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PubblicatoAdone Bevilacqua Modificato 10 anni fa
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Antonio Contu/ Sara Marredda S.C. di Oncologia Medica Sassari
TUMORI NELL’UOMO Antonio Contu/ Sara Marredda S.C. di Oncologia Medica Sassari 25 MAGGIO 2012 CAGLIARI
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Negli ultimi vent’anni, la prognosi di molti tumori è nettamente migliorata
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Attesa di vita in Europa
Dati: Population Division of the Department of Economic and Social Affairs of the United Nations Secretariat (2003). World Population Prospects: The 2002 Revision
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Cancer Survivors: dati americani
“There are currently 10 million Americans who are considered cancer survivors, and their ranks are growing rapidly as more than a million new cases of cancer are diagnosed each year.” attualmente 10 milioni di americani che sono considerati " sopravvissuti al cancro, e le loro file sono in rapida crescita come più di un milione di nuovi casi di cancro sono diagnosticati ogni anno." Drawn from From Cancer Patient to Cancer Survivor: Lost in Transition, 2006 Institute of Medicine •
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Cancer Survivors: dati italiani
Anni 90’: sopravivenza media a 5 anni mediamente del 23% in più rispetto a coloro che si ammalavano negli anni 80’ Uomini 41% Donne 56% Picchi massimi Tumore del testicolo (94%) Tumore della mammella (81%) Taranto M., “Comunicato stampa n° 33”, Istituto Superiore di Sanità, 2003
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Cancer Survivors: dati italiani
Se in Italia nel 2000 si sono diagnosticati nuovi casi di tumore, possiamo quindi stimare che oggi circa di questi malati sia ancora vivo
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La preservazione della qualità della vita dei pazienti, a breve termine così come a distanza, deve essere parte integrante del trattamento
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Oncologia Negrar 26 maggio 2007 I sopravviventi “Promoting health and physical function among cancer survivors” Gritz et al . JCO novembre 2006 1)problematiche lavorative 2)prevenzione degli effetti collaterali a lungo termine 3)interventi psico-sociali Dr.Roberto Magarotto
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I sopravviventi e il lavoro
Oncologia Negrar 26 maggio 2007 I sopravviventi e il lavoro 20% in media dei pazienti che tornano al lavoro hanno limitazioni delle loro abilita’ 18% : difficolta’ a gestire sforzi fisici prolungati 22% condividere il proprio spazio con altri 12% a mantenere la concentrazione 14% ad apprendere cose nuove (WHO/ ICF 2001: impairment, activity limitation, participation restriction) Tutto ciò richiede dei servizi di gestione del lavoro “ elastici e comprensivi” Esempio : linfedema all’arto superiore nelle donne mastectomizzate Dr.Roberto Magarotto
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I sopravviventi e la chirurgia
Oncologia Negrar 26 maggio 2007 I sopravviventi e la chirurgia Chirurgia neurologica Danni cognitivi, motori , sensitivi, sul linguaggio, sul controllo sfinteriale Chirurgia ORL Difficolta’ di comunicazione Chiurugia sui LN linfedema Chiurgia addominale Alterata funzione intestinale Chirurgia pelvica/ prostatica Incontinenza, disfunzioni sessuali Chirurgia toracica Difficolta’ respiratorie Chirurgia testicolare Infertilita’ Chirurgia ovarica Menopausa precoce Dr.Roberto Magarotto
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I sopravviventi e la chemioterapia/ radioterapia / ormonoterapia
Oncologia Negrar 26 maggio 2007 I sopravviventi e la chemioterapia/ radioterapia / ormonoterapia Osso/tessuti molli Osteoporosi, rischio di fratture Inibitori dell’aromatasi+/-corticosteroidi cuore Scadimento dell’efficienza VC Antracicline, ciclofosfamide Hd, trastuzumab, taxani Gonadi Sterilità Agenti alchilanti, nitrosouree Apparato auditivo Calo dell’udito cisplatino Polmoni Fibrosi Bleomicina Apparato nervoso periferico Parestesie Cisplatino Oxalipaltino, taxani SNC Danni cognitivi Radioterapia panencefalica Inibitori dell’aromatasi MTX Rene Danno funzionale renale Dr.Roberto Magarotto
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DISTURBI SESSUALI NEI PAZIENTI ONCOLOGICI La dimensione del problema
Il % dei pazienti con tumore soffre di disfunzioni sessuali dopo il trattamento chemioterapico, ormonale e/o radioterapico Le morbidità preesistenti sono in grado di produrre effetti devastanti sulla sessualità Numero 2 estate
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L’impatto PSICO-SESSUALE dei trattamenti e della malattia non può più essere ignorato
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I disturbi della sessualità
Disturbi del desiderio sessuale diminuzione o perdita del desiderio sessuale evitamento della sessualità Disturbi dell'eccitamento sessuale difetto della risposta genitale femminile (diminuzione o perdita della lubrificazione) difetto della risposta genitale maschile (impotenza e disturbo dell'erezione) Disturbi dell'orgasmo inibizioni dell'orgasmo maschile e femminile eiaculazione precoce Disturbi da dolore sessuale vaginismo e dispareunia
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Disturbi Sessuali nella popolazione
43% donne e 31% uomini Problemi più frequenti nelle donne 33.4% perdita di interesse sessuale 24.1% incapacità di raggiungere l’orgasmo 21.2% diminuzione piacere sessuale 18.8% difficoltà nel rapporto sessuale 14.4% rapporti sessuali dolorosi It is important to compare the sexual health and functioning of patients with cancer to that of the general population. Sexual problems are common, even among community samples of happily married couples. In a large and extensive national survey of sexuality of 18- to 59-year-olds in the U.S., 43% of women and 31% of men reported dysfunction in one of the diagnostic categories during the past year. Women report problems involving all three phases of the triphasic model. One-third of women experience a desire disorder characterized by a lack of interest in sex. One-quarter experience an orgasmic disorder and one-fifth an arousal disorder. Pain during intercourse is common as well. Laumann EO, Paik A, Rosen RC: Sexual dysfunction in the U.S.: Prevalence and predictors. JAMA 1999;281: [Laumann EO, Paik A, Rosen RC: JAMA 1999;281: ]
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Disturbi Sessuali nella popolazione
Problemi più frequenti negli uomini 28.5% eiaculazione precoce 17% ansia da prestazione 15.8% perdita di interesse sessuale 10.4% incapacità a mantenere l’erezione As with women, the most common sexual problems reported in men include complaints in all three phases of the triphasic model. The most common orgasmic disorder is premature ejaculation, while anxiety about performance and lack of interest in sex are common desire disorders. Given the frequency with which sexual problems occur in people without specific health problems, it should not be surprising that these problems might continue or be exacerbated after a diagnosis of cancer. Laumann EO, Paik A, Rosen RC: Sexual dysfunction in the U.S.: Prevalence and predictors. JAMA 1999;281: [Laumann EO, Paik A, Rosen RC: JAMA 1999;281: ]
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Fattori che interferiscono sulla sessualità
Fattori di Base Fatori demografici: ad es. età, sesso, fattori etnici Fattori psicologici: ad es. ansia, depressione, immagine corporea Problemi di salute cronica: ad es. diabete, patologie cardiache Fattori relazionali: qualità del rapporto col partner Fattori legati all’età: ad es. scarsa lubrificazone vaginale, disfunzione erettile
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Cancro e sessualità Neoplasie prostatiche Neoplasie del testicolo
Disfunzione erettile (85%) Problemi di riduzione o assenza di orgasmo, riduzione rigidità erettile. Climacturia Neoplasie del testicolo Perdita del desiderio (20%), disfunzione erettile (11.5%), disturbo dell’orgasmo (20%) e dell’eiaculazione (44%), diminuzione dell’ attività sessuale (44%), e del piacere sessuale (19%)
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Cancro e sessualità Neoplasie testa-collo
Neoplasie apparato gastro-enterico Neopalsie ematologiche Neoplasie vescica Neopalsie polmone Neoplasie urogenitali
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Fattori che interferiscono sulla sessualità
Dopo la diagnosi di cancro Fattori demografici: non modificati Fattori psicologici: non modificati, migliorati, peggiorati Problemi di salute cronica: non modificati, peggiorati Fattori relazioniali: non modificati, migliorati, peggiorati Fattori legati al tumore: menopausa indotta, immagine corporea, disfunzione erettile
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Cancro e sessualità
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Cancro e sessualità
