Scaricare la presentazione
La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore
1
UN POPOLO MISTERIOSO : GLI ETRUSCHI
2
Scuola Primaria "C.Venuti" Sodo a.s. 2006-07 :
La classe 5^ Scuola Primaria "C.Venuti" Sodo a.s : CASUCCI N.,CIMBOLI A., CONCORDI M.,ERUCCI E., FRESCUCCI A.,GNERONI G., LANZILLOTTI A.,LOMBARDINI F., LORENZONI F., OLLDASHI C., PIERONI J.,PIERONI R., STACHYRA P.,TANGANELLI G., VELUCCHI F.,ZAR Insegnante: Ulivelli Antonella Garzi Eugenia
3
Agli albori del suo sviluppo la Toscana era immersa nel verde dei boschi, coperta da paludi e lagune costiere, era abitata da popolazioni liguri nella parte nord-ovest ed etrusche nelle restanti zone, le stesse nelle quali precedentemente era fiorita la Civiltà Villanoviana. Gli etruschi, originariamente insediati tra l’odierna Toscana, il Lazio settentrionale e parte dell’Umbria, dal VII al V secolo a.C. estesero rapidamente il loro potere attraverso i rapporti commerciali e influenze culturali.
4
I luoghi degli Etruschi
vicini a noi
5
Le origini Il popolo degli Etruschi, chiamati Tirreni dai Greci e Etruschi o Tusci dai Romani,si autodefiniva con il nome di Rasenna. Già noti ai tempi del poeta greco Esiodo nel700 a.C., le testimonianze archeologiche dimostrano che gia in quel tempo, nell’area definita Etruria, corrispondente a una vasta zona dell’attuale Italia centrale, cominciava a diffondersi una grandissima civiltà. Da dove provenivano? Le ipotesi intorno alle quali hanno lavorato per secoli gli studiosi, sono tre: origine orientale , proveniente da popolazione migrata in Italia per via marittima origine nordica, proveniente da una popolazione del nord Europa, arrivati in Italia at- traverso le Alpi Retiche origine autoctona, cioè sorti come popolazione discendente dei protoitalici, genti che abitavano la penisola prima ancora dell’ invasione indoeuropea. Quello che è certo è che la più importante popolazione della penisola Italiana nell’ età del ferro, che ha presentato caratteristiche culturali comuni, è la cosiddetta Civiltà Vil- lanoviana,da cui gli Etruschi derivano o con cui gli Etruschi hanno dovuto integrarsi. sembra quindi che non ci siano testimonianze storiche certe né per una soluzione né per l’ altra.Ma non avendo riscontri che documentino la presenza degli Etruschi in altri luoghi che nella cosiddetta Etruria,né deriva che l’ origine di questo popolo deve essere ricercato in questo luogo.
6
PRODUZIONE ARTISTICA E ARTIGIANALE
La produzione della scultura etrusca si è rilevata molto abbondante ma presenta di luogo in luogo un notevole divario , sia stilistico che qualitativo. I materiali più usati erano la pietra calcarea,il tufo,l’alabastro, la terracotta e il bronzo. Sia le statue che i rilievi, soprattutto quelli in terracotta,recano tracce di una originale e vivace colorazione. I primi vasi venivano realizzati in argilla di origini alluvionale ( di torrente o di fiume ). I primi vasi non erano molto fini;in seguito, si imparò a raffinare l’argilla ,e si producevano oggetti molto più pregiati,lavorati nelle botteghe con il tornio.Un tipo di ceramica è rappresentata dai vasi di bucchero , caratterizzata da un’ argilla nera o grigia. Successivamente vennero prodotti molti vasi dipinti a imitazione dei vari stili Greci.Inizialmente si produssero vasi a figure nere e vasi a figure rosse con decorazioni sempre più raffinate secondo l’influenza ricevuta dai contatti con i Greci. I vasi di bucchero erano famosi per i colori,per i motivi rappresentati e per il dinamismo delle figure che si contrappone alla staticità delle immagini greche, anche se dagli Elleni appresero la tecnica del chiaroscuro.I Greci rappresentavano il bello , gli Etruschi , invece ,la realtà.
