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La figura del criminologo in letteratura
Ogni epoca dà origine a narrative di fiction che esprimono e costituiscono il rapporto che una certa struttura sociale intrattiene con le proprie devianze e con i suoi modi di affrontarle. L’approccio della narrativa può essere uno strumento molto fecondo per approfondire le conoscenze sull’uomo e più in particolare cogliere in esse universali riguardanti il delitto. La letteratura di fiction noir e/o gialla può, d’altra parte, fornire casi criminologici da trattare come se fossero veri, dal momento che ogni narrativa è autoreferenziale e pone se stessa in modo veridico.
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L’ambiguità della figura del criminologo
La figura del criminologo, mutata nel tempo in maniera sostanziale e spesso ambigua nell’immaginario collettivo, nella lettura che ne fa una società, è più legata alla rappresentazione che di tale professionista fa la fiction (letteratura, poi cinema, poi anche televisione) piuttosto che alle sue reali peculiarità professionali, speso note solo agli addetti ai lavori.
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Ma chi è oggi, realmente, il criminologo?
La criminologia è una scienza complessa e pluridisciplinare, sia teorica che pratica; essa include le scienza criminali che studiano i fatti delittuosi di vari punti di vista ( vittimologia, politica criminale, diritto penale, diritto penitenziario, psicologia giudiziaria e giuridica, criminalistica) e integra molte scienze umane nella propria attività ( sociologia, medicina e, in specie, la psichiatria, la psicologia, la statistica, etc) . Nella fiction la rappresentazione del professionista che si occupa di tale disciplina è stata da sempre parziale e, spesso, distorta.
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… e chi è il criminologo rappresentato nella narrativa di fiction?
La figura del criminalista-criminologo ha subito una ben precisa evoluzione nella narrativa con peculiari differenze legate ai differenti periodi storici, mostrando una certa aderenza ai principi scientifici in auge in ogni singola epoca : detectivepoliziottopsichiatra (alienista in origine)criminalistamedico-legalepsicologopsichiatra forensepoliziotto-psicologo-tuttologocriminologo (avvocato-medico legale-psichiatra-psicologo). Fatto storico: nel 1843, in Inghilterra, nel processo McNaghten venne chiamato per la prima volta uno psichiatra per accertare lo stato di mente di un imputato al momento del delitto.
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… e chi è il criminologo rappresentato nella fiction?
I primi autori del genere poliziesco si rivelarono capaci di precorrere i tempi, stimolando e, a volte, addirittura indicando nuove strade alla ricerca scientifica. Nel 1841 venne pubblicato “ I delitti della via Morgue” di Edgar Allan Poe; è il primo racconto in cui compare il personaggio di Auguste Dupin che poi tornerà in altri due racconti di Poe: “Il mistero di Maria Roget” del 1842 e “La lettera rubata” del Dupin, un detective, è il primo “criminalista” degno di tale nome che compare in letteratura.
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L’indagine deduttiva dell’investigatore razionale Dupin.
Dupin decifra gli indizi lasciati sulla scena del crimine; basa il proprio metodo di indagine sulla deduzione e sul “principio della non contraddizione” ( eliminati tutte le soluzioni impossibili, occorre formulare la sola ipotesi probabile e, quindi, confermarla grazie alla rigorosa osservazione).
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La visione criminologica di E.A. POE
Poe, nelle sue narrazioni, favorisce la messa in moto di meccanismi di giustificazione dell’atto criminoso, attraverso lo svolgimento delle trame dei conflitti che a quest’ultimo danno origine. Emerge in maniera lampante la filosofia dell’eliminazione dell’autore dell’offesa con il “farsi giustizia da sé” dell’assassino. Le sue figure di giustiziere-assassino sono vittime stesse dei loro pensieri e delle loro fobie; l’assassino intravede una sola possibilità di cura: il lenimento del suo dolore attraverso l’esplicitazione dell’atto criminale.
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Sherlock Holmes. “Elementare, Watson!”
