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PubblicatoAnjelica Pavone Modificato 10 anni fa
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1 LA POLITICA AGRICOLA COMUNE DOPO IL 2013: NUOVI OBIETTIVI E PROSPETTIVE Roberto Laudato
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2 DATI CHIAVE LUE rappresenta con 497,5 milioni di persone il quarto insieme del pianeta; la SAU occupa il 47% dellUE a 27, dove la media aziendale è di 12 ettari; la Francia con il 19% di contribuzione alla produzione agricola è seguita dalla Germania con il 12,8%, dallItalia con il 12,4% e dalla Spagna con l11,4%.
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3 CARATTERISTICHE DEL SETTORE Il settore agroalimentare contribuisce per il 3,9% alla formazione del PIL comunitario; la maggior parte degli scambi avviene sul mercato interno (75%), a seguito del consolidamento e accrescimento del mercato unico; lUE è il secondo esportatore mondiale di derrate alimentari e il più grande importatore; il saldo commerciale resta negativo per 2,2 mld di Euro nel 2007, con una tendenza a decrescere.
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4 RISORSE FINANZIARIE Nel quadro finanziario 2007-2013 (UE a 27) per la PAC è stato previsto uno stanziamento dimpegno di 53,830 mld di Euro nel 2007, per passare ad uno stanziamento di 49,898 mld di Euro nel 2013; Lallocazione finanziaria per la PAC, sul totale del budget comunitario, è passata dunque dal 61% nel 1988 ad una stima del 39,3% nel 2013.
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5 Il peso delle rubriche 2007-2013 Come media su valori a prezzi costanti la rubrica 2 conservazione e gestione delle risorse naturali inciderà per un 43% preceduta dalla rubrica 1 crescita sostenibile con un 44,2% e seguita dalle rubriche 3 cittadinanza, libertà, sicurezza e giustizia per un 1,2%; Le rimanenti rubriche 4 e 5 rispettivamente
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6 lUE quale partner mondiale e le spese amministrative incidono rispettivamente per un 5,7% e un 5,9%.
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7 In tale contesto, per affrontare le future sfide la Commissione proporrà di esaminare diverse ipotesi di alternative per la gestione del budget comunitario. Alcune di queste riguardano: la possibilità di creare un terzo pilastro per far fronte alle nuove sfide; facilitare gli spostamenti di fondi NON utilizzati da un settore ad un altro; eliminare la compensazione in favore del Regno Unito, cercando fonti alternative di finanziamento, incluso un sistema di certificati verdi.
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8 LA POLITICA AGRICOLA COMUNE LUE è caratterizzata da una superficie agricola non molto vasta ma assai eterogenea, che conferisce alla sua agricoltura un carattere di attività intensiva, eterogenea, specifica e tradizionale. Ne consegue che lagricoltura europea è strutturata sulla base di vari modelli: il modello agricolo europeo; il modello alimentare; Il modello socio-culturale/colturale.
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9 Il modello agricolo europeo è stato concepito per rispondere alla struttura socio-economica di unagricoltura dove la maggioranza delle attività è svolta da imprese di tipo familiare, a forte connotazione societaria; Il modello alimentare è stato riconosciuto con la dieta mediterranea come uno stile di alimentazione, efficace per la prevenzione e la lotta contro alcune malattie; Il modello socio-culturale è nato con lo scopo di mantenere e valorizzare lidentità, la specificità e la variabilità del territorio e della cultura europea.
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10 Alla luce delle mutate situazioni ed esigenze,il modello agricolo europeo dovrà confrontarsi con le nuove sfide a cui lUE è chiamata a far fronte: adattamento al cambiamento climatico e sicurezza alimentare; protezione ambientale; mantenimento della biodiversità; benessere animale; energie rinnovabili di origine agricola. In tale contesto il problema della volatilità dei prezzi agricoli riveste un carattere prioritario. A tale scopo la Commissione prevede di: promuovere migliori relazioni tra le parti interessate; favorire la trasparenza nella catena di approvvigionamento alimentare; rafforzare lintegrazione e la competitività tra gli Stati membri.
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11 Il modello alimentare rappresenta un capitale di valori e cultura e indirizza il ruolo svolto dalla PAC nella produzione di alimenti sani e di qualità adeguata; divulga conoscenze in merito ad una alimentazione equilibrata; valorizza il patrimonio gastronomico attraverso il sostegno alla politica di qualità e il riconoscimento del valore aggiunto realizzato dagli agricoltori; favorisce il consumatore ad effettuare scelte di acquisto dei generi alimentari con maggiore consapevolezza; contribuisce con tale approccio alla prevenzione contro le malattie cardio-vascolari, i tumori, il diabete, per contrastare il fenomeno del sovrappeso e dellobesità.
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12 Il modello socio-culturale/colturale è realizzato attraverso la politica di sviluppo rurale e i piani di sviluppo regionale; favorisce la sostenibilità dellattività agricola indirizzando gli operatori verso lapplicazione delle buone pratiche agronomiche; fornisce assistenza tecnica attraverso vari tipi di interventi top bottom; sostiene la coesione territoriale per mantenere un legame tra programmazione agricola e vocazionalità dei suoli. Come ipotesi per un prossimo futuro si ritiene possibile un collegamento tra i piani di sviluppo rurale e i fondi di coesione.
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13 IL TRATTATO DI LISBONA Nel caso di adozione da parte dellUE del Trattato di Lisbona, i rapporti istituzionali tra il PE e il Consiglio dellUE muteranno profondamente. Con lentrata in vigore del Trattato la procedura legislativa ordinaria sarà applicata anche alla politica agricola mediante lo strumento della codecisione. Il PE assumerà il ruolo di co-legislatore ma nellambito delle deroghe alla procedura ordinaria e in mancanza di una definizione chiara delle competenze legislative sarà necessario avere un accordo interistituzionale per chiarire i livelli decisionali di un atto agricolo.
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14 Con riferimento agli aspetti di bilancio il Trattato ha definito una procedura legislativa speciale e leliminazione delle spese classificate come obbligatorie e non obbligatorie. Di conseguenza le due Istituzioni decideranno in maniera congiunta lammontare dei fondi destinati alla PAC.
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15 POLITICA AGRICOLA COMUNE E COMUNITARIA Il futuro della PAC sarà quello di rispondere alle nuove sfide e abbiamo visto con quali strumenti sarà possibile affrontare la dinamica delle realtà socio- economiche e le sue problematiche; occorre riflettere sullidea che una politica agricola comune non potrà solo avere come base una unione di interessi.
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