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Il medico e la sessualità del paziente
50 pazienti affetti da diversi tipi di tumore 32 medici oncologi o palliativisti Hordern A, Street A, MJA 2007; 186: 224–227
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Il medico e la sessualità del paziente
Mentre la maggior parte dei professionisti ha incentrato la sua attenzione sulla lotta alla malattia indipendentemente dal costo fisico ed emozionale del paziente, i pazienti richiedevano informazioni e sostegno per vivere la propria intimità, anche in assenza di alterazioni della fertilità o sessualità Hordern A, Street A, MJA 2007; 186: 224–227
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Miti da sfatare Le problematiche sessuali non riguardano solo le donne mastectomizzate ! Edouard Manet, 1876
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SESSUALITA’ E TUMORE DELLA MAMMELLA
FERMARE IL TUMORE SALA CONVEGNI OSPEDALE CIVILE novembre 2005 SESSUALITA’ E TUMORE DELLA MAMMELLA CAMERA DI COMMERCIO novembre 2006 UN FIGLIO DOPO LA CHEMIOTERAPIA OSPEDALE SAN CAMILLO maggio 2008 DIAGNOSI DI TUMORE: Come cambia il mondo attorno a te novembre 2009 ONCOLOGIA AL FEMMINILE 12 novembre 2010 26
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il tumore della mammella
Peraltro quando fai una ricerca sugli studi pubblicati difficilmente trovi qualcosa che non riguardi il tumore della mammella
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Il tumore alla PROSTATA
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Incidenza del Ca-Prostatico
Tassi (per ab.) Italia India Cina Oceania U.S.A. neri Giappone Europa, Nord Europa, Sud Europa, Est Africa, neri U.S.A. bianchi America, Centro, Sud
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Incidenza dei Tumori nella Popolazione Maschile in Italia e negli U. S
Incidenza dei Tumori nella Popolazione Maschile in Italia e negli U.S.A. %
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Incidenza e Mortalità in Italia
Tassi (per ab.)
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Incidenza e Prevalenza del Ca-Prostatico per Età, in Italia
Tassi (per ab.)
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Sopravvivenza generale del Ca-Prostatico
100 80 60 % di casi sopravviventi 40 20 Anni dalla diagnosi
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FATTORI DIETETICI L’aumento dell’apporto calorico può condurre ad un aumento del rischio di CaP L’obesità è un fattore di rischio del CaP Gli uomini con BMI (Indice di Massa Corporea)di oltre26 kg/mq (20-25 val. normale)presentano un significativo aumento del rischio.(Gromberg e coll. 1996)
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FATTORI DIETETICI I livelli di grassi pro capite sono strettamente collegati al rischio di incidenza di CaP Dati ottenuti su animali suggeriscono che la dieta non dovrebbe contenere piu’ del 20% di apporto calorico in forma di grassi Gli acidi grassi saturi (concentrati nei grassi di origine animale) sono correlati ad una aumentata incidenza e crescita di CaP
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FATTORI DIETETICI Tra i grassi che sembrano avere una azione protettiva annoveriamo: 1) L’olio d’oliva (che ha un’elevato contenuto in acidi grassi monoinsaturi) 2) L’olio di pesce (acidi grassi omega 3) Gli acidi grassi omega 6 (per es. l’acido linoleico e l’acido arachidonico) comunemente usati nella dieta americana sembra al contrario che possano stimolare la proliferazione del CaP
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FATTORI DIETETICI ALTRI FATTORI CON EFFETTO PROTETTIVO
Proteine della soia contenente isoflavinoidi (fitoestrogeni) Tè verde Licopeni (carotenoidi contenuto nei pomodori e nella salsa di pomodoro) Selenio Vitamine E e D
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Variazione di incidenza del CaP con l’emigrazione e il cambio di abitudini dietetiche
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DIAGNOSI PRECOCE ESPLORAZIONE RETTALE BUON UTILIZZO DEL PSA
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ESPLORAZIONE RETTALE Per anni è stata la sola tecnica diagnostica
Permette il riconoscimento in base alla consistenza
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BUON UTILIZZO DEL PSA Attualmente il 70-80% viene diagnosticato quando ancora la malattia è confinata all’organo (contro il 20-30% dell’epoca pre-PSA) Tradizionalmente il valore massimo considerato normale è di 4ng/ml.
