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PubblicatoRiccarda Biagi Modificato 10 anni fa
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Corso 4 – Le funzioni della mente – La Memoria: processi e modelli
La codifica dell’informazione Il modello tradizionale della memoria di Atkinson e Shiffrin Il modello della memoria di lavoro di Baddeley Il modello dei sistemi di memoria di Tulving Oblio e distorsione dei ricordi Strategia di apprendimento e memoria: la preparazione degli esami Slide tratte da: Anolli, L., Legrenzi, P. (2006). Psicologia generale. Bologna: Il Mulino.
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The memory is… Memory is about encoding, storage, and retrieval.
the brain, especially the hippocampus and parietal and frontal lobes. Ross, M., & Wang, Q. (2010). Why we remember and what we remember: Culture and autobiographical memory. Perspectives on Psychological Science, 5(4), doi: /
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Introduzione La memoria ha la funzione di permettere agli organismi di trarre vantaggio dall’esperienza passata. Nel corso dell’evoluzione si sono selezionati, però, diversi modi per realizzare tale obiettivo e lo studio della memoria umana ha permesso di frazionare la nostra capacità di ritenere nuove informazioni portando all’individuazione di diversi sistemi di memoria.
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La codifica dell’informazione
Capitolo 1 La codifica dell’informazione
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La memoria I 3 stadi della memoria
Codificazione = imprimere nella mente, immettere nella memoria (encoding); Immagazzinamento = tenere a mente, ritenzione, mantenere in memoria (storage retention); Recupero = ricordo, recuperare dalla memoria (retrieval) 1. La codifica dell’informazione 2. Il modello tradizionale 3. Il modello della memoria di lavoro 4. Il modello dei sistemi di memoria 5. Oblio e distorsione 6. Strategia di a5prendimento e memoria P s i c o l o g i a G e n e r a l e ENCODING CODIFICA IMMAGAZZINAMENTO RECUPERO storage retrieval encoding
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La memoria La natura attiva e dinamica
La memoria è la capacità di conservare nel tempo le informazioni apprese e di recuperarle quando servono in modo pertinente. Ogni nuova esperienza comporta dei cambiamenti nei circuiti nervosi, rafforzandone alcuni e indebolendone altri, così da creare nuovi circuiti nervosi. Anche ricordare qualcosa è un processo attivo e dinamico che modifica il ricordo stesso, dipendente dalla storia di ciascun individuo. La memoria è un sistema in continuo divenire, non un’informazione morta. 1. La codifica dell’informazione 2. Il modello tradizionale 3. Il modello della memoria di lavoro 4. Il modello dei sistemi di memoria 5. Oblio e distorsione 6. Strategia di a5prendimento e memoria P s i c o l o g i a G e n e r a l e
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La memoria I limiti della memoria
La memoria è limitata in termini quantitativi circa il numero d’informazioni che possiamo immagazzinare in termini di durata molti apprendimenti decadono dopo un certo periodo di tempo Quindi è strettamente connessa con l’OBLIO. Il fatto di dimenticare costituisce un grande vantaggio e una fortuna, in quanto elimina dalla mente molte informazioni superflue e irrilevanti e, in tal modo, lascia spazio per nuovi apprendimenti. Shereshevkii studiato dal neurofisiologo Alexander Luria non riusciva a dimenticare nulla comportando un disadattamento all’ambiente, e un’incapacità a discriminare ciò che è importante da ciò che è insignificante. 1. La codifica dell’informazione 2. Il modello tradizionale 3. Il modello della memoria di lavoro 4. Il modello dei sistemi di memoria 5. Oblio e distorsione 6. Strategia di a5prendimento e memoria P s i c o l o g i a G e n e r a l e
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Il modello tradizionale della memoria di Atkinson e Shiffrin
Capitolo 2 Il modello tradizionale della memoria di Atkinson e Shiffrin
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Le metafore sulla memoria
Gli psicologi cognitivi hanno ottenuto una grande quantità di dati importanti sulla memoria attraverso lo studio di soggetti mnemonisti, amnesici e normali. Ma come vengono organizzati questi dati per capire come funziona la memoria? Le differenze principali tra queste interpretazioni alternative sono centrate sulla metafora usata per concettualizzare la memoria. Nancy Waugh e Donald Norman (1965) hanno proposto un modello della memoria basato sulla distinzione tra 2 strutture della memoria: la memoria primaria, che mantiene temporaneamente l’informazione per l’uso corrente, e la memoria secondaria, che mantiene l’informazione permanentemente, o almeno per un tempo molto lungo. 1. La codifica dell’informazione 2. Il modello tradizionale 3. Il modello della memoria di lavoro 4. Il modello dei sistemi di memoria 5. Oblio e distorsione 6. Strategia di a5prendimento e memoria P s i c o l o g i a G e n e r a l e
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Il modello tradizionale di memoria
Atkinson e Shiffrin (1977) proposero una metafora alternativa, multiprocesso o multimomodale che è un modello input-output composto da tre componenti: il registro sensoriale (RS): sistema a capacità elevata ma di rapido decadimento la memoria a breve termine (MBT) la memoria a lungo termine (MLT) 1. La codifica dell’informazione 2. Il modello tradizionale 3. Il modello della memoria di lavoro 4. Il modello dei sistemi di memoria 5. Oblio e distorsione 6. Strategia di a5prendimento e memoria P s i c o l o g i a G e n e r a l e Come funziona il modello della memoria di Atkinson e Shiffrin? l’informazione viene conservata a lungo nel registro sensoriale, parte di essa viene immagazzinata nella memoria a breve termine per poi eventualmente trasferirsi nella memoria a lungo termine l’informazione viene conservata brevemente nel registro sensoriale, parte di essa viene immagazzinata nella memoria a breve termine per poi eventualmente trasferirsi nella memoria a lungo termine l’informazione viene conservata brevemente nel registro sensoriale, parte di essa viene immagazzinata nella memoria a lungo termine per poi eventualmente trasferirsi nella memoria a breve termine l’informazione viene conservata brevemente nella memoria a breve termine per poi eventualmente trasferirsi nella memoria a lungo termine.
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Figura del modello di Atkinson e Shiffrin
1. La codifica dell’informazione 2. Il modello tradizionale 3. Il modello della memoria di lavoro 4. Il modello dei sistemi di memoria 5. Oblio e distorsione 6. Strategia di a5prendimento e memoria P s i c o l o g i a G e n e r a l e
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La scoperta di Sperling: il registro sensoriale
Sperling (1960) dimostrò l’esistenza di un tempo di ritenzione molto al di sotto di quello considerato proprio della memoria a breve termine, ipotizzando un’ulteriore unità di memorizzazione nella quale l’informazione viene fissata in un registro sensoriale. Procedura del resoconto parziale vengono presentate visivamente, per soli 50 millisecondi, 9 lettere disposte su 3 righe e 3 colonne. un suono di diversa altezza indica quale riga deve essere nominata = stima del numero totale di lettere disponibili nel registro sensoriale. 1. La codifica dell’informazione 2. Il modello tradizionale 3. Il modello della memoria di lavoro 4. Il modello dei sistemi di memoria 5. Oblio e distorsione 6. Strategia di a5prendimento e memoria P s i c o l o g i a G e n e r a l e D G H J B M W Z P Riquadro con lettere Riquadro con contrassegno Come funziona il classico esperimento di Sperling? si presenta una matrice di nove lettere e si impara ad accoppiare le righe della matrice con suoni diversi: se il suono segue la scomparsa della matrice si riportano tutte e tre le lettere della riga segnalata si presenta una matrice di tre lettere e si impara ad accoppiare le righe della matrice con suoni diversi: se il suono segue la scomparsa della matrice si riportano tutte e tre le lettere della riga segnalata si presenta una matrice di nove lettere e si impara ad accoppiare le righe della matrice con suoni diversi: se il suono segue la scomparsa della matrice si riportano tutte e nove le lettere della riga segnalata si presenta una matrice di tre lettere e si impara ad accoppiare le righe della matrice con suoni diversi: se il suono segue la scomparsa della matrice si riportano tutte e nove le lettere della riga segnalata.