Il maggior contributo alla “scienza della deduzione”, in germe nel Dupin di Poe, lo offre certamente il medico-scrittore Arthur Conan Doyle con il suo investigatore privato Sherlock Holmes. Holmel (domicilio Baker street, London) fa il suo trionfale ingresso nella letteratura con il romanzo “Uno studio in rosso” (1887)
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Il metodo di Holmes …la scienza della deduzione e dell’analisi non può essere acquisita che a prezzo di lunghi e pazienti studi… il ricercatore… impari a indovinare alla prima occhiata la storia di un uomo, la sua professione… le unghie, le maniche dell’abito, le scarpe, le ginocchia dei pantaloni, la callosità del pollice e dell’indice, i polsini della camicia, l’espressione del viso… ( da “La camera in rosso”)
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Holmes utilizza il metodo deduttivo anticipando la ricerca scientifica in criminalistica .
Conan Doyle travalica i limiti della funzione narrativa: l’affermazione popolare del personaggio di Holmes precede addirittura la nascita di una scuola criminologica rigorosamente scientifica. Infatti soltanto nel 1891 Hans Gross dà alle stampe il suo lavoro “L’investigazione criminale”.
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Il romanzo poliziesco “scientifico” di Conan Doyle
“Eliminato l’impossibile, ciò che resta, per quanto improbabile, deve essere la verità” (Holmes) “ è un errore madornale costruire teorie prima di avere ottenuto dati…” ( Holmes)
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Il romanzo poliziesco “scientifico” di Conan Doyle
Holmes e il suo amico e cronista dottor Watson sono i personaggi principali di indagini svolte con ottica positivista, con una logica aritmetica, dove 1+1 deve sempre fare 2, con scarsi spunti di ingenuo psicologismo. Il cosiddetto romanzo poliziesco “scientifico”, in realtà, ha ben poco di scientifico e utilizza spesso intrecci poco plausibili a volte impregnati di elementi di soprannaturale (è nota la passione di Conan Doyle per lo spiritismo). Curiosità: HOLMES (home office large major enquiry system) è l’acronimo con cui si chiama un modernissimo database sul crimine utilizzato dalla polizia inglese)
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Il francese Emile Gaboriau e il personaggio dell’ispettore Lecoq (1863)
Lecoq ( “L’affare Lerouge”) è un giovane ispettore della polizia francese (ha interrotto gli studi di giurisprudenza in seguito alla morte del padre) dotato di una mentalità criminale che gli consentirebbe di compiere crimini perfetti se solo volesse passare dall’altra parte della barricata (la labilità dei confini tra bene e male); nelle sue indagini si sforza di entrare nella mente dell’assassino.
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Il metodo di Lecoq Lequoc cerca sempre di immedesimarsi con l’assassino. “… mi spoglio della mia individualità e cerco in ogni modo di rivestire la sua. Sostituisco la sua intelligenza alla mia. Smetto di essere un agente per essere quest’uomo, chiunque sia…”.
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Fasi iniziali del romanzo poliziesco.
I tre personaggi presentati rientrano nell’immagine narrativa dell’ “investigatore-criminalista” legato al procedimento deduttivo su base razionale (positivismo, fiducia totale nella scienza, ottimismo) basato sull’osservazione empirica (sopralluoghi che oggi sarebbero rudimentali) degli ambienti in cui avvengono i crimini e delle persone sospettate. Il solo Lecoq introduce elementi di rudimentale psicologia. Si tratta, comunque, di una fase in cui le figure del detective e del criminologo si sovrappongono a vantaggio, comunque, della ricerca squisitamente poliziesca.
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Il dottor Thorndyke di Richard Austin Freeman (1907)
Freeman ha dato vita a Thorndyke, uno dei più importanti investigatori scientifici della narrativa poliziesca. È un medico esperto in psicologia che nelle sue indagini fa esplicito riferimento alle teorie di Freud, alle teorie di Cesare Lombroso, al costituzionalismo, alle teorie di Alexandre Lacassagne (che si opponeva a Lombroso) e a tecniche di indagine criminalistica scientifiche. È il primo medico-detective che ha la dignità di protagonista.
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Chesterton e Padre Brown.
Gilbert Keith Chesterton ci ha regalato nel 1911 la figura di un prete-criminalista. Padre Brown basa le sue indagini su una capacità innata di esaminare l’animo umano e su buone conoscenze di psicologia. “… io cerco di immedesimarmi nell’uomo mettendomi nei suoi panni e aspetto ad agire finché non mi rendo conto di essere diventato io stesso un assassino, di avere i suoi pensieri e le sue passioni… i suoi problemi e i suoi odi… allora, naturalmente, scopro chi è…”
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Detective… detective e ancora detective… e il criminologo?