7
L’Etruria era una grande produttrice di cereali , al punto da rappresentare in certe occasioni, il granaio di Roma: grani teneri , duri , farro , miglio. I vini Etruschi erano famosi presso i Greci e i Romani . Si coltivava il lino , con cui si facevano indumenti , vele , reti da caccia e da pesca . Non mancavano gli ulivi , ne’alberi da frutta . Gli attrezzi non mancavano certo , visto che gli Etruschi erano ben forniti di metalli e di valenti artigiani : zappe , vanghe ,roncole , falci , aratri . L’allevamento poteva giovarsi degli abbondanti pascoli : bovini , suini, cavalli , ovini , persino api . Come particolare curioso , si ricorda che gli Etruschi usavano comandare i porci usando una sorta di tromba , la buccina . Molto sviluppata era anche la pesca. Prodotti maggiormente commercializzati erano inizialmente prodotti agricoli , olio e vino , metalli ricavati dai ricchi giacimenti dell’Elba, dalle Colline Metallifere e di Tolfa . In epoca successiva , aumentando la ricchezza e il benessere , i prodotti commercializzati furono quasi esclusivamente prodotti di lusso , quali ceramiche , utensili di bronzo lavorato che andavano di moda in tutto il bacino del Mediterraneo , vista la fama degli Etruschi si erano conquistati come artigiani.Caratteristica in questo periodo l’esportazione dei “servizi “ da banchetto , costituiti da recipienti per il vino , per l’acqua , altri ancora per miscelare entrambi da piccoli vasi per attingere e servire, passini per filtrare , brocche , attingitoi , colatoi . I primi partner per gli scambi commerciali possono essere considerati le genti che abitavano la Sardegna,la Corsica e le coste della Campania , ma un ruolo molto importante lo ebbero in seguito a i rapporti con i Greci.
8
Uno dei centri più importanti dell’ Etruria Settentrionale è senz’ altro Arezzo (Arretium). Questa città occupava una posizione strategica dal punto di vista difensivo , posta com’era sulla sommità di una collina ,che riguarda la zona più elevata dell’ attuale città , comprendendo la zona del Duomo . La datazione dei primi insediamenti etruschi risale probabilmente al VI sec.a.C. I resti archeologici dimostrano attività fiorenti della lavorazione della ceramica, dei metalli e dall’agricoltura . I reperti sono conservati nel museo archeologico Mecenate , con una notevole collezione vasaria che dimostra l’importanza di questo settore dell’artigianato presso gli Etruschi aretini. Anche Cortona (in etrusco Curtum) è un importante centro etrusco della zona, anche se si pensa che non abbia mai raggiunto un livello economico pari a Arezzo, Perugia o Chiusi. CHIUSI (in etrusco Clevsin ) ,che dominava la Val di Chiana, è una zona popolata fin dall’ età del Bronzo. L’ economia del luogo doveva essere principalmente agricoltura, data la fertilità del suolo. Le tipologie di coltivazione erano principalmente a base di cereali, ma era coltivata anche la vite.Altra tipica produzione chiusana era il BUCCHERO , ceramica nera a superficie lucida con decorazioni piuttosto pesante. La massima fioritura dell’arte si ebbe circa nel secolo VI a.C.,epoca cui risalgono gli affreschi della famosa tomba della scimmia è la tomba del Colle.Da un punto di vista storico ,Chiusi rimane legata al nome del famoso re Larth Porsenna , che mosse contro Roma all’ epoca della cacciata di Tarquinio il Superbo. Altre città famose vicino a noi sono:Perugia,Arezzo,Cortona,Chiusi,Vetulonia,Roselle, Populonia,Volterra.
9
Le necropoli Intorno alle città più importanti crescevano le necropoli, le città dei morti, che col passare degli anni si allargavano e si moltiplicavano; il tabù nei luoghi di sepoltura, infatti, proibiva la distruzione di qualsiasi parte delle costruzioni funerarie. La tomba era il luogo in cui defunto avrebbe continuato la sua esistenza; era dunque necessario garantire la presenza di tutto ciò che lo aveva accompagnato nella quotidianità. Splendide tombe con decorazioni , pitture , rilievi ( affreschi di banchetti allietati da musici e da danzatori , scene di caccia o di pesca o semplicemente imprese di guerra della famiglie ) e provviste di tutto quando potesse necessita una comune abitazione(crateri, coppe, colini,piatti…) affermano l’ intenzione di imitare, per la dimora dei morti, la casa dei vivi(Tomba della Pellegrina e della Scimmia di Chiusi). Le tombe , secondo la conformazione del terreno, venivano scavate sottoterra (ipogee) o nella rocca (rupestri).La pianta della tomba ipogea , nella quale si accedeva attraverso uno stretto corridoio, era costituita da un piccolo atrio che immetteva nella camera sepolcrale principale, in cui le salme dei fondatori della tomba erano deposte i sarcofagi di legno , pietra o terracotta . Successivamente, per gli altri membri della famiglia venivano aperti nuovi vani nelle pareti dell’ atrio . Le tombe rupestri venivano scavati nelle pareti di tufo e sembrano riprodurre facciate di edifici etruschi con finte porte e finestre, tetti e terrazzo o a doppio spiovente o prospetti di un tempio con capitelli , colonne, fregi (Tomba Ildebranda di Sovana).
