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PubblicatoAngelo Patti Modificato 10 anni fa
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Nella liturgia di questa domenica, il profeta Isaia ricorda che Dio è con il suo popolo. Il Signore gli chiede di non attaccarsi al passato, ma di proiettare il suo sguardo verso un mondo nuovo che germoglia già. Centrato bene su Dio, questo popolo canterà ancora la sua lode.
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Il racconto della donna adultera è molto più che un episodio nella vita di Gesù, rivela il senso stesso della sua missione. Vi si trova un'applicazione concreta di quanto viene detto all'inizio dello stesso Vangelo: " Dio ha mandato Suo Figlio nel mondo, non per giudicare il mondo, ma affinché, per lui, il mondo sia salvato." (Giov. 3,17)
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Ciò che è da notare in questa lettura, come in tutto il vangelo, è che Gesù non si fissa sul passato delle persone. Ciò che conta per lui, è il momento presente e il domani: " Va, e non peccare più."
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Teilhard de Chardin diceva che bisogna agire insieme con una grande speranza messa in comune. Ciò che attualmente viviamo è certo preoccupante, ma la nostra storia di salvezza rimane impressionante. Essa porta in un vaso fragile dei semi pieni di speranza.
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Tutto è nuovo! E Nuovo Esodo, novità nel cammino la strada di Paolo, novità, nel cuore della donna adultera sotto lo sguardo di Cristo! Tutto è nuovo. Tutto può rinascere in ciascuno e nella chiesa, in una novità insospettabile, una lode nuova: " Il popolo che ho formato per me ridirà la mia lode. E come? Nel Cristo, per lui, con lui.!
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Signore Gesù, hai posto gli occhi sulla donna adultera e le hai aperto un avvenire. Noi ti ringraziamo per la grazia in tal modo offerta a tutti quelli che ritornano a te, e noi ti preghiamo ancora: che sul tuo esempio, siamo capaci di non giudicare, né condannare gli altri, ma di rialzarli come tu ci rialzi, tu che ci ami. Amen.
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Le prove della vita, mentre consentono di comprendere il mistero della Croce e di partecipare alle sofferenze di Cristo sono preludio alla gioia e alla speranza cui la fede conduce: « quando sono debole, è allora che sono forte ». (Porta Fidei)
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