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Lezione 19 Il secolo degli inseguitori
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Sulle tracce dell’Inghilterra...
Nel corso dell'Ottocento l’industrializzazione è sempre di più alla base della potenza economica e militare delle nazioni. Per tutto il secolo è ancora la GB ad avere la leadership, ma altri paesi stanno crescendo, insidiando il suo primato. Sino alla Prima guerra mondiale oltre il 70% del prodotto industriale è fornito da quattro paesi: GB, USA, Germania e Francia: i G4 di questo periodo.
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Produzione di carbone in alcuni paesi europei (migliaia di tonnellate)
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Produzione di acciaio – medie quinquennali migliaia di tonnellate
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Rallentamento della GB, accelerazione degli USA...
Sul finire dell’Ottocento la GB conosce un rallentamento, dovuto alla sua precoce maturità. USA: grande sviluppo industriale, dovuto a numerosi fattori. Henry Ford e il suo modello T Elementi della ricchezza USA: grandi ricchezze naturali, di un'agricoltura molto produttiva e di un clima sociale favorevole all'innovazione tecnica e all'accumulazione di ricchezza materiale. USA: carenza relativa manodopera incentiva introduzione di macchine industriali.
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Piccolo è bello: il Belgio...
Il Belgio è la prima nazione dell'Europa continentale a intraprendere il percorso di industrializzazione. Dotato di notevoli risorse minerarie, dà luogo a un sistema economico dinamico e fortemente integrato, che comprende: tessile, siderurgia e chimica. Il Belgio è un piccolo paese con la vocazione a pensare in grande: dall’inizio dell’800 grazie all’opera di intraprendenti imprenditori la regione della Mosa diviene uno dei maggiori poli dell’industria estrattiva, siderurgica e meccanica; anche il cotonificio che vanta radici antiche conosce in questo secolo un notevole sviluppo.
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Francia: tra eredità colbertiana e problemi energetici...
La Francia presenta un modello di crescita contraddittorio: l’anomala dinamica demografica, la pervasività di un settore primario tradizionalista, la difficile accessibilità di alcune risorse, la segmentazione del mercato, sono tutti elementi che fanno ipotizzare uno sviluppo industriale frenato. In questo senso depone anche la crescita del PIL, che nel periodo cresce a un tasso medio annuo del 1,6% (contro un 2,1% della Gran Bretagna); tuttavia, a livello pro capite, la crescita è di 1,4 contro 1,2.
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Francia: perché una crescita così lenta?
La crescita lenta dell’economia francese si spiega con una serie di fattori: 1) lