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DI S. ANTONIO DI RANVERSO
BREVE STORIA DELLA PRECETTORIA DI S. ANTONIO DI RANVERSO Claudia Sponton – Piano di diffusione delle Lavagne Interattive Multimediali /2010 – Scuola Secondaria di I grado Giacomo Jaquerio – Buttigliera Alta - TO
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La Precettoria di S. Antonio di Ranverso, posta sulla via Francigena della Valle di Susa, prende il nome dal santo protettore della chiesa, S. Antonio Abate e dal fiumiciattolo (Rivus Inversus) situato vicino al complesso. Mappa tratta da “Castelnuovo-Sergi, Arte e storia nel Medioevo – Tempi e Spazi , Einaudi editore, 2002” Claudia Sponton – Piano di diffusione delle Lavagne Interattive Multimediali /2010 – Scuola Secondaria di I grado Giacomo Jaquerio – Buttigliera Alta - TO
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Il complesso comprende numerose costruzioni: la chiesa,
un ospedale, il monastero, alcune abitazioni e numerosi edifici ad uso agricolo. Immagine da Google Earth Claudia Sponton – Piano di diffusione delle Lavagne Interattive Multimediali /2010 – Scuola Secondaria di I grado Giacomo Jaquerio – Buttigliera Alta - TO
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La Precettoria è nata verso la fine del XII secolo, come succursale della casa madre, l’abbazia di S. Antonio, situata vicino a Vienne, in Val d’ Isère (Francia) Mappa tratta da “Castelnuovo-Sergi, Arte e storia nel Medioevo – Tempi e Spazi , Einaudi editore, 2002” Immagine da Internet Immagini tratte da Internet Claudia Sponton – Piano di diffusione delle Lavagne Interattive Multimediali /2010 – Scuola Secondaria di I grado Giacomo Jaquerio – Buttigliera Alta - TO
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A pochi metri dal nartece della chiesa si trova un masso erratico, non raro nei dintorni di Torino. Il suo centro è sormontato da una stele, con in cima scolpito il simbolo TAU. Questo segno stava forse a indicare il termine taumaturgo (guaritore) o, più semplicemente, una stampella o una croce. Claudia Sponton – Piano di diffusione delle Lavagne Interattive Multimediali /2010 – Scuola Secondaria di I grado Giacomo Jaquerio – Buttigliera Alta - TO
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I monaci Antoniani, riconoscibili dal simbolo TAU cucito sulla spalla sinistra del saio nero, gestivano la Precettoria. Essi, prima ancora di pregare, ospitavano i pellegrini e curavano la gente. Scorcio dell’ospedale Claudia Sponton – Piano di diffusione delle Lavagne Interattive Multimediali /2010 – Scuola Secondaria di I grado Giacomo Jaquerio – Buttigliera Alta - TO
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In quel periodo era molto diffusa tra i contadini l’ usanza di fare il pane con la segale;
Immagini da Internet: Ondadurto.splinder.com., Regione Piemonte Regione.vda.it, Equoterra Claudia Sponton – Piano di diffusione delle Lavagne Interattive Multimediali /2010 – Scuola Secondaria di I grado Giacomo Jaquerio – Buttigliera Alta - TO
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Purtroppo la segale poteva contenere chicchi velenosi e i monaci Antoniani provvedevano a curare coloro che ne mangiavano e si ammalavano di ergotismo. L’ergotismo è un’intossicazione dovuta a un fungo (Claviceps purpurea) parassita di alcune graminacee, comunemente noto come segale cornuta. Coloro che mangiavano il pane fatto con la farina di segale contaminata dal fungo erano colpiti da gravi intossicazioni, che provocavano disturbi digestivi e circolatori. L’intossicazione causava la comparsa di malesseri sempre più gravi e, se non curata, conduceva alla morte per cancrena. Gli ammalati guarivano grazie al fatto che i monaci, oltre alle cure, somministravano loro cibi diversi e non contaminati dal fungo. Poco alla volta l’intossicazione spariva e i pazienti potevano ritornare alle loro case. Agraria.org. Claudia Sponton – Piano di diffusione delle Lavagne Interattive Multimediali /2010 – Scuola Secondaria di I grado Giacomo Jaquerio – Buttigliera Alta - TO
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Il termine "herpes zoster" deriva da due parole greche, "serpente" e "cintura", che descrivono in modo molto appropriato una malattia dolorosa, come un serpente di fuoco che si annida all'interno del corpo e che a volte ha strascichi lunghi e invalidanti. È chiamato anche fuoco di Sant'Antonio perché Sant'Antonio era considerato, nella tradizione, colui che combatteva il demonio che appariva sotto forma di serpente. Il fuoco di Sant'Antonio è causato da un virus, lo stesso che provoca la varicella. I monaci curavano anche la lebbra e un’altra grave malattia, l’ Herpes zoster, detto “fuoco di S. Antonio”, i cui sintomi venivano solitamente confusi con quelli dell’ergotismo, a causa delle scarse conoscenze mediche del tempo. Claudia Sponton – Piano di diffusione delle Lavagne Interattive Multimediali /2010 – Scuola Secondaria di I grado Giacomo Jaquerio – Buttigliera Alta - TO
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Gli Antoniani nel corso della loro storia conobbero una grandissima espansione territoriale, con circa mille fondazioni, delle quali un centinaio in Italia. Tra il XVII e il XVIII secolo, grazie al miglioramento delle condizioni igieniche e a un’alimentazione più ricca, le grandi epidemie cessarono progressivamente e iniziò quindi per gli Antoniani un periodo di decadenza, che ebbe il culmine con la soppressione dell'ordine nel 1776 da parte di Papa Pio VI. I monaci Antoniani superstiti passarono all'ordine dei Cavalieri di Malta e la proprietà di tutto il complesso venne affidata all'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro (Ordine Mauriziano) che ne ha curato e cura tuttora la conservazione ed il restauro. Claudia Sponton – Piano di diffusione delle Lavagne Interattive Multimediali /2010 – Scuola Secondaria di I grado Giacomo Jaquerio – Buttigliera Alta - TO
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