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Procedura di resoconto parziale di Sperling
Vengono presentate visivamente per 50 millisecondi 9 lettere, disposte su 3 righe e 3 colonne. Un suono di diversa altezza indica quale riga deve essere nominata. Sperling stimò il numero totale di lettere che erano disponibili nel registro sensoriale moltiplicando la media delle lettere ricordate dopo il segnale sonoro per tre (per questo la scala in figura va da 0 a 9). I dati mostrano che il registro sensoriale è un sistema a capacità elevata ma di rapido decadimento. 1. La codifica dell’informazione 2. Il modello tradizionale 3. Il modello della memoria di lavoro 4. Il modello dei sistemi di memoria 5. Oblio e distorsione 6. Strategia di a5prendimento e memoria P s i c o l o g i a G e n e r a l e
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La Memoria a Breve Termine
Memoria a breve termine (MBT) conserva le informazioni per circa mezzo minuto e ha una capacità limitata. Esempio: far fare due compiti cognitivi a un soggetto = dimostrazione dei limiti della MBT Miller (1956) Il magico numero 7±2 per indicare la quantità di unità di informazioni diverse che si possono ricordare dopo una singola prestazione e in assenza di ripetizioni. Tecniche di raggruppamento (chunk) per formare unità di informazione complesse. 1. La codifica dell’informazione 2. Il modello tradizionale 3. Il modello della memoria di lavoro 4. Il modello dei sistemi di memoria 5. Oblio e distorsione 6. Strategia di a5prendimento e memoria P s i c o l o g i a G e n e r a l e
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La memoria a breve termine e il cuscinetto di reiterazione
Brown (1958) e Peterson e Peterson (1959) Idearono una tecnica consistente nel far fare due compiti cognitivi a un soggetto e nel mostrare che lo spazio, più o meno grande, della MBT occupato da uno dei due rendeva difficile l’esecuzione dell’altro compito. verificarono che in presenza di compiti distrattori (compiti d’interferenza) i soggetti non erano in grado di ricordare neppure tre informazioni dopo 18 secondi. Marsh et al. 1997 In condizioni particolari tale volatilità può diventare molto elevata e la MBT può durare anche solo 2 secondi. Per esempio, se state ripetendo un numero nuovo di telefono dopo averlo letto dall’elenco e un compagno nello stesso momento vi dice l’indirizzo della persona in oggetto, è probabile che non riusciate a finire di comporre il numero sulla tastiera a causa di questa interferenza. Il cuscinetto di reiterazione (rehearsal buffer) Per evitare il rapido deterioramento delle informazioni, esse vanno ripetute con frequenza per mantenerle presenti nel cosiddetto cuscinetto di reiterazione. Le informazioni ripetute abbastanza a lungo sono trasferite nella memoria a lungo termine; le altre sono rimpiazzate da nuovi stimoli. 1. La codifica dell’informazione 2. Il modello tradizionale 3. Il modello della memoria di lavoro 4. Il modello dei sistemi di memoria 5. Oblio e distorsione 6. Strategia di a5prendimento e memoria P s i c o l o g i a G e n e r a l e Come funziona il paradigma di Peterson e Peterson? essi idearono una tecnica consistente nel far fare diversi compiti in parallelo e nel mostrare che lo spazio della MLT occupato da uno dei due rendeva difficile l’esecuzione dell’altro essi idearono una tecnica consistente nel far fare due compiti in parallelo e nel mostrare che lo spazio della MBT occupato da uno dei due rendeva difficile l’esecuzione dell’altro essi idearono una tecnica consistente nel far fare due compiti in parallelo e nel mostrare che lo spazio della MLT occupato da uno dei due rendeva difficile l’esecuzione dell’altro essi idearono una tecnica consistente nel far fare un compito dopo l’altro e nel mostrare che lo spazio della MBT occupato da uno dei due rendeva difficile l’esecuzione dell’altro.
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La Memoria a Lungo Termine
Memoria a lungo termine (MLT) MLT = nozione ingenua di memoria La probabilità che le informazioni passino dalla MBT alla MLT è in funzione: della reiterazione delle informazioni nella MBT; dell'integrazione e organizzazione del materiale in strutture organizzate (esperimento di Mandler). Il modello sequenziale di Aktinson e Shiffrin privilegia la dimensione della durata temporale del ricordo ma non tiene conto di altre importanti variabili della memoria. La stessa distinzione fra MBT e MLT non va intesa in modo dicotomico e discreto. Ricerche recenti condotte su pazienti con MBT danneggiata ma MLT sana hanno mostrato che la sequenzialità non è una condizione indispensabile. Inoltre, si è provato che non è la semplice ripetizione ad aumentare la probabilità di passaggio alla MLT, bensì l’elaborazione e l’integrazione del materiale in strutture organizzate già operanti nella MLT 1. La codifica dell’informazione 2. Il modello tradizionale 3. Il modello della memoria di lavoro 4. Il modello dei sistemi di memoria 5. Oblio e distorsione 6. Strategia di a5prendimento e memoria P s i c o l o g i a G e n e r a l e
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Il modello della memoria di lavoro di Baddeley
Capitolo 3 Il modello della memoria di lavoro di Baddeley
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Memoria di Lavoro di Baddeley 1/3
Ha approfondito la comprensione della MBT e ha chiamato questo stadio memoria di lavoro (ML) in quanto conserva temporaneamente le informazioni e nello stesso procede a una loro elaborazione attiva. La ML concerne il presente ed è stata fatta coincidere con la coscienza in senso stretto. La ML è articolata in 4 sottosistemi distinti. 1. La codifica dell’informazione 2. Il modello tradizionale 3. Il modello della memoria di lavoro 4. Il modello dei sistemi di memoria 5. Oblio e distorsione 6. Strategia di a5prendimento e memoria P s i c o l o g i a G e n e r a l e
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Diagramma della memoria di lavoro (Baddeley, 2000)
Esecutivo centrale Taccuino Visuo-spaziale Tampone episodico Circuito fonologico Semantica visiva Memoria episodica a lungo termine Linguaggio Sistemi fluidi Sistemi cristallizzati 1. La codifica dell’informazione 2. Il modello tradizionale 3. Il modello della memoria di lavoro 4. Il modello dei sistemi di memoria 5. Oblio e distorsione 6. Strategia di a5prendimento e memoria P s i c o l o g i a G e n e r a l e
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Memoria di Lavoro di Baddeley 3/3
L’esecutivo centrale (central executive) controlla i dati provenienti dai due sottosistemi e svolge funzioni essenziali come il controllo attentivo delle azioni. È un sistema flessibile per il controllo e la regolazione dei processi cognitivi richiesti dalla situazione. Collega le informazioni provenienti dalle diverse fonti in episodi coerenti, coordina i sottosistemi, orienta le risorse attentive a disposizione in modo selettivo, è in grado di cambiare i piani di reiterazione e attiva momentaneamente la memoria a lungo termine. 1. La codifica dell’informazione 2. Il modello tradizionale 3. Il modello della memoria di lavoro 4. Il modello dei sistemi di memoria 5. Oblio e distorsione 6. Strategia di a5prendimento e memoria P s i c o l o g i a G e n e r a l e
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Memoria di Lavoro di Baddeley 2/3
