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PubblicatoAmbrogio Bucci Modificato 10 anni fa
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Qualche pagina dellalbum dei ricordi del secolo scorso (piccola quotidianità)
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Fa uno strano effetto pensare secolo scorso quando sono passati soltanto pochi anni! Tante cose della piccola quotidianità, sopravvissute al loro tempo, le ho conosciute, altre le ho vissute, altre sono passate nel dimenticatoio, soppiantate da nuove tecnologie… E voi ricordate o vi hanno raccontato qualcosa?
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Eravamo più semplici, allora, ci bastava una barchetta come questa (o anche di carta, che importa, la fantasia non affonda) per salirci sopra con limmaginazione e ritrovarsi lontano nel mondo e nel tempo.
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Trascorsi linfanzia a giocare nei prati, alle prese con le spine di rovo o con le punture di vespe (che fanno un male terribile!). Volevo raccogliere la menta, ma come distinguerla dallortica: le foglie sembrano uguali. E la mamma: Toccala. Grazie mamma, per avermi permesso di sperimentare e capire da me, questo e tanto altro ancora. Cominciai a scrivere con la Biro, ma in casa cerano ancora i quaderni neri coi bordi rossi, pennino e calamaio.
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Leggevo ancora a stento ma le figure dei fotoromanzi aiutavano: le storie finivano col matrimonio, poi nasceva un bel bambino...
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Romanzi rosa, mitologia… Gli eroi belli e perseguitati mi colpivano e tendevo a trasferirne il mito sui ragazzi. Mia madre, puntualmente, mi riportava con i piedi per terra: luomo mangia e sabbuffa, suda, è rumoroso e puzza. Il giorno dopo pensavo: alla larga da sto mostro! Ma, così preparata, poi ho sposato un uomo trovandolo di gran lunga migliore : grazie mamma.
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Le figurine Panini dei calciatori Se noi femminucce sognavamo sui fotoromanzi, i maschi, invece, erano attratti dai giornalini a fumetti e dalla raccolta delle figurine dei calciatori, oggetto di scambio. Ma il clou del divertimento era il cinema domenicale.
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Mio padre mi portava a vedere Kolossal, gladiatori, Franco e Ciccio, Totò, Fabrizi, Peppino ed Eduardo: Forse da questi assorbii il senso dellumorismo come valore, un punto di forza nei momenti critici, inevitabili, della vita. Cerano anche, è vero, La dolce vita e La ciociara, ma quando uscirono erano vietati ai minori. Potei vederli solo più avanti. A poco a poco, però, persi interesse per il cinema, attratta dai quattro salti in famiglia.
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Eravamo ancora al ballo della mattonella e spegnere la luce per vedere se i genitori erano allerta era un classico: lo erano! La luce veniva riaccesa in un nano-secondo. Resistemmo per un po, ma poi capitolammo tutti, lasciandoci travolgere dai nuovi ritmi beat e dallondata di novità conseguente che segnò la fine di unepoca e linizio di unaltra. Bellissimi ricordi per me, insieme alla neve a Roma, ai francobolli e alla Lira.
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Questo è un evento talmente raro che ho annotato le date: 30/12/1939 ma non ero nata; 9/2/1965 che festa: scuole chiuse; 5, 6, 7/3/1971: città paralizzata; 17 e 18/3/1985: dopo 14 anni, abbiamo festeggiato! 10 e 11/2/1986 poi più nulla tranne nevischio.
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I saluti e baci delle cartoline li spedivamo con i francobolli della serie Turrita, prima dellavvento della nuova serie castelli.
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Cara, vecchia Lira, ormai in pensione!
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Qualcuno ha detto: la giovinezza è un periodo troppo importante per essere affidato ai giovani Forse non aveva del tutto torto Musica: Amarcord – Nino Rota GiEffebis@alice.it Immagini trovate nel web e rielaborate www.micromedia.unisal.it Che tenerezza questa passeggiata nella piccola quotidianità, indietro nel tempo e allombra della storia (volutamente tralasciata): certo eravamo più ingenui, meno tecnologici ma, soprattutto, eravamo giovani… è questo il vero motivo della nostalgia.
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