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PubblicatoCarmelo Poletti Modificato 8 anni fa
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«Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini»
PARROCCHIA MARIA SS. ADDOLORATA OPERA DON GUANELLA – BARI «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini» (Marco 7,24-30) Anno Pastorale
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Strumenti per capire Questo episodio dà una soluzione autorevole a un problema scottante: la posizione dei pagani nella storia della salvezza.
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Esso è parallelo a quello della guarigione del servo del centurione (Mt 8,5-13; Lc 7,1-10; Gv 4,46-54): Gesù opera una guarigione in favore di un pagano, ma a distanza (non era permesso entrare in casa di un pagano = impuro/immondo), mediante la potenza della sua parola.
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È il terzo esorcismo in Mc (1,23-26; 5,1-20; 9,14-29).
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Le «escursioni» in terra pagana sono per Gesù occasioni per guarire, non per insegnare.
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Questo sarà compito dei discepoli, dopo la risurrezione (Mt 15,24 - Mt 28,19-20; Mc 16,15).
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v. 24 regione di Tiro e Sidone
v. 24 regione di Tiro e Sidone. A nord-ovest della Galilea, a popolazione mista, soprattutto pagana.
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- Gesù va in terra pagana in incognito. «Ma non poté restare nascosto
- Gesù va in terra pagana in incognito. «Ma non poté restare nascosto. Subito una donna... »
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v. 27 Gesù risponde duramente alla donna: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini [animali impuri = i pagani sono impuri! ]».
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Torna la metafora del pane (siamo nella sezione dei pani) già attualizzata nella prima moltiplicazione. Nella seconda moltiplicazione (Mc 8,1-10) vi parteciperanno anche i pagani della Decàpoli.
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Nelle briciole si possono intravedere le ceste di avanzi delle moltiplicazioni (dodici in Mc 6,43; sette in Mc 8,8).
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v. 28 Signore. Unica volta, in Marco, in cui il titolo Kyrios viene rivolto a Gesù in un contesto narrativo (usato ancora una volta, in Mc 11,3, per la ricerca del puledro d’asina per l’ingresso in Gerusalemme).
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Piste di riflessione Il razzismo, quello religioso per primo, ci chiude l’accesso alla misericordia di Dio.
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Il pane è l’amore gratuito del Padre: chi, come Israele, pensa che gli spetti di diritto, non lo incontrerà. Il pagano invece, che si ritiene escluso, è in grado di capire che è un dono.
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Il pane è il segno dell’eucaristia: noi credenti rischiamo di trasformarla in abitudine, indifferenza, privilegio.
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Notevole l’insistenza della donna: «I giudei siedono alla tavola di Dio, ma se Dio provvede a tutti, provvederà anche a noi pagani».
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Esiste un diritto di Israele di mangiare il pane per primo (Rm 1,16), ma se avanza qualcosa non è negabile ai pagani. La donna dunque sa che Dio è misericordioso e buono e ha fede in lui, la sua fede supera ogni limite. Il miracolo è strappato a Gesù da questa parola della donna che fa un vero annuncio della salvezza ai pagani.
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Suggerimenti per pregare
Chiedere con umiltà e fiducia, senza scoraggiarsi, le disposizioni per «gustare» il pane: la fede insieme alla conoscenza della nostra indegnità e della gratuità del dono;
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- la determinazione di eliminare dai nostri gesti e dalle nostre parole ogni forma di disprezzo per chi non è «dei nostri» o non la pensa come noi;
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- la consapevolezza del nostro bisogno di essere nutriti da Dio.
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Ringraziare perché la fede - sorgente della salvezza - è offerta a tutti gli uomini di qualunque cultura e credo religioso.
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Apri i miei occhi, Signore, perché, riconoscendo la mia indegnità, mi accosti alla tua mensa con la gratitudine di chi si sente accolto senza suo merito, e possa mangiare con fede il pane dei figli. Amen.
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