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LE CORIORETINITI INFANTILI
SIOP Verona LE CORIORETINITI INFANTILI Drssa E. Piozzi, Drssa A. Del Longo, Dr M. Mazza S.C. Oculistica Pediatrica A.O. Ospedale Niguarda Ca’ Granda Milano
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DEFINIZIONE Le corioretiniti, o uveiti posteriori, sono processi infiammatori che interessano il segmento posteriore in particolare coroide, retina e vitreo sovrastante.
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La differenziazione in coroidite, corioretinite, retinocoroidite e vasculite retinica è abbastanza arbitraria, più teorica che clinica.
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Nelle forme posteriori il segno soggettivo principale è il calo visivo, in genere poco percepito dal bambino sia per la sua variabilità, sia per la sua capacità di adattamento.
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Rara nel bambino Incidenza pari al 5-10% Spesso asintomatica Diagnosi tardiva Possibilità di complicanze
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INCIDENZA Anteriori 30-40% Posteriori 40-50% Intermedie 10-20%
Diffuse 5-10%
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CLASSIFICAZIONE CLINICO-MORFOLOGICA
A focolaio ( mono o multifocale) Disseminate Diffuse
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CLASSIFICAZIONE TOPOGRAFICA
Maculari Iuxtapapillari Equatoriali Periferiche
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CLASSIFICAZIONE EZIOLOGICA
Infettive: batteriche virali miceti parassitarie Non infettive sarcoidosi, m. Behcet S. Vogt Koyanagi-Harada
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TUBERCOLOSI Congenita: rara Acquisita
Aumento di incidenza negli ultimi anni per l’aumento dei flussi immigratori Mycobacterium
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TUBERCOLOSI quadro clinico
Corioretinite granulomatosa o essudativa diffusa o a focolai disseminati associata spesso a segni di vasculite retinica
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TUBERCOLOSI esami clinici
Intradermo reazione alla tubercolina Rx torace Esami colturali per ricerca Bacillo di Koch
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TUBERCOLOSI terapia Terapia specifica per i primi 2 mesi:
Isoniazide mg/Kg/die rifampicina mg/Kg/die pirazinamide mg/Kg/die streptomicina* mg/Kg/die etambutolo* mg/Kg/die * in caso di resistenza. per 4-10 mesi a seconda di gravità della malattia isoniazide + rifampicina Terapia steroidea (per brevi periodi)
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LUE CONGENITA Agente patogeno: Treponema Pallidum
Rischio maggiore di contagio dal 2° trimestre di gravidanza
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LUE CONGENITA quadro clinico
Cheratite interstiziale Iridociclite Corioretinite a pepe e sale Neurite ottica
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LUE CONGENITA Corioretinite a pepe e sale
Compare nella prima infanzia Bilaterale Interessa aree periferiche ed equatoriali A volte si associano quadri di pseudoretinite pigmentosa a settore
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LUE CONGENITA diagnosi
Esami sierologici FTA-ABS VDRL
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LUE CONGENITA terapia Madre trattata in gravidanza:
nel neonato si può effettuare una unica dose di benzatina penicillina i.m. ( U/Kg) o semplicemente limitarsi a controlli periodici senza eseguire alcun trattamento. madre non trattata in gravidanza: nel neonato si effettua per via i.m. o e.v penicillina G ( U/Kg/die) secondo protocollo terapeutico concordato con neonatologo
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TOXOPLASMOSI L’agente patogeno è il toxoplasma gondii, protozoo intracellulare obbligato
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TOXOPLASMOSI Ciclo parassitario toxoplasma
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TOXOPLASMOSI rischio trasmissione materno fetale
Nel 1° trimestre di gravidanza minore rischio di trasmissione (15-20%) ma maggiore probabilità di segni clinici. Aumenta con il progredire della gravidanza Più tardiva è l‘infezione materna, più breve l’intervallo tra infezione materna e fetale, minor gravità dei segni clinici
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TOXOPLASMOSI Infezione molto frequente in gravidanza