10
La musica Alla musica gli Etruschi davano molta importanza, come notava anche Aristotele; a suon di musiche si ritmavano varie fasi di lavoro,come quello dei cuochi ,le frustate inflitte agli schiavi , i combattimenti dei gladiatori,gli esercizi militari. Inoltre ,era considerata una forma d’arte , per accompagnare la danza,le prestazioni dei saltimbanchi ,le cerimonie religiose , i banchetti e le feste.Gli strumenti principali erano il doppio flauto ,la tromba ,i tamburi e vari strumenti a corda come la lira e la cetra. La tradizione antica designa gli Etruschi quali inventori della tromba usata anche per segnali di carattere bellico.Molto importante era anche la danza, sia di carattere sacro che profano, accompagnata da movimenti delle mani molto espressivi.Il termine che designava il ballerino era Ister ,da cui deriva la nostra parola Istrione.
11
CITTA’ ORGANIZZAZIONE SOCIALE ATTIVITA’ ECONOMICHE LINGUA E SCRITTURA ALIMENTAZIONE ARTE LA DONNA NELLA SOCIETA’ RELIGIONE MUSICA
12
GLI ETRUSCHI E LA LORO SCRITTURA
La lingua etrusca ha da sempre esercitato un fascino straordinario sul grande pubblico ,fino a costituire quello che da sempre popolarmente si chiama “mistero etrusco”.Ancora oggi molti credono alla completa oscurità dei testi etruschi, aspettandone la “decifrazione”.In realtà, non si tratta di trovare “una chiave”,in quanto molte cose sono già state comprese ,ma soltanto di approfondire la conoscenza globale basandosi su studi allargati che riguardino la cultura, fatti storici, il contesto del mondo civile nel quale si usava la lingua etrusca, la cui conoscenza, comunque, rimane abbastanza limitata.Non si può parlare quindi in termini “mistero”ma in termini di “difficoltà”. La prima, maggiore difficoltà della lingua etrusca è legata al fatto che è una lingua isolata, nel senso che, pur presentando somiglianze con idiomi mediterranei e indoeuropei, non è inseribile strutturalmente in nessuno dei gruppi linguistici che conosciamo.La seconda difficoltà è la scarsità del materiale a disposizione :le fonti dirette e indirette su cui ci si basa oggi per lo studio dell’ etrusco sono iscrizioni brevissime e di carattere estremamente monotono e ripetitivo, perché funerario e votivo .
13
Nome del defunto, cariche ricoperte in vita, nomi dei famigliari, qualche volte nomi di dei coinvolti nelle vita ultraterrena . La terza difficoltà risiede nella mancanza di strumenti diretti di traduzione di parole, cioè glossari bilingui, tranne pochi piccoli esempi quali le lamine di Pyrgi . La lingua etrusca è rimasta per secoli del tutto incomprensibile. Infatti le poche scritte ritrovate sono iscrizioni funerarie che riguardano soprattutto le vite dei defunti. La TABULA CORTONENSIS
14
La religione Etrusca era regolata da sacerdoti, che verranno considerati poi indovini, i quali predicevano il futuro, in particolare interpretando i fulmini e leggendo il fegato di animali sacrificati . essi verranno detti aurispici . Questo termine infatti significa “osservatore di fegato” . (Fegato di bronzo) (Aurispice) Gli Etruschi credevano nell’aldilà, in particolare nell’inferno, che aveva una porta di accesso, dette Mundus, sorvegliata dalla terribile figura del demone Tuchulcha, mostro con orecchie d’asino, il muso d’avvoltoio e i capelli fatti da serpenti. Le tombe rappresentavano le scene di vita quotidiane :gioia, feste, pranzi e negli ultimi anni dolore e terrore.
