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Codifiche Dati due alfabeti A e B, ad ogni simbolo o sequenza di simboli dell’alfabeto A si fa corrispondere (si associa) un simbolo o una sequenza di simboli dell’alfabeto B in modo che non si abbiano ambiguità, ossia la corrispondenza sia biunivoca. Corrispondenza biunivoca implica che esiste un modo per passare da un’informazione fornita nell’alfabeto A ad un’unica sequenza di simboli nell’alfabeto B, che fornisce la stessa informazione, e viceversa. La lunghezza delle stringhe corrispondenti dipende dalle cardinalità dei due alfabeti. Bisogna conoscere le regole che associano le due rappresentazioni della stessa informazione.
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Insieme A = { insufficiente, sufficiente, buono, ottimo}
Insieme B = {, , , } insufficiente sufficiente buono ottimo Insieme A = { insufficiente, sufficiente, buono, ottimo} Insieme B = { , } insufficiente sufficiente buono ottimo Il primo è un esempio di corrispondenza biunivoca, il secondo no: una sequenza di pallini grigi e rossi non può essere interpretata in modo univoco come sequenza di elementi di A.
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È importante poter tornare indietro in modo univoco, cioè poter decodificare. Quando i simboli dell’alfabeto B sono in numero inferiore a quelli dell’alfabeto A, si usano per la codifica stringhe tutte della stessa lunghezza. Ciò assicura la possibilità di decodifica. Insieme A = { insufficiente, sufficiente, buono, ottimo} Insieme B = { , } insufficiente sufficiente buono ottimo Insieme A = { insufficiente, sufficiente, buono, ottimo} Insieme B = {0, 1} insufficiente 00 sufficiente 01 buono 10 ottimo 11
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Codifiche Se A ha m simboli e B n, con n < m, la minima lunghezza delle stringhe di simboli di B che permette di codificare i simboli di A è il minimo k tale che nk m Viceversa: Se B ha n simboli, le stringhe di lunghezza j permettono di codificare al massimo: nj simboli distinti, in quanto le sequenze distinte di lunghezza j sono proprio nj
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Abbiamo a disposizione due soli simboli: 0 e 1.
Dobbiamo con essi codificare: Caratteri Numeri Immagini Suoni Filmati In ogni caso si ottengono sempre sequenze di 0 e 1: si deve sapere che cosa rappresentano per poter risalire all’informazione corretta.
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Ad esempio, la sequenza:
può rappresentare dei numeri: oppure Una sequenza di caratteri: (CIAO) Un’immagine: o altro ancora
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Codifica dei caratteri
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I segnali che forniscono suoni e immagini della realtà sono continui
I segnali che forniscono suoni e immagini della realtà sono continui. Le variabili indipendenti (tempo e coordinate spaziali) variano con continuità e così pure i valori assunti. Rappresentazione Analogica: basata sulla similitudine tra il mezzo di rappresentazione e l'informazione rappresentata Digitale: basata su una rappresentazione simbolica (discreta) dell'informazione
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Un segnale numerico o digitale si ottiene da quello analogico discretizzando (cioè rappresentando con valori interi) le variabili indipendenti (tempo, spazio) e quantizzando i valori assunti. Questa trasformazione è detta ADC, acronimo di Analogical to Digital Conversion Il recupero del segnale analogico originale da quello numerico si ottiene con la riconversione DAC (Digital to Analogical Conversion).
