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PubblicatoSabato Cortese Modificato 10 anni fa
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ISTITUTO COMPRENSIVO DI SASSO MARCONI Scuola Primaria di Capoluogo
Tre strade fanno una La cultura alimentare Scuola Primaria di Capoluogo classi 2^A-2^C a.s
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presentazione Maestra Michela
Ed eccoci al terzo incontro del Progetto denominato ‘Tre strade fanno una’ : il percorso finale, ma non per questo meno significativo. E’ la strada del cibo, quello legato alla nostra tradizione alimentare, che abbiamo percorso, in modo meno evidente, ma costante, per tutto l’anno scolastico. Il cibo: un valore assoluto, legato al tempo, e allo spazio. Non potrebbe essere diversamente. Così, ripercorriamo assieme questa strada, con i nostri bambini e le nostre bambine, così come noi l’abbiamo vissuta. Maestra Michela
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Indice Come si mangiava La castagna Al castagneto di Rio Verde
Dai nonni al Centro Anziani La cucina Il Mulino del Dottore Cliccando sul tasto ‘i’ si accede direttamente alla pagina desiderata
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Come si mangiava Oggi basta entrare in un supermercato per acquistare ciò che serve per mangiare, insieme a tante cose di cui potremmo fare a meno. Un tempo, invece, buona parte del lavoro dei campi o quello delle donne in casa serviva a procurarsi o a preparare il cibo. Pochi soffrivano davvero la fame, ma non c’era tanta scelta: polenta, pane nero, castagne (molto importanti per i nostri nonni!), formaggio, e poco altro. Naturalmente c’era la frutta, colta direttamente dagli alberi e la verdura dell’orto. La carne era solo per i giorni di festa o, magari, per la domenica. Il pane si faceva una volta a settimana e doveva durare per tutti e sette i giorni… Cliccando sul tasto si ritorna all’indice
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La castagna Le nonne ci hanno raccontato che un tempo il castagno era importantissimo per le famiglie contadine delle nostre zone, tanto da essere chiamato ‘l’albero del pane’: non solo perché con la farina delle castagne seccate al calore del fuoco (e con tanto fumo) si produceva poi la farina con cui fare il pane, ma anche perché di questo albero si usava proprio tutto: naturalmente i frutti, poi il legno nelle recinzioni, le foglie come letto per le mucche, i funghi che crescevano tra le radici…… Spesso le castagne bollite erano la merendina del mattino per gli scolari e la minestra di castagne era il pasto della sera.
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La preparazione…. La nonna ci ha anche detto che per avere le castagne tutto l’anno bisognava ‘annegarle’ (cioè farle stare 8 giorni nell’acqua) o seccarle in stanze speciali chiamate seccatoi, dove ogni tanto dovevano essere girate e rigirate per farle asciugare bene.. Cliccando sul tasto si ritorna all’indice
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Al castagneto di Rio verde
Un bel giorno di novembre siamo andati al castagneto di Rio Verde per dedicarci alla raccolta dei marroni, proprio come facevano i nostri nonni e i bisnonni prima di loro. Ma per noi è stato quasi un gioco…
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Le foto dell’uscita…..
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Le impressioni… La cosa che più mi ha colpito è stata la casa dei folletti, infatti non mi aspettavo di trovarla!! Quando la signora Luì ci ha fatto assaggiare i prodotti del bosco mi è molto piaciuta la farina di castagne, con il suo sapore leggero. Le caldarroste erano super!! Mi sono divertita a raccogliere le castagne, anche se mi sono punta cinquanta volte! Insomma, è stata una giornata bella, ma molto faticosa!! (Beatrice, 2^C) Visitare il castagneto di Rio Verde mi è piaciuto perché sono stata all’aria aperta.
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Hanno detto…… La farina di castagne sapeva di fumo…..(Luca)
Il miele aveva un sapore delicato…..(Thomas) Le castagne erano deliziose…. (Lorenzo) Non mi aspettavo gli assaggi…(Susanna) C’era un albero strano, come una caverna….(Melissa) Mi ha colpito il fatto che il fulmine avesse fatto un buco nell’albero….(Federico)
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Il disegno di Matteo Cliccando sul tasto si ritorna all’indice
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Dai nonni al centro anziani
Dopo qualche racconto, ci siamo divertiti a preparare i biscotti! Nonna Mirna ha impastato gli ingredienti e noi ci siamo dati da fare per tagliare la pasta con le formine. Presto dal forno è uscito un profumino gradevole, di cibo dolce, buono, che faceva venire l’acquolina in bocca e la voglia di mangiare….. I biscotti tiepidi erano davvero squisiti! Ce n’ erano così tanti che ne abbiamo ricevuto un sacchetto a testa da portare a casa!! Ieri mattina, giovedì, siamo andati al Centro Anziani di Sasso Marconi a trovare i nonni che ci aspettavano per una lezione……di castagne!!
