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LA GRANDEZZA DI DIO Giobbe 38-41
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La creazione (Giobbe 38: 4-7)
Dov’eri tu quando io creavo la terra? Dichiaramelo se hai intelligenza.
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La creazione (Giobbe 38: 4-7)
Chi ha stabilito le sue dimensioni, se lo sai? O chi tracciò su di essa la corda per misurarla? Dove sono fissate le sue fondamenta?
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La creazione (Giobbe 38: 4-7)
O chi pose la sua pietra angolare, quando le stelle del mattino cantavano tutte insieme e tutti i figli di Dio mandavano grida di gioia?
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Il mare (Giobbe 38: 8-11) Chi rinchiuse il mare nelle sue porte, quando proruppe, come se uscisse dal grembo materno?
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Il mare (Giobbe 38: 8-11) Quando gli diedi le nubi per vestito e per fasce l’oscurità?
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Il mare (Giobbe 38: 8-11) Quando gli tracciai un limite e gli misi sbarre e porte, e dissi: “Tu arriverai fin quì, ma non oltre. Quì si arresteranno le tue onde superbe!”
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Il mattino (Giobbe 38: 12-15) Da quando vivi hai mai comandato al mattino o insegnato all’aurora il suo posto, perché essa afferri le estremità della terra e ne scuota via i malvagi?
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Il mattino (Giobbe 38: 12-15) Essa si trasforma come creta sotto il sigillo, e le cose spiccano come un vestito.
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Il mondo sottomarino (Giobbe, 38: 16-18)
Sei forse giunto fino alle sorgenti del mare, o sei mai andato in cerca delle profondità dell’abisso? Ti sono state mostrate le porte della morte, o hai forse visto le porte dell’ombra di morte?
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Il mondo sottomarino (Giobbe, 38: 16-18)
Hai mai considerato l’ampiezza della terra? Dillo se sai tutto questo.
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La luce (Giobbe 38: 19-21) Dov’è la via che guida alla dimora della luce? E le tenebre, dov’è il loro luogo, perché tu le possa condurre al loro posto, e possa conoscere i sentieri che portano alla loro casa?
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Sei mai entrato nei depositi della neve?
La neve (Giobbe 38: 22) Sei mai entrato nei depositi della neve?
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La grandine (Giobbe 38: 22-23)
Hai forse visto i depositi della grandine che io tengo in serbo per i tempi di calamità, per il giorno della battaglia e della guerra?
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Il vento (Giobbe 38: 24) Per quale via si diffonde la luce o si propaga il vento orientale sulla terra?
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La tormenta (Giobbe 38: 25-27)
Chi ha aperto un canale al turbine, e la via ai lampi e ai tuoni?
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La tormenta (Giobbe 38: 26) Facendo piovere sulla terra disabitata, e sul deserto dove non c’è nessun uomo?
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La tormenta (Giobbe 38:27) Per dissetare la terra deserta e incolta, e per far germogliare e crescere l’erba?
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La pioggia ha forse un padre? O chi genera le gocce della rugiada?
La rugiada (Giobbe 38: 28) La pioggia ha forse un padre? O chi genera le gocce della rugiada?
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Il ghiaccio (Giobbe 38: 29-30)
Dal grembo di chi esce il ghiaccio? E la brina del cielo chi la dà alla luce? Le acque si induriscono come pietra, e la superficie dell’abisso si congela.
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Puoi tu unire insieme i legami delle Pleiadi?
Le costellazioni (Giobbe 38: 31-33) Puoi tu unire insieme i legami delle Pleiadi?
22
O sciogliere le catene di Orione?
Le costellazioni (Giobbe 38: 31-33) O sciogliere le catene di Orione?
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Puoi tu far uscire a suo tempo le costellazioni del cielo?
Le costellazioni (Giobbe 38: 31-33) Puoi tu far uscire a suo tempo le costellazioni del cielo?
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O guidare l’Orsa Maggiore con i suoi piccoli?
Le costellazioni (Giobbe 38: 31-33) O guidare l’Orsa Maggiore con i suoi piccoli?
