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PubblicatoGiovanna Pellegrino Modificato 9 anni fa
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PROBLEMI DI CLASSIFICAZIONE E DI VALUTAZIONE DEI BENI IMMATERIALI AI FINI DELLA STIMA DEL CAPITALE ECONOMICO DI IMPRESA CON I METODI PATRIMONIALI COMPLESSI CAP. 12
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VALORE AZIENDALE -Uno degli obiettivi delle imprese è quello di creare valore, soprattutto nel lungo periodo, in quanto consente loro di perdurare nel tempo. -Per capire cosa genera valore all’interno di una impresa bisogna analizzare le attività dello schema civilistico di Stato Patrimoniale - Art. 2424 c.c. -Tra gli elementi delle attività di SP ci sono le immobilizzazioni, le quali sono di utilità pluriennale. -Il valore dell’impresa non è però solo dato dalle immobilizzazioni ma anche da altre risorse tangibili ed intangibili, quali il capitale umano ed economico, la reputazione, l’immagine, il know how
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BENI TANGIBILI: Le risorse tangibili sono composte dal capitale, che consente all’impresa di costituirsi e acquisire mezzi necessari per l’esercizio dell’attività (beni materiali), e le risorse umane, che svolgono processi di decisione esecuzione e controllo BENI INTANGIBILI: Le risorse intangibili ( o immateriali) consentono all’impresa di acquisire un vantaggio competitivo duraturo e stabile nel tempo.
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Le tre caratteristiche principali delle risorse immateriali sono: -la complessità di acquisto -tempi molto lunghi per la creazione (storia, immagine, comportamenti, reputazione) -incrementabilità
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METODO PATRIMONIALE Il metodo patrimoniale viene utilizzato per la stima e il calcolo del valore dell’impresa W =K’= PN +/- R dove: W = valore economico dell’azienda che si vuole valutare PN = patrimonio netto contabile R = rettifiche di valore dei beni che compongono il patrimonio aziendale
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METODO PATRIMONIALE COMPLESSO Questa metodologia valutativa considera quale elemento di stima le grandezze immateriali di durata ultrannuale (intangible assets). Possiamo considerare due distinte categorie di “intagibles”: - di marketing: marchi, loghi, grafica, design - di tecnologia: know-how,software,brevetti,archivi W = K’+ BI W= valore dell’azienda K’= valore patrimoniale rettificato BI= valore degli elementi immateriali
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VALUTAZIONE DEGLI INTANGIBLES
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VALUTAZIONE I problemi da affrontare per la valutazione dei beni immateriali sono tre: 1- l’identificazione degli intangible asset meritevoli di valutazione autonoma 2-problemi di sovrapposizione tra due o più immaterialità 3- la scelta dei criteri di valutazione ritenuti più adeguati
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1-L’identificazione degli intangible asset meritevoli di valutazione autonoma: bisogna che siano fattori critici di successo, tali da garantire vantaggio competitivo all’impresa. I fattori Trivial, ovvero quelli insignificanti ai fini della valutazione e quelli difficili da stimare, non devono essere computati in modo tale da non rendere il costo della loro stima superiore al beneficio che ne comporta la loro valutazione
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2-Problemi di sovrapposizione tra due o più immaterialità: potrebbero far apparire in bilancio risultati che non rispecchiano i valori reali, per questo si cerca di dividere gli intangible assets in due macro categorie: beni intangibili relativi al marketing e quelli relativi alla tecnologia
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3-La scelta dei criteri di valutazione ritenuti più adeguati: un intangible assets è degno di autonoma valutazione quando: - sia, o sia stato, oggetto di un significativo flusso di investimenti - sia fonte di utilità (tale da garantire all’impresa un differenziale economico positivo, ricavi>costi) - sia trasferibile (per essere oggetto di valutazione tali assets devono avere una trasferibilità autonoma; esempio del marchio e della impresa)
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CLASSIFICAZIONE DEGLI INTANGIBLES
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DIFFERENZE TRA BENI IMMATERIALI FORTI E DEBOLI: - Beni immateriali forti sono quegli intangible assets dotati di specificità ed individualità tali da caratterizzare l’intera azienda e che risultino meritevoli di autonoma stima - Beni immateriali deboli sono residualmente individuati come quegli intangible privi di caratteri peculiari e particolarmente qualificanti
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DIFFERENZE TRA BENI IMMATERIALI STRUTTURALI E NON STRUTTURALI: BENI STRUTTURALI: I beni strutturali esprimono dunque il valore delle capacità interne dell’azienda e si compongono prevalentemente di 3 elementi: il capitale umano, la tecnologia e le licenze. Il capitale umano e la tecnologia esprimono la capacità d’azienda di acquisire un vantaggio competitivo sul mercato; la licenza, invece, rappresenta l’elemento immateriale caratterizzato da una necessità di tipo giuridico amministrativo. Le caratteristiche di essenzialità e strutturalità di tali beni immateriali ci inducono a definire un nuovo concetto di patrimonio netto rettificato: K’’ patrimonio netto rettificato di secondo livello. Considerando il metodo patrimoniale complesso dunque: W= K’’+ valore delle immobilizzazioni non strutturali K’’=K’+ OU + L + T OU= organizzazione umana L= licenze T= tecnologia
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BENI NON STRUTTURALI: I beni non strutturali essendo asset dipendenti dal mercato, che esprimono la capacità dell’azienda di conseguire un sostenibile vantaggio competitivo tramite il proprio rapporto diretto con il cliente, presentano caratteri differenziali e peculiari nei diversi settori economici. Con metodo patrimoniale complesso, dunque, il valore dei beni immateriali non strutturali potrà essere: (R/i)-K’’= beni imm. non strutturali e per i vari settori industriali avremo: - settore delle imprese industriali operanti su commessa —> portafoglio lavori - settore delle imprese industriali che producono per il mercato —> marchio - settore degli intermediari finanziari —> portafoglio clienti - settore bancario —> valore della raccolta - settore delle imprese commerciali --> insegna
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