Il circuito fonologico (fonological loop) concerne il parlato conserva l’ordine in cui le parole sono presentate. È suddiviso in 2 componenti: Il magazzino fonologico (phonological store) In grado di trattenere le tracce acustiche per circa 2 secondi Il sistema articolatorio (articulatory system) Reitera le tracce acustiche a livello subvocale. È inoltre caratterizzato da: l’effetto della similarità fonologica le parole che sono simili a livello fonologico sono ricordate peggio. l’effetto della lunghezza delle parole una sequenza di parole corte è riprodotta più facilmente di una di parole lunghe. l’effetto della soppressione articolatoria la memoria del materiale verbale è danneggiata soprattutto a livello sintattico se si richiede alle persone di ripetere nello stesso tempo e in continuazione qualcosa di irrilevante ad alta voce come “hi-ha”, poiché tale comportamento blocca il processo di reiterazione. 1. La codifica dell’informazione 2. Il modello tradizionale 3. Il modello della memoria di lavoro 4. Il modello dei sistemi di memoria 5. Oblio e distorsione 6. Strategia di a5prendimento e memoria P s i c o l o g i a G e n e r a l e
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Memoria di Lavoro di Baddeley 2/3
Il taccuino visivo-spaziale (visuospatial sketchpad) è adibito all’elaborazione e al mantenimento dell’informazione visiva e spaziale, nonché delle immagini mentali ed è composto da: nascondiglio visivo (visual cache) ha la funzione di conservare le informazioni concernenti la forma e i colori; scrivano interno (inner scribe) è implicato nella reiterazione attiva delle informazioni riguardanti lo spazio e i movimenti, soprattutto quelli del corpo. 1. La codifica dell’informazione 2. Il modello tradizionale 3. Il modello della memoria di lavoro 4. Il modello dei sistemi di memoria 5. Oblio e distorsione 6. Strategia di a5prendimento e memoria P s i c o l o g i a G e n e r a l e
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Memoria di Lavoro di Baddeley 3/3
Il tampone episodico (episodic buffer) sottosistema schiavo, di più recente introduzione, ha la funzione di collegare insieme informazioni provenienti da diverse parti in modo da comporre un episodio coerente, nonché di combinare singoli elementi per costruire strutture più articolate a partire dalle informazioni visive, come la memoria di una storia o della scena di un film. 1. La codifica dell’informazione 2. Il modello tradizionale 3. Il modello della memoria di lavoro 4. Il modello dei sistemi di memoria 5. Oblio e distorsione 6. Strategia di a5prendimento e memoria P s i c o l o g i a G e n e r a l e
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Il modello dei sistemi di memoria di Tulving
Capitolo 4 Il modello dei sistemi di memoria di Tulving
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Il modello dei sistemi di memoria
Tulving (1972; 1985) ha proposto un frazionamento della MLT, distinguendo 3 differenti sistemi memoria episodica memoria semantica memoria procedurale Suggerisce l’ esistenza di sistemi di memoria separati deputati all’organizzazione e all’immagazzinamento dell’informazione relativa a eventi con una precisa collocazione nel tempo (ad es., “cosa avete mangiato a pranzo ieri?”, “chi e stata la prima persona che avete visto questa mattina?”), e di un sistema che viceversa memorizza l’informazione senza un riferimento temporale specifico (“chi erano i due psicologi che per primi proposero il modello della memoria dei tre magazzini?”, “cosa si intende per mnemonista?”). 1. La codifica dell’informazione 2. Il modello tradizionale 3. Il modello della memoria di lavoro 4. Il modello dei sistemi di memoria 5. Oblio e distorsione 6. Strategia di a5prendimento e memoria P s i c o l o g i a G e n e r a l e
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Figura dei sistemi di Memoria
Memoria a lungo termine Memoria sensoriale Memoria a breve termine Memoria di lavoro Memoria esplicita (dichiarativa) Memoria implicita (non dichiarativa) Episodica Semantica Procedurale Apprendimento associativo Apprendimento non associativo Eventi personali specifici Significati Conoscenze generali Abilità motorie Priming (percettivo- semantico) Condiziona-mento classico Autobiografica Coscienza anoetica Coscienza autonoetica Coscienza noetica Sensibilizzazione Assuefazione 1. La codifica dell’informazione 2. Il modello tradizionale 3. Il modello della memoria di lavoro 4. Il modello dei sistemi di memoria 5. Oblio e distorsione 6. Strategia di a5prendimento e memoria P s i c o l o g i a G e n e r a l e
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La memoria episodica La memoria episodica
conserva le informazioni relative ad eventi o episodi inseriti nel loro contesto temporale e spaziale, direttamente esperiti dal soggetto, con ricchezza di dettagli ed archiviati in riferimento temporale agli altri eventi autobiografici già depositati. Ad esempio, la memoria episodica può conservare il ricordo di quella volta che andammo al ristorante ed il cameriere inciampò versando la carne al ragù sul vestito della signora seduta al tavolo affianco al nostro; lei si arrabbiò molto, soprattutto quando il cameriere non si sbrigava a portarle lo smacchiatore; poi la signora si alzò ed andò via urlando, con il suo vestito bianco macchiato di rosso sulla spalla destra; c’era molta gente nel ristorante e tutti iniziarono a ridere; ci divertimmo molto, nonostante quella sera fossimo un po’ preoccupati perché il giorno dopo dovevamo sostenere un esame difficile; era una serata molto calda e dopo cena facemmo una passeggiata. 1. La codifica dell’informazione 2. Il modello tradizionale 3. Il modello della memoria di lavoro 4. Il modello dei sistemi di memoria 5. Oblio e distorsione 6. Strategia di a5prendimento e memoria P s i c o l o g i a G e n e r a l e
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La memoria semantica La memoria semantica
conserva le informazioni in maniera indipendente dal contesto in cui le abbiamo apprese e le archivia all’interno della preesistente struttura cognitiva, ponendole in relazione semantica alle altre informazioni presenti. Ad esempio, io so cos’è un ristorante, so che al ristorante ci si va per mangiare, so che la carne al ragù è un cibo, che è cucinato con la salsa di pomodoro, che il pomodoro è un vegetale, che anche la rosa è un vegetale, ma che questa, a differenza del pomodoro è un fiore e così via. Posso anche sapere di aver sostenuto quel difficile esame in quel giorno di giugno e sapere che a giugno in genere fa caldo, senza naturalmente ricordare niente dell’interrogazione. Insomma, la memoria semantica si riferisce alle nostre conoscenze generali, comprese le parole, le regole di comportamento, i concetti astratti, una regola della grammatica greca, ma anche l’indirizzo di casa ed il proprio numero di telefono. Nelle prime fasi dell’esistenza, le conoscenze semantiche si formano a partire da ripetute esposizioni personali ad una particolare esperienza, da cui viene astratta una conoscenza generale. Ripetuti incontri con un cane ci permettono di sapere che il cane ha quattro zampe, abbaia, ecc. Una volta acquisite, le conoscenze semantiche si svincolano dalla situazione in cui sono state apprese. Ad esempio, possiamo conoscere il teorema di Pitagora senza necessariamente ricordare quando l’abbiamo imparato. 1. La codifica dell’informazione 2. Il modello tradizionale 3. Il modello della memoria di lavoro 4. Il modello dei sistemi di memoria 5. Oblio e distorsione 6. Strategia di a5prendimento e memoria P s i c o l o g i a G e n e r a l e
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La demenza semantica Paziente affetta da demenza semantica
la conoscenza residua delle funzioni degli oggetti dipendeva dall’uso che ne faceva personalmente: riferiva che la brocca era un oggetto che serviva a metterci dentro i fiori, così come l’utilizzava nella propria casa, ma aveva dimenticato la sua funzione, tipica, di contenitore di liquidi (Snowden, 2002). 1. La codifica dell’informazione 2. Il modello tradizionale 3. Il modello della memoria di lavoro 4. Il modello dei sistemi di memoria 5. Oblio e distorsione 6. Strategia di a5prendimento e memoria P s i c o l o g i a G e n e r a l e
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La dipendenza della memoria episodica da quella semantica