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ULTERIORI INDAGINI 1)Ecografia transrettale
2)Biopsie multiple ecoguidate 3)Scintigrafia ossea 4)R.M.N. 5)T.C.
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Disponiamo ora di queste informazioni:
1) Valori del PSA 2) Esplorazione rettale 3) Ecografia transrettale 4) Mappaggio prostatico: istotipo della neoplasia grado istologico sec.Gleason lunghezza del singolo frustolo di tessuto percentuale di tumore in ogni singolo frustolo presenza di strutture microvascolari o neurali infiltrate dalla neoplasia presenza di lesioni precancerose quali la neoplasia prostatica intraepiteliale di alto grado (HGPIN).
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APPROCCIO TERAPEUTICO
Prostatectomia radicale Radioterapia Deprivazione androgenica Vigile attesa (watchful waiting) 5. Strategie alternative
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1.PROSTATECTOMIA RADICALE
A cielo aperto-retropubica Laparoscopica Laparoscopica robot assistita
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1.PROSTATECTOMIA RADICALE
VANTAGGI: Procedura che si conclude in unica seduta Asportazione in toto della ghiandola Follow-up semplificato Disponibilità dei risultati a lungo termine Bassi costi SVANTAGGI: Procedura invasiva di chirurgia maggiore Ospedalizzazione dai 6 ai 14 giorni Maggior durata dell’anestesia Catetere vescicale a dimora per 5-14 giorni Tardivo ritorno alla normale vita lavorativa (4-8 settimane) Rischio di complicanze tra 7% e 18%
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Complicanze della prostatectomia radicale
Intra e perioperatori: Mortalità operatoria :< 0.5% Mortalità perioperatoria:0-1.5% Tromboembolie: % Problematiche cardiovascolari: % Lesioni della parete del retto:0.1-2% Infezioni della ferita: % Post-operatori Deficit erettile: % Incontinenza urinaria: minima 6-17% severa %
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FINALITA' DELLA RT RADICALE RT esclusiva
RT in associazione all’ormonoterapia COMPLEMENTARE ( postoperatoria ) RT precauzionale RT di necessità PALLIATIVA o SINTOMATICA
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Radioterapia Esterna Tecniche Brachiterapia (I125, Pd103, Ir192)
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BRACHITERAPIA Impiego limitato alle forme intracapsulari
Diffusione più limitata Costi elevati Possibilità di raggiungere dosi elevate con risparmio organi circostanti Tempi di trattamento ridotti
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COMPLICANZE COMPLICANZA Chirurgia RT ext. Brachit.
