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INTERVISTA AL GRANDE MATEMATICO
MARIA GAETANA AGNESI di Cristina Colombo
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In una tiepida giornata di primavera, decisi di partire da casa, armata di block-notes e penna, per andare a intervistare la famosa donna matematica Maria Gaetana Agnesi. Dopo averla contattata telefonicamente qualche settimana prima, mi recai di buon mattino a Bologna in via Agnesi, ove la signora viveva da poco tempo in un appartamento. Giunta davanti alla piccola palazzina, vidi una distinta signora minuta aprire il portone di casa; i nostri sguardi si incrociarono, come se già ci conoscessimo.
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Dall’emozione, non riuscii a dire una parola, tanto che fu proprio la signora Agnesi a“sciogliere il ghiaccio”. Dopo una piccola presentazione, mi chiese di accompagnarla in un parco, dove lei si recava tutte le mattine per dare da mangiare a due gattini randagi. Comodamente sedute su una panchina di legno, circondate da alberi sempreverdi, cominciai a porle delle domande.
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D:Vedo che le Sue opere di carità non hanno mai fine
D:Vedo che le Sue opere di carità non hanno mai fine. Non solo ha speso gran parte della sua vita, donando ogni Suo avere alle persone bisognose, ma ora lo fa anche con gli animali. R:Sì, mi ritengo veramente fortunata, perché nel momento in cui faccio del bene agli altri, lo faccio anche a me stessa. E’ una ricompensa. Tutti i viventi hanno bisogno d’amore, di gesti d’affetto … Gesù ce l’ha insegnato; è stato Lui il primo maestro di carità!
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D:Lei è la primogenita di ventun figli e Suo padre (Pietro Agnesi) l’ha fatta studiare con i migliori precettori. Anche in questo caso si ritiene fortunata? R:Ho sempre avuto una grande stima di mio padre. Era una persona molto severa, con cui era impossibile avere una discussione, perché aveva sempre ragione lui. Da giovanissima venni avviata allo studio delle lingue. Sai cara, ne conosco ben sette: italiano, tedesco, francese, latino, greco, spagnolo, ebraico. Mi sono meritata anche il titolo di “ Oracolo Settelingue”.
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Amavo le lingue, ma poi per obbedire a mio padre, dovetti abbandonare questo studio per dedicarmi a Filosofia e Matematica. A volte non mi piacevano queste materie, ma se rifletto ora sui miei studi e sul fatto che sono diventata famosa, allora sì che mi ritengo doppiamente fortunata. D:Ho letto su un articolo che Papa Benedetto XIV Le consentì di ricoprire, nel 1750, la carica di lettrice onoraria di matematica all’Università di Bologna. Perché non ha mai svolto il Suo incarico?
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R:Veramente ero socia di tante accademie scientifiche, dove venivano trattati i principi dell’algebra, della geometria analitica, del calcolo infinitesimale. Ormai con i miei illustri colleghi, avevo avviato uno studio analitico su argomenti scientifici e di conseguenza il tempo da dedicare all’incarico assegnatomi dal Santo Papa, era molto molto poco. Pensi che la sera, quando rincasavo a tarda ora, per la stanchezza, mi addormentavo sul divano di velluto del salotto principale. Forse un’altra ragione … è che questi studi mi entusiasmavano!
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D:Alla morte di Suo padre nel 1752, cambiò completamente interesse
D:Alla morte di Suo padre nel 1752, cambiò completamente interesse. Come mai? R:Guardi, per volontà di mio padre ho sempre partecipato a tutti i salotti, venendo a contatto con intellettuali italiani e stranieri. Non nego che un po’ mi affascinava questo mondo di “acculturati”, ma nello stesso momento ero un po’ stanca di dover sempre discutere di trattati filosofici,scientifici e matematici. Finché un giorno decisi di abbandonare l’attività mondana e la frequentazione di questi salotti, per prendere i voti. Non immagina la mia gioia!