Tulving (1995) e la dipendenza della memoria episodica da quella semantica ha dimostrato che la frequente origine esperienziale delle conoscenze semantiche non vuol dire tuttavia che esse derivano dalla memoria episodica. L’immagazzinamento delle informazioni nei due sistemi è organizzato in maniera seriale a partire dalla memoria semantica, per cui esse debbono prima essere elaborate dal sistema semantico e solo successivamente possono entrare in quello episodico. Un’informazione può entrare nel magazzino semantico senza essere passata per quello episodico. Vi sono esempi clinici di soggetti con grave amnesia episodica che, tuttavia, sono in grado di acquisire nuove conoscenze semantiche, mentre non sarebbe possibile il contrario (Tulving, 2001). Non si può ricordare in maniera episodica, quindi, ciò che non ha preliminarmente acquisito un significato nel contesto delle nostre conoscenze precedenti. 1. La codifica dell’informazione 2. Il modello tradizionale 3. Il modello della memoria di lavoro 4. Il modello dei sistemi di memoria 5. Oblio e distorsione 6. Strategia di a5prendimento e memoria P s i c o l o g i a G e n e r a l e
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La memoria autobiografica
È spesso utilizzata in maniera intercambiabile con quella episodica, tuttavia la memoria autobiografica comprende anche una memoria semantica personale che include, invece, i fatti autobiografici, che non differiscono sostanzialmente dagli altri fatti relativi al mondo (Kopelman et al., 1989; Cermak, O’Connor, 1983). Possiamo conoscere informazioni relative al nostro passato, come il nome dei colleghi di lavoro o dei compagni di classe delle scuole superiori, allo stesso modo in cui conosciamo, ad esempio, fatti storici, come il nome dei sette re di Roma. Incidentalmente, va notato come la memoria semantica personale può essere danneggiata più gravemente di quella relativa a personaggi pubblici, nonostante ciò possa sembrare paradossale. 1. La codifica dell’informazione 2. Il modello tradizionale 3. Il modello della memoria di lavoro 4. Il modello dei sistemi di memoria 5. Oblio e distorsione 6. Strategia di a5prendimento e memoria P s i c o l o g i a G e n e r a l e
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La memoria procedurale
La memoria procedurale (Tulving, 1985, 1983) si riferisce all’apprendimento di associazioni tra stimoli e risposte, comprese quelle che implicano complesse configurazioni dello stimolo e sequenze di risposta. Sono apprendimenti che avvengono lentamente e non comportano una rappresentazione interna ma producono direttamente i loro effetti sul comportamento, in maniera automatica, rigida ed inconsapevole. Contiene le informazioni sul come vanno fatte le cose e permette l’acquisizione, la ritenzione e l’utilizzo di abilità motorie, percettive e cognitive. Ad esempio, possiamo essere bravissimi ad andare in bicicletta senza per questo ricordare quando e dove l’abbiamo imparato (memoria episodica), né saper spiegare come facciamo a rimanere in equilibrio (memoria semantica). Lo facciamo e basta. La memoria procedurale, dunque, non è accompagnata da alcuna consapevolezza ed è quindi definita anoetica. 1. La codifica dell’informazione 2. Il modello tradizionale 3. Il modello della memoria di lavoro 4. Il modello dei sistemi di memoria 5. Oblio e distorsione 6. Strategia di a5prendimento e memoria P s i c o l o g i a G e n e r a l e H.M. era incapace di ricordare le vicende della vita di ogni giorno, i gesti appena compiuti, le parole appena pronunciate, i discorsi appena ascoltati. Cancellava dalla sua mente qualsiasi episodio immediatamente dopo il suo accadimento. Sembrava che i medici, insieme al tessuto cerebrale, avessero rimosso la sua capacità di formare nuovi ricordi (memoria anterograda, relativa alle informazioni acquisite dopo l’insorgenza del disturbo). Il deficit di memoria ha naturalmente inciso moltissimo sulla vita di H.M., condizionandola in molti aspetti. Ad esempio, poco tempo dopo l’intervento, la sua famiglia traslocò, ma egli non fu mai in grado di trovare da solo la strada di casa, né ricordava il nuovo indirizzo, continuando a fornire quello precedente. Non riusciva ad imparare dove fossero riposti gli oggetti che usava quotidianamente. Ad esempio sua madre doveva ricordargli ogni volta dove fosse il tosaerba, anche se lo aveva usato il giorno precedente. Quando, nell’aprile del 1955, all’età di 29 anni, nel corso di una valutazione psicologica gli fu chiesto che giorno fosse egli rispose che era un giorno di marzo del 1953 e che aveva 27 anni. Era come se il tempo si fosse fermato per H.M. ed egli era a mala pena consapevole di a-ver subito un intervento chirurgico. I suoi ricordi più antichi (memoria retrograda, relativa alle informazioni acquisite prima dell’insorgenza del disturbo), tuttavia, erano in buona parte conservati. Ad un osservatore superficiale, tuttavia, H.M. sarebbe apparso come un individuo normale. Infatti le sue abilità intellettive erano risparmiate, come pure le abilità verbali, né la personalità aveva subito sostanziali cambiamenti, come riferito anche dai familiari. Alla valutazione psicologica eseguita nel 1955 il suo Quoziente Intellettivo risultò di 112 (superiore alla norma), addirittura migliorato rispetto a quello misurato prima dell’operazione (104), forse grazie alla riduzione della sonnolenza connessa ali’epilessia (Scoville, Milner, 1957). Il linguaggio è sempre stato adeguato né sono stati rilevati deficit significativi della comprensione di frasi, anche quando queste erano caratterizzate da particolare complessità sintattica o contenevano ambiguità semantiche e giochi di parole (Milner et al., 1968). Non aveva, inoltre, difficoltà a ripetere un numero di telefono e poteva ricordare il compito che stava eseguendo (memoria a breve termine), a patto che non fosse interposto un periodo, anche breve, di distrazione. Anche le conoscenze che H.M. aveva acquisito sul mondo prima dell’intervento erano risparmiate, mentre non era al corrente dei fatti nuovi né dei nuovi vocaboli entrati in uso successivamente, con poche eccezioni. Ad esempio, sapeva che era stato assassinato un uomo pubblico di nome Kennedy (ma non sapeva aggiungere alcun ulteriore informazione) e che la musica “rock” era un nuovo tipo di musica o che “erba” poteva riferirsi alla marijuana, ma non sapeva cosa fosse il Watergate (nonostante H.M. passasse molto tempo a guardare la televisione) e rispondeva che “hippie” fosse un ballerino (Vallar, 1999). Nel 2000 gli furono mostrate delle foto di persone che erano diventate famose tra il 1920 ed il 1980 e gli fu chiesto chi fossero, quando fossero diventate famose e per quale motivo (Kensinger, Corkin, 2000). Ma le osservazioni più interessanti, da un punto di vista teorico, furono quelle relative alle capacità residue di apprendimento dimostrate in alcuni compiti (Corkin, 2002). Nel 1962 Brenda Milner mostra come H.M. diventasse sempre più veloce ed accurato a tracciare una linea all’interno di uno stretto percorso (costituito da due linee) a forma di stella, ma controllando la propria esecuzione guardando in uno specchio (quindi con l’inversione di destra e sinistra, un po’ come quando bisogna imparare a radersi allo specchio). L’apprendimento di questa abilità attraverso le diverse sessioni di allenamento avvenne anche se H.M. ogni volta sosteneva che fosse il suo primo tentativo, non ricordando di avere già eseguito il compito altre volte. Nel 1968 viene dimostrata un’altra abilità di memoria risparmiata: il priming. Il fenomeno si riferisce all’effetto che un’informazione presentata precedentemente produce, in maniera inconsapevole, sul comportamento successivo di un soggetto (può essere usato, ad esempio, dalla pubblicità per indirizzare alcuni comportamenti dei consumatori). Tipicamente, si