15
La Tanella di Pitagora La Tanella di Pitagora fu chiamata così perché gli storici confusero Cortona (Corita) con Crotone (Crotone),città dove era nato Pitagora. Dentro la tomba ci sono dei buchi dette nicchie dove venivano messe le urne cinerarie della famiglia Cusu , una famosa famiglia cortonese che viene anche mensionata nella TABULA CORTONENSIS. La tomba è stata ritrovata nel II secolo a.C., era fatta da pietra arenaria e aveva una forma circolare. Urna cineraria:messa nella nicchia(cioè buchi)
16
È il più importante ritrovamento archeologico del secolo (è stato ritrovato circa 10 anni fa );per lunghezza è il terzo testo finora ritrovato. Nel testo non si parla di defunti o riti funerarie, come succede in genere con i reperti degli Etruschi riemersi dal sottosuolo, ma di un concreto e articolato passaggio di proprietà fra etruschi ben in vita e preoccupati di tutelare le proprie ricchezze . La tabula è composta di sette frammenti di bronzo tenero con incise su entrambi i lati 206 parole scritte nelle ancora misteriosa lingua etrusca . Il testo appare spezzato in 8 parti, di cui manca l’ ottava . Gli studiosi pensano che si tratti della compravendita di un terreno abbastanza grande attorno al lago Trasimeno ; questa si è capita perché ad un certo punto del testo compare una parola che letta da destra verso sinistra richiama il nome TRASIMENO . Il venditore e l’acquirente dovevano essere due importanti famiglie di Cortona in fondo al testo compare l’elenco dei loro nomi . In particolare il nome di una famiglia importante di Cortona Cusu che si ritrova anche in altre iscrizioni . La Tabuletta doveva essere un documento molto importante perché doveva essere stato ben visibile a tutti, infatti si può vedere dal gancio che la sostiene nella parte superiore.
17
IL MELONE 2 Il Melone 2 ,è stata l’ultima tomba ad essere ritrovata, ma è la più importante , Infatti sono stati ritrovati molti gioielli fra cui la Fibula Aurea cioè una spilla d’oro. Il nome “Melone”gli è stato dato dai contadini che vedendo quella forma a mezza luna che spuntava da terra ricordava loro il melone e quindi lo hanno chiamato così. Il Melone 2 è diviso in otto tombe, sette insieme ritrovate fra il 1928/29 e una da sola ritrovata nel 1991. Poi c’era un’ altare con delle scalette ,però erano troppo piccole perché ci potesse entrare un piede e quindi si è pensato che servissero per mettere in mostra il corredo funebre del defunto.
18
LA SOCIETA' Le città etrusche erano comandate da un lucumone, fondatore delle lucumonie, che svolgeva le funzioni di sacerdote e di generale.Proveniva da famiglie ricche e, all’inizio, nominava direttamente il suo successore. In seguito, dopo la rivolta della famiglia dei Vibenna, da cui deriverà il re di Roma, Servio Tullio, ci fu una sorta di sistema senatoriale che eleggeva il lucumone una volta l’anno.Le città ricalcavano la struttura delle Polis greche.Tutte erano autonome e si riconoscevano in leghe. Questo fu un limite, considerato che i Romani seppero annientare gli Etruschi, perché erano isolati. . La società etrusca era molto moderna la donna aveva gli stessi diritti dell’uomo:partecipava a decisioni politiche e militari. Questo aspetto era molto singolare e fu visto in modo negativo da Roma e dalla Grecia che si basavano su altri valori e che distrussero anche questa mentalità. Moltissimi erano gli schiavi presenti nelle loro città, basti pensare che a Volsinii scoppiò una loro rivolta, che per essere sedata richiese l’intervento dei romani che conquistarono l’intera città. La differenza sociale si rifletteva anche dopo la morte:gli aristocratici avevano tombe profondamente diverse da quelle degli schiavi.. .
