Il sacro sangue di Napoli: san Filippi Neri e suor Maria Giuliana Arenare
Nella Chiesa dei Girolamini in via Duomo 42 si conserva come reliquia un’ampolla di sangue di san Filippo Neri ( ), che si mantiene liquido in permanenza. Vi fu portato dai padri della congregazione nel ‘600 da Roma con altre reliquie. Nella stessa chiesa si conservava un ampollina di sangue sempre liquido appartenuto alla serva di Dio suor Maria Giuliana Arenare ( ). Il corpo della religiosa si trova presso il monastero di S. Geltrude.
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Il sacro sangue di Napoli: san Francesco Saverio, san Francesco de Geronimo e padre Paolo Capelloni
Nella Chiesa di Gesù Nuovo in via S. Sebastiano 48 si conserva in un reliquario, una piccola fiala contenente sangue di San Francesco Saverio ( ); questa sostanza ematica si mantiene in permanenza in uno stato pastoso, semiliquido. Nella stessa chiesa si conserva una reliquia del sangue del santo gesuita Francesco de Geronimo ( ). Nell’ampolla il sangue rimase liquido per tre mesi, poi si coagulò. Presso la chiesa si conserva anche una fialetta di sangue del servo di Dio padre Paolo Capelloni ( ). Questo sangue venne estratto per salasso dal cadavere e rimase liquido per molti anni prima di coagularsi.
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Il sacro sangue di Napoli: san Luigi Gonzaga e don Placido Backer
Nella Chiesa del Gesù Vecchia in via G. Paladino, 38 si conserva un’ampolla contenente il sangue di san Luigi Gonzaga ( ). Il sangue è soggetto a liquefazione nel giorno della ricorrenza del Santo, che si celebra il 21 giugno. Nella chiesa si conserva un’altra reliquia di sangue, appartenuto al servo di Dio don Placido Baccher, morto nel Questo sangue si mantiene in uno stato di parziale liquefazione permanente.
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Il sacro sangue di Napoli: di suor Maria Maddalena Sterlicco
Nella chiesa di S. Maria Ognibene a Settedolori in via F. Gerardi 59 si conserva il sangue della serva di Dio suor Maria Maddalena Sterlicco. Prima che la religiosa morisse, le fu praticato un salasso; il sangue venne conservato in fiale, dove ben presto coagulò. Ma quando la Sterlicco morì, quel sangue si liquefece, mostrandosi di un bel colore rosso rubino, e anche spumeggiante.
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Il sacro sangue di Napoli: di suor Rosa Giannini e padre Leonardo de Fusco
Nella chiesa di S. Domenico Maggiore in piazza san Domenico Maggiore, 8 è sepolta la serva di Dio suor Rosa Giannini ( ). Scrivono Alfano e Amitrano: <<Dopo la morte si procurò di aver sangue estraendolo dal cuore e si trovò che era stato trafitto da tre raggi luminosi, partiti da un Crocifisso nella chiesa di S. Pietro ad Aram, mentre la Giannini intensamente colà pregava. Nell’operazione necroscopica fu raccolto il sangue dallo squarcio del petto; li astanti ne bagnarono fazzolletti, bambagia e ne riempirono ampolline, nelle quali il sangue si mantenne liquido per circa dodici anni. Presso la chiesa era conservato anche il sangue del servo di Dio padre Leonardo de Fusco ( ), domenicano. Il sangue di questo servo di Dio rimase liquido fino all’800. De Fusco
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Il sacro sangue di Napoli: san Giovanni Battista, santa Patrizia e san Lorenzo
Nella chiesa di S. Gregorio Armeno in piazzetta San Gaetano 1, viene conservato il sangue di san Giovanni Battista precursore di Cristo. Questo sangue resta coagulato per tutto l’anno, ma il 29 agosto, ricorrenza del Santo, diventa liquido per tutta la durata della messa. Nella stessa chiesa si conservano le relique di santa Patrizia, venerata come compatrona di Napoli. Di famiglia imperiale, nacque a Costantinopoli nel VII secolo. Secondo la tradizione un secolo dopo la morte della santa si volle estrarre dalla sua salma un dente molare. Si vide allora uscire prodigiosamente vivo sangue che venne subito raccolto e poi conservato. La reliquia viene esposta pubblicamente ogni martedì, durante la messa al convento e sovente si può assistere alla liquefazione. Nella chiesa si conserva un’ampolla con sangue e grasso attribuito a san Lorenzo. Questo sangue da tempo immemorabile si scioglie ogni anno nella ricorrenza tradizionale del martirio del santo (10 agosto).
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Il sacro sangue di Napoli: san Pantaleone, santo Stefano e san Potraso e san Girolamo
Sempre nella chiesa di San Gregorio Armeno, si trova il sangue di san Pantaleone, che si presenta in uno stato di fusione permanente. Nella chiesa si conserva da tempo immemorabile una reliquia di sangue attribuita a santo Stefano protomartire. Secondo le cronache antiche questo sangue si scioglieva sempre il 3 agosto e talvolta anche il 26 dicembre. (Un’altra ampollina di sangue si trova nel monastero delle clarisse in piazza del Gesù Nuovo, n.18) Vi si conserva anche una reliquia di sangue attribuita a san Protaso martirizzato in Milano il 19 giugno 305 che si presenta in stato di liquefazione permanente. Ed infine vi si conserva una reliquia di sangue attribuita a san Girolamo morto a Betlemme il 30 settembre 420, che si presenta anche questa in stato di liquefazione permanente.