chiede ai soggetti di eseguire un compito cognitivo su una lista di parole. Ad esempio, gli si può far decidere, per ogni parola, se si tratta di un nome o di un sostantivo (quindi non viene loro chiesto di imparare la lista, né sono al corrente che questo compito è in relazione con compiti successivi). Poi vengono sottoposti ad un compito non correlato con il precedente, in cui si presenta loro una parola incompleta e si chiede di completarla nel più breve tempo possibile. Ad esempio, “lib...” verrebbe completata dalla maggior parte delle persone come “libro”. Tuttavia, se nella lista precedentemente mostrata (con il compito di decidere se questa fosse un nome o un sostantivo) era contenuta, tra le altre, la parola “Libia”, è molto probabile che “lib...” venga completata da questi soggetti (ma non da quelli di controllo che non sono stati sottoposti al compito di decisione nome/sostantivo) come “Libia” invece che come “libro”, vocabolo sicuramente più usuale. Anche H.M. dimostrò di subire l’effetto della precedente presentazione della lista, anche se naturalmente negava di avere mai partecipato all’esecuzione di quel compito. Quindi, sebbene non serbasse alcun ricordo consapevole dell’episodio, alcune informazioni continuavano a produrre un effetto sul comportamento di H.M. in un momento successivo, dimostrando un loro apprendimento implicito.
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MLT: Memoria procedurale
La memoria procedurale riguarda la conservazione delle abilità e delle procedure con cui fare le cose. È una forma implicita di memoria (in particolare, negli aspetti motori) che ha sede prevalente nei gangli basali nel cervello. Le persone, di solito, hanno difficoltà a spiegare verbalmente ciò che essi sono cacaci di fare e come lo fanno. La soluzione più semplice per loro è far vedere come si fa valore ostensivo della memoria procedurale. È valutabile solo attraverso l’esecuzione delle attività in oggetto.
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MLT: Memoria dichiarativa
La memoria dichiarativa concerne la conservazione delle conoscenze circa fatti che possono essere acquisiti in una volta sola e che sono direttamente accessibili alla coscienza. È una memoria esplicita che ha sede nell’ippocampo e nella corteccia temporale. 1. La codifica dell’informazione 2. Il modello tradizionale 3. Il modello della memoria di lavoro 4. Il modello dei sistemi di memoria 5. Oblio e distorsione 6. Strategia di a5prendimento e memoria P s i c o l o g i a G e n e r a l e
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Memoria per fare e per conoscere
La distinzione fra memoria procedurale e memoria dichiarativa è stata riferita alla differenza fra il sapere cosa (knowing that) e il sapere come (knowing how) Sindrome di Korsakoff grave conseguenza cerebrale dell’alcolismo prolungato che determina una dimostrata cattiva codifica. Questi soggetti che soffrono di amnesia anterograda e di confabulazione, non sono più in grado di generare nuovi ricordi a livello dichiarativo ma sono ancora in grado di conservare ricordi a livello procedurale (per esempio, sono capaci di costruire il puzzle noto come Torre di Hanoi). 1. La codifica dell’informazione 2. Il modello tradizionale 3. Il modello della memoria di lavoro 4. Il modello dei sistemi di memoria 5. Oblio e distorsione 6. Strategia di a5prendimento e memoria P s i c o l o g i a G e n e r a l e
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Amnesia MBT vs MLT Episodica vs Semantica
Disturbo MLT (amnesia classica) da lesione bitemporale da lesione mammillo-talamica (es Korsakov) Disturbo MBT (parietali sx inf.) Episodica vs Semantica Disturbo episodica (amnesia classica) Disturbo semantica (afasie) Retrograda e Anterograda Retro: incapacità a memorizzare esplicitamente materiale vecchio. Antero: incapacità a rievocare esplicitamente materiale nuovo. 1. La codifica dell’informazione 2. Il modello tradizionale 3. Il modello della memoria di lavoro 4. Il modello dei sistemi di memoria 5. Oblio e distorsione 6. Strategia di a5prendimento e memoria P s i c o l o g i a G e n e r a l e
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Torre di Hanoi 1. La codifica dell’informazione
2. Il modello tradizionale 3. Il modello della memoria di lavoro 4. Il modello dei sistemi di memoria 5. Oblio e distorsione 6. Strategia di a5prendimento e memoria P s i c o l o g i a G e n e r a l e
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La memoria implicita ed esplicita
Memoria esplicita di informazioni consapevolmente apprese. A questa si applicano la nozione quotidiana di oblio. Memoria implicita Rilevabile solo grazie a sofisticati paradigmi sperimentali o esaminando pazienti con lesioni cerebrali. Si mostra che un compito precedente (leggere delle parole), ha degli effetti su un compito successivo, non necessariamente di memoria, per esempio, completare parole o frasi. Noi non ci rendiamo affatto conto di questo tipo di interferenza dovuta all’attivazione anticipatoria (priming) di un’area di conoscenze. 1. La codifica dell’informazione 2. Il modello tradizionale 3. Il modello della memoria di lavoro 4. Il modello dei sistemi di memoria 5. Oblio e distorsione 6. Strategia di a5prendimento e memoria P s i c o l o g i a G e n e r a l e
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Disturbi della memoria implicita ed esplicita
Recentemente si è riusciti, studiando pazienti con danni cerebrali, non solo a separare memoria implicita ed esplicita, ma anche a localizzare le aree del cervello deputate alle due funzioni. La memoria implicita interessa l’apprendimento motorio, come quando impariamo i movimenti di uno sport (che, infatti, sono impermeabili all’oblio e, quindi, difficili da correggere). È discutibile se si debbano estendere le nozioni quotidiane di memoria e oblio a questi processi che implicano forme di recupero, di interferenza e di cancellazione che sono automatiche e fuori dal controllo cosciente di una persona. Peraltro, pazienti con gravi forme di amnesia per informazioni esplicite riescono ad acquisire e conservare ricordi nella memoria implicita attraverso il priming e l’apprendimento motorio. Inoltre tali soggetti presentano dei gravi deficit nella memoria esplicita ma non in quella implicita. 1. La codifica dell’informazione 2. Il modello tradizionale 3. Il modello della memoria di lavoro 4. Il modello dei sistemi di memoria 5. Oblio e distorsione 6. Strategia di a5prendimento e memoria P s i c o l o g i a G e n e r a l e
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La memoria episodica e semantica 1/3
Riguarda ciò che noi ricordiamo. Quello che noi intendiamo abitualmente per memoria ed oblio, coincide con la memoria episodica. Memoria semantica Riguarda ciò che noi sappiamo. Sono entrambe memorie a lungo termine. Mentre il ricordo implica sempre conoscenza, non vale la relazione inversa. 1. La codifica dell’informazione 2. Il modello tradizionale 3. Il modello della memoria di lavoro 4. Il modello dei sistemi di memoria 5. Oblio e distorsione 6. Strategia di a5prendimento e memoria P s i c o l o g i a G e n e r a l e Qual è la differenza tra memoria semantica e memoria episodica? entrambe sono memorie a lungo termine: la memoria episodica ha a che fare con quello che noi ricordiamo, mentre quella semantica con quello che noi sappiamo entrambe sono memorie a breve termine: la memoria episodica ha a che fare con quello che noi ricordiamo, mentre quella semantica con quello che noi sappiamo entrambe sono memorie a lungo termine: la memoria episodica ha a che fare con quello che noi sappiamo, mentre quella semantica con quello che noi ricordiamo entrambe sono memorie a breve termine: la memoria episodica ha a che fare con quello che noi sappiamo, mentre quella semantica con quello che noi ricordiamo.
