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ECONOMIA DEL TERRITORIO anno accademico 2009-2010
APPUNTI DELLE LEZIONI Lezione 12 Lo scienziato non è l’uomo che fornisce le vere risposte; è quello che pone le vere domande. (C. Lévi-Strauss)
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PROBLEMI DEI DISTRETTI
Basso contenuto tecnologico presente nei settori tradizionali; Dimensione delle imprese troppo piccola; Specializzazione settoriale in aumento nel tempo; Struttura simile alle economie in sviluppo piuttosto che a quelle dei Paesi OCSE
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UN PARADOSSO ITALIANO I T A L I A
Tecnologia fattore di competizione nelle economie avanzate; Livello dei salari basso nelle economie in fase di sviluppo; I T A L I A Struttura dei salari da paese avanzato; Struttura industriale da paese in via di sviluppo Malgrado tutto il tasso di crescita è stato buono anche se ha rallentato negli anni 90
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UNA POSSIBILE SPIEGAZIONE
Azzardare una spiegazione non è cosa agevole ma la teoria dei Distretti Industriali evidenzia i seguenti vantaggi: Flessibilità e specializzazione (struttura non gerarchica, rete subfornitura interna,specializzazione per fasi); Identità dei distretti locali (condivisione valori,competizione/collaborazione, tradizione e diffusione delle informazioni); Rete interna (divisione del lavoro, specializzazione,esternalizzazioni); Rete esterna (rapporti commerciali a inizio e fine ciclo)
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VANTAGGI COMPETITIVI DEI DISTRETTI ITALIANI
L’effetto distretto, secondo un ricerca di Banca Italia ( )curata da Luigi Federico Signorini, è significativo i tutti i settori dell’industria leggera. I settori in cui l’esportazione italiana gode di vantaggi sono quelli a basso contenuto tecnologico da cui deriva che la competitività è prevalentemente fondata sui bassi prezzi. Questa seconda constatazione ci riporta alla radice dei problemi come inizialmente definita.
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UNO SGUARDO ALL’ AVVENIRE
TRA LE PROBLEMATICHE CHE GENERANO PREOCCUPAZIONE SULLA SORTE DELL’ATTUALE STRUTTURA DEI DISTRETTI LA CITATA RICERCA DI BANCA ITALIA EVIDENZIA: Scarsa adozione di ICT(da considerare come criticità alla luce della globalizzazione dei mercati); Rapporto tra ICT e dimensioni (la diffusione delle ICT cresce con la dimensione dell’impresa); Excess returns non sfruttati(denotano problematiche culturali ed organizzative) Relazione tra crescita d’impresa e dimensione(la crescita della produttività del lavoro è connessa alla dimensione)
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RICERCA DI BANCA ITALIA ALCUNI RISULTATI
Pro e contro della identificazione dicotomica dei distretti Significativi differenziali di efficienza Idem per la performance sui mercati esteri Diversa ‘topologia’ per distretti giovani e maturi Differenze significative ma modeste nel mercato del lavoro Risultati deboli e/o contraddittori circa il credito
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PROBLEMI SPECIFICI CODIFICA DELLE CONOSCENZE
ICT più adatta a reti gerarchiche? Scarso livello di istruzione formale nei distretti (Cannari-Signorini) COMPLEMENTARITÀ ICT/RIORGANIZZAZIONE Irrilevante per imprese distrettuali? Modifica dei vantaggi relativi?
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Segue PROBLEMI SPECIFICI
SUBFORNITURA / OUTSOURCING Decentramento produttivo all’esterno dell’area spesso osservato Ma non vi sono segnali di disgregazione La ‘topologia distrettuale’ come utile strumento per disporre di un’evidenza più sistematica
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Segue PROBLEMI SPECIFICI
TECNOLOGIA E COMUNITÀ LOCALE Auto e treni per spostamenti pendolari: la dimensione territoriale di una collettività da 955 (1981) a 784 (1991) a …? Reti di comunicazione: scomparsa delle culture locali? Internet: distanze fisiche irrilevanti?
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Segue PROBLEMI SPECIFICI
DISTRETTI VIRTUALI? Contratti di subfornitura via Internet e “B2B” Collettività virtuali: Sistemi di valori?... Linguaggi idiosincratici?... “Conoscenza tacita”?... Fiducia?... FINE DELL’ANCORAGGIO AL TERRITORIO? Una questione di ‘ampiezza di banda’...
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UN POSSIBILE INQUADRAMENTO PER IL FUTURO?
Da quanto sino ad ora esaminato si aprono due tipologie di approccio per una ridefinizione dei distretti industriali: I DISTRETTI INDUSTRIALI DEL TERZO MILLENNIO L’EFFETTO DISTRETTO ESISTE ANCORA? QUESTI SARANNO GLI ARGOMENTI DELLE PROSSIME LEZIONI
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