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La fede cristiana è sequela di Gesù. Credere non consiste prima di tutto in “pensare correttamente di Gesù”, ma nel seguire il suo cammino, nell’essere.

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Presentazione sul tema: "La fede cristiana è sequela di Gesù. Credere non consiste prima di tutto in “pensare correttamente di Gesù”, ma nel seguire il suo cammino, nell’essere."— Transcript della presentazione:

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2 La fede cristiana è sequela di Gesù. Credere non consiste prima di tutto in “pensare correttamente di Gesù”, ma nel seguire il suo cammino, nell’essere discepolo, nel vivere come Lui è vissuto. Non c’è conoscenza più reale di quella della fede fatta sequela. Ci rifacciamo ancora, e sempre, alla storia di Gesù perché continua a trasformare la nostra storia. E perché Lui continua a chiamarci perché la trasformiamo con Lui e come Lui. José Arregi Luca 4, 21-30 - Tempo Ordinario 4 –C- // Musica: Beethoven. Sonata violino, nº 5 in F.

3 In quel tempo, Gesù cominciò a dire nella sinagoga: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». Colui che Isaia annunciava come il futuro profeta della Buona Notizia e il liberatore da tutti i mali è già arrivato. Per Gesù, il nucleo del vangelo è essere Buona Notizia. La Buona Notizia di Gesù è parlarci di un Dio che viene incontro a noi per alleggerirci da pesi e per liberarci da gioghi. Un Dio che cura ferite, i cui tratti sono l’amore compassionevole e fedele, il perdono incondzionato e la gratuità completa. Se dico che credo in Gesù mi sento realmente amato, perdonato, liberato... sempre e incondizionatamente? La missione di Gesù, e la nostra, è guarire, liberare, accogliere... Gesù continua anche OGGI ad essere buona notizia, realizzazione di tutte le aspirazioni della persona umana.

4 Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: "Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!"». Le persone vicine a Gesù pensano di conoscerlo bene, non voglioo credere. La vicinanza e la familiarità mi impediscono di credere e di apprezzare le persone? Quello che credo di conoscere mi impedisce di essere aperto e attento alla novità, allo stupore, alla sorpresa, alla luce, alla verità? Sono capace di vedere al di là delle apparenze? Come gli abitanti di Nazaret, a volte possiamo volere che Dio riveli la sua esistenza e il suo potere mediante miracoli e prodigi. È la tentazione di cercare di fare un Dio a nostra misura che si sottometta alle nostre attese, interessi e ambizioni. Il prodigio di Gesù è quello di rinunciare a ogni potere e vanità personali. Atteggiamento proprio di chi vuole seguirlo. Nazaret

5 Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c'erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidòne. C'erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro». Il profeta Elia non fu mandato a qualcuno del popolo “eletto”, ma a una vedova di un paese pagano. Il suo discepolo Eliseo guarisce un lebbroso pure pagano. Il messaggio di Gesù, di vita, amore, verità, gioia, libertà, giustizia, pace..., arriva dalla marginalità. È universale. Non ha frontiere. Apre a tutti noi il suo progetto di liberazione per le persone diseredate ingiustamente ed escluse. Ci invita ad annunciare buone notizie, crederle, tradurle in realtà, viverle, regalarle. Il nostro compito è dimostrare, con i fatti più che con le parole, che il vangelo non è estraneo a nessuna situazione dell’essere umano.

6 All'udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino. È la seconda volta che Gesù è minacciato di morte. La prima per anteporre la vita alla religione (Mc 3,6). Quando una persona si pone dalla parte di quelli che Gesù sceglieva, quando una persona annuncia e vive il vangelo, riceve la proibizione di parlare, si cerca di “gettarla giù”, si gioca la vita. Disturba e suscita indignazione in quanti si credono in possesso della verità. Al tempo di Gesù e anche oggi. Gesù ci invita ad aprirci passo e a continuare la sua strada. Il suo messaggio di vita e di liberazione non si ferma. Per lui e con lui sempre ci saranno uomini e donne coerenti, inquieti, disposti a lottare per conseguire una situazione, un mondo più felice e più giusto per tutti.

7 Hai ricevuto un destino di un’altra parola più forte. È la tua missione essere profeta, parola del Dio vivente. Tu porterai la luce, in una dedizione perenne, poiché la tua voce è voce di Dio e la voce di Dio non dorme. Va’ per il mondo, grida alla gente: che l’ amore di Dio non ha fine né la voce di Dio si perde. Segui la tua rotta, profeta, sulla sabbia rovente. Continua a seminare nel mondo, che il frutto apparirà. Non temere se la nostra voce davanti alla sua voce si ferma, perché rifuggiamo dal dolore e la voce di Dio ci fa male. Continua a cantare profeta, canti di vita e di morte. Continua ad annunciare che il Regno di Dio viene già. Non potranno far tacere quella voce, e di nessuno puoi aver paura, poiché la tua voce è voce di Dio e la voce di Dio non muore. Vicente Mateu


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