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D:Di solito si dice che l’intuizione istintiva è qualità prettamente femminile, mentre l’intelletto maschile è in prevalenza logico e deduttivo. Cosa ne pensa? R:Ciò in parte è vero. Dentro di noi siamo un po’ femmine e un po’ maschi: una parte mette l’intuizione, l’altra la logica. D:Le rivolgo una domanda più che altro curiosa. Come era considerata nei salotti, essendo una donna e una tra le poche donne a frequentarli? R:Dunque, finché i salotti venivano fatti nella mia villa natale, era considerata “la regina”.
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Stimata, preparata culturalmente … tanto che alcuni frequentatori erano molto interessati ad ascoltare i miei studi di matematica. Più che salotti, a volte, sembravano vere e proprie lezioni di algebra e geometria. Non le dico l’orgoglio di mio padre, nel vedere la figlia “ tenere comizio”! Quando invece dovevo partecipare a dei seminari, allora sì che era dura per me. Tutto ciò che dicevo non veniva considerato; per molti studiosi, era impossibile che una donna parlasse di matematica. La materia era solo di competenza maschile! Discriminante!
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D:Mi può parlare in breve del suo volume “ Instituzioni analitiche ad uso della gioventù italiana”? R:Questo libro è il risultato di tutti i miei sforzi, pubblicato a Milano nel E’ diviso in due volumi: il primo tratta delle quantità finite, il secondo dell’analisi infinitesimale. Ho deciso di scriverlo tutto in italiano, anche se alla mia epoca si usava il latino. E’ un po’ complicato poter riassumere questo libro. Le posso semplicemente dire che il mio intento era didattico e divulgativo, fortemente convinta della superiorità della matematica rispetto ad un’altra scienza.
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D:Cos’è invece la Versiera
D:Cos’è invece la Versiera? R:( sorride)… Pensi che un autore inglese tradusse questa parola con “l’avversiera” o meglio con “l’avversaria di Dio”. Quando me lo hanno detto, sono rimasta un po’ sconvolta, poi invece ho fatto una grossa risata. Dunque la Versiera è una curva cubica del piano, caratterizzata da una forma a campana, simile a quella della distribuzione gaussiana. Non è stata proprio inventata da me; diciamo che io ho portato a termine il lavoro iniziato da Pierre Fermat nel 1666.
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Disegno della curva Versiera
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D:Oggi, molti ragazzi non amano la matematica
D:Oggi, molti ragazzi non amano la matematica. Se dovesse insegnare in qualche scuola, che metodi userebbe, per far sì che i suoi ragazzi abbiano un buon rapporto con questa disciplina? R:Dovrei rifletterci. Certo i ragazzi di oggi sottovalutano lo studio e soprattutto la scuola. Sento alcuni bambini parlare molto male dei loro insegnanti. Ritengo che comunque sia utile impostare subito un buon lavoro e una reciproca relazione, già nella scuola elementare, motivandoli ad apprendere. Bisogna “colpirli”, coltivare i loro interessi e saperli ascoltare.
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Il messaggio che vorrei trasmettere a tutti gli insegnanti è di far amare la matematica, ritenuta il più delle volte inutile e noiosa. La matematica è ordine, chiarezza, precisione! D:Lo sa che alcune attrici Le hanno dedicato un monologo? R:Sì, ne sono orgogliosa. D:Cosa ne pensa del titolo “ Maria Gaetana Agnesi: scienziata di Dio”? R:Bello e toccante. Viene raccontata tutta la mia vita nella Milano del 700.
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Conservo ancora la locandina del teatro
Conservo ancora la locandina del teatro. In un angolo è riportata questa frase:” Maria Gaetana Agnesi è la luce dell’intelletto che si congiunge con la luce di Dio” ( intanto i suoi occhi si illuminano). D:Non ho altro da chiederLe. Posso semplicemente dirLe che più che un’intervista è stata una lezione di vita. E’ stato piacevole ascoltarla. La ringrazio tanto e spero ancora di rivederLa. Grazie e arrivederci!
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R:E’ stato un piacere anche per me, ricordare i miei vecchi tempi
R:E’ stato un piacere anche per me, ricordare i miei vecchi tempi. Ormai sono una persona anziana, ma come diceva il mio caro amico Pietro Verri “ ritrovo spesse volte nei sogni la soluzione dei problemi”! D:Fantastica!!! R:Io no … la matematica! Buongiorno cara.
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