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Le costellazioni (Giobbe 38: 31-33)
Conosci tu le leggi del cielo? O puoi tu stabilire il loro dominio sulla terra?
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Il leone (Giobbe 38: 39-40) Puoi tu cacciare la preda per il leone? O saziare la fame dei leoncelli, quando si accovacciano nelle loro tane, o stanno in agguato nei loro nascondigli?
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II corvo (Giobbe 38: 41) Chi prepara al corvo il suo alimento, quando i suoi piccini gridano a Dio, e vanno errando senza cibo?
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Conosci tu il tempo in cui figliano le capre delle rocce?
Le capre selvatiche (Giobbe 39: 1) Conosci tu il tempo in cui figliano le capre delle rocce?
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Le cerve (Giobbe 39: 1-4) Hai osservato quando le cerve partoriscono? Sai tu contare i mesi in cui portano a termine la loro gravidanza, o conosci tu il tempo quando devono partorire? Si accovacciano e danno alla luce i loro piccoli, mettendo così fine alle loro doglie.
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Le cerve (Giobbe 39: 1-4) I loro piccoli si fanno forti, crescono all’aperto; se ne vanno e non ritornano più da esse.
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L’asino selvatico (Giobbe 39: 5-8)
Chi lascia andare libero l’onagro, chi ha sciolto i legami dell’asino selvatico? Al quale ho assegnato come dimora il deserto e la terra salata per abitazione. Egli disprezza il frastuono della città e non ode grida di nessun padrone. Le ampie distese di montagna sono il suo pascolo, e va in cerca di tutto ciò che è verde.
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Il bufalo (Giobbe 39: 9-12) Il bufalo è forse disposto a servirti o a passare la notte presso la tua mangiatoia? Puoi forse legare il bufalo con la corda, per arare nel solco? O erpicherà le valli dietro a te?
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Il bufalo (Giobbe 39: 9-12) Ti fiderai di lui perché la sua forza è grande, e lascerai a lui il tuo lavoro? Conterai su di lui per portare a casa il tuo grano e per ammassarlo sull’aia?
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Hai dato tu le meravigliose ali al pavone reale?
Il pavone (Giobbe 39: 13) Hai dato tu le meravigliose ali al pavone reale?
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Lo struzzo (Giobbe 39: 13-18) Hai dato tu le ali e le piume allo struzzo? Esso infatti abbandona le proprie uova per terra, e le lascia riscaldare nella polvere, dimenticando che un piede li può schiacciare, o una bestia dei campi calpestarle.
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Lo struzzo (Giobbe 39: 13-18) Tratta duramente i suoi piccoli, come se non fossero suoi, ma la sua fatica senza alcun interesse è vana; perché Dio l’ha privato di sapienza, e non gli ha dato intelligenza. Ma quando si alza in piedi per scappare, si beffa del cavallo e del suo cavaliere.
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Il cavallo (Giobbe 39: 19-25) Hai dato tu la forza al cavallo? E hai rivestito il suo collo con una fremente criniera?
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Il cavallo (Giobbe 39: 19-25) Sei tu che lo fai saltare come una locusta? Il fiero suo nitrito incute spavento. Scalpita nella valle rallegrandosi della sua forza, e si slancia in mezzo alla mischia delle armi.
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Il cavallo (Giobbe 39: 19-25) Sprezza la paura e non teme, nè indietreggia davanti alla spada. Su di lui risuona la faretra, la folgorante lancia e il giavellotto. Con ardore e impeto divora le distanze e non sta più fermo quando suona la tromba.
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Lo sparviero (Giobbe 39: 26)
É forse per la tua intelligenza che si alza in volo lo sparviero e spiega le sue ali verso il sud?
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L’aquila (Giobbe 39: 27-30) É al tuo comando che l’aquila si leva in alto e fa il suo nido nei luoghi alti?
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L’aquila (Giobbe 39: 27-30) Abita sulle rocce, e rimane su rupi scoscese.
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L’aquila (Giobbe 39: 27-30) Da lassù spia la preda e i suoi occhi scrutano lontano.