Incidenza in U.S.A. 4/1000 Rischio di trasmissione al feto 40%
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TOXOPLASMOSI quadro clinico-fase acuta
Retinite necrotizzante uni o multifocale con aspetto di lesione a bordi sfumati simil-cotonosa Vitreite Distacco siero-emorragico Papillite
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TOXOPLASMOSI quadro clinico fase cicatriziale
Cicatrice atrofica pigmentata pseudocolobomatosa a localizzazione maculare
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TOXOPLASMOSI Nel 70% dei casi la corioretinite si manifesta entro il 1° anno di vita Nel 20% dei casi tra i 2 e i 10 anni Nel 5% dopo i 10 anni
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TOXOPLASMOSI terapia In presenza di sieroconversione toxoplasmica, documentata da esami di laboratorio, la condotta terapeutica varia in funzione dell’età gestazionale al momento dell’infezione
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TOXOPLASMOSI terapia gestante
spiramicina* U.I x 3 pirimetamina 50 mg die sulfadiazina 3 gr die ac folinico 25 mg die * macrolide previene la trasmissione transplacentare della toxoplasmosi
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TOXOPLASMOSI terapia neonato
In presenza di bilancio neonatale negativo (eco e tac cerebrale, fondo oculare): sorveglianza sierologica a 1-2 mesi di vita, poi ogni 3 mesi fino alla negativizzazione completa 2 sierologie negative sono consigliate prima di interrompere la sorveglianza
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TOXOPLASMOSI terapia neonato
In presenza di bilancio neonatale positivo trattare subito per almeno 1 anno secondo il seguente protocollo: 1ª fase pirimetamina + sulfadiazina per 6 mesi 2ª fase cicli alternati di pirimetamina sulfadiazina e spiramicina fino all’anno di età Integrazione con ac folinico
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TOXOPLASMOSI terapia neonato
In caso di corioretinite a localizzazione maculare si associa una terapia con prednisone 1,5 mg/Kg/die in 2 somministrazioni
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TOXOCARIASI La toxocara canis è un ascaride che può completare il ciclo vitale solo nel cane Le uova contenute nelle feci del cane possono infettare l’uomo per contatto con terreno, cibo o altri materiali contaminati
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TOXOCARIASI La malattia si riscontra tipicamente nei bambini (età media 7,5 anni) Per lo più monolaterale Forma più frequente: lesione granulomatosa al polo posteriore
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TOXOCARIASI quadro clinico
La lesione granulomatosa al polo posteriore è di aspetto biancastro di dimensioni variabili fino a 2-3 diametri papillari La reazione vitreale associata può essere importante
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TOXOCARIASI Forme meno tipiche sono: retinite periferica
uveite con ipopion interessamento nervo ottico
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TOXOCARIASI Diagnosi differenziale retinoblastoma
vitreo primitivo iperplastico malattia di Coats
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TOXOCARIASI Test di laboratorio più indicato è il test ELISA
(test di immunoassorbimento enzimatico per la valutazione di anticorpi antitoxocara)
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TOXOCARIASI terapia Trattamento medico
Steroidi per via sistemica e locale Terapia antielmintica tiabendazolo 50 mg/Kg/die Trattamento chirurgico vitrectomia
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CITOMEGALOVIRUS Il CMV è un virus della famiglia degli herpesvirus che contiene DNA a doppio filamento Elevato tropismo per il tessuto placentare Persistenza nelle cellule infettate (latenza alternata a riattivazione)
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CITOMEGALOVIRUS L’infezione congenita da CMV è la più frequente infezione virale congenita causa di sordità e ritardo mentale nell’infanzia 350 casi nuovi all’anno nella sola Lombardia 90% asintomatico alla nascita ma con sequele nel 10-15% dei casi
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CITOMEGALOVIRUS vie di trasmissione
CITOMEGALOVIRUS vie di trasmissione Contatto diretto Verticale dalla madre al feto Trasfusioni ematiche Trapianti d’organo