19
ETRUSCHI GRECI ROMANI TURAN AFRODITE VENERE UNI ERA GIUNONE TINIA ZEUS
Gli Etruschi erano politeisti (adoravano più dèi) quelli dell’Olimpo Greco: ETRUSCHI GRECI ROMANI TURAN AFRODITE VENERE UNI ERA GIUNONE TINIA ZEUS GIOVE MENERVA ATENA MINERVA NETHUNS POSEIDONE NETTUNO
20
Il culto dei morti:Gran parte delle conoscenze che abbiamo sulla civiltà degli Etruschi proviene dalle tombe (iscrizioni,pitture,sculture,suppellettili,ecc.) .Naturalmente tutto questo materiale ci fornisce molte informazioni su come veniva considerata la vita dopo la morte,e che sorta di culto veniva riservata ai defunti.Abbiamo quindi prove inequivocabili di quanto, secondo una credenza diffusa nel Mediterraneo, si ritenesse che la individualità del defunto sopravvivesse alle sue spoglie mortali, nel luogo stesso dove il corpo veniva sepolto o cremato. Ne consegue l’esigenza di agevolare questa sopravvivenza, da parte dei congiunti, arredando il sepolcro come una casa, contornando il defunto dei suoi gioielli, delle sue vesti, eventualmente delle sue armi,e fornendo cibi e bevande. Vennero così a formarsi grandi insiemi di tombe disposte a file,divise da strade, che costituivano vere e proprie città dei morti (necropolis),come mostrano gli esempi di Caere (Cerveteri) e di Tarquinia. Le tombe più grandi spesso venivano fatte a imitazione delle case ,rivelando il lusso e il gusto artistico dei nobili Etruschi . All’ origine veniva effettuato quasi esclusivamente il rito della cremazione , in seguito solo poche città continuarono a praticarlo ,passando al rito più orientaleggiante dell’ inumazione. Nel casi della cremazione , le ceneri venivano conservate in urne a forma di abitazione o entro vasi che tentavano di riprodurre le fattezze del morto , ma in un secondo periodo i corpi venivano adagiati su letti direttamente scavati nella roccia o dentro sarcofagi di terracotta o altro materiale.
21
La famiglia etrusca era composta da un padre, una madre, i figli e i nipoti. La donna etrusca, al contrario di quella greca o romana, non era tenuta in disparte dalla vita sociale, ma vi partecipava attivamente prendendo parte ai banchetti, ai giochi ginnici e alle danze. Erano molto stimate per la loro autorità, la capacità di sostenere il marito e di determinare il destino dei loro figli. Alla donna era anche riconosciuto il potere di poter interpretare i segni premonitori degli eventi. La donna inoltre aveva una posizione di rilievo tra gli aristocratici etruschi poiché quest'ultimi erano pochi e spesso impegnati in guerra. Spettava alla donna, in caso di morte dell'uomo, il compito di assicurare la conservazione delle ricchezze e la continuità della famiglia: attraverso di lei avveniva anche la trasmissione dell'eredità .
22
L'alimentazione di base
L'ingrediente base per l'alimentazione etrusca fu per molto tempo la farina di farro, un tipo di grano facilmente coltivabile. Prima di essere usati come cibo, i chicchi di farro dovevano essere torrefatti, per togliere loro la gluma (una specie di pellicina che li ricopre) ed eliminare l'umidità. Con la farina di farro venivano preparate pappe e farinate, bollite con acqua e latte. L'alimentazione degli Etruschi prevedeva, oltre ai cereali, anche varie specie di legumi, come lenticchie, ceci e fave. Un'alimentazione basata soltanto su cereali e legumi aveva un valore nutritivo molto ridotto e doveva perciò essere integrata con cibi con maggiori calorie, come la carne di maiale, la selvaggina, il cinghiale, la carne di pecora e tutti i prodotti derivati dal latte. Molto apprezzato era anche il pesce, in particolar modo presso Paulonia e Porto Ercole. Una curiosità: gli etruschi conoscevano la forchetta, ne sono state rinvenute identiche a quelle odierne, cioè con i 4 denti incurvati ma con un fusto sottile cilindrico e una pallina in cima. Si suppone però che l'uso non fosse individuale bensì servisse a fermare la carne per tagliarla nel piatto di portata. Gli Etruschi mangiavano nei piatti e usavano i calici al posto dei bicchieri
23
L'abbigliamento Nell'abbigliamento etrusco, i principali tessuti erano la lana, generalmente molto colorata, e il lino, usato nel suo colore naturale. Gli Etruschi usavano abiti adatti per entrambi i sessi, accanto ad altri tagliati espressamente per uomo o per donna. Un indumento solamente maschile era il perizoma, simile a dei calzoncini, mentre sia uomini che donne, specialmente se avanti negli anni, indossavano indifferentemente lunghe tuniche, talvolta abbinate ad un cappello. Gli etruschi inoltre mostravano particolare interesse per le calzature, realizzate in cuoio o in stoffa ricamata. Molto eleganti erano dei sandali con la punta all'insù dall'aspetto orientale. Il sandalo con base in legno aveva una snodatura al centro che permetteva di piegare il piede. L'eleganza degli etruschi era proverbiale, il motto "vestire all'etrusca" fu in voga fra i romani per indicare grande raffinatezza. Dai rinvenimenti si sa che ricamassero tessuti a filo d'oro. Le donne, ma anche gli uomini, impreziosivano l'acconciatura e l'abito con gioielli di raffinata fattura (diademi, orecchini, braccialetti, anelli e fibule). I gioielli erano di bronzo, d'argento, d'elettro e d'oro. L'elettro era una lega molto usata d'argento e oro.