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L’aquila (Giobbe 39: 27-30) I suoi piccoli succhiano sangue e dove sono gli uccisi, là essa si trova.
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Il behemoth – L’Ippopotamo (Giobbe 40: 15-24)
Guarda il behemoth, che ho fatto al pari di te; esso mangia l’erba come il bue. Ecco la sua forza è nei suoi lombi, e la sua potenza nei muscoli del suo ventre.
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Il behemoth – L’Ippopotamo (Giobbe 40: 15-24)
Fa oscillare la sua coda come un cedro, i nervi delle sue cosce sono saldamente intrecciati. Le sue ossa sono forti come bronzo, e le sue membra come sbarre di ferro.
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Il behemoth – L’Ippopotamo (Giobbe 40: 15-24)
Esso è la prima delle opere di Dio, solo colui che lo fece può avvicinarsi a lui con la sua spada. I monti producono l’erba per lui; e ogni bestia del campo ruzzola là.
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Il behemoth – L’Ippopotamo (Giobbe 40: 15-24)
Si sdraia sotto le piante di loto, in luoghi nascosti dei canneti e delle paludi. Le piante di loto lo coprono con la loro ombra, i salici del torrente lo circondano.
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Il behemoth – L’Ippopotamo (Giobbe 40: 15-24)
Ecco il fiume può straripare, ma egli non ha paura; è sicuro di sè, anche se il Giordano dovesse avventarsi contro la sua stessa bocca. Chi mai potrà prenderlo per gli occhi o forargli il naso con uncini?
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Il leviathan – Il coccodrillo (Giobbe 41: 1-34)
Puoi tu tirar fuori il Leviathan con l’amo, o tener ferma la sua lingua con la corda? Puoi tu mettergli un giunco al naso, o forargli la mascella con un uncino?
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Il leviathan – Il coccodrillo (Giobbe 41: 1-34)
Farà egli un patto con te, perché tu lo prenda come servo per sempre? Scherzerai tu con lui come con un uccello, o lo terrai al guinzaglio per le tue fanciulle?
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Il leviathan – Il coccodrillo (Giobbe 41: 1-34)
Puoi tu coprire la sua pelle di dardi o la sua testa con arpioni? Mettigli le mani addosso; ti ricorderai del combattimento e non ci riproverai.
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Il leviathan – Il coccodrillo (Giobbe 41: 1-34)
Chi può spogliarlo della sua corazza, e chi può avvicinarlo con una doppia briglia? Chi può aprire le porte della sua bocca circondata com’è dal terrore dei suoi denti?
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Il leviathan – Il coccodrillo (Giobbe 41: 1-34)
Le file dei suoi scudi sono il suo orgoglio, esse sono strettamente saldate insieme come da un sigillo. L’uno è così vicino all’altro che tra loro non passa neppure l’aria. Sono attaccati gli uni agli altri, saldamente uniti insieme, e non possono separarsi.
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Il leviathan – Il coccodrillo (Giobbe 41: 1-34)
I suoi starnuti danno guizzi di luce e i suoi occhi sono come le palpebre dell’aurora. Dalla sua bocca escono vampate, sprizzano scintille di fuoco. Dalle sue narici esce fumo, come da una pentola bollente o da un calderone.
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Il leviathan – Il coccodrillo (Giobbe 41: 1-34)
La spada che lo raggiunge non gli fa nulla, e neppure la lancia, la freccia e il giavellotto. Considera il ferro come paglia e il bronzo come legno tarlato. La freccia non lo mette in fuga; le pietre della fionda per lui diventano stoppia.
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Il leviathan – Il coccodrillo (Giobbe 41: 1-34)
Fa bollire l’abisso come una caldaia e fa del mare come un vaso d’unguento. Si lascia dietro una scia di luce e l’abisso sembra coperto di canizie. Sulla terra non c’è nulla simile a lui, che è stato fatto senza paura.
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TUTTO QUELLO CHE C’E’ SOTTOIL CIELO E’ MIO Giobbe 41: 11
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