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La prevenzione dei danni da eventi sismici e idrogeologici: criticità del sistema, vantaggi ambientali e opportunità economiche Relazione Dott. Antonio.

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1 La prevenzione dei danni da eventi sismici e idrogeologici: criticità del sistema, vantaggi ambientali e opportunità economiche Relazione Dott. Antonio Pogliese «Misure agevolative ed aspetti finanziari» 15/01/2016

2 I dati elaborati nel 2012 dal primo rapporto ANCE- CRESME relativi ai danni provocati dai terremoti e dagli eventi franosi ed alluvionali dal 1944 al 2012 sono i seguenti: Il costo complessivo dei danni provocati dai terremoti e dagli eventi franosi ed alluvionali dal 1944 al 2012, rivalutato in base agli indici Istat al 2011, supera i 240 miliardi di euro (1), circa 3,5 miliardi all’anno. (1) Il costo tiene conto delle spese per l’emergenza e il pronto soccorso necessari per far fronte all’evento calamitoso, da attuare nel breve termine e con particolare riferimento ai disagi delle popolazioni interessate, per la ricostruzione post evento delle opere infrastrutturali e del patrimonio edilizio danneggiato o distrutto, nonché dei contributi finalizzati alla ripresa delle attività economiche interrotte e per lo sviluppo del territorio e in alcuni casi gli oneri connessi alle agevolazioni di carattere fiscale e contributivo.

3 TOTALE 242,5 MLD € 1944-2009 2010-2012 TERREMOTI 181 MLD € 168 MLD € 13 MLD € DISSESTO IDROGEOLOGICO 61,5 MLD € 54 MLD € 7,5 MLD €

4 Il 75% del costo, pari a circa 181 miliardi, riguarda i terremoti e il restante 25%, circa 61,5 miliardi, il dissesto idrogeologico. Il costo medio annuo, riguardo all’intero periodo considerato, è pari a circa 2,6 miliardi per i terremoti e a meno di 1 miliardo per alluvioni e frane. Il 55% dei 242,5 miliardi, circa 132,5 miliardi, riguarda il costo dei danni provocati da eventi che si sono verificati tra il 1944 ed il 1990 (circa 2,8 miliardi annui). Il 37%, poco meno di 90 miliardi, a danni relativi a eventi che si sono verificati tra il 1991 e il 2009 (circa 4,7 miliardi annui) e il restante 8% circa 20,5 miliardi, dal 2010 a oggi (circa 6,8 miliardi all’anno).

5 In particolare, il costo relativo all’ultimo triennio tiene conto del costo dei danni diretti provocati dal recente terremoto di maggio 2012, che ha interessato le regioni Emilia Romagna, Lombardia e Veneto, stimato dalle autorità italiane in 13,3 miliardi, nonché del volume medio annuo dei danni del dissesto idrogeologico degli ultimi 20 anni, indicato dall’attuale Ministro dell’Ambiente in 2,5 miliardi. Per quanto riguarda invece il costo dei danni complessivi al 2009, pari a 222 miliardi a prezzi 2011, si fa riferimento ai costi riportati nel rapporto “Terra e sviluppo. Decalogo della Terra 2010 – Rapporto sullo stato del territorio italiano” realizzato dal centro studi del Consiglio Nazionale dei geologi (CNG) in collaborazione con il Cresme, attualizzati al 2011.

6 Il dato annuale di tali costi è in aumento; infatti: per il periodo 1944/1990circa 2,8 miliardi all’anno per il periodo 1991/2009circa 4,7 miliardi all’anno per il periodo successivo 2010/2018circa 6,8 miliardi all’anno Questi dati in valore sono stati attualizzati ai prezzi dell’anno 2011. Nel citato rapporto detti dati sono stati elaborati per area geografica e sono stati indicati tutti gli eventi calamitosi del periodo considerato. Per completare questa seconda parte del mio intervento in cui ho riportato i dati relativi ai valori dei danni causati da eventi sismici in circa 3 – 4 miliardi di € per anno, va messo in evidenza che spaccando i dati dei danni nei tre citati periodi 1994/1990, 1991/2009, 2010/2018, si rileva che il dato medio annuale cresce da € 2,8 per il primo periodo, € 4,7 per il secondo periodo ed infine 6,8 miliardi di € per il terzo periodo.

7 Per entrare nel merito della tematica ritengo che sia necessario, seppure in modo assiomatico mettere in evidenza i seguenti tre aspetti: la prevenzione è un fatto culturale la cui condivisione massificata presuppone tempi medio – lunghi definire se, una volta acquisita, la cultura della prevenzione, le concrete azioni debbano essere fatte dallo Stato, oppure dal privato infine, se è possibile immaginare una o poche azioni, oppure una miriade di azioni a carico di soggetti diversi.

8 Tali leve, a mio avviso, sono le seguenti: il potere del pubblico: i divieti e la programmazione di opere pubbliche con criteri di priorità fiscali finanziarie urbanistiche

9 In questo punto rientra anche “la tematica relativa all’utilizzo dei fondi comunitari”. I fondi comunitari in questi giorni sono di estrema attualità in quanto si è chiusa la rendicontazione del piano operativo FESR 2007/2014 e viene definito il nuovo piano operativo 2014/2020. In ordine alla rendicontazione del PO 2007/2014 il quotidiano “La Repubblica” del 02/01/2016 ha così titolato l’apertura della cronaca siciliana come segue: “Sette anni di progetti e spese inutili – ecco dove sono finiti i fondi europei”. L’inchiesta. Si chiude il periodo di finanziamento 2007/2014: uno spreco di 4,5 miliardi di €.

10 Nel merito di tale articolo La Repubblica così titola “Fiere e flop, così la Sicilia ha sprecato 4,5 milioni d finanziamenti europei – Soldi a pioggia per eventi, sagre e comunicazione – zero per programmazione, pochi interventi strutturali. Oltre l’incapacità di spendere e rendicontare le risorse del piano, l’articolo mette in evidenza che è stato seguita una logica clientelare, anche nei pochi interventi strutturali. Sul fondo del dissesto idrogeologico, dove non si trovano grandi interventi con il risultato che frane hanno travolto nel frattempo mezza isola.

11 In compenso abbiamo affidato al costo di 8 milioni la parte informatica per controllare le piogge a Sicilia - Ricerca, salvo per non finanziare la sistemazione delle centraline. Nel piano operativo 2014/2020 Vi sono i seguenti assi Asse prioritario 5 – cambiamento climatico, prevenzione e gestione dei rischi In tale asse si prevede la finalità di ridurre il rischio idrogeologico e di erosione costiera. Riduzione del rischio sismico. Asse prioritario 6 – Tutelare l’ambiente e promuovere l’uso efficiente delle risorse.


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