Incontinenza % % ,1% Impotenza % % % Sanguinamento % % Embolia polmonare % Cistiti/uretriti % Proctite %
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Brachiterapia permanente
VANTAGGI: mini invasiva (unica seduta, limitata durata anestesia) sanguinamento nullo rimozione del catetere vescicale dopo 24 ore e rapido ritorno all’attività lavorativa rischio di incontinenza urinaria dell’1% mantenimento della potenza sessuale dal 90% al 50% risultati oncologici a 12 anni per alcuni lavori sovrapponibili alla chirurgia SVANTAGGI: disturbi irritativi minzionali da alcune settimane fino a 3 mesi mancato trattamento dei disturbi associati a una IPB difficoltà del follow-up (fluttuazione PSA, impossibilità esame istopatologico) alti costi
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3.DEPRIVAZIONE ANDROGENICA
Chirurgica: orchiectomia Farmacologica: - inibizione della produzione di testosterone da parte dei testicoli analoghi LH-RH - antagonisti degli ormoni sessuali maschili
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METODI DI DEPRIVAZIONE ANDROGENICA
Castrazione chirurgica Castrazione medica (estrogeni, LH-RH analoghi) Blocco cellule bersaglio (antiandrogeni puri e steroidei) Blocco androgenico massimale Inibizione 5-alfa-reduttasi IPB 13
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LH-RH ANALOGHI Goserelin Triptorelina Buserelin Leuprolide 16
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ANTIANDROGENI Antiandrogeni steroidei: ciproterone acetato, megestrolo, medrossiprogesterone Antiandrogeni non steroidei: flutamide, bicalutamide, nilutamide 15
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INDICAZIONI ALLA TERAPIA ORMONALE
Neoadiuvante pre RT o PR Adiuvante dopo RT o PR Carcinoma di stadio avanzato Ripresa di malattia dopo RT o PR 17
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EFFETTI TERAPIA ORMONALE SULLA LIBIDO E EREZIONE
Sorveglianza vs deprivazione androgenica (significativa) Lubeck, 2001 Castrazione medica vs castrazione chirurgica (p = 0.01) Potosky, 2001 Bicalutamide vs flutamide + goserelin (p = 0.002) Boccardo, 2000 23
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MECCANISMO FISIOPATOLOGICO DEL DEFICIT ERETTILE
Riduzione testosterone Riduzione gonadotropine Aumento estrogeni 4
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FUNZIONE ERETTILE ED ORMONI
Difficoltà a separare libido da deficit erettile Erezioni possibili dopo castrazione 5
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RAPPORTO TRA ANDROGENI ED EREZIONE
Erezioni notturne sono androgeno-dipendenti Erezioni indotte sono androgeno-indipendenti (Aversa, 2001) 6
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FUNZIONE ERETTILE ED ORMONI
CONCLUSIONE: IL MAGGIORE EFFETTO DEGLI ANDROGENI SULLA FUNZIONE SESSUALE È AUMENTARE LA LIBIDO E NON CONTROLLARE L’EREZIONE 7
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DOMANDA CHIAVE (I) Is cure of prostate cancer possible in those for whom it is necessary? Is cure necessary in those for whom it is possible? Whitemore’s aphorism 1986 30
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DOMANDA CHIAVE (II) È GIUSTIFICATO PRESERVARE LA LIBIDO E LA POTENZA SESSUALE AL PREZZO DI ACCETTARE LA PROGRESSIONE DI MALATTIA NEL FRATTEMPO? 31
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- Pazienti giovani e motivati hanno maggiori probabilità di guarire.
Conclusioni - Qualsiasi tipo di terapia per il cancro della prostata interferisce sull'attività sessuale. - Pazienti giovani e motivati hanno maggiori probabilità di guarire. La preparazione del paziente è fondamentale per la compliance ed i risultati migliori. La conservazione dei nervi è un problema di tecnica e richiede una lunga curva di apprendimento. - La stimolazione intraoperatoria dei nervi può confermarne il risparmio. - Gli innesti nervosi vanno ancora considerati sperimentali. - La terapia va iniziata più presto possibile e proseguita per almeno 18 mesi. - PGE 1 è il «golden standard» della terapia. - Il Sildenafil va provato in tutti i pazienti, ripetutamente e per lungo tempo. - La terapia è più efficace associando PGE 1 e Sildenafil.