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Codifica delle immagini
Suddividiamo l’immagine mediante una griglia formata da righe orizzontali e verticali a distanza costante
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Codifica delle immagini
Poiché una sequenza di bit è lineare, è necessario definire delle convenzioni per ordinare la griglia dei quadratini (pixel) in una sequenza. Assumiamo che i pixel siano ordinati dal basso verso l'alto e da sinistra verso destra 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 Con questa convenzione la rappresentazione della figura sarà data dalla stringa binaria
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Codifica delle immagini
Non sempre il contorno della figura coincide con le linee della griglia. Quella che si ottiene nella codifica è un'approssimazione della figura originaria. Se riconvertiamo la stringa in immagine otteniamo
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Codifica delle immagini
La rappresentazione sarà più fedele all'aumentare del numero di pixel, ossia al diminuire delle dimensioni dei quadratini della griglia in cui è suddivisa l'immagine zz
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Risoluzione Il numero di pixel in cui è suddivisa un’immagine si chiama risoluzione e si esprime con una coppia di numeri ad es. 640 480 pixel (orizzontali per verticali)
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Codifica delle immagini
Assegnando un bit ad ogni pixel è possibile codificare solo immagini senza livelli di chiaroscuro Per codificare le immagini con diversi livelli di grigio si usa la stessa tecnica: per ogni pixel si stabilisce il livello medio di grigio cui viene assegnata convenzionalmente una rappresentazione binaria Per memorizzare un pixel non è più sufficiente un solo bit. Ad esempio, se utilizziamo quattro bit possiamo rappresentare 24=16 livelli di grigio, mentre con otto bit ne possiamo distinguere 28=256, ecc.
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Codifica delle immagini
Analogamente possiamo codificare le immagini a colori. In questo caso si tratta di individuare un certo numero di sfumature di colore differenti e di codificare ogni sfumatura mediante un'opportuna sequenza di bit Ad esempio, i monitor utilizzano risoluzioni di 640X480, 1024X768, oppure 1280X1024 ed un numero di colori per pixel che va da 256 fino a sedici milioni di colori (un byte per ogni colore base: rosso, verde, blu nel sistema RGB)
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Codifica delle immagini
La rappresentazione di un'immagine mediante la codifica dei pixel, viene chiamata codifica bitmap e l’immagine viene detta “discretizzata”. Il numero di byte richiesti dipende dalla risoluzione e dal numero di colori che ogni pixel può assumere. Le immagini si possono anche ottenere mediante la definizione di primitive grafiche quali linee, archi, poligoni, cerchi, espresse analiticamente. Tali immagini vengono dette vettoriali. Trovano applicazione nell’ambito del CAD.
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Elaborazione dell’immagine
Una volta digitalizzate, le immagini possono essere elaborate facilmente Elaborare un’immagine digitalizzata vuol dire applicare una trasformazione alla sequenza di bit che codifica l’immagine Esempio: cambiare/neutralizzare il colore (Croma-key)
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Le tecnologie di memorizzazione e trasmissione dei dati non offrono soluzioni efficienti ed economiche per gestire grandi quantità di dati. Occorre applicare tecniche di compressione per ridurre lo spazio occupato. Tali tecniche sfruttano le regolarità delle immagini. compressione senza perdita di informazione: si memorizzano pixel vicini identici una volta sola e si ricorda quante volte occorrono nell’immagine compressione con perdita di informazione: non si memorizzano tutti i pixel, ma solo una frazione di essi. Si usano funzioni matematiche di interpolazione per ricostruire i pixel mancanti
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Compressione lossless
La tecnica è completamente reversibile e restituisce in fase di decompressione i dati originali. Il fattore di compressione non è molto elevato (da 2 a 5 a seconda del tipo di dati). E’ adatta per dati testuali, sonori, eidetici.
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Compressione lossy Sopprime in modo irreversibile la parte di informazione meno significativa, permettendo così, in fase di decompressione, la ricostruzione dei dati in modo ancora intelligibile. Permette di ottenere fattori compressione dell’ordine di 10, 100. Non è adatta per dati testuali.
