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PubblicatoGavino Poggi Modificato 10 anni fa
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Il lavoro in Power Point “ La nascita del giornale” è stato
realizzato da un alunno diversamente abile della classe IV A Igea; esso ripercorre le tappe principali dell’ evoluzione della stampa d’informazione, che partendo dalla Rivista “Il caffè” di Pietro Verri arriva fino all’odierno quotidiano.
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LA NASCITA DEL GIORNALE
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I QUOTIDIANI TROVANO SVILUPPO NEL CORSO DEL 1700,IN CORRISPONDENZA DELLA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE E DI QUELLA FRANCESE. LA NAZIONE CHE VEDE LA LORO MAGGIORE DIFFUSIONE E’ L’ INGHILTERRA, DOVE NASCONO LE RIVISTE,COME THE DAILY COURANT(1702)E THE DAILY JOURNAL(1720).
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IL GIORNALE LETTERARIO DALL’INGHILTERRA VERRA’ POI IMPORTATO CON SUCCESSO IN ITALIA, CON LA RIVISTA “ IL CAFFE’” DI PIETRO VERRI DEL 1764. IL GIORNALE ERA UN FOGLIO DI STAMPA CHE VENIVA PUBBLICATO OGNI 10 GIORNI E CONTENEVA COSE VARIE,COSE FATTE DA DIVERSI AUTORI.
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Il caffé era molto apprezzato,
PIETRO VERRI CHIAMO’ QUESTA RIVISTA”IL CAFFE” PERCHE TUTTI I DISCORSI SI TENEVANO NON PIU’ NELLA TAVERNA, DOVE SI BEVEVA ILVINO MA NEI CAFFE’, DOVE SI RIFLETTEVA E SI MEDITAVA. Il caffé era molto apprezzato, in quanto si pensava avesse virtù salutari.
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LA CAFFETTERIA DIVENTO’ UN LUOGO DI INCONTRO E DI DISCUSSIONE
LA CAFFETTERIA DIVENTO’ UN LUOGO DI INCONTRO E DI DISCUSSIONE. LA RIVISTA TRATTAVA MOLTI ARGOMENTI, SIA POLITICI CHE CULTURALI.
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Questa rivista era rivolta a un pubblico alfabetizzato fatto di professionisti, artigiani e donne.
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Pietro Verri da argomenti come il caffè, la medicina, la coltivazione del lino, riusciva a fare riflessioni filosofiche.
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Venivano trattati temi attuali, come il vaiolo, l’organizzazione delle poste, dei cimiteri, della sanità,ecc.
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DA QUI PRENDE IL VIA LA STAMPA DEI GIORNALI, CHE SI DIFFONDE IN TUTTO IL MONDO GRAZIE ALL’ AFFERMARSI DELLA LIBERTA’ DI STAMPA. IL GIORNALE COME LO INTENDIAMO OGGI NASCE CON LA PENNY PRESS NEGLI U.S.A. VERSO IL 1830, DOVE IL QUOTIDIANO VENIVA VENDUTO DAGLI STRILLONI AL PREZZO DI UN PENNY.
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IL 1°QUOTIDIANO VERO E PROPRIO FU THE SUN OF NEW YORK CHE REGISTRAVA CIÒ CHE AVVENIVA NELLA REALTA’.
QUALCHE ANNO DOPO NASCE IL NEW YORK TRIBUNE,IL GIORNALE CHE RIPORTAVA LE INTERVISTE (LE PAROLE DELL’ INTERVISTATO TRA VIRGOLETTE).
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Con il passar del tempo il giornale abbandona il carattere letterario; diventa popolare e per i giornalisti è importante fare lo “scoop”, cioè scovare le notizie prima della concorrenza per vendere un numero sempre più grande di copie.
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I primi e veri giornali ancora oggi esistenti in Italia sorgono intorno alla metà dell’800 con la Nazione,Il Secolo,Il Corriere delle sera,La Gazzetta dello sport.
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Essi erano letti la domenica da poche persone, perché la maggior parte era analfabeta (non sapeva né leggere né scrivere).
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All’ epoca i giornali erano formati da 4 pagine a 2 o 3 colonne;
nella 1°vi erano notizie nazionali, nella 2° e 3° notizie locali e nell’ ultima le notizie estere. La pubblicità occupava pochissimo spazio ed era presente solo nell’ ultima pagina.
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di un operaio era di 2 lire
Il prezzo del giornale oscillava tra 5 e 15 centesimi mentre il salario di un operaio era di 2 lire
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Nel 1930 si sviluppavano le rubriche d’intrattenimento e di evasione e i giornali si occupavano di moda, varietà, cinema e sport.
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In questo periodo le riviste erano piene di disegni e foto e erano dedicate al mondo femminile Nascono, così, Amica, Rakam, Annabella, Grazia e Gioia, e tuttora riscuotono un grande successo
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La rivoluzione industriale
Nella seconda metà del Settecento ebbe inizio in Inghilterra (e si diffuse gradualmente in Europa e nell'America settentrionale) un processo di industrializzazione che provocò cambiamenti tanto profondi in tutti gli aspetti della vita umana da essere definito «rivoluzione industriale».
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L'invenzione più importante fu quella della macchina a vapore,inventata da James Watt, in quanto produceva energia costante in ogni luogo, indipendentemente dalla presenza di forze naturali. La macchina a vapore venne utilizzata soprattutto nell'industria tessile, ma anche in quella mineraria.
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La meccanizzazione ebbe per conseguenza la divisione del lavoro: nella fabbrica ogni operaio aveva un compito preciso e ripetitivo.
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La divisione del lavoro fu sostenuta dall’economista Adam Smith,il quale diceva:
Ho veduto una piccola fabbrica di spilli ove dieci uomini soli erano impiegati e ciascuno faceva il suo lavoro. Benché fossero poveri e non avessero macchine moderne, pure riuscivano a fare 48.ooo spilli in un giorno. Se avessero lavorato separatamente e indipendentemente l' uno dall'altro, ciascuno di loro non avrebbe potuto compiere altro che 20 spilli».
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THE END
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