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Il Parco del Molentargius
una delle Zone umide più importanti della Sardegna e del Mediterraneo
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La città di Cagliari e il suo interland godono di una straordinaria ricchezza: un ecosistema di riconosciuto e assoluto valore naturalistico. Si tratta dello Stagno di Molentargius, zona umida di importanza internazionale ai sensi della Convenzione di Ramsar sin dal 1977 che con le Saline adiacenti e la spiaggia del Poetto va a formare il Parco del Molentargius-Saline-Poetto. Queste zone, con la ricchezza di specie animali e vegetali che le contraddistingue, rendono Cagliari un’eccezione tra le aree metropolitane dell’Europa industrializzata.
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L’unicità del Parco può essere facilmente percepita dalla sommità di Monte Urpinu, S. Elia, e dalla Sella del Diavolo, i colli che dominano Cagliari e si affacciano sullo stagno. Da questi "belvedere naturali" l’ecosistema è visibile nella sua interezza ed è facile individuarne gli elementi principali e la struttura. Saline e Poetto Molentargius
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Il versante Nord è dominato dalla struttura urbana che da Cagliari si snoda fino alla città di Quartu S. Elena unendo tutti i centri dell’interland fino a costituire un grande anfiteatro che sembra quasi soffocare lo stagno. Questa cintura urbana delimita la conca del Molentargius propriamente detto, suddivisa principalmente in due zone: la prima,denominata Bellarosa Maggiore, viene alimentata con acqua salata essendo bacino di prima evaporazione del dismesso sistema saliniero; la seconda, Bellarosa Minore, è alimentata invece da acque piovane e reflue provenienti dai centri urbani che vi si affacciano. La presenza di questi due distinti biotopi aumenta la possibilità di far occupare alle specie animali e vegetali più nicchie ecologiche.
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Nell’area protetta nidificano specie rarissime di uccelli ed è presente una comunità ornitica nidificante e svernante unica in Europa (sono state osservate 186 specie, circa un terzo dell'avifauna europea). Per chi ama il birdwatching e si avventura tra i rigogliosi canneti dello stagno, non è difficile avvistare l'Avocetta, il Cavaliere d'Italia, il Pollo Sultano, il Porciglione, la Schiribilla, la Gallinella d'Acqua, il Mignattaio, l'Airone Cenerino e Guardabuoi per la prima volta nidificante in Italia, la Garzetta, la Sgarza Ciuffetto, il Falco di Palude e altre rare specie migratorie. Pollo sultano Nei mesi invernali le vasche d'acqua dolce ospitano migliaia di Folaghe e di anatre (Alzavole, Morette, Mestoloni, Moriglioni, Germani Reali, Canapiglie). Mignattaio
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La lingua di terra che separa le vasche presalanti ospita specie di prateria e di steppa come Allodole, Calandrelle, Quaglie e Pernici Sarde e tra le coltivazioni è facile scorgere la Sterpazzola di Sardegna, la Magnanina sarda, l'Occhiocotto, la Capinera, i Luì e tanti altri passeriformi. Il bacino di evaporazione delle saline accoglie centinaia di "limicoli" come il Cavaliere d'Italia, l'Avocetta, il Fratino, il Corriere piccolo e, nei mesi invernali, si arricchisce in maniera impressionante per l'arrivo dei Chiurli, delle Pittime, dei Combattenti, dei Beccaccini, dei Piro piro e delle Pantane. Ma soprattutto, in queste vasche presalanti, hanno trovato fin dai tempi più remoti l'habitat ideale i veri signori dello stagno: i Fenicotteri Rosa, sa genti arrubia (il popolo rosso), che si possono ammirare a pochi metri di distanza.
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