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LA COMMEDIA DELL' ARTE
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LA COMMEDIA DELL' ARTE
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LA COMMEDIA É una rappresentazione teatrale con un finale felice. Ritratta personaggi e fatti della vita comune, spesso mettendo in ridicolo i difetti degli uomini solo per far ridere.
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La Commedia «dell'arte» è una forma di rappresentazione teatrale che nasce in Italia nel 1500, ma si diffonde presto in tutta l’Europa. La definizione “Commedia dell’Arte” (il termine ‘arte’ qui ha il significato medievale di ‘mestiere’: professione) è creata per distinguere il teatro rappresentato da attori di professione da quello anteriore.
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Questo tipo di teatro non è più improvvisato come prima e non è più rappresentato per strada ma in luoghi chiusi. In Italia (XVIII secolo) drammaturghi come Carlo Goldoni e Carlo Gozzi rinnovano la commedia con nuove regole. Goldoni dà regole precise alla rappresentazione, impone alle maschere di recitare servendosi di un testo scritto (mentre prima era orale) e si ispira per le storie da rappresentare alla realtà sociale di Venezia.
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È in questa nuova forma di teatro, chiamata anche “Teatro dell’arte”, che i personaggi (e quindi le maschere) diventano fissi, ognuno con la propria personalità. Gli attori di questo teatro, infatti, si specializzano nel rappresentare un determinato tipo di personaggio; in ogni commedia questo personaggio ha sempre lo stesso nome, lo stesso costume, la stessa maschera, lo stesso linguaggio e soprattutto lo stesso carattere. Questi personaggi, che hanno il nome delle maschere italiane, sono attualmente associate anche al Carnevale.
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Le maschere coprono solo la parte superiore del viso
Le maschere coprono solo la parte superiore del viso. Le più celebri della commedia dell'arte sono: Capitano Pantalone Satiro Pulcinella Arlecchino Brighella Colombina Il dottore Coviello LE MASCHERE
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È un grande maestro delle burle ed è il più testardo dei testardi.
Originario della città di Bergamo. Tra i vari lavori, è già stato cavadenti, barbiere, buffone di corte e bambino. Indossa un vestito di pezze colorate, un cappello senza forma, una maschera, un collare di tela (gorgiera) per proteggere la gola, scarpe senza lacci e uma spatola. Il suo vestito è color turchino, rosso e giallo. Arlecchino parla veneziano ma non è nato a Venezia ARLECCHINO
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L’ARLECCHINO INDOSSA... Cappello sformato Giubbetto di pezze colorate giallo, turchino, rosso etc. Maschera gorgiera spatola Pantaloni comodi Scarpe senza lacci
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COLOMBINA Colombina non sa esprimersi bene in italiano, ma parla bene il dialetto veneziano. Lavora a Venezia con Pantalone. Il suo innamorato è Arlecchino che le ha promesso di sposarla, ma ancora non lo ha fatto. Colombina porta la cuffia, un corpetto stretto in vita, una gonna rossa, un grembiule bianco e scarpe con nastro rosso.
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LA COLOMBINA INDOSSA ... cuffia Corpetto stretto in vita Grembiule bianco Gonna rossa Scarpe con nastro rosso
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BALANZONE (IL DOTTORE)
Il dottor Balanzone è la maschera tipica di Bologna. Balanzone parla latino, francese, spagnolo, tedesco. Ha frequentato l‘università a Bologna, la sua città. Si chiama Balanzone per via della „balanza“, cioè la bilancia, che è il simbolo della giustizia. Lo chiamano Sapientone perchè crede di saper tutto. Si veste con pantaloni e camicia nera, con un colletto bianco. In testa ha un feltro nero. Alla cintura ha un pugnale o un fazzoletto, e sotto braccio un librone.
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BALANZONE, IL DOTORRE, INDOSSA...
Feltro nero in testa Camicia nera Alla cintura ha un pugnale o un fazzoletto Pantaloni neri
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PULCINELLA Pulcinella è una figura brutta e goffa, ha un grande naso adunco con una verruca, ha le gambe storte ed una gobba davanti e una dietro. Porta il berretto a pan di zucchero, camicia e pantaloni bianchi, larghi e comodi. Ha una maschera nera, babbucce, un pezzo di legno in mano. È una maschera originaria di Napoli e di professione fa il servitore. È un personaggio essenzialmente popolare. Il suo carattere è impertinente, pazzerello, chiacchierone, furbo ed è la personificazione del dolce far niente. Pulcinella ha sempre fame e sete, il suo piatto preferito sono i maccheroni al sugo.