24
Il Melone 1 Il Melone 1 dalla struttura sembra una casa ; ha cinque stanze, in una c’ è una scrittura etrusca con i nomi di due sposi che appartenevano ad una famiglia nobile. Anche da questo si capisce che la donna etrusca era molto considerata infatti anche dopo essersi sposata il suo cognome non cambiava. Nel Melone c’era anche una stanza molto grande dove sicuramente c’era stato deposto un uomo molto ricco. Nel 1 Melone si elevano grandi tumuli:tombe monumentali di più individui allora riunite in un’unica area sepolcrale, distinta dalle alte pareti costruite del tamburo e coperta da grandi accumuli di terra, sia per necessità statiche, per proteggere e per consolidare le parti : costruite, e come simbolo della ricchezza e della dignità del suo possessore e della sua stirpe. L’ invenzione del tumulo presenta precise analogie con esperienze dal mondo orientale, ma a in Etruria uno sviluppo del tutto autonomo indipendente, spesso con caratteristiche ben distinte da città a città . Nel territorio Cortonese sono conosciute tre tombe il così detto Melone 1 e melone 2 del Sodo. Le pareti delle tombe sono in blocchi di arenaria locale, proveniente da cave Cortonesi, lavorata con tecniche che si raffinano nel tempo.
25
LA SCULTURA FUNERARIA I Canopi
Gli Etruschi praticavano sia il rito dell’ incinerazione che quello dell’inumazio- ne. I canopi sono vasi di terracotta per contenere le ceneri e sono formati con elementi della figura umana. Inizialmente veniva rappresentata solo la testa,che fungeva da coperchio e riproduceva in maniera generica ,ma espressiva,i tratti somatici del defunto.Il canopo ha subito nel tempo una serie di trasformazioni, fino a diventare una vera e propria statua cineraria con testa e busto;non sempre rappresentava l’effigie del defunto, poteva anche simboleggiare una divinità protettrice.
26
L’organizzazione politica del popolo etrusco aveva come base la città-stato indipendente
ed autonoma, qualcosa di simile alla ‘polis’ greca o al comune medievale, una città al centro di un vasto territorio agricolo commerciale. Le città sorgevano non molto lontano dal mare o sulle vie fluviali, l’una vicina all’altra, in posizione comoda per le comunicazioni e nello stesso tempo difese dagli strapiombi e dalle scarpate naturali (Populonia, Vetulonia, Roselle, Saturnia, Sovana). Le città dell’interno, invece, venivano costruite a notevole distanza l’una dall’altra e spesso erano arroccate su rupi scoscese e difese da mura simili ai futuri borghi medievali (Cortona, Volterra, Chiusi, Arezzo, Fiesole). Ogni singola città era governata da un ristretto gruppo oligarchico formato da ricche famiglie e da sacerdoti. A fianco di una classe dirigente privilegiata e della classe media viveva una popolazione composta da uomini liberi e anche da schiavi, impiegati nelle miniere e nelle industrie, che vivevano una vita difficile ed anonima; per essi non esistevano tombe che potessero conservare il loro nome.
Presentazioni simili
© 2025 SlidePlayer.it Inc.
All rights reserved.