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L’opt-out Britannico dall’Unione Monetaria Europea

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Presentazione sul tema: "L’opt-out Britannico dall’Unione Monetaria Europea"— Transcript della presentazione:

1 L’opt-out Britannico dall’Unione Monetaria Europea
Analisi e comparazione della politica monetaria in Europa attraverso la Regola di Taylor Dott.ssa Ilaria Musumeci

2 Introduzione PARTE I L’opt-out britannico dall’Unione Monetaria Europea (UME) «Co-operazione rafforzata» nell’Unione economica e monetaria L’opting-out : il caso del Regno Unito. Il Regno Unito e l’UME: Analisi di convergenza I Criteri di Maastricht I «Five Tests»: Convergenza e flessibilità; PARTE II Banca Centrale Europea e Bank of England La Banca Centrale Europea : Architettura istituzionale, Obiettivi, Strategia); La Bank of England: Architettura istituzionale, Obiettivi, Strategia); PARTE III Analisi empirica della condotta monetaria in Europa La Taylor Rule (Taylor, 1993); Stime empiriche: la politica monetaria della BCE e della BoE a confronto

3 L’opt-out britannico dall’Unione Monetaria Europea
PARTE I L’opt-out britannico dall’Unione Monetaria Europea

4 Unione Monetaria Europea
«Co-operazione rafforzata» L’Unione Monetaria Europea (UME) nasce nel 1999 come forma di «co-operazione rafforzata» connessa alla realizzazione di «alto grado di sostenibile convergenza» tramite il rispetto di specifici criteri economici (Criteri di Maastricht) In questo contesto, si definisce «Stato membro con deroga» lo Stato membro dell’Unione: che non soddisfi le condizioni necessarie per l’adozione della moneta unica. Violazione dei criteri di Maastricht [art. 122, TCE]. che richieda l’esenzione dalle disposizioni relative all’unione economica e monetaria. Clausola di opting out. NB: La clausola di opt-out non è concessa agli Stati membri acquisiti tramite i più recenti allargamenti dell'UE (2004 e 2007), vincolati dai rispettivi trattati di adesione all'introduzione della moneta unica sul sentiero di convergenza stabilito a Maastricht.

5 Unione Monetaria Europea
«L’opt-out » del Regno Unito Nel 1997, il Regno Unito ha «notificato la propria intenzione di non partecipare alla terza fase dell’unione economica e monetaria» [Protocollo n.15, Trattato che istituisce la Comunità Europea]. In conseguenza all’esercizio della clausola di opting out: «[…]Mantiene i suoi poteri nel settore della politica monetaria». Mantiene il controllo sullo strumento nazionale di cambio [Protocollo (n.15) su talune disposizioni relative al Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord] « Il Regno Unito non deve essere obbligato né deve impegnarsi ad adottare l’euro senza che il suo governo e il suo parlamento abbiano preso una decisione in questo senso» Il Regno Unito non aderisce infatti al meccanismo di cambio ERM-II in violazione del criterio di Maastricht sulla convergenza dei tassi di cambio

6 Il Regno Unito e l’UME «Analisi di convergenza»
Sia nel 1997 che nel 2003, il governo britannico ha avviato un processo di verifica dello stato di convergenza economica del Regno Unito e dell’Eurozona particolarmente rivolto all’analisi: Dell’adempimento dei criteri di Maastricht; Dei costi e benefici dell’ingresso nell’unione monetaria («Five Tests»): Il raggiungimento di un’adeguata convergenza ciclica e strutturale; Elevata flessibilità nel sistema dei prezzi e del mercato del lavoro; Un alto grado di integrazione finanziaria. Sebbene il Regno Unito rispettasse i criteri di Maastricht [ad eccezione della violazione della condizione di coordinazione valutaria]; Il livelli di convergenza e flessibilità venivano giudicati tuttavia insufficienti: A scongiurare l’eventualità di shock asimmetrici nell’unione monetaria; A compensare la significativa divergenza negli obiettivi e strategie di politica monetaria della Bank of England e della Banca Centrale Europea. Nel 2003