I romanzi di Edgar Wallace (dal 1905… “I quattro giusti…”) I romanzi di Agata Christie (il personaggio di Poirot) Rex Stout e Nero Wolf (dal 1934) Il Maigret di Simenon ( dal 1930) Philo Vance di S.S. Van Dine… etc etc L’investigatore racchiude in sé tutto lo scibile criminalistico e criminologico. Non c’è traccia di una figura “scientifica” assimilabile al moderno criminologo.
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Hard Boiled novel (giallo d’azione con trame ricche di violenza- U. S
Hard Boiled novel (giallo d’azione con trame ricche di violenza- U.S.A.) L’esordio di Dashiel Hammett è del 1929 con “Piombo e sangue”, “Il falcone Maltese” è del Hammet inventa l’investigatore Sam Spade. È del 1930 “Il grande sonno” di Raymond Chandler con il personaggio dell’investigatore Philip Marlowe. Si insiste sul passaggio del crimine da male privato a male pubblico ( “… i gangster possono guidare le nazioni…”). Indagine poliziesca, psicologia e sociologia vengono messe in un frullatore molto americano e ricomposte in una criminologia da supermarket anche se con uno stile letterario innovativo, cinematografico, ancora incredibilmente vivo.
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Gli aspetti dell’Hard Boiled
Chi uccide lo fa per ragioni precise, spesso legate a crimini volti al profitto ( negli Stati Uniti sono in voga gli studi sociologici di Daniel Bell e Robert Merton e le ricerche sul contesto sociale del crimine con la sociologia della scuola di Chicago o con Shaw e Mckay che proposero il concetto di “organizzazione sociale differente” riferendosi alle aree sociali criminogenetiche), è un asociale. Il colpevole è la mela marcia nel cesto delle mele sane e la società va difesa proprio in quanto cesto di mele buone, ma esiste anche il falso perbenismo e la trasmissione culturale di modelli di comportamento deviante. L’investigatore “tuttologo” è spesso un uomo solo, un Don Chisciotte ferito, che ha disgusto della meschinità. Non si serve di altri specialisti ma solo di tecniche criminalistiche.
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L’interruzione dettata dall’orrore
L’orrore della seconda guerra mondiale (con il peso degli olocausti, dei massacri, della bomba atomica) fa pressoché scomparire la letteratura di genere poliziesco e di detection, che ricompare negli anni cinquanta.
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L’anomalia Durrenmatt: dal trionfo della ratio alla vittoria dell’inordinatio
Un posto a parte merita lo scrittore svizzero F. Durrenmatt ( “Il giudice e il suo boia”, 1951; “ “Il sospetto”, 1952, “La promessa”, 1958). Se il romanzo giallo si basa su una salda fede nella conoscibilità e prevedibilità dei fatti criminali (al punto che può esistere una scienza predittiva dei comportamenti), Durrenmatt combatte questo carattere consolatorio: il caso può essere più importante della deduzione. Filo conduttore della produzione dell’autore svizzero è l’atteggiamento critico verso la pretesa di avere sempre un dominio razionale della realtà, una spiegazione logica per ogni un delitto. La sua figura di criminologo-poliziotto ( Barlach) mostra un modo diverso di leggere la catena causale, aprendo lo spazio alla casualità degli eventi, all’imprevedibilità e incomprensibilità che caratterizza alcune situazioni delittuose.
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P.D. James. La scrittrice inglese P.D. James ( “Morte di un medico legale”; “Per cause innaturali”) con l’ispettore Adam Dalgliesh introduce un criminologo-poliziotto-poeta molto affascinante ma di scarsa attendibilità scientifica, ottenendo un grande successo di pubblico ma confinando ancora in un limbo di scarsa scientificità e nella figura dell’investigatore tuttologo il ruolo del criminologo.
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L’arrivo del Serial Killer
L’arrivo in letteratura della figura del serial killer ha aperto la porta a figure di veri e propri criminologi che basano le loro indagini su reali tecniche scientifiche sia in ambito criminalistico che in ambito psicologico e psichiatrico. Va precisato, comunque, che la confusione dei ruoli è ancora marcatissima: vengono descritte dagli scrittori figure di tuttologi che sono insieme medici legali- antropologi forensi- psicologi- psichiatri forensi- poliziotti specializzati in criminologia, etc etc…
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Scarpetta e Brennan: due simpatiche signorine.