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CITOMEGALOVIRUS vie di trasmissione
CMV viene trasmesso mediante viremia e diffusione dei leucociti infetti attraverso la placenta Placentite con diffusione alle cellule amniotiche deglutite dal feto
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CITOMEGALOVIRUS L’età gestazionale non influenza la frequenza dell’infezione fetale ma agisce sulla gravità dell’infezione. Trasmissione precoce -> prognosi peggiore
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CITOMEGALOVIRUS diagnosi prenatale
È necessario effettuare a tutte le gestanti uno screening sierologico mediante ricerca anticorpi IgG, IgM, antiCMV con metodi immunoenzimatici Preesistenti IgG -> protezione relativa IgM -> infezione primaria iniziale IgM + IgG -> infezione primaria in atto
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CITOMEGALOVIRUS terapia e prevenzione in gravidanza
NO farmaci antivirali per la loro embriotossicità elevata IGEV anti-CMV
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CITOMEGALOVIRUS diagnosi prenatale
Amniocentesi e funicolocentesi (18-22a settimana di gravidanza) Isolamento del virus e PCR dal liquido amniotico
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CITOMEGALOVIRUS diagnosi alla nascita
Isolamento del virus dalla saliva e dalle urine
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CITOMEGALOVIRUS quadro clinico
Lesioni biancastre perivascolari con molte emorragie diffuse Lesioni di tipo granulare, poche emorragie chiazze di pigmento retinico Vitreite
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CITOMEGALOVIRUS Il danno oculare è presente nel 10-15% dei casi nati sintomatici Oltre alla corioretinite sono segnalati i seguenti danni: retinopatia pigmentata, atrofia ottica
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CITOMEGALOVIRUS terapia
Nei sintomatici alla nascita: Ganciclovir mg/Kg/die EV in due dosi in 1-2 ore di infusione per 6 settimane. Non c’è accordo per il trattamento degli asintomatici (considerando l’impegno terapeutico e tenendo conto che solo il 10% presenterà disturbi prevalentemente uditivi nell’infanzia)
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CITOMEGALOVIRUS follow up
Controlli ripetuti fino ai 6 anni di età con valutazione neurologica, oculistica e audiometrica L’esame oculistico viene eseguito a mesi Annualmente dopo i 12 mesi
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CANDIDIASI Lieviti commensali di bassa virulenza per gli individui sani che con l’alterazione delle difese immunitarie possono causare gravi forme morbose La Candida Albicans, causa del 80-90% delle infezioni fungine umane, è implicata nel 75 % delle micosi neonatali.
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CANDIDIASI vie di trasmissione
L’infezione micotica può essere trasmessa: nel periodo embrio-fetale per via ascendente durante il passaggio nel canale del parto (più frequentemente) dopo la nascita
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CANDIDIASI Le infezioni fungine sistemiche coinvolgono generalmente:
sangue ( 60-80%) SNC (40-60%) polmone (70%) rene (60%) occhio (30%)
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CANDIDIASI diagnosi Cultura ematica positiva
Esame istopatologico vitreale (presenza neutrofili,macrofagi, linfociti b e forme mature o pseudo ife della Candida)
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CANDIDIASI quadro clinico
Lesione bianca e circoscritta, di diametro inferiore a 1 mm con alone di cellule infiammatorie vitreali sovrastanti Manicotti perivascolari retinici nell’area circostante Non costanti emorragie retiniche.
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CANDIDIASI terapia Prima scelta: Anfotericina B O,5-1 MG/Kg/die
eventualmente associata a 5-Fluorocitosina mg/Kg/die alternativa valida: Fluconazolo (6 mg/Kg/die)
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La gestione diagnostico-terapeutica è sicuramente complessa :
difficile il riconoscimento dei segni e dei sintomi l’esame oculistico può richiedere la narcosi presenza di complicanze della malattia e della terapia tipiche dell’età pediatrica
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candida
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