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Il sacro sangue di Napoli: san Camillo de Lellis
Nella Chiesa di S. Maria del Divino Amore in via Paparelle al Pendino 32 si conserva come reliquia il sangue di san Camillo de Lellis ( ), fondatore dei Ministri degli Infermi (Camilliani), venne raccolto in due ampolle dopo la morte, dalla ferita che si praticò nella salma per estrarne il cuore. Il sangue si mantenne liquido per anni; poi si coagulò e si ridusse in granellini di color rosso come ora si osserva.
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Il sacro sangue di Napoli: sant’Alfonso Maria de’ Liguori
Nella Chiesa di S. Maria della Mercede in via Chiaia, 156 si conserva una fialetta contenente pochi grumi di sangue disseccato; questo sangue sarebbe stato raccolto da un salasso praticato al Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, alcuni anni prima della morte. Il primo agosto 1851 nella ricorrenza della morte la reliquia venne esposta al pubblico, e il giorno 2 ebbe la prima liquefazione del sangue. Il fenomeno continuò a manifestarsi negli anni successivi, fino al periodo bellico, nella secondo guerra mondiale. Da allora non si ebbero più notizie di liquefazioni.
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Il sacro sangue di Napoli: sant’Andrea Avellino e del card
Il sacro sangue di Napoli: sant’Andrea Avellino e del card. Francesco Pignatelli Nella chiesa di S. Paolo Maggiore in via San Paolo, 14 di conserva un reliquiario contenente tre boccette del sangue di sant’Andrea Avellino ( ). Scrivono Alfano e Amitrano: <<L’ottavo giorno dopo la morte del Santo , chiedendo un medico, dott. Vecchioni, di vedere il sangue, lo riscontrò liquido; né dava cattivo odore; di più lo vide spumeggiare; tale fenomeno durò molte ore; intanto il volume del sangue aumentava e quasi pulsava. Dopo alquanti mesi il sangue indurì. Tre anni dopo, nel 1611, terzo anniversario della morte del Santo, il sangue che era indurito, fu visto liquefarsi, quando venne esposto alla venerazione dei fedeli, e poi spumeggiò dinanzi a otto religiosi dell’ordine teatino…>>. Presso la chiesa si conserva anche una reliquia di sangue del card. Francesco Pignatelli ( ), arcivescovo di Napoli. Questo sangue si presenta sempre liquido, di colore rosso vivo.
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Il sacro sangue di Napoli: san suor Giuseppina del SS. Crocifisso
Nel Monastero dei Ss. Giuseppe e Teresa, in via Santa Maria ai Monti, 37 morì la serva di Dio suor Giuseppina del SS. Crocifisso, al secolo Giuseppa Catanea ( ). Le ampolline di sangue prelevato furono rinchiuse nella bara insieme al corpo. Dopo due anni si procedette alla ricognizione della salma e il sangue fu trovato ancora liquido, come attesta dal dott. Luigi De Luca. Suor Giuseppina Del SS. Crocifisso
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Il sacro sangue di Napoli: serva di Dio suor Maria Villani
Nel monastero della ven. Caterina Volpicelli in via Sapienza 47 si trova l’ampollina del sangue della serva di Dio Maria Villani ( ), la quale fondò a Napoli l’ordine delle suore della Madre del Divino Amore. L’8 settembre 1619, in una fase di estasi, vide il redentore che le feriva il cuore. Da quel giorno le rimase una stigmata nel fianco, dalla quale usciva sangue che venne in parte raccolto e conservato. Nove ore dopo la morte venne estratto il cuore dal suo corpo, e anche in quell’occasione si raccolse il sangue della religiosa. Questo sangue si presenta pastoso, di colore rosso rubino: capovolgendo la fialetta scorre.
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Il sacro sangue di Napoli: san suor Maria Luigia
Presso il Monastero di S. Antonio ai Monti in via Sant’Antonio ai Monti, 1 viene conservata un’ampollina contenente il sangue della fondatrice, la serva di Dio suor Maria Luigia de Nicola del S. Cuore di Gesù ( ). Questo sangue si presenta sempre allo stato liquido.
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Il sacro sangue di Napoli: san Marcellino
Presso il Monastero di Stella Mattutina in via Sant’Antonio Abate 11 vi si conserva una boccetta di sangue attribuito a san Marcellino, che si mantiene sempre liquido. La boccettina è chiusa con un tappo non ermetico, e il contenuto è esaminabile. Ricorrenza il 2 giugno.
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Il sacro sangue di Napoli: Beato Gaetano Errico
Presso i missionari dei Sacri Cuori in via Dante 2/b si conserva il sangue del venerabile sac. Gaetano Errico ( ). Il sacerdote ebbe fama di santità per le sue opere di carità e di apostolato, e per i suoi carismi straordinari (bilocazione, estasi, scrutamento dei cuori, profezie). Nel giorno della sua morte si raccolse il suo sangue che si mantenne liquido per 65 anni fino al 1925.
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Il sacro sangue di Napoli: di San Gennaro
Nel Duomo di san Gennaro in via Duomo vi si trova la liquefazione di sangue più famosa al mondo. Il sangue del vescovo beneventano morto decapitato il 19 settembre del 305, è contenuto in due ampolle di vetro. Il primo sabato di maggio, le sante reliquie vengono portate processionalmente alla chiesa di S. Chiara; e qui, “ alla presenza di tutto il popolo pregante plorante, accade il miracolo: ivi, ogni anno accade ora il miracolo”. Nella Cappella Reale di Madrid (Spagna) c’è un reliquiario con un po’ di sangue di san Gennaro: fu fatto questo dono al re Filippo V di Borbone ( ), sovrano di Spagna; dicono che questo sangue si sciolga proprio il 19 settembre. Il vescovo di Napoli fa vedere ai fedeli il miracolo della liquefazione del sangue di san Gennaro
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