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PubblicatoIppolito Casati Modificato 9 anni fa
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Approcci e metodi della tradizione Nel mondo classico, nel Medioevo e durante il Rinascimento l’insegnamento linguistico è essenzialmente comunicativo, e quindi basato sull’ uso prima che sulla forma. Questo era affidato all’interazione con un madrelingua, ed i modelli su cui studiare erano i testi classici Nel secondo Rinascimento e nel Seicento nascono alcuni centri che studiano la lingua come oggetto (come l’Accademia della Crusca), nascono i primi dizionari e le prime grammatiche, mentre l’italiano e il francese si affiancano al latino come strumenti di comunicazione internazionale
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Approcci e metodi della tradizione il latino resta però lingua veicolare del mondo ecclesiastico e fulcro dell’educazione linguistica nelle scuole gestite da gesuiti, scolopi e barnabiti; in queste scuole l’insegnamento delle lingue moderne avviene secondo le modalità di insegnamento del latino, e nasce così quello che oggi è definito approccio formalistico, approccio che dominerà il panorama linguistico dal Seicento fino agli anni Sessanta del XX sec. (e in alcune realtà continua ad essere tuttora vigente).
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L’approccio formalistico L’ approccio formalistico focalizza l’attenzione sulla grammatica, mentre la fonologia viene concepita come «regole di pronuncia» e il lessico appreso attraverso liste (verbi irregolari, colori, animali, oggetti, …) se nel Seicento gli studenti ricavavano ancora le regole dai testi letterari, già nel Settecento ci sono manuali che si basano su un’intuitiva frequenza d’uso; le regole sono ora considerate stabili, per cui si condannano le varianti regionali (si accetta la sola variante di registro); i testi che fanno da modello sono ancora i classici
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L’approccio formalistico in questo periodo lo studente è considerato una tabula rasa su cui incidere paradigmi, regole ed eccezioni, lo studio è un dovere (quindi lo studente non può nemmeno discuterne il contenuto, il metodo o lo scopo), il docente è un sacerdote che possiede la verità assoluta, la lezione è una lectio intesa in senso religioso: il sacerdote legge un testo e lo commenta, ma non (necessariamente) perché abbia competenza teologica, bensì in quanto ciò è funzione del suo ruolo; agli studenti (come ai fedeli) è richiesto un atto di fede.
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L’approccio formalistico Dal punto di visto metodologico abbiamo due forme: orale : viene sviluppata attraverso la lettura di testi (di cui lo studente potrebbe anche non capir nulla), con il dettato a fungere da ponte con la lettura. scritta : viene sviluppata attraverso la lettura e la traduzione di testi stranieri classici, o di brevi frasi dalla lingua materna alla lingua straniera. Nasce il paradosso che la traduzione è da una parte intesa come strumento esercitativo per eccellenza, ma lo studente deve studiare senza chiedersi il senso di ciò che sta facendo.
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L’approccio formalistico molti insegnanti di oggi sono cresciuti con il metodo formalistico, per cui ritengono grammatica, traduzioni e dettati fondamentali, mentre guardano con sospetto i percorsi induttivi di scoperta grammaticale; ritengono quindi che il criterio di correttezza prevalga su quello di efficacia pragmatica; per molti la modernità è ciò che si trova online. negli anni Ottanta e Novanta ci fu un rifiuto (proprio per reazione) a questo stile, eliminando la grammatica e riducendo l’approccio comunicativo a comunicativismo spicciolo, salvo poi «pentirsi» della scelta e tornare indietro.
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