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La memoria episodica e semantica 2/2
La memoria episodica evolutivamente compare in seguito alla memoria semantica. Gli uccelli e i mammiferi hanno conoscenze ricche ed articolate sul mondo esterno (memoria semantica), ma pressoché nulle sulle loro esperienze personali (memoria episodica). La memoria di cui ci parlano i poeti e i letterati classici è sempre la memoria episodica, che infatti si colora di tinte affettive (ed evoca emozioni come nostalgia, tristezza, melanconia, felicità ecc.). 1. La codifica dell’informazione 2. Il modello tradizionale 3. Il modello della memoria di lavoro 4. Il modello dei sistemi di memoria 5. Oblio e distorsione 6. Strategia di a5prendimento e memoria P s i c o l o g i a G e n e r a l e
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La memoria episodica e semantica 2/2
I due sistemi, semantico ed episodico, operano serialmente: l’informazione, per entrare nella memoria episodica, deve passare per quella semantica. In effetti, è esperienza comune che una persona ignorante in un certo ambito non può organizzare in memoria alcune informazioni (e, ovviamente, non avendole conservate non può nemmeno dimenticarle: spesso gli studenti agli esami dicono che non ricordano, ma spesso non ricordano non avendo mai appreso). I due sistemi interagiscono nel mantenere le informazioni, anche se il recupero può avvenire tramite uno solo dei due sistemi, come ha dimostrato sperimentalmente Tulving e come è emerso dagli studi con pazienti con lesioni cerebrali. 1. La codifica dell’informazione 2. Il modello tradizionale 3. Il modello della memoria di lavoro 4. Il modello dei sistemi di memoria 5. Oblio e distorsione 6. Strategia di a5prendimento e memoria P s i c o l o g i a G e n e r a l e
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La coscienza anoetica, noetica e autonoetica
La memoria procedurale possiede una coscienza anoetica è caratteristica anche delle piante, di animali molto semplici e, perché no, di macchine capaci di accrescere la propria conoscenza (ad esempio i computer). La memoria semantica, costituita da rappresentazioni consapevoli delle proprie conoscenze, è una memoria noetica Permette la consapevolezza introspettiva delle proprie conoscenze sul mondo. È posseduta anche da animali poco evoluti e dai bambini molto piccoli. La memoria episodica possiede una coscienza autonoetica È l’unica che permette di risperimentare in maniera consapevole il proprio passato (Tulving, 2002), possedendo una caratteristica che la rende straordinaria: la «consapevolezza della propria identità e della propria esistenza in un tempo soggettivo, che si estende dal passato, attraverso il presente, al futuro». La coscienza autonoetica non soltanto ci permette di essere consapevoli dei contenuti delle nostre esperienze passate, ma ci consente anche di riviverle in riferimento a noi stessi, in una sorta di viaggio nel tempo, che assume la caratteristica soggettiva di “io ricordo”, “io so”. 1. La codifica dell’informazione 2. Il modello tradizionale 3. Il modello della memoria di lavoro 4. Il modello dei sistemi di memoria 5. Oblio e distorsione 6. Strategia di a5prendimento e memoria P s i c o l o g i a G e n e r a l e
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La funzione cronestesica
La funzione tipicamente umana della cronestesia La coscienza autonoetica permette anche di immaginarci nel futuro (Tulving 2002), capacità neurocognitiva, tipicamente umana, che permette la consapevolezza della dimensione temporale dell’esistenza e la possibilità di pensare il tempo soggettivo. La cronestesia è prerequisito sia della memoria episodica che della capacità di immaginare il futuro. K.C. era totalmente incapace di ricordare episodi del proprio passato, ma anche di immaginare il proprio futuro. Se gli veniva chiesto di descrivere il proprio stato mentale quando cercava di ricordare il passato, K.C. rispondeva: «Vuoto», la stessa risposta che forniva quando gli veniva chiesto di immaginare il proprio futuro. Tulving ritiene che la cronestesia sia una funzione mediata dai lobi frontali e che sia specifica della specie umana. L’emergenza di questa abilità ad un certo punto dell’evoluzione avrebbe avuto un grosso ruolo nel produrre lo sviluppo della cultura e della civilizzazione. Emerge tardi nell’evoluzione della specie, come una sorta di “abbellimento” (così come lo definisce l’autore, Tulving, 2002) della memoria semantica, reso possibile dalla capacità di viaggiare nel tempo. 1. La codifica dell’informazione 2. Il modello tradizionale 3. Il modello della memoria di lavoro 4. Il modello dei sistemi di memoria 5. Oblio e distorsione 6. Strategia di a5prendimento e memoria P s i c o l o g i a G e n e r a l e
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La memoria episodica in età evolutiva
Cronestesia e memoria episodica in età evolutiva La capacità di viaggiare nel tempo e, di conseguenza, della memoria episodica così come definita da Tulving, si svilupperebbe soltanto intorno ai 4 anni. Gopnick e Graf (1988) fecero apprendere a dei bambini di età compresa tra i 3 ed i 5 anni il contenuto di un cassetto attraverso tre modalità differenti. Ad alcuni fu mostrato direttamente, ad altri fu invece riferito verbalmente e ad altri ancora furono dati dei suggerimenti in modo che lo indovinassero da soli. Mentre non ci furono differenze di età nella capacità di conoscere il contenuto del cassetto, solo i bambini di 5 anni furono capaci di riferire come lo avessero appreso, mentre quelli di 3 anni risposero a caso. Insomma sapevano “cosa” (conoscenza semantica), ma non ricordavano il contesto dell’apprendimento. L’incapacità dei bambini più piccoli a ricordare la fonte degli apprendimenti sembra confermata anche da un altro esperimento in cui a bambini di 4 e 5 anni vennero insegnati i nomi di colori sconosciuti. Tutti i bambini mostrarono di impararli, ma quelli di 4 anni non ricordavano che gli fossero stati insegnati quello stesso giorno e sostenevano di averli sempre conosciuti (Taylor et al., 1994). I bambini più piccoli sembrano poter ricordare i “fatti” ma non il contesto in cui li hanno appresi. 1. La codifica dell’informazione 2. Il modello tradizionale 3. Il modello della memoria di lavoro 4. Il modello dei sistemi di memoria 5. Oblio e distorsione 6. Strategia di a5prendimento e memoria P s i c o l o g i a G e n e r a l e
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L’amnesia infantile L’amnesia infantile Gli adulti non potrebbero viaggiare indietro nel tempo oltre i 4 anni perché gli eventi precedenti sarebbero stati esperiti in assenza di una coscienza autonoetica sufficientemente sviluppata per permettere l’immagazzinamento episodico delle esperienze (Wheeler et al., 1997). Gli adulti sembrano avere pochi o nessun ricordo personale (memoria episodica) relativo ai primi anni di vita, nonostante in questo periodo vengano apprese la maggior parte delle cose che sappiamo del mondo (memoria semantica) senza che queste vengano poi dimenticate successivamente. I nostri ricordi episodici sembrano invece aumentare notevolmente per il periodo che va dai 3 ai 6 anni di età, che corrisponderebbe a quella in cui si sviluppa, come abbiamo visto, la memoria episodica. 1. La codifica dell’informazione 2. Il modello tradizionale 3. Il modello della memoria di lavoro 4. Il modello dei sistemi di memoria 5. Oblio e distorsione 6. Strategia di a5prendimento e memoria P s i c o l o g i a G e n e r a l e Wang, Q. (2008). Where Does Our Past Begin? A Sociocultural Perspective on the Phenomenon of Childhood Amnesia. Psychological Science Agenda. Retrieved from Amercian Psychological Association website:
