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Violenza di genere: strumenti di intervento l’ esperienza del Centro Armonia ASP Palermo Dipartimento Salute della Donna e del Bambino.

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Presentazione sul tema: "Violenza di genere: strumenti di intervento l’ esperienza del Centro Armonia ASP Palermo Dipartimento Salute della Donna e del Bambino."— Transcript della presentazione:

1 Violenza di genere: strumenti di intervento l’ esperienza del Centro Armonia ASP Palermo Dipartimento Salute della Donna e del Bambino

2 La Convenzione di Istanbul (11 maggio 2011) definisce:
“violenza nei confronti delle donne”: una violazione dei diritti umani e una forma di discriminazione contro le donne, comprendente tutti gli atti di violenza fondati sul genere che provocano o sono suscettibili di provocare danni o sofferenze di natura fisica, sessuale, psicologica o economica, comprese le minacce di compiere tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, sia nella vita pubblica, che nella vita privata;

3 “violenza domestica” : tutti gli atti di violenza fisica, sessuale,psicologica o economica che si verificano all’interno della famiglia o del nucleo familiare o tra attuali o precedenti coniugi o partner, indipendentemente dal fatto che l’autore di tali atti condivida o abbia condiviso la stessa residenza con la vittima; “genere”: termine che fa riferimento a ruoli, comportamenti, attività e attributi socialmente costruiti che una determinata società considera appropriati per donne e uomini;

4 Esempi di violenza contro le donne nell’arco della vita
FASE TIPO DI VIOLENZA Prima della nascita Aborto selettivo del sesso; conseguenze sul feto delle percosse subìte dalla madre Prima infanzia Infanticidio femminile; vessazioni fisiche e psicologiche; abusi sessuali Infanzia Matrimonio precoce; mutilazione genitale femminile; vessazioni fisiche e psicologiche; abusi sessuali; incesto; prostituzione e pornografia infantile

5 FASE TIPO DI VIOLENZA Vecchiaia Adolescenza ed età adulta
Violenza nel corteggiamento (attacchi con l’acido e stupro); sesso legato a ragioni economiche (studentesse che hanno rapporti sessuali con uomini più maturi in cambio del denaro per gli studi); incesto; abusi sessuali sul lavoro; stupro; molestie sessuali; prostituzione e pornografia forzata; tratta di donne; violenza da parte del partner; stupro coniugale; vessazioni e omicidio legato alla dote; uccisione da parte del partner; vessazioni psicologiche; maltrattamenti di donne invalide; gravidanza forzata Vecchiaia “suicidio” forzato oppure omicidio di vedove per ragioni economiche; abuso sessuale; vessazione fisica e psicologica (Fonte: “Violence Against Women” , OMS)

6 I dati Istat (2006) stimano che nella fascia di età tra i 16 e i 70 anni il 18,8% delle donne abbia subito una violenza di tipo fisico, il 23,7% sessuale, il 33,7% psicologico o di stalking . Si tratta prevalentemente di violenze subite dal partner e che avvengono all’interno delle pareti domestiche. Nella maggior parte dei casi i figli sono testimoni e assistono alla violenza subita dalle proprie madri. E’ ormai dimostrato che l’essere testimone di violenza produca gli stessi effetti traumatici dell’essere vittima diretta di violenza.

7 Centro Armonia A seguito dello sviluppo del progetto Telefono Donna(1999), nato come punto d’ascolto telefonico per accogliere la prima domanda d’aiuto di donne vittime di violenza domestica, è emersa una crescente domanda di assistenza psicologica da parte di soggetti vittime di violenza fisica, stalking, abuso sessuale e violenza assistita nell’infanzia e da qui l’organizzazione di un centro specialistico di cura con personale appositamente formato e dedicato in rete con i C.F. , la NPI, i STTSM e la Rete Antiviolenza

8 Le esperienze sfavorevoli infantili
Esperienze Sfavorevoli Infantili (ESI) : l’insieme di situazioni vissute nell’infanzia che incidono in modo significativo sui processi di attaccamento. Rientrano all’interno di questa definizione tutte le forme di abuso subite in forma diretta, abuso sessuale, maltrattamento fisico, psicologico, trascuratezza e le forme indirette che rendono l’ambiente familiare malsicuro ed impredicibile come per esempio alcolismo o tossicodipendenza dei genitori, malattie psichiatriche e soprattutto violenza assistita, cioè tutte quelle forme in cui il bambino viene esposto in forma attiva o passiva ed assiste ad atti di violenza compiuti su figure di riferimento per lui significative

9 Esperienza Sfavorevoli Infantili (ESI)
È ormai riconosciuto dalla comunità scientifica internazionale che gli effetti del trauma psicologico conseguenti l’esposizione al maltrattamento , all’abuso sessuale e alla violenza domestica nell’infanzia, producono delle gravi conseguenze sullo sviluppo psicologico e neurobiologico dell’individuo. L’essere esposti nell’infanzia ad Esperienze Sfavorevoli Infantili costituisce un importante fattore di rischio nella fase adulta della vita per lo sviluppo di: gravi disfunzioni nelle competenze genitoriali comportamenti violenti e\o abusanti disturbi nella sfera della sessualità dipendenze patologiche

10 Il danno da maltrattamento colpisce le principali funzioni genitoriali della madre
Scarsa disponibilità emotiva e capacità di sintonizzazione sui bisogni dei bambini Scarsa coerenza e continuità nelle cure Alterazioni nella rappresentazione mentale del figlio Oscillazioni dell’umore e «inaffidabilità materna»

