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Dante Le opere
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Perché Dante è così importante
Non è il primo poeta in volgare ma È il primo che costruisce un complesso di opere in volgare che riassumono la mentalità medioevale È il primo a teorizzare l’uso del volgare in letteratura(DE VULGARI ELOQUENTIA) È il primo intellettuale consapevole del proprio ruolo e funzione (intellettuale “comunale”) È un intellettuale militante (poetapolitica)
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La situazione a Firenze e in Italia ai tempi di Dante
Comuni Lotte tra guelfi e ghibellini In Italia perdurano per tutto il XII secolo e parte del XIII i conflitti tra papato e impero. Al tempo di Federico II (fino al 1250) l’impero è in fase di affermazione. Con la sua morte l’impero si indebolisce A Firenze si crea un governo “comunale” guidato da un Capitano del popolo e affiancato da un consiglio di rappresentanti delle ARTI. In un primo tempo i ghibellini, guidati da Farinata degli Uberti, nella battaglia di Montaperti vincono. Ma dopo il gli eredi di Federico II sono sconfitti da Carlo d’Angiò, re di Francia chiamato in Italia dal papa. Dovunque i guelfi riprendono vigore. Nel a Campaldino i guelfi fiorentini sconfiggono aretini e senesi (ghibellini) Incremento delle attività mercantili e manifatturiere Sviluppo della borghesia
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Guelfi Bianchi e Neri Dal 1251 Firenze è comune, fino all’ascesa dei Medici nel 1434 Governano dapprima l’aristocrazia poi i grandi borghesi esponenti delle professioni. Si scontrano due fazioni del partito guelfo bianchi (capeggiati dai Cerchi-moderati) Neri (guelfi filoaristocratici) nella contesa si inserisce papa Bonifacio VIII, sostenendo i Neri
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Dante Alighieri
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Cronologia delle opere di Dante
1302-esilio
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La teorizzazione dell’uso del volgare
De vulgari eloquentia Illustra una tradizione poetica all’interno della quale egli si colloca Crea la prima storia della letteratura in volgare e un CANONE degli autori Usa consapevolmente il volgare per elargire il sapere a un più vasto pubblico, contro la tradizione dell’epoca che vedeva nel latino la lingua della cultura
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La vita nuova prosimetron
Raccoglie rime precedentemente composte, assemblate in una cornice narrativa da parti in prosa Libello \ 93 42 capitoli 31 testi poetici (25 sonetti, 5 canzoni, 1 ballata) prosimetron Come il De consolatione philosophiae di Boezio autobiografia autoesegesi Trasfigurazione e idealizzazione degli avvenimenti biografici, interpretati in chiave simbolica tipizzazione Mediante la numerologia paradigmaticità Rielaborazione personale delle teorie stilnovistiche Da Guinizzelli: il tema del saluto-salute e della loda Da Cavalcanti: la fenomenologia d’amore e la sofferenza amorosa
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Il saluto Dispensa salus (grazia e salvezza eterna)
Infonde sentimenti di carità e umiltà, prefigurando la beatitudine celeste Trasforma l’amore terreno in mezzo per avvicinarsi a Dio Quando Beatrice nega il saluto a Dante non rimane che la lode di lei
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La loda Amore non solo ha la sua sede naturale nel cuore gentile ma si identifica con esso: AMORE E ‘L COR GENTIL SONO UNA COSA Stilo de la loda →Donne ch’avete intelletto d’amore L’amore non è brama di essere corrisposti ma gioa nel semplice lodare la perfezione di lei Dio stesso ha mandato Beatrice “da cielo in terra a miracol mostrare” quindi a differenza di Guinizzelli Dante non deve giustificarsi per le lodi che le tributa
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Dante Cavalcanti L’amore regna guidato da ragione che giustamente impone di amare una donna perfetta intermediatrice con Dio L’amore è passione sconvolgente che coinvolge anima sensitiva e intellettiva e non è razionale Il progressivo distacco di Dante da “lo primo del li suoi amici” è sancito nel Canto X dell’Inferno, dove Dante incontra Cavalcante Cavalcanti fra gli eretici negatori dell’immortalità dell’anima, e getta un’ombra di ateismo anche sul figlio
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Vita nuova Vita nuova: giovinezza rinnovata dall’amore per BEATRICE
DANTE incontra Beatrice a nove anni, e la rivede nove anni dopo; lei lo saluta Per nascondere il suo amore ricorre per due volte all’espediente della donna-schermo; ha fama così di amante volubile e Beatrice gli nega il saluto Dante decide di amarla solo attraverso la loda Presagi che alludono alla morte di Beatrice, che poi avviene Dante chiude l’opera dicendo che non parlerà più di lei fino a quando non potrà dirne “quello che mai non fue detto di alcuna”
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Vita nuova Primo incontro a Nove anni (la rivede dopo altri Nove)