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La relazione tra percezione e memoria nel modello di Tulving
Memoria Memoria dei significati degli episodi Confronto Riscoperta di significati 2° Immagine: Episodio con significato 1° Immagine: senza in mancanza di concordanza in caso di di concordanza 1. La codifica dell’informazione 2. Il modello tradizionale 3. Il modello della memoria di lavoro 4. Il modello dei sistemi di memoria 5. Oblio e distorsione 6. Strategia di a5prendimento e memoria P s i c o l o g i a G e n e r a l e
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Memoria La memoria prospettica
Memoria prospettica è la memoria per gli eventi futuri e il ricordarsi di compiere un’azione comporta un piano complesso che Brandimonte (1991) ha distinto in 6 fasi: formazione delle intenzioni; ricordare che cosa fare; ricordare quando farlo; ricordarsi di compiere l’azione; compiere l’azione nel modo stabilito; ricordarsi di avere compiuto l’azione per non ripeterla. La memoria prospettica evidenzia un problema generale della memoria La memoria non è un magazzino in cui sono riposti degli oggetti che prendiamo quando ne abbiamo bisogno. È piuttosto una biblioteca di cui dobbiamo imparare le strategie di catalogazione e immagazzinamento se vogliamo poi recuperare quello che ci serve. 1. La codifica dell’informazione 2. Il modello tradizionale 3. Il modello della memoria di lavoro 4. Il modello dei sistemi di memoria 5. Oblio e distorsione 6. Strategia di a5prendimento e memoria P s i c o l o g i a G e n e r a l e Quali sono le sei fasi per la memoria degli eventi futuri? formazione delle intenzioni, ricordare che cosa fare e quando farlo, ricordarsi di compiere l’azione nel modo stabilito e, in seguito, ricordarsi di non ripeterla formazione delle intenzioni, ricordare che cosa fare e quando farlo, ricordarsi di compiere l’azione nel modo stabilito e, in seguito, ricordarsi di ripeterla formazione delle intenzioni, ricordare che cosa si è già fatto e quando, ricordarsi di compiere l’azione nel modo stabilito e, in seguito, ricordarsi di non ripeterla formazione delle intenzioni, ricordare che cosa fare e quando farlo, ricordarsi di compiere l’azione nel modo stabilito e, in seguito, ricordarsi di ripeterla più volte.
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Sonde per il recupero Esempio: quante volte abbiamo avuto l’impressione di avere un nome sulla punta della lingua? Il recupero è agevole solo se immagazziniamo con determinate strategie: strategie di codifica = vengono messe in atto in fase di elaborazione del materiale (reiterazione o raggruppamento); strategie di recupero = vengono attivate nel momento in cui serve un’informazione. La diversità di ricordo si spiega anche con l’esistenza di un doppio sistema di codifica, uno verbale e l’altro immaginativo Meccanismo della doppia codifica di Paivio = mnemotecnica dei loci un sistema adottato fin dall’antichità per ricordare meglio. Essa consiste nell’individuazione di un numero di luoghi lungo un percorso noto in quanto abituale. Si tratta di una tecnica che è tanto più utile, quanto più il materiale da ricordare è frammentario e non organizzato. 1. La codifica dell’informazione 2. Il modello tradizionale 3. Il modello della memoria di lavoro 4. Il modello dei sistemi di memoria 5. Oblio e distorsione 6. Strategia di a5prendimento e memoria P s i c o l o g i a G e n e r a l e
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Memoria Schema della doppia codifica
Lo schema dei più la doppia codifica, immaginativa e verbale, permette un miglior ricordo. Legenda: Al = alto valore di immagine; BI = basso valore di immagine. Stimoli Codifica IMMAGINATIVA VERBALE Figure +++ ++ Parole Al + Parole Bl 1. La codifica dell’informazione 2. Il modello tradizionale 3. Il modello della memoria di lavoro 4. Il modello dei sistemi di memoria 5. Oblio e distorsione 6. Strategia di a5prendimento e memoria P s i c o l o g i a G e n e r a l e
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Oblio e distorsione dei ricordi
Capitolo 5 Oblio e distorsione dei ricordi
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Memoria Oblio e dimenticanze /1
Problemi nella raccolta e nell’immagazzinamento di informazioni: selezione delle informazioni in entrata; eliminazione delle informazioni non rilevanti o diventate tali. È l’operazione di eliminazione, volontaria o involontaria, di informazioni già memorizzate che, per solito, definiamo oblio. Oblio però finisce per coprire sia la selezione che l’eliminazione. Nella mente umana queste due operazioni si intrecciano, nel senso che la cesura dei filtri non sempre è netta: talvolta alcune informazioni filtrano ma sono labili e scompaiono a meno di non venir deliberatamente rinforzate. Le informazioni in entrata passano attraverso una serie di filtri (RS MBT MLT) di cui non siamo consapevoli. Automaticità di azione e mancanza di consapevolezza non sono affatto sorprendenti se riflettiamo sulla nostra incapacità di filtrare volontariamente i contenuti della nostra mente. 1. La codifica dell’informazione 2. Il modello tradizionale 3. Il modello della memoria di lavoro 4. Il modello dei sistemi di memoria 5. Oblio e distorsione 6. Strategia di a5prendimento e memoria P s i c o l o g i a G e n e r a l e
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Memoria Oblio e dimenticanze /2
Esperimento di Wegner dire a dei soggetti di non pensare a un orso bianco! Risultato: non si riesce a non pensare a lungo a qualcosa se siamo istruiti in tal senso Effetto ironico la memoria è gravata da processi di monitoraggio Secondo Wegner si può ipotizzare che ci sia una fase di monitoraggio, in cui viene realizzata una scansione dei contenuti mentali, e successivamente una fase di tipo operativo mediante la quale si eliminano contenuti di pensiero non voluti o non desiderati. Può così accadere, ad esempio nel caso di stereotipi a sfondo razzista, e quindi non voluti, che la strategia di bonifica fallisca ed essi ricompaiano più potenti. Per esempio, quando si è stanchi o pressati dal tempo – condizioni queste che si possono indurre sperimentalmente – diventa molto più difficile evitare pensieri che vorremmo sopprimere. La concentrazione su casi positivi (cercare idee del tipo X) è molto più facile rispetto a quella su casi negativi (cercare idee del tipo non-X). Quando non dobbiamo pensare a qualcosa siamo costretti ad attivare questo secondo tipo di processo, più oneroso da gestire mentalmente. Ne consegue, per esempio, che è più facile e spontaneo concentrarsi mentalmente su qualcosa (momenti felici del passato) che non su non-qualcosa (momenti non-tristi del passato). 1. La codifica dell’informazione 2. Il modello tradizionale 3. Il modello della memoria di lavoro 4. Il modello dei sistemi di memoria 5. Oblio e distorsione 6. Strategia di a5prendimento e memoria P s i c o l o g i a G e n e r a l e