La Kay Scarpetta ( patologo forense) di Patricia Cornwell e la Tempe Brennan (antropologa forense) di Kathy Reichs sono forse i due esempi più eclatanti di confusione di ruoli alimentata dalla letteratura di genere nel pubblico. Entrambe le “dottoresse” sono mostri mitologici ( vere e proprie chimere) in cui si ritrovano, di volta in volta, le capacità del medico legale ipertecnologizzato, le peculiarità del più erudito psichiatra forense e l’esperienza criminalistica del più incallito detective… un po’ troppo
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Cosa pensa il lettore? A questo punto, visto il successo planetario delle due autrici di cui parliamo (che hanno entrambe lavorato nell’ambito della patologia forense con ruoli diversi, ma che, comunque, sono state a contatto diretto con il mondo scientifico e hanno infarcito i loro romanzi di informazioni sulle tecniche scientifiche di indagine) i lettori di tutto il mondo hanno cominciato, erroneamente, a pensare il criminologo come un professionista in cui, in una sorta di miscellanea, confluivano nozioni di patologia forense, di , antropologia forense, di psichiatria, di psicologia e di chissà che altro ancora.
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Salvati da Hannibal Thomas Harris, con il suo Hannibal Lecter e la sua Clarice Starling, nei tre romanzi dedicati a questi personaggi (“Drago rosso”, “Il silenzio degli innocenti” e “Hannibal”) pur con tutte le cautele che richiede l’affidare un’indagine criminologica a uno psichiatra psicopatico e antropofago, comincia a fare giustizia di tanta confusione e, finalmente, descrive il lavoro scientifico di un “profiler”. Non a caso Harris, nella scrittura dei suoi lavori, ha avuto tra i supervisori John Douglass, fondatore della Behavioral Science Unit dell’FBI.
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Criminologi e criminal profiling
Lecter e Clarice Starling sono soltanto i più noti tra i criminologi della più recente narrativa, ma ad essi vanno aggiunti Il personaggio Lincoln Rhime (ex poliziotto ma anche psicologo-criminologo creato da Jeffery Deaver; “Il collezionista di ossa”; “La sedia vuota”) che, reso tetraplegico da un trauma, risolve i casi dal letto ortopedico di casa sua; Sylvia Strange, psichiatra e specialista in psicologia criminale creata da Sarah Lovett ( “Legami pericolosi”).
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Criminologi e criminal profiling
In questi personaggi il moderno concetto di Criminal profiling viene usato e abusato, ma la figura professionale del criminologo e le sue valenze specifiche vengono identificate in 4 settori: esame della scena del crimine, analisi della scena del crimine, analisi delle informazioni, analisi del comportamento dell’assassino. I settori sopra riportati sono quelli di pertinenza della “Unità per analisi del crimine violento ( UACV)”.
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Narrativa e profiling La premessa fondamentale per un narratore che utilizzi tecniche di profiling nel plot narrativo è il fatto che un comportamento riflette la personalità di chi lo pone in essere e che, quindi, il comportamento di un criminale durante l’esecuzione di un reato, riflette le sue caratteristiche personologiche, non diversamente da come l’osservazione di un’opera d’arte può indurre a comprendere il profilo dell’artista. La storia del reo e le vicende che lo hanno condotto allo sviluppo della sua personalità rendono conto delle sue azioni prima, durante e dopo il crimine.
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Il criminologo nella narrativa
Dupin, Poirot, Marlowe, Scarpetta, Lecter, Rhime… e anche don Isidro Parodi (Casares e Borges)… e vogliamo metterci anche gli italiani come il commissario Santamaria (Fruttero e Lucentini), l’ispettrice Grazia Negro di Carlo Lucarelli e il commissario Montalbano di Camilleri?)… in ogni caso la narrativa non dà un’immagine completa e chiara di chi sia veramente del criminologo, anzi questa immagine è quasi sempre parziale e distorta, ma fa nascere interpretazioni inesatte e alimenta nell’opinione pubblica aspettative distorte… E se parlassimo del criminologo in televisione? …Un’altra volta, magari…
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