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TUMORI DEL TESTICOLO:
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EPIDEMIOLOGIA 1-2 % delle neoplasie maligne
3-10% delle neoplasie dell'apparato urogenitale maschile incidenza: 3 casi ogni anno per persone incidenza: 6 casi tra i 20 e 40 anni
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ANATOMIA
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TUMORI DEL TESTICOLO: CLASSIFICAZIONE
1. Neoplasie primarie (90-95%) A) a cellule germinali - seminoma (30%) - carcinoma embrionale (30%) - teratocarcinoma (25%) - teratoma (10%) - coriocarcinoma (1%) B) neoplasie specializzate dello stroma - tumore a cellule di Leydig - tumore a cellule di Sertoli C) gonadoblastoma D) neoplasie varie - neoplasie mesenchimali - adenocarcinoma della rete testis - carcinoide - tumore da residui surrenalici 2. Neoplasie secondarie (linfomi)
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Marker neoplastici: beta-HCG alfa-Fetoproteina LDH TAC o RMN
TUMORI DEL TESTICOLO DIAGNOSI Palpazione del testicolo Ecografia testicolare con eventuale doppler Marker neoplastici: beta-HCG alfa-Fetoproteina LDH TAC o RMN Scintigrafia ossea
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SEQUELE DEL TRATTAMENTO
CIRCA IL 50% DEI PAZIENTI HA UNA RIDUZIONE DELLA SPERMATOGENESI PRERADIOTERAPIA. NELLA NOSTRA ESPERIENZA SOLTANTO ALCUNI PAZ HANNO MANIFESTATO UNA AZOSPERMIA PERMANENTE CON CONSEGUENTE INFERTILITA’. AUMENTO DELL’INCIDENZA DI SECONDI TUMORI UROLOGICI E GASTROINTESTINALI.
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TUMORI DEL TESTICOLO TERAPIA ESPLORAZIONE CHIRURGICA (via inguinale) ORCHIFUNICULECTOMIA RADICALE Ulteriori opzioni postoperatorie dipendono da: istologia stadio
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TUMORI DEL TESTICOLO SEMINOMA e non SEMINOMA Quasi il 100% dei pazienti con stadio I sono curabili Opzioni terapeutiche dopo l’orchiectomia nel seminoma di stadio I: sorveglianza radioterapia adiuvante (RT) linfadenectomia retroperitoneale chemioterapia adiuvante
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TUMORI DEL TESTICOLO SEMINOMA Sorveglianza Molti pazienti possono evitare terapia non necessaria ma una parte di Essi sviluppa progressione e richiede trattamento I pazienti ad alto rischio per recidiva devono essere trattati con terapia adiuvante
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TUMORI DEL TESTICOLO SEMINOMA Non esiste un follow-up ottimale per la sorveglianza; attualmente: Visita ad intervalli di 4 mesi per i primi 3 anni Visita ad intervalli di 6 mesi per gli anni 4-7 Visita ad intervalli di annuali dall’ottavo al decimo anno Ad ogni visita: TAC addome-pelvi Radiografia del torace (a visite alterne) Markers neoplastici (i primi 3 anni di sorveglianza)
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TUMORI DEL TESTICOLO: SEMINOMA
Risultati della radioterapia retroperitoneale nel seminoma di stadio I: Author No of cases Survival rates (%) Relapse rate (%) __________________________________________________________________________ Duncan and Munro Dosmann and Zagars , Fossa et al Giacchetti et al Kellokumpu-Lehtinen and Halme Sommer et al William and McGowan Warde et al _________________________________________________________________________Studi a lungo termine mostrano che i pazienti con seminoma trattati con RT presentano un aumentato rischio di sviluppare una seconda Neoplasia maligna (Travis et al., 1997)
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TUMORI DEL TESTICOLO: NON SEMINOMA
La linfadenectomia retroperitoneale è un approccio ragionevole in: pazienti che rifiutano la semplice sorveglianza
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TUMORI DEL TESTICOLO: SEMINOMA
Chemioterapia è un’alternativa alla RT o alla sorveglianza nel seminoma di stadio I Il trattamento è stato bel tollerato e la tossicità acuta e in corso di terapia è stata lieve.