RITRATTO di Beatrice Abbigliamento angelicazione Nomen omen Nomina sunt consequentia rerum Interpretatio nominis Sanguigno colore, umile onesto nobilissimo, convenienza (dignitas)
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Le rime petrose Un gruppo di canzoni tra cui 2 sestine
(forma praticata da Arnaut Daniel, “lo miglior fabbro del parlar materno” secondo Dante e l’unico che nella Commedia si esprime nella sua lingua, il provenzale) Sono dedicate a una donna che ha il nome-senhal di Petra (per indicare la sua durezza, e il fatto che non corrisponde all’amore di Dante) In esse D. sperimenta lo stile “aspro” con suoni duri,termini violenti o anche volgari, metafore tratte da campi semantici come la guerra, il cibo, i mestieri
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Il Convivio il De vulgari eloquentia il Monarchia
Dante Alighieri
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Dopo la morte di Beatrice
Dante si dedica agli studi filosofici (De consolatione philosophiae di Boezio) Compone canzoni allegorico-dottrinali per la donna gentile (allegoria della filosofia) Alcune di queste canzoni furono successivamente commentate da Dante stesso nel Convivio Autoesegesi, come in Vita Nuova
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enciclopediail banchetto del sapere
Convivio Divulgare il sapere per le nuove classi sociali (BORGHESI) 1304\06 primi anni di esilio enciclopediail banchetto del sapere Commento a canzoni dottrinali che trattavano grandi questioni filosofiche: ma è interrotto al 4° libro poiché Dante si dedica alla Commedia tutti gli uomini hanno fame del sapere come del cibo: Dante, che ha partecipato al banchetto di grandi sapienti, può offrire a coloro che non hanno il tempo o gli strumenti per costruire la propria educazione, almeno le briciole della sapienza filosofica
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De vulgari eloquentia 1304\07 Incompiuto
Circolò pochissimo, si diffuse solo nel Cinquecento e ne abbiamo 3 soli esemplari In latino: perché si rivolge ai “literati” 4 libri: ma ne scrisse solo 1 e mezzo I° libro: teoria del linguaggio: Lingua volgare naturale (materna), segue l’uso, è variabile “Gramatica”: il latino (lingua convenzionale e immutabile “inventata” per ovviare alle difficoltà di comprensione causate dalle lingua naturali Dopo la distruzione della Torre di Babele gli uomini, che prima parlavano tutti l’ebraico, svilupparono diverse lingue
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I volgari italiani Teoria degli stili e congruenza materia-stile
Non la lingua italiana da “parlare “ ma il linguaggio della poesia Li analizza per individuare il volgare adatto alla lirica di argomento elevato (VOLGARE ILLUSTRE) Punto di riferimento di tutte le lingue municipali Cardinale Aulico Curiale Sarebbe proprio della reggia, se ci fosse Poiché in Italia non vi è una corte nazionale, il linguaggio della corte e’ quello usato da tutti i grandi poeti (corte di intellettuali)
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Monarchia Dedicato alla riflessione sulla politica e sul potere
Tema: la necessità dell’impero universale a garanzia della pace e della giustizia il rapporto tra i poteri universali (papato e impero) Composto forse nel 1313 In latino 3 libri Ogni ente creato ha un suo fine ultimo dipendente dalla sua natura (teleologismo- Aristotele) Natura umana: duplice (anima, immateriale\immortale; corpo materiale\mortale) Fine dell’anima: la salvezza eterna Ad essa ci guida la Chiesa e il papa Fine del corpo: la vita ordinata e pacifica in società, secondo giustizia ad essa ci guida l’imperatore
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La teoria dei due soli Tra la fine del Duecento e l’inizio del Trecento si riaccende il conflitto tra i poteri universali, papato e impero (entrambi in declino poiché stanno emergendo le monarchie nazionali) Teoria teocratica: il potere supremo è del Papa (Sole) diretto emissario di Cristo sulla terra L’imperatore deriva il suo potere dal papa che glielo concede (come la luna, è illuminato di luce riflessa) Teoria di Dante: Impero e papato sono entrambi soli, e il loro potere deriva direttamente da Dio che li ha preposti ciascuno al raggiungimento di uno dei fini propri dell’uomo
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Dante 410 sacco di Roma (ALARICO) De civitate Dei: l’impero
Dimostrazione della indipendenza del potere dell’impero da quello del Papa 410 sacco di Roma (ALARICO) De civitate Dei: l’impero terreno dei Romani non è una istituzione essenziale per l’uomo Agostino Dante Dio stesso ha promosso provvidenzialisticamente la nascita dell’Impero Romano L’impero preesiste alla Chiesa Cristo è nato durante il periodo di massima fioritura dell’Impero, sotto Augusto Cristo ha voluto che la sua condanna fosse sancita da un tribunale dell’impero (Pilato) legittimandolo Cristo : “Date a Cesare quel che è di Cesare” Vedi Paradiso, canto 6°
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