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Una volta con le castagne si facevano…..
Il castagnaccio (torta dolce) Le castagne bollite (balùs) Le caldarroste (fruslòt) Marron glacé Frittelle Polenta Minestra Farina Biscotti Noi abbiamo fatto i biscotti e le mistocchine, (che qui da noi sono come dei biscotti, ma più gonfi e morbidi); un tempo in città assomigliavano a frittelline che venivano cotte da signore , agli angoli delle strade, chiamate, appunto ‘ le mistocchinaie’. Cliccando sul tasto si ritorna all’indice
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La cucina Parlando del cibo e della loro preparazione, non si può non ricordare la cucina, vero cuore della casa antica. Anche noi l’abbiamo vista, ma vista davvero, nella sua ricostruzione al Museo di Bentivoglio……
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Naturalmente non c’era l’acqua in casa e perciò in un angolo doveva trovare posto il secchio per l’acqua presa al pozzo con un mestolo per poter bere. In una parete c’era il farinaio, un grande mobile che conteneva tutta la farina (di grano e di castagne), e nell’altra parete era posizionata la madia, che serviva per far riposare e lievitare l’impasto del pane. Siccome bisognava impastare un’enorme quantità di pasta (il pane si faceva in casa una volta a settimana ) c’era la gramolatrice, uno strumento che aiutava a lavorare l’impasto del pane che veniva poi cotto nel forno, spesso fuori casa .Sempre in cucina c’erano anche specchietto e rasoio, perché gli uomini potessero farsi la barba, visto che non c’era il bagno. C’era un grandissimo tavolo, per poter ospitare tutta la famiglia, che in media era formata da dodici persone. L’elemento fondamentale era il grande camino, che serviva per scaldarsi e cucinare. Il fuoco era ravvivato da una specie di ventaglio di piume , e attaccato alla catena c’era il paiolo per la polenta, tenuto fermo dal coppo. Nella parete accanto c’era il buco per i grandi fiammiferi e la cassetta del sale, (utile anche per conservare i cibi) con una croce sul coperchio. Cliccando sul tasto si ritorna all’indice
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Il mUlino del dottore Finalmente arriva la visita al Mulino del Dottore, luogo antico e suggestivo che ha raccontato ai miei bambini e alle mie bambine di tempi lontani e di antichi mestieri. Competenze che si stanno perdendo, ma fortunatamente c’è chi crede ancora che qualità e sapienza antica siano valori assolutamente moderni…… Lì al mulino non si può che essere d’accordo
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La visita al mulino Questo e’ il racconto di Antonio….
Ieri siamo andati al Mulino del Dottore. Siamo partiti alle 8,45; abbiamo preso il pulmino e siamo andati. La signora Marisa, la proprietaria, ci ha spiegato come funzionavano i canali e dove finiva l’acqua. Ci siamo divisi in due gruppi ; la 2^A insieme alla maestra Agata e la maestra Michela sono andati all’interno del mulino, mentre noi con la maestra Grazia e la maestra Elisabetta abbiamo visitato l’esterno: i campi, la chiesina, i silos, che sono grandi contenitori….. (continua….) Questo e’ il racconto di Antonio….
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Dopo siamo andati a vedere le ruote, cioè gli ingranaggi
Dopo siamo andati a vedere le ruote, cioè gli ingranaggi. Andavano velocissimi, con l’acqua, tanto che io, Matteo e Lorenzo ci siamo bagnati. Infine siamo andati a fare la merenda, abbiamo giocato un po’ e poi siamo rientrati a scuola. La cosa che mi è piaciuta di più sono stati gli ingranaggi che andavano velocissimi…..!! …Poi a gruppetti abbiamo visitato l’interno del mulino. C’erano le macine per la farina; il signor Filippo ci ha spiegato che andavano con l’acqua che metteva in movimento gli ingranaggi
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Le fotografie….. Eccoci che guardiamo il grano che si sta macinando…
Alla fine eravamo bianchi come il mugnaio!! La tramoggia è collegata alle macine Cliccando sul tasto si ritorna all’indice
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Considerazioni finali
Anche in questo lavoro, come sempre, ho avuto compagni di viaggio preziosi, che mi hanno aiutato. Penso alle colleghe, pazienti (o rassegnate) nei miei riguardi. Penso agli incontri importanti (Raffaela, la signora Marisa del Mulino, le nonne del Centro Anziani), penso alle persone che più volte hanno incrociato la loro strada con la mia (la signora Acquaderni) . Penso di essere stata molto fortunata. A tutti loro, come sempre, va il mio grazie. Il più grande, naturalmente, è per i miei bambini e le mie bambine.
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Fine
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