7 Il Regno Unito e l’UME I Criteri di Maastricht
Convergenza dei tassi d’inflazione Convergenza dei tassi d’interesse Stabilità di cambio Disavanzo di bilancio Debito pubblico Tasso d’inflazione non supera di più dell’1,5% la media dei tre tassi d’inflazione più bassi conseguiti dagli stati membri Tasso d’interesse di lungo periodo (10 anni) non superiore del 2% alla media dei tassi d’interesse registrati nei tre stati membri con il minore livello d’inflazione. Nessuna svalutazione durante i due anni precedenti l’ingresso nell’Unione. Rapporto deficit/Pil non superiore al 3% Rapporto debito/Pil non superiore al 60%

8 Convergenza dei tassi d’interesse di lungo periodo (10 anni)
Il Regno Unito e l’UME Convergenza dei tassi d’interesse di lungo periodo (10 anni) Il Regno Unito e i Criteri di Maastricht Fonte: Eurostat

9 Condizioni di Finanza Pubblica (Rapporto Debito/PIL)
Il Regno Unito e l’UME Il Regno Unito e i Criteri di Maastricht Condizioni di Finanza Pubblica (Rapporto Debito/PIL) 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 42% 41% 43% 44% 53% 68% 79% 86% 90% Fonte: Eurostat

10 Condizioni di Finanza Pubblica
Il Regno Unito e l’UME Il Regno Unito e i Criteri di Maastricht Condizioni di Finanza Pubblica Fonte: Eurostat

11 Il Regno Unito e l’UME I «Five Tests» (1997)
La Convergenza durevole dei cicli economici; La Flessibilità nel sistema dei prezzi e nel mercato del lavoro; Prospettive di investimento a lungo termine nel Regno Unito; Impatto positivo sul mercato dei servizi finanziari britannico. Competitività di Londra quale fondamentale centro finanziario in Europa; Impulso alla crescita, alla stabilità ed allo sviluppo dell'impiego nel Regno Unito; [Statement by the Chanchellor on the Economic and Monetary Union”, ]

12 Il Regno Unito e l’UME I «Five Tests» - Convergenza dei cicli economici [Statement by the Chanchellor on the Economic and Monetary Union”, 1997] Fonte: OECD

13 Il Regno Unito e l’UME I «Five Tests» - Convergenza Strutturale
[Statement by the Chanchellor on the Economic and Monetary Union”, 1997,2003] Fonte: HM Revenue and Customs

14 Il Regno Unito e l’UME I «Five Tests» - Convergenza Strutturale
[Statement by the Chanchellor on the Economic and Monetary Union”, 1997,2003] Fonte: HM Revenue and Customs

15 Il Regno Unito e l’UME Tasso di cambio di conversione 1,37 Fonte: OECD

16 Il Regno Unito e l’UME I «Five Tests» - Flessibilità del mercato del lavoro [Statement by the Chanchellor on the Economic and Monetary Union”, 1997,2003] Fonte: OECD

17 Il Regno Unito e l’UME I «Five Tests» - Flessibilità del mercato del lavoro [Statement by the Chanchellor on the Economic and Monetary Union”, 1997,2003] Fonte: OECD

18 Banca Centrale Europea e Bank of England
PARTE II Banca Centrale Europea e Bank of England

19 La Banca Centrale Europea
Il Modello Tedesco Obiettivi della Banca Centrale Architettura istituzionale Stabilità dei prezzi. La stabilità dei prezzi è considerato obiettivo primario. La Banca Centrale opera principalmente per il controllo dell’inflazione e, subordinato a questo, per l’eventuale perseguimento di obiettivi secondari. Indipendenza La Banca Centrale svolge le proprie funzioni senza subire interferenze dalle autorità politiche (indipendenza politica). Definisce obiettivi, strategie, decisioni relative al tasso d’interesse in piena autonomia operativa (indipendenza negli strumenti).