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PULCINELLA INDOSSA ... Berretto a pan di zucchero Maschera con naso adunco con una verruca Camicia e pantaloni bianchi larghi e comodi Babbucce
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Ancora oggi utilizziamo alcune espressioni in riferimento a questa maschera:
"essere un Pulcinella" = persona non seria, senza carattere e facile a cambiar opinione; "segreto di Pulcinella“ = non mantenuto, noto ormai a tutti;
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Pantalone Pantalone è cittadino di Venezia e la cosa che ama di più è brontolare. Il nome Pantalone deriva da “Pianta Leone”. I Pianta leone erano delle persone che con la scusa di conquistare nuove terre per Venezia piantavano la bandiera di San Marco su ogni pezzo di terra che trovavano. Tutti lo riconoscono perché indossa un giubbetto e una calzamaglia di colore rosso; il cappotto e le babbucce sono nere. Pantalone è nervoso e rompiscatole. È un ricchissimo e avarissimo mercante molto vecchio. Alla cintura ha una borsa con i soldi e la chiave del portone.
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Giubbetto rosso Cappotto nero Calzamaglia rossa babucce
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GIANDUIA Gianduia è la più importante maschera piemontese. Gianduia è un galantuomo allegro, con buon senso e coraggio, che ama il buon vino e la buona tavola. Personaggio sempre presente nelle feste popolari della città di Torino, dove c’è sempre la sua fedele compagna Giacometta con la quale, nei giorni di carnevale, va in giro su una carrozza. Gianduia è la maschera più conosciuta del Piemonte, il re di Torino durante il carnevale.
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Curiosità: Ah, conoscete anche i famosi Gianduiotti?
È a Torino che venne inventato il famoso cioccolato gianduja, fatto di cacao, zucchero e nocciole e da questo deriva il famoso cioccolatino, una vera delizia per il palato. Ma Torino è anche il paese delle caramelle, tanto che una volta il nome „caramelle“ veniva usato solo in Piemonte, ed ancora GIANDUJA dà il nome ad una caramella particolare il „Lecca, Lecca“, di forma piatta e rotonda, che porta l‘immagine della maschera torinese e che può essere comperata nelle pasticcerie della città nell’epoca del carnevale.
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STENTERELLO È uma maschera originaria di Firenze. Le sue parti sono svariate: ora domestico, ora padrone oppure eroe drammatico, comico, romantico. La sua specialità è parlare in versi. Stenterello porta una treccia di capelli lunghi fino alla vita. Gli mancano anche due denti davanti e con il sughero si dipinge due sopracciglia nere che gli arrivano fino alle orecchie. Non ha bisogno di recitare perchè è malizioso di natura ed ha in sé lo spirito del popolo toscano. È magro, svelto, sempre pronto a scappare e a fare la corte alle donne. La gola, però, gli fa dimenticare l‘amore. Stenterello fa di tutto per un buon pranzo.
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Con il sughero si dipinge due sopracciglia nere che arrivano fino alle orecchie
Gli mancano due denti Streccia di capelli lunghi
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MENEGHINO Meneghino è la maschera tipica di Milano. Il suo carattere è allegro ed estroverso. Negli scenari non ricopre solitamente un ruolo fisso: spesso è servo, altre volte padrone, oppure contadino sciocco o astuto mercante. Uomo buono e amante della vita tranquilla, Meneghino è caratterizzato da un forte senso morale, da una grande dignità, da una buona dose di saggezza. Col tempo è diventato l'emblema del popolo milanese.
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MEO PATACCA La maschera è di origine romana. Qui egli appare come un soldato bravaccio, sempre pronto a battersi e a raccontare spacconate. Il suo nome deriva dalla "patacca", il soldo che costituiva la paga del soldato. Il suo costume è costituito da calzoni stretti al ginocchio, una vecchia giacca di velluto e per cintura una sciarpa colorata nella quale è nascosto un pugnale.
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MEO PATTACA INDOSSA... Vecchia giacca di velluto Sciarpa colorata nella quale è nascoto un pagnale Calzoni stretti al ginocchio
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FONTI http://digilander.libero.it/freetime1836/commediaarte.htm
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