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Una storia di brocche…
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Un portatore d’acqua aveva due brocche sospese alle estremità di un’asta di legno.
Una di esse conservava perfettamente l’acqua della fonte fino al villaggio, senza perderne nemmeno una goccia. L’altra, invece, aveva una crepa e perdeva la metà dell’acqua durante il percorso. Questo durò per due anni. Ogni giorno il portatore portava una brocca e mezza d’acqua al villaggio.
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La prima era fiera per la sua bellezza,
era un vaso perfetto! La seconda era rovinata… Aveva vergogna e si sentiva depressa perché riusciva a compiere soltanto la metà di quello che ci si aspettava da lei.
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Un giorno , mentre il portatore
la stava riempiendo presso la fonte, la brocca incrinata gli disse: «Mi sento in colpa… Ti prego di perdonarmi.» «Di che cosa ti vergogni?» chiese allora il portatore d’acqua. «Per quella fessura che ho riesco a portare solo la metà della mia capacità, e perdo tutto il resto. Per colpa mia tu ti affatichi e riesci a portare soltanto una parte dell’acqua che hai attinto. E per causa mia non vedi il frutto delle tue fatiche.»
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Il portatore d’acqua fu toccato da questa confessione e rispose:
«Non pensarci più. Piuttosto, mentre ritorniamo a casa, guarda i magifici fiori sul bordo della sentiero.» Durante il ritorno la vecchia brocca vide dei graziosi fiori illuminati dai raggi del sole, e se ne rallegrò. Ma continuava anche a pensare alla sua crepa e si sentiva ancora colpevole per aver perso la metà dell’acqua trasportata.
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Il portatore d’acqua disse allora alla brocca:
«Non ti sei mai accorta dei bei fiori che ci sono solo sul tuo lato del sentiero? Dall’altra parte non ce ne sono affatto! Io ho sempre saputo che tu perdevi acqua, e ne ho approfittato. Ho seminato dei fiori dalla tua parte e tu li hai innaffiati mentre andavo verso il villaggio. Senza di te non avrei mai visto crescere dei fiori così belli e graziosi.»
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Morale Tutti noi abbiamo delle crepe, delle debolezze, ferite, difetti. Siamo delle semplici brocche d’argilla. Alcuni di noi sono vecchi e fisicamente deboli, altri non brillano d’intelligenza, oppure sono troppo piccoli, troppo grandi, troppo grassi o troppo magri. Queste sono le crepe e i difetti umani. La Bibbia dice: «O Signore, tu sei nostro padre, noi siamo l’argilla. Tu sei colui che ci formi, e noi siamo tutti l’opera delle tue mani.» (Isaia 64:8)
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Il Signore disse a Samuele:
«Non badare al suo aspetto né all’altezza della sua statura... perché il Signore non vede come vede l’uomo: l’uomo infatti guarda all’apparenza, ma il Signore guarda al cuore.» 1 Samuele 16:7 Così parla Colui che è l'Alto, l‘Eccelso, che abita l'eternità, e che si chiama il Santo: «Io dimoro nel luogo eccelso e santo, ma sto vicino a chi è oppresso e umile di spirito per ravvivare lo spirito degli umili, per ravvivare il cuore degli oppressi.» Isaia 57:15 Idea presa e adattata da «Création Georgette».
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