20 La Banca Centrale Europea
Obiettivi Stabilità dei prezzi (Obiettivo primario) Stabilità macroeconomica Art (Trattato sull’Unione Europea) « L'obiettivo principale del SEBC [Sistema Europeo delle Banche Centrali] è il mantenimento della stabilità dei prezzi.» Art (Trattato sull’Unione Europea) «Fatto salvo l'obiettivo della stabilità dei prezzi, il SEBC sostiene le politiche economiche generali nella Comunità […] articolo 2»

21 La Banca Centrale Europea
Obiettivi Stabilità dei prezzi (Obiettivo primario): Art (Trattato sull’Unione Europea) « L'obiettivo principale del SEBC [Sistema Europeo delle Banche Centrali] è il mantenimento della stabilità dei prezzi.» Un «elevato livello di occupazione» Natura strutturale della disoccupazione sulla quale la politica monea responsabilità di intervento.Il valore obiettivo del tasso di disoccupazione è fissato in corrispondenza del NAIRU. «Crescita sostenibile e non inflazionistica» Correzione delle distorsioni inflazionistiche determinate dalle fluttuazioni dell’output rispetto al suo potenziale (output gap). Stabilità macroeconomica Art (Trattato sull’Unione Europea) «Fatto salvo l'obiettivo della stabilità dei prezzi, il SEBC sostiene le politiche economiche generali nella Comunità […] articolo 2»

22 La Banca Centrale Europea
Obiettivi Stabilità dei prezzi (Obiettivo primario): Stabilità macroeconomica Un «elevato livello di occupazione» Natura strutturale della disoccupazione sulla quale la politica monea responsabilità di intervento. Il valore obiettivo del tasso di disoccupazione è fissato in corrispondenza del NAIRU. «Crescita sostenibile e non inflazionistica» Correzione delle distorsioni inflazionistiche determinate dalle fluttuazioni dell’output rispetto al suo potenziale (output gap).

23 La Banca Centrale Europea
Banca Centrale conservatrice Weight Conservative [Rogoff, 1985] Target Conservative [Svensson, 1995] BCE u1 Target disoccupazione = 0% Target disoccupazione = NAIRU

24 La Banca Centrale Europea
Indipendenza politica - Autonomia Indipendenza dalle istituzioni politiche nazionali e dagli organi comunitari [art. 107, TUE]. Limitazione delle attività di finanziamento dei disavanzi pubblici, Lender of Last Resort [art 104, TUE]. Procedura rafforzata di revisione dello Statuto Lo Statuto del SEBC della Banca Centrale Europea, in quanto annesso al Trattato sull’Unione Europea, è parte integrante di trattato internazionale. La revisione dello stesso richiede voto di unanimità e ratifica da parte di tutti gli stati membri dell’Unione Europea.

25 La Banca Centrale Europea
Indipendenza politica – Meccanismi decisionali Diritto di voto permanente 15 BCN hanno diritto di voto Comitato esecutivo: Presidente bce; 2 vice- presidenti; 4 direttori bce Consiglio Direttivo 17 Banche Centrali Nazionali (BCN) dei Paesi dell’ Area Euro Gruppo 1 : 5 governatori ; Gruppo 2: metà; Gruppo 3 Rimanenti 1° GRUPPO (5 MEMBRI; 4 Voti) 2° GRUPPO (1/2 BCN; 8 Voti) 3° GRUPPO: (RESTANTI BCN; 3 Voti)

26 La Banca Centrale Europea
Indipendenza operativa STRATEGI A Definizione degli obiettivi finali ed intermedi di politica monetaria. Definizione dei meccanismi di monitoraggio del sistema macroeconomico. Pianificazione degli interventi di politica monetaria medio e lungo periodo. Intervento esclusivo sui tassi d’interesse e sull’offerta di moneta.