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Problema protesi testicolare
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“L’asportazione del testicolo in sé non modifica la vita sessuale del paziente, se non per un lieve squilibrio ormonale che, nella maggioranza dei casi, è rapidamente compensato dall’attività del testicolo sano. Le cose cambiano se il tumore è più esteso e coinvolge i linfonodi addominali. L’asportazione dei linfonodi può provocare infertilità e il blocco dell’eiaculazione, con conseguente perdita di uno degli elementi che compongono il piacere sessuale”
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Storie di chi ce l’ha fatta
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Una storia da ricordare
Oncologia Negrar 26 maggio 2007 Una storia da ricordare Lance Armstrong nasce in Texas nel 1971 A 13 anni già partecipa a gare di triathlon ( nuoto, ciclismo e corsa) Nell’estate del 1996 guida la squadra ciclistica ai giochi olimpici di Atlanta Nell’ottobre del 1996: diagnosi di cancro al testicolo con metastasi linfonodali, polmonari e cerebrali Dal ‘96 al ‘98 cure e recupero fisico Nel 1998 partecipa ad una Parigi-Nizza ma si ritira Nel vince il suo primo Tour de France: ne vincerà sette consecutivi dal 1999 al 2005 Dr.Roberto Magarotto
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Una storia da ricordare
Oncologia Negrar 26 maggio 2007 Una storia da ricordare Gli fu proposto come chemioterapia inizialmente lo schema PEB che contiene la bleomicina: questo farmaco espone ad un rischio di tossicita’ polmonare duratura : d’intesa coi suoi curanti fece invece il PEI con l’ifosfamide , con maggiore tossicita’ ematologica e gastrointestinale ed e’ piu’ debilitante nel breve periodo ma senza gli effetti a distanza sulla funzionalita’ respiratoria Oggi Lance Armstrong dice che l’esperienza del tumore e’ stata “ la miglior cosa che mi sia capitata” Ha creato la “L.A. FOUNDATION” ( braccialetto livestrong) Dr.Roberto Magarotto
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Tumore della VESCICA
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Tumori della vescica Fumo di sigaretta
- Rischio relativo aumentato da 2 a 5 volte rispetto ai non fumatori - Dal 25 al 60% dei carcinomi vescicali sono causati dal fumo - La sospensione del fumo riduce del 30-60% il rischio di contrarre la neoplasia
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Tumori della vescica Diagnosi Segni clinici evocatori: ematuria
pollachiuria infezione urinaria ricorrente dolore in caso di metastasi o di ostruzione ureterale
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Tumori della vescica Derivazione urinaria Non continente
-ureterocutaneostomia -uretero-ileo-cutaneostomia sec. Bricker Continente -derivazione ureterocolica (ureterosigmoidea; tasca sigmoidea) -sostituzione vescicale (Camey I e II, Mainz, Cock,VIP, Hautmann) La sostituzione vescicale risulta possibile se: intestino integro biopsie uretrali negative funzione renale conservata buone condizioni generali del paziente
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I TUMORI del colon-RETTO
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Il cancro del colon-retto in Italia
RT Fe 2006 Il cancro del colon-retto in Italia – S.I.R. M+F, tutte le età ATT. OSS. SIR FE 2800 3300 1.16 FI 8600 9600 1.11 rom 7200 7900 1.10 fvg 5800 6400 1.06 ATT. OSS. SIR RG 1300 980 0.75 SS 2600 1800 0.71 NA 1400 960 0.68 SA 4000 0.65 L. Mangone, 2005
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Il cancro del colon-retto rappresenta la IV causa di morte per neoplasia
Circa 1/5 interessa il retto pelvico e circa ½ il retto inferiore (3-8 cm dalla linea ano-cutanea, al di sotto della riflessione peritoneale)
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Vascolarizzazione principale:
DEL RETTO Vascolarizzazione principale: Arteria Rettale Superiore ramo della A. Mesenterica Inf. Vascolarizzazione secondaria: A. Rettale Media ed Inferiore, A. Sacrali rami dell’A. Iliaca Interna
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Chi se ne occupa? Dove aggiornarsi?
Sessualità e cancro Chi se ne occupa? Dove aggiornarsi?
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International society for sexuality and cancer
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una per i medici ed una per i pazienti
2 versioni: una per i medici ed una per i pazienti 2 lingue: inglese e spagnolo
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Conclusioni I disturbi sessuali legati al cancro ed ai suoi trattamenti sono frequenti Sono più frequenti i disturbi di carattere psicologico (disturbi della libido e frigidità) Sono meno frequenti i disturbi di tipo organico e funzionale La qualità della vita sessuale peggiora, ma non è completamente compromessa
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Conclusioni La maggior parte dei nostri pazienti rimane sessualmente attivo Le relazioni personali sono mantenute E’ importante l’aiuto del partner, meno quello dell’equipe, ma………………. nei casi affrontati oggi, la SQUADRA è FONDAMENTALE
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Grazie dell'attenzione
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