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Memoria Oblio e dimenticanze /3
Oblio come: eliminazione cancellazione delle tracce causa del trascorrere del tempo Dato che la memoria a lungo termine (MLT) è una struttura organizzata, il trascorrere del tempo non è la causa diretta dell’oblio, come sembra alla psicologia ingenua, ma è connesso al fatto che non esistono lunghi intervalli di tempo in cui noi non memorizziamo qualcosa. Il nuovo materiale organizzato interferisce con il precedente e rende più difficile il recupero. ll passare del tempo si accompagna a processi di interferenza: retroattiva il materiale nuovo danneggia quello appreso in precedenza proattiva il precedente apprendimento interferisce con il materiale da imparare Nel corso della vita quotidiana, l’interferenza proattiva e retroattiva, separabili sperimentalmente agiscono in parallelo. 1. La codifica dell’informazione 2. Il modello tradizionale 3. Il modello della memoria di lavoro 4. Il modello dei sistemi di memoria 5. Oblio e distorsione 6. Strategia di a5prendimento e memoria P s i c o l o g i a G e n e r a l e Qual è la differenza tra interferenza retroattiva e proattiva? nella interferenza proattiva il precedente apprendimento interferisce con il nuovo materiale da imparare, nella interferenza retroattiva è il materiale nuovo a danneggiare quello appreso in seguito nella interferenza proattiva il precedente apprendimento interferisce con il nuovo materiale da imparare, nella interferenza retroattiva è il materiale nuovo a danneggiare quello appreso in precedenza nella interferenza proattiva l’ apprendimento interferisce con il materiale già appreso, nella interferenza retroattiva è il materiale appreso in precedenza a danneggiare quello da apprendere nella interferenza proattiva il precedente apprendimento interferisce con il nuovo materiale, nella interferenza retroattiva è il materiale vecchio a danneggiare quello appreso in precedenza.
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Memoria Oblio e dimenticanze /4
Esempio Provate a imparare a memoria una poesia La parte più difficile da imparare e più facile da dimenticare è quella centrale. Su questa parte agisce l'interferenza causata dalla prima parte (interferenza proattiva) e quella causata dall’ultima (interferenza retroattiva) 1. La codifica dell’informazione 2. Il modello tradizionale 3. Il modello della memoria di lavoro 4. Il modello dei sistemi di memoria 5. Oblio e distorsione 6. Strategia di a5prendimento e memoria P s i c o l o g i a G e n e r a l e
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La memoria Le riproduzioni ripetute
Oblio e testimonianza Le ricerche odierne hanno mostrato che i fenomeni del ricordo sono quelli in cui si gioca forse più drammaticamente la distanza tra concezioni ingenue della memoria e conoscenze scientifiche. Wagenaar e Loftus Sottolineano gli errori sistematici che si possono compiere nella identificazione di un criminale che dipendono da due ordini di fattori: non vengono presentate a un testimone di un processo tutte le alternative possibili a una data ricostruzione dei fatti; si pensa che la memoria funzioni secondo determinate modalità (per esempio, che un bambino sappia riconoscere un criminale a distanza di tempo). Cornoldi (1995) cita casi anche clamorosi di condanne fondate sul presupposto che un singolo testimone «non poteva aver dimenticato eventi traumatici». Si ritiene che i ricordi di eventi con forte carica emotiva non siano soggetti a distorsioni. Bartlett (1930) Con il metodo delle riproduzioni ripetute spiega che una persona, per esempio un testimone, deve ripetere più volte lo stesso racconto, questo diventa progressivamente più semplice, coerente e plausibile. Paradossalmente, il crescere dell’intervallo di ritenzione non porta all’oblio, bensì a una maggiore certezza e sicurezza circa la testimonianza degli eventi passati, soprattutto nel caso di identificazione delle persone. 1. La codifica dell’informazione 2. Il modello tradizionale 3. Il modello della memoria di lavoro 4. Il modello dei sistemi di memoria 5. Oblio e distorsione 6. Strategia di a5prendimento e memoria P s i c o l o g i a G e n e r a l e Qual è l’effetto delle riproduzioni ripetute? se si deve ripetere più volte lo stesso racconto o testimonianza, questo diventa progressivamente più complesso, coerente e plausibile se si deve ripetere più volte lo stesso racconto o testimonianza, questo diventa progressivamente più semplice, coerente e plausibile se si deve ripetere più volte lo stesso racconto o testimonianza, questo diventa progressivamente più incoerente e implausibile se si deve ripetere più volte lo stesso racconto o testimonianza, questo diventa progressivamente più schematico ma nel contempo più ricco di dettagli.
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Strategia di apprendimento e memoria: la preparazione degli esami
Capitolo 6 Strategia di apprendimento e memoria: la preparazione degli esami
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La memoria Metodo PQ4R Metodo PQ4R:
Preview = scorrere il testo Questions = porsi delle domande relative al contenuto Read = leggere attentamente cercando di rispondere alle domande precedentemente formulate Reflect = riflettere, mettere in relazione le nuove conoscenze con quanto si possiede già Recite = ripetere quanto si è letto senza guardare il testo Se non si ricorda a sufficienza, riprendere il testo e ripetere le fasi 2/3/4 per le parti in cui si sono incontrate difficoltà di rievocazione Review = (rassegna finale) alla fine di ogni capitolo del testo ripensarlo nel suo insieme e ricordarne i principali concetti espressi 1. La codifica dell’informazione 2. Il modello tradizionale 3. Il modello della memoria di lavoro 4. Il modello dei sistemi di memoria 5. Oblio e distorsione 6. Strategia di a5prendimento e memoria P s i c o l o g i a G e n e r a l e In che cosa consiste il metodo PQ4R? nello scorrere i vari capitoli di un testo, nel porsi delle domande, nel rispondere alle domande, nel riflettere, nel ripeterlo senza guardarlo e nel fare una rassegna finale nello scorrere i vari capitoli di un testo, nel rispondere alle domande contenute nel testo, nel ripeterlo senza guardarlo ma facendo appunti nel memorizzare i vari capitoli di un testo, nel rispondere alle domande contenute nel testo, nel ripeterlo senza guardarlo, nel fare appunti e nel fare una rassegna finale nel memorizzare i vari capitoli di un testo, nel rispondere alle domande contenute nel testo, nel ripeterlo senza guardarlo e senza fare appunti.
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