27 La Banca Centrale Europea
STRATEGIA di politica monetaria (1) INFLATION TARGETING STRUMENTO Tasso d’interesse OBIETTIVO INTERMEDIO Inflazione attesa OBIETTIVO FINALE Inflazione Influenzare le condizioni del mercato monetario (tassi d’interesse a breve) per assicurare la stabilità dei prezzi nel medio periodo: Analisi delle interrelazioni tra le variabili economiche e finanziarie; Monitoraggio dei rischi per la «stabilità dei prezzi» medio periodo. Ancoraggio intermedio delle aspettative inflazionistiche: Approccio alla politica monetaria in un’ottica di lungo periodo; Credibilità e trasparenza della strategia di politica monetaria.

28 La Banca Centrale Europea
STRATEGIA di politica monetaria (1) Definizione quantitativa della Stabilità dei prezzi («Bollettino Mensile», BCE , gennaio 1999) « La stabilità dei prezzi è definita come un tasso d’incremento annuo dell’indice armonizzato dei prezzi al consumo [Harmonized Consumer Price Index, HICP] per l’area euro inferiore al 2%. Essa deve essere mantenuta in un orizzonte di medio termine» Contro la deflazione …trappola della liquidità Benefici dell’inflazione Rischio di inflazione troppo bassa in alcuni paesi

29 La Banca Centrale Europea
STRATEGIA di politica monetaria (1) Analisi dei rischi per la stabilità dei prezzi: i «Due pilastri». Analisi monetaria Relazione diretta tra crescita della moneta ed inflazione nel medio/lungo periodo. Ancora nominale per le previsioni di inflazione. 2% «Valore di riferimento» per la crescita di moneta Δm = Δp + Δy – Δv CRESCITA DI MONETA INFLAZIONE CRESCITA DEL PIL REALE VELOCITA’ DI CIRCOLAZIONE 4,5% 2% 2% 0,5%

30 La Banca Centrale Europea
STRATEGIA di politica monetaria (1) Analisi dei rischi per la stabilità dei prezzi: i «Due pilastri». Analisi ECONOMICA Analisi degli andamenti economici e finanziari correnti e dei rischi collegati per la stabilità dei prezzi nel breve medio periodo. Analisi degli shock e del loro effetto sulla stabilità dei prezzi. Variabili monitorate: Prodotto complessivo Domanda aggregata e sue componenti (es. consumo); Mercati dei capitali e del lavoro; Bilancia dei pagamenti; Tasso di cambio

31 La Banca Centrale Europea
Shock di domanda e offerta

32 La Banca Centrale Europea
Shock asimmetrici BCE

33 La Bank of England Il Modello Anglo-francese
Obiettivi della Banca Centrale Architettura istituzionale Stabilità dei prezzi e obiettivi macroeconomici Oltre la stabilità dei prezzi, Banca Centrale persegue diversi obiettivi (stabilizzazione del ciclo economico; elevato livello di occupazione; stabilità finanziaria, ecc.): Indipendenza La Banca Centrale è subordinata alle autorità di governo (HM Treasury) che stabiliscono gli obiettivi di politica monetaria. Dal 1998, la Bank of England gode di piena autonomia operativa nella definizione della strategia e nell’implementazione della politica monetaria (indipendenza negli strumenti).

34 La Bank of England (BoE)
Indipendenza politica 1964 1946. 1998. 2009. La BoE nasce come istituto di credito per il finanziamento del debito pubblico registrato dal Governo britannico. [Bank of England Act, 1694] Capitale della BoE sotto proprietà pubblica. La politica monetaria sotto il controllo dello Stato [Bank of England Act, 1946]. Indipendenza operativa. L’HM Treasury definisce ancora gli obiettivi della politica monetaria [Bank of England Act, 1998]. Parziale riforma delle attribuzioni della BoE e della strategie di vigilanza monetaria e finanziaria. [Bank of England Act, 2009].