11 Maltrattante Scarica nell’agito vissuti, emozioni, bisogni che non sa tradurre in parole Il passaggio all’atto è compulsivo Assetto mentale difensivo rigido Incapacità di accedere alla mentalizzazione profonda Importanti fallimenti nei processi primari di attaccamento ed ESI Su queste caratteristiche di personalità si possono sovrapporre strutturazioni narcisistiche, borderline, etc. La maggioranza dei maltrattanti nega

12 Le precondizioni Sin dall’inizio della rilevazione è necessaria una tempestiva valutazione del grado di rischio/pericolosità della situazione attraverso indicatori relativi: alla tipologia, e alle caratteristiche degli atti di violenza fisica,verbale,economica,sessuale e al periodo di insorgenza del maltrattamento e/o stalking alle condizioni psico-fisiche della vittima,alle sue risorse personali. alle caratteristiche del maltrattante (impulsività,accessibilità ad armi,frequenza di ambienti delinquenziali,etc…) ai fattori protettivi individuali, familiari e sociali e alle risorse che possono essere attivate ai fini dei primi interventi di protezione in integrazione con la Rete Antiviolenza

13 Modelli Operativi Interni
Da un punto di vista psicologico chi è stato vittima di esperienze traumatiche ha interiorizzato dei modelli operativi interni caratterizzati da una filosofia basata sull’assunto di un “mondo malevolo”. Chi ha vissuto a lungo esposto ad esperienze traumatiche ha una visione per cui il mondo è un posto malsicuro e malvagio. Il soggetto prova vissuti di colpa, vergogna, disvalore, sente di non valere niente. La vittima si sentirà sempre minacciata e avrà sempre una visione deformata delle esperienze future. Se non fa esperienze correttive e riparatorie, vivrà da traumatizzato per il resto della propria vita.

14 Per convivere con l’idea di un mondo malevolente, reso certo dai M. O
Per convivere con l’idea di un mondo malevolente, reso certo dai M.O.I. (Modelli Operativi Interiorizzati), il soggetto deve adottare dei movimenti difensivi: l’iperattivazione che porta o a neutralizzare o a reagire all’esperienza traumatica l’iperadattamento che porta all’ipersecrezione di cortisolo che, a sua volta, abbassa la reazione allo stimolo stressante il congelamento dissociativo che cortocircuita la percezione dell’evento stressante impedendo allo stimolo di attivare qualsiasi risposta. Il soggetto infatti sentendosi impotente di fronte ad una situazione- stimolo connessa al trauma, attiva una risposta di congelamento fisico e di dissociazione mentale. Il funzionamento psicologico post-traumatico è riattivabile e la riattivabilità può anche essere automatica e impredicibile. (M.Malacrea)

15 La valutazione clinica è il primo passo per impostare una terapia
va organizzata in modo tale da fornire un quadro del funzionamento psicologico complessivo e specifico: Complessivo, in quanto capace di evidenziare vari livelli di profondità degli assetti psicologici, dal piano dei comportamenti e adattamenti a quello dei vissuti più profondi e dei modelli operativi interni Specifico, in quanto deve tener conto in modo mirato delle caratteristiche del funzionamento post-traumatico, utilizzando strumenti capaci di metterne in luce i vari aspetti. Si avvale in tal senso delle procedure riconosciute all’interno della comunità scientifica, sia per il riconoscimento delle diverse forme di vittimizzazione sia per valutare gli esiti della terapia. (M.Malacrea)

16 In ogni caso bisogna ricordare che per la valutazione dei funzionamenti psicologici dei soggetti traumatizzati si stanno mettendo a punto, all’interno della comunità scientifica, strumenti diagnostici sempre più specifici e che la valutazione fa sempre parte di un percorso che è possibile mettere in atto solo dopo che il maltrattamento è stato interrotto e sono stati presi gli opportuni provvedimenti di protezione da parte dell’Autorità Giudiziaria.

17 OBIETTIVI E STADI DEL PROCESSO TERAPEUTICO (M. Malacrea)
I supporti contestuali La cornice giudiziaria: non c’è clinica senza protezione Chiarimento dell’esperienza traumatica Valutazione psicodiagnostica all’interno di un intervento integrato che inizi a connettere il mondo interno con le prime esperienze correttive Ristabilire la verità e reggere la crisi Contrastare la negazione di chi non riconosce Affrontare la crisi da svelamento Contenere lo stato di emergenza Promuovere nuovi adattamenti

18 OBIETTIVI E STADI DEL PROCESSO TERAPEUTICO (M. Malacrea)
Stabilizzare i cambiamenti Equilibrare le aspettative La gestione autonoma dei problemi residui Articolare le dimissioni prevedendo le ricadute Il consolidamento non è lineare Tenere aperta la possibilità di altre fasi di terapia Tenere conto delle fasi evolutive 18

19 Sappiamo che per la sicurezza dell’equilibrio emotivo e per la protezione delle vittime di cui ci facciamo carico, oltre ad una formazione specifica, alla chiarezza del contesto, del mandato istituzionale, degli obiettivi, delle regole e dei confini del nostro intervento, è l’esistenza di una rete e di un gruppo di lavoro stabile che dovrebbe garantire un adeguato sostegno e la possibilità di elaborare un pensiero all’interno di un confronto multidisciplinare.


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