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Una volta di più il Vangelo mette in questione la nostra vita: «al cesare quello che è del cesare e a Dio ciò che è di Dio». Molti hammp usato questo.

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Presentazione sul tema: "Una volta di più il Vangelo mette in questione la nostra vita: «al cesare quello che è del cesare e a Dio ciò che è di Dio». Molti hammp usato questo."— Transcript della presentazione:

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2 Una volta di più il Vangelo mette in questione la nostra vita: «al cesare quello che è del cesare e a Dio ciò che è di Dio». Molti hammp usato questo testo per creare una barriera tra la religione e la vita politica o sociale. Quanto era di Dio veniva posto nellambito del privato, Ridotto nelle sacrestie senza incidenza sociale. Niente è più lontano dalla realtà. Gesù di Nazaret fu il primo che si occupò della realtà pubblica: fu vicino ai sofferenti, entrò in relazione cin gli esclusi e denunciò gli abusi dei potenti. Troppo spesso non sappiamo assumere la nostra parte di respomsabilità sociale e chiudiamo gli occhi davanti a quanti soffrono. Questo è evadere dalle nostre responsabilità. Gesù Cristo, il Signore, non girò la testa ma intervenne per aiutare quanti scoprì bisognosi. Con speciale forza denunció i tentativi di soppiantare Dio da parte delle autorità religiose e politiche. Il suo messaggio fu chiaro: solo Dio è il Signore. Per questo venne crocifisso. Santiago Aparicio Testo: Matteo, 22, 15-21 // 29 Tempo Ordinario –A- Commenti e presentazione: Asun Gutiérrez. Musica: Mahler. Sinfonia 5ª. Adagetto.

3 Mt 22,15-21 In quel tempo, i farisei se ne andarono e tennero consiglio per vedere come cogliere in fallo Gesù nei suoi discorsi. Mandarono dunque da lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità. Tu non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia nessuno.Dunque, di a noi il tuo parere: è lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?». Mt 22,15-21 In quel tempo, i farisei se ne andarono e tennero consiglio per vedere come cogliere in fallo Gesù nei suoi discorsi. Mandarono dunque da lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità. Tu non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia nessuno. Dunque, di a noi il tuo parere: è lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?». Benchè non credano quanto dicono e la loro intenzione non sia buona, i farisei fanno una bellissima descrizione di Gesù. Con la domanda presentata, i farisei e gli erodiani non cercano chiarezza di coscienza, ma di toglierlo di mezzo perché dà fastidio e pone in pericolo i loro interessi. E una domanda trappola. Se risponde che è lecito pagare il tributo al cesare, giustifica il pagamento dei tributi, loccupazione romana e si pone contro la fede di tutto Israele che non accettava altra sovtanità che quella di IAHVE. Apparirà come cattivo giudeo di fronte ai farisei. Se risponde che non è lecito, si oppone al potere politico come rivoltoso e potevano debunciarlo alle autorità imperiali gli Erodiani. Benchè non credano quanto dicono e la loro intenzione non sia buona, i farisei fanno una bellissima descrizione di Gesù. Con la domanda presentata, i farisei e gli erodiani non cercano chiarezza di coscienza, ma di toglierlo di mezzo perché dà fastidio e pone in pericolo i loro interessi. E una domanda trappola. Se risponde che è lecito pagare il tributo al cesare, giustifica il pagamento dei tributi, loccupazione romana e si pone contro la fede di tutto Israele che non accettava altra sovtanità che quella di IAHVE. Apparirà come cattivo giudeo di fronte ai farisei. Se risponde che non è lecito, si oppone al potere politico come rivoltoso e potevano debunciarlo alle autorità imperiali gli Erodiani..

4 I giudei usavano di solito la moneta ufficiale romana – la più cpmune era il denario-. Cera però anche una moneta propriamente giudea che si usava quasi solo per pagare il tributo al tempio: la più comune era il siclo, che valeva quattro denari. Tra le altre monete, che spesso si accettavano nei pagamenti al tempioal Templo – per esempio, la dracma -, cerano immagini di dei e dee pagani. Sulle monete romane, usate per il tributo, cera leffigie del cesare, immagine divinizzata dellimperatore.

5 Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: «Ipocriti, perché volete mettermi alla prova? Gesù non si lascia ingannare. Prima dei finti elogi che gli fanno, pone in evidenza le cattive intenzioni di quelli che domandano, svelando la incredibile ipocrisía che si nasconde sotto il loro atteggiamento. La parola di Gesù li smaschera. Comincia a chiamarli ipocriti e continuerá a farlo, con coraggio e coerenza, durante tutto il capitolo seguente.

6 Mostratemi la moneta del tributo». Ed essi gli presentarono un denaro. Egli domandò loro: «Questa immagine e liscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare». Quale immagine di Dio mostriamo e annunciamo con le nostre parole e le opere? Quali immagini sta seguendo la mia vita? Con frequenza usiamo lespressione è la viva immagine di suo padre o madre. Mostro a a chi mi sta attorno la viva immagine del Padre mio?

7 Allora disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio». Gli avversari di Gesù parlano di pagare. Gesù parla di dare. Ci invita a dare al cesare quello che è proprio del cesare: il potere del denaro, tutto ciò che rende schiavi e opprime. Linvito a dare a Dio quello che Gli spetta lo aggiunge Gesù, senza esserne richiesto. Dare a Dio quello che è di Dio è impegnarsi per dare dignità a ogni persona, promuovere le possibilità di ciascuno e la sua maturazione, ottenere luguaglianza piena eliminado ogni schiavitù e dipendenza. Bisogna scegliere: o accetto il giogo della società del consumo, del potere, del denaro e la sua possibilità di schiacciare il prossimo; o mi pongo al servizio della causa e del progetto di Dio, unico Signore. Lunica sovranità è quella di Dio e la sua giustizia. La risposta di Gesù è la chiamata alla pienezza della libertà.

8 Signore, insegnaci a guardare il cielo, a gustare le cose di lassù, a osservare le tue parole, a sentire la tua presenza viva, a riunirci con i fratelli, ad annunciare il tuo messaggio, ad ascoltare il tuo Spirito, a seminare il tuo Regno, a percorrere le tue vie, ad attendere la tua venuta, ad essere discepoli. Signore, insegnaci come vivere sulla terra, a seguire le tue orme, a costruire la tua comunità, a condividere i tuoi doni, a scambiare i talenti, a usare bene del creato, a camminare per lampio mondo, a continuare il tuo progetto, a morire dando frutto, a essere cittadini. Ulibarri Fl.


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