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Formati standard GIF (Graphic Interchange Format) utilizza 8 bit per pixel e quindi distingue 256 colori. Usa una tecnica di compressione senza perdita JPEG (Joint Photographic Expert Group) utilizza 24 bit, quindi 16,8 milioni di colori. Usa una tecnica sofisticata di compressione con perdita. Altri formati PICT e TIFF
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JPEG Original image Coded image: compr. 10:1 Coded image: compr. 50:1
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Immagini in movimento Memorizzazione mediante sequenze di fotogrammi
La qualità della memorizzazione dipende dal numero di fotogrammi al secondo Esempio: le immagini televisive vengono trasmesse con 25/30 fotogrammi al secondo, con una risoluzione di 576720, con colori codificati a 16 bit. Problema dell’occupazione di spazio: per ottimizzare lo spazio non si memorizzano tutti i fotogrammi. I fotogrammi variano in modo continuo: si memorizza un primo fotogramma in modo completo, e per i successivi N solo le differenze con il primo.
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Formati standard di compressione dei filmati
MPEG: memorizza in modo completo solo un fotogramma ogni 12, degli altri solo le differenze AVI: (Microsoft) QuickTime: (Apple e Microsoft)
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Codifica dei suoni Dal punto di vista fisico un suono è un'alterazione della pressione dell'aria che, quando rilevata, ad esempio dall'orecchio umano, viene trasformata in un particolare stimolo al cervello. Mediante un microfono queste alterazioni vengono trasformate in un particolare stimolo elettrico La durata, l'intensità e la variazione nel tempo della pressione dell'aria sono le quantità fisiche che rendono un suono diverso da ogni altro
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Codifica dei suoni L'onda di pressione può essere rappresentata sul piano cartesiano rappresentando il tempo sull'asse delle ascisse e la pressione sull'asse delle ordinate. t p Questa rappresentazione, analogica, fornisce una descrizione continua dell'onda sonora
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Per rappresentare in forma digitale (numerica) un’onda sonora, cioè per convertire un segnale continuo in una successione di numeri, si effettuano due successive operazioni elementari: 1. campionamento del segnale (cioè si preleva una successione di campioni a intervalli costanti di tempo) t 2. Ogni campione viene quantizzato ossia convertito in un numero (si codificano in forma digitale le informazioni estratte dai campionamenti)
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Quanto più frequentemente il valore di intensità dell'onda
viene campionato, tanto più precisa sarà la sua rappresentazione. Il segnale può essere riprodotto perfettamente sulla base dei valori campione se la frequenza di campionamento è superiore al doppio della componente del segnale di frequenza più elevata. Un errore viene comunque introdotto quando si converte il valore analogico di un campione in un numero con un numero limitato di cifre.
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Le frequenze sonore udibili dall’uomo sono comprese fra 20 Hz e 20
Le frequenze sonore udibili dall’uomo sono comprese fra 20 Hz e Hz (20 KHz) La frequenza di campionamento per una corretta rappresentazione dell’informazione sonora deve essere allora maggiore di Hz (40 KHz) che nella pratica viene assunta di 44.1 KHz.
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Compressione dei file audio
Il piu’ noto standard e’ MP3 che permette di ottenere un fattore di compressione 12:1. Ad esempio un file campionato a 44,1 KHz con 16 bit per campione che occuperebbe circa 50 milioni di byte, compresso in formato MP3 ne occupa meno di 5 milioni, senza perdita di qualita’.
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Trasmissione della voce sulla rete digitale ISDN:
curiosità Trasmissione della voce sulla rete digitale ISDN: Segnale vocale campionato ogni 125 milionesimi di secondo (8000 campioni al sec.); Di solito vengono usati 8 bit per campione. Sono trasmesse solo le componenti della voce di frequenza più bassa, come nella trasmissione analogica. Compact disk musicale: Si mescolano due registrazioni (stereofonia); campioni al secondo per ogni registrazione; 16 bit per campione. Servono pertanto bit per ogni secondo di registrazione.
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8 milioni di bit Un milione di caratteri 70 caratteri per riga
40 righe per pagina 400 pagine circa Libro giallo 1.000 x pixel 256 livelli di grigio 8 milioni di bit Immagine in bianco e nero ad alta risoluzione 125 sec. di voce o 5.6 sec. di musica ad alta fedeltà 1/30 di secondo di filmato in bianco e nero ad alta risoluzione
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