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PubblicatoLinda Gambino Modificato 9 anni fa
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Rallegrati, alza grida di gioia. Il tuo Salvatore è in mezzo a te. Siate sempre allegri nel Signore. Il Signore è vicino. La sua pace custodisca il tuo cuore (Primere lecture) Luca 3, 10-18 // 3 domenica Avvento –C- Commenti e presentazione :M. Asun Gutiérrez. Traduzione all’italiano: Mª Angeles Muñoz Vàzquez Musica: Beethoven. Larghetto. Symphony nº 2.
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Le persone che ascoltano Giovanni sentono il bisogno di cambiare le proprie vite. Non domandano cosa bisogna pensare o cosa bisogna credere, ma cosa bisogna fare. Cosa bisogna fare per preparare l’incontro con Gesù che viene nella nostra vita? Come all’amico, non bisogna riceverlo con grandi preparativi e liturgie protocollate proprie dei ricevimenti ufficiali. Non bisogna tenerlo lontano dalla nostra vita quotidiana e familiare. Bisogna condividere con lui quello che siamo, abbiamo e viviamo. Bisogna mettersi in movimento dall’interno, cambiando i nostri atteggiamenti rutinari, dando un senso di speranza attiva e allegria alla nostra attesa. 10 La gente lo interrogava: “Che cosa dobbiamo fare?
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Guardando Gesù possiamo trovare tracce abbondanti per sapere quello che bisogna fare. In Lui vediamo che perdonare è più gratificante che vendicarsi, condividere più che accumulare: aiutare gli altri più che approfittarsi di loro: asciugare lacrime più che provocarle; liberare e/o aiutare qualcuno ad essere libero, più che schiavizzare. Benedire,congratularsi … più che mentire ed invidiare; praticare la solidarietà e la generosità piuttosto che l’egoismo... Donare bontà, bellezza, accoglienza, giustizia, verità, vita … Questo è quanto dobbiamo fare e il cammino più sicuro per l’autentica allegria propria e degli altri. Come fa Gesù e raccomanda di fare..
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11 Egli rispondeva: “Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha; e chi ha da mangiare, faccia altrettanto”. La risposta è chiara e precisa. Fa riferimento esplicito al modo di comportarsi con gli altri. Di fronte a queste parole terminano la falsa “buona volontà” e i sentimentalismi religiosi. Il cibo e il vestiario sono beni di prima necessità, ai quali tutti gli essere umani hanno diritto. Nessuno accumuli più del necessario. Non è possibile seguire Gesù senza condividere e senza essere solidali.
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12 Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare, e gli chiesero: - “Maestro, che dobbiamo fare? ” 13 Ed egli rispose loro: “Non esigete nulla di più di quanto vi è stato stabilito”. Il desiderio della conversione non può limitarsi alle belle parole. Deve calare nella vita quotidiana. La domanda che dobbiamo porci, anche noi, è concreta: Che cosa dobbiamo fare? Se nel nostro ambiente c’è un po’ più di armonia e di pace, di giustizia e di solidarietà, se con il nostro modo di agire qualcuno è più felice, si potrà dire che Dio sta venendo e che si sta già realizzando il programma del suo Regno.
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14 Lo interrogavano anche alcuni soldati: “E noi che dobbiamo fare? ”. Rispose: “Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno, contentatevi delle vostre paghe”. La conversione si concretizza nella relazione fraterna, nella pratica della giustizia, nella rinuncia ad ogni forma di violenza e nell’etica professionale, atteggiamenti che implicano ogni essere umano. Questo significa che il cammino della salvezza è aperto a tutti e non esclude nessuno.
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15 Poiché il popolo era in attesa e tutti si domandavano in cuor loro, riguardo a Giovanni, se non fosse lui il Cristo, 16 Giovanni rispose a tutti dicendo: “Io vi battezzo con acqua; ma viene uno che è più forte di me, al quale io non son degno di sciogliere neppure il legaccio dei sandali: costui vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. 17 Egli ha in mano il ventilabro per ripulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel granaio ; ma la pula, la brucerà con fuoco inestinguibile”. Il presente, ormai passato, del battesimo di Giovanni, si oppone al futuro, ormai presente, del battesimo di Gesù. E’ ora di scegliere, «riunire il grano» (andare al punto senza girarci intorno) e «bruciare la paglia» (eliminare il superfluo e/o quello che ci paralizza). Il mio giudice è Dio, soltanto Dio, colui che mi conosce, mi comprende, si prende cura di me, mi ama più di mia madre.
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18 Con queste e molte altre esortazioni annunziava al popolo la buona novella. Gesù è la Buona Notizia. La annuncia con tutta la sua vita, guarendo, accogliendo, liberando, contagiando pace, amando con tenerezza, liberando le persone dalle loro paure, manifestando che Dio è amore incondizionato. In Lui vediamo com’è Dio e come è l’essere umano colmo del suo Spirito. Sono Buona Notizia? Riempio di Buona Notizia la vita degli altri?
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Che gioia sapere che sei dalla mia parte, faccia quel che faccia Che gioia sentire che mi accetti come sono, e che non hai bisogno che mi giustifichi! Che gioia costatare la tua fedeltà inesauribile, irremovibile come la roccia! Che gioia poterti dire: “Ti voglio bene! Che gioia scoprire che altre persone ti amano e che Tu ami loro, e sapere che il loro amore, come il mio, sono imprescindibili per te! Che gioia poterti regalare qualcosa di quelle che tu prima hai donato a me! Che gioia avere tutto in Te, non possedendo nulla! Che gioia mi dona Gesù, rivelandomi che Tu mi ami tanto! Che gioia! José M. Garbayo José M. Garbayo
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