35 La Bank of England (BoE)
Indipendenza politica - Struttura Stabilità Finanziaria Stabilità monetaria Court of Directors: governatore boe; 2 vice- governatori; 9 direttori non-esecutivi. Bank of England Monetary Policy Committe (MPC) 5 membri interni; 4 membri esterni (hm treasury); 1 membro delegato (hm treasury) Ned-Co Core Purposes [Bank of England Act, 2009]

36 La Bank of England Obiettivi (HM Treasury) Stabilità dei prezzi
Stabilità macroeconomica Stabilità finanziaria Part II – art. 11 (Bank of England Act, 1998) « […] To support the economic policy of Her Majesty’s Government including its objectives for growth and employment» PART I –art. 2(Financial Services Act, 2012) « […] contribute to protecting and enhancing the resilience of the UK financial system […] (must not have) significant adverse effect on the capacity of the financial sector to contribute to the growth of the UK economy in the medium or long term”

37 «FLEXIBLE»INFLATION TARGETING
La Bank of England STRATEGIA di politica monetaria (1) «FLEXIBLE»INFLATION TARGETING (1992) STRUMENTO Tasso d’interesse OBIETTIVO INTERMEDIO Inflazione attesa OBIETTIVO FINALE - Inflazione - Stabilità del ciclo economico - Occupazione

38 La Bank of England (BoE)
STRATEGIA 1992 1997. 2003. Definizione quantitativa della Stabilità dei prezzi Range 1%-4% misurato sulla variazione annuale del RPIX (Retail Price Index, esclusi gli interssi pagati sui mutui). Target del 2,5% valutato sulla variazione annuale dell’indice RPIX. Target del 2% misurato sulla variazione annuale dell’indice HICP (Harmonised Index of Consumer Prices)

39 La Bank of England STRATEGIA STABILIZZAZIONE MACROECONOMICA (1)
[Budget 2013, HM Treasury, maggio 2013] Politiche fiscali Riduzione del deficit (Annual Managed Expenditure); Credibilità fiscale (riduzione complessiva dei tassi d’interesse di lungo termine); Riforme strutturali Mercato immobiliare; Infrastruttura; Occupazione; Politica monetaria Supporto alla domanda aggregata; Stabilità dei prezzi; Credit easing; Contro la deflazione …trappola della liquidità Benefici dell’inflazione Rischio di inflazione troppo bassa in alcuni paesi

40 La Bank of England STRATEGIA
STABILIZZAZIONE MACROECONOMICA (2) Ruolo della Politica Monetaria «Flexible» Inflation Targeting Valutazione «flessibile» dei trade-off di breve/medio termine tra stabilità dei prezzi, riduzione della volatilità dell’output, riduzione della disoccupazione. Possibile deviazione dell’inflazione dal proprio target quantitativo. In «condizioni eccezionali», eventuale revisione del target quantitativo di inflazione e di obiettivi intermedi a supporto dello sviluppo economico. Contro la deflazione …trappola della liquidità Benefici dell’inflazione Rischio di inflazione troppo bassa in alcuni paesi

41 La Bank of England STRATEGIA
STABILIZZAZIONE MACROECONOMICA (2) Ruolo della Politica Monetaria Credit Easing (Misure non-convenzionali) Asset Purchase Facility (APF) Funding and Lending Scheme (FLS) Avviata nel Misura di quantitative easing volta ad assicurare la liquidità del sistema di credito attraverso l’acquisto di titoli tramite l’emissione di riserve (375 miliardi di sterline). Contro la deflazione …trappola della liquidità Benefici dell’inflazione Rischio di inflazione troppo bassa in alcuni paesi A complemento dell’APF, ha l’obiettivo di ridurre il costo di finanziamento del sistema bancario e fornire incentivi all’incremento di credito bancario ai consumatori ed ai servizi non-finanziari britannici.

