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PubblicatoConcettina Palma Modificato 10 anni fa
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L’accoglienza è determinante
nella catechesi. Un ragazzo che non è ben accolto e guardato con simpatia, non riceverà nulla!
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All’inizio di ogni incontro
“Io ho un mezzo per accogliere bene ogni ragazzo”, dice Severina, “faccio un piccolo diario di ciò che ognuno mi dice: preoccupazioni, compagni, sport preferito, scuola, feste di famiglia”.
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All’inizio di ogni incontro
“Prima dell’incontro rileggo le mie note, ed è già un modo di pensare a loro, di prepararmi ad accoglierli”.
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All’inizio di ogni incontro
Evitate di aggredirli fin dall’inizio con discorsi troppo impegnativi. “I primi minuti sono decisivi. Mi accorgo subito se il menu è gradito, se ho saputo destare il loro appetito” (Raffaella)
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Chiamateli per nome Ognuno deve sentirsi coinvolto in forma personale. Quando qualcuno è stato assente, ricevetelo con particolare attenzione. “Come stai, Chiara? Ti è passato il raffreddore?”. Incaricate qualcuno che riassuma qualcosa dell’incontro precedente.
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Anche la sala dove si fa catechesi
ha il suo peso A volte è una stanza brutta e disordinata, piena di tutto, rumorosa. Assicuratevi che l’ambiente sia arioso e gradevole, che ciascuno abbia un posto comodo,che tutti si sentano a proprio agio: i ragazzi, ma anche il catechista!
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La preghiera dei ragazzi e quella del catechista
La preghiera crea nel gruppo un clima speciale. A volte si trasforma addirittura in un’esperienza indimenticabile.
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La preghiera dei ragazzi e quella del catechista
Il catechista deve prepararsi per fare tutto questo. “Quando ho finito di preparare ogni cosa, mi prendo un momento di silenzio e affido a Dio il mio incontro, invoco lo Spirito Santo” (Marisa)
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