42 La Bank of England STRATEGIA
STABILITA’ FINANZIARIA (cautela macro-prudenziale) [Financial Services Act, 2012] Identificazione, Monitoraggio, Riduzione dei «rischi sistemici» per il sistema finanziario britannico. Definizione dei «rischi sistemici»: Caratteristiche strutturali del sistema finanziario e di rapporti tra istituzioni finanziarie; Distribuzione del rischio nel settore finanziario; Livelli insostenibili di indebitamento e crescita del credito. Stretta co-ordinazione con il HM Treasury nella definizione delle misure: Counter-cyclical capital buffer. Contro la deflazione …trappola della liquidità Benefici dell’inflazione Rischio di inflazione troppo bassa in alcuni paesi

43 Analisi empirica della condotta monetaria in Europa
PARTE III Analisi empirica della condotta monetaria in Europa

44 it = f(πt ; yt) = i*+ βπ(πt -π*) + βy (yt – y*) (1)
Taylor Rule Modello Base (J.B.Taylor, 1993) it = f(πt ; yt) = i*+ βπ(πt -π*) + βy (yt – y*) (1) it Tasso d’interesse a breve termine (3 mesi); πt Tasso d’inflazione; π* Target inflazionistico; yt PIL Reale y* PIL potenziale Output Gap Contro la deflazione …trappola della liquidità Benefici dell’inflazione Rischio di inflazione troppo bassa in alcuni paesi

45 Taylor Rule Modello- Interest rate smoothing (Sack and Wieland, 2000)
it = f(πt ; yt; it-1) = i*+ ρit-1 + β/(1-ρ) (πt -π*) + γ/ (1-ρ) (yt – y*) (2) it Lag del Tasso d’interesse a breve termine (3 mesi); Contro la deflazione …trappola della liquidità Benefici dell’inflazione Rischio di inflazione troppo bassa in alcuni paesi

46 it = α+ βπt + γ (yt – y*) + εt (3)
Taylor Rule Metodologia – Stima del modello di regressione Modello Base (Taylor, 1993): it = α+ βπt + γ (yt – y*) + εt (3) Interest rate smoothing (Sack and Wieland, 2000): it = α /(1-ρ) + ρit-1 + β/(1-ρ) (πt -π*) + γ/ (1-ρ) (yt – y*)+ ut (4) α = i* + 0,5 π*) Costante εt ~N(0, σ2) Termine di errore Contro la deflazione …trappola della liquidità Benefici dell’inflazione Rischio di inflazione troppo bassa in alcuni paesi ut ~N(0, σ2) Termine di errore

47 Taylor Rule Metodologia – Stima del modello di regressione
Metodo di stima Ordinary Least Square (OLS) Campione 1999q1 – 2010q3 (Trimestrale) Dati Fonte: Eurostat Output gap Contro la deflazione …trappola della liquidità Benefici dell’inflazione Rischio di inflazione troppo bassa in alcuni paesi Il PIL potenziale è stato calcolato attraverso l’applicazione del filtro HP (Hodrick and Prescott, 1986) alla serie del PIL Reale. L’output gap è calcolato come deviazione percentuale del PIL dal suo potenziale: 100*(yt – y*) /y*.

48 Taylor Rule Risultati Attesi
Risposta stabilizzante di entrambe le Banche Centrali alle variazioni dell’inflazione; Maggiore coinvolgimento della BoE nella stabilizzazione delle fluttuazioni dell’output. Continuità nelle decisioni di politica monetaria (interest rate smoothing) Contro la deflazione …trappola della liquidità Benefici dell’inflazione Rischio di inflazione troppo bassa in alcuni paesi

49 Taylor Rule Risultati Banca Centrale Europea Bank of England ρ βπ βy
Modello ρ βπ βy R2 Taylor Rule Base (3) / 0.94*** 0.12 0.51 Interest Rate Smoothing (4) 0.82*** 1.12* 0,76* 0.92 Bank of England Contro la deflazione …trappola della liquidità Benefici dell’inflazione Rischio di inflazione troppo bassa in alcuni paesi Modello ρ βπ βy R2 Taylor Rule Base (3) / 0.05 0.63*** 0.92 Interest Rate Smoothing (4) 0.72*** -0.43 1.35** 0.88 * p-value< 0,05, **p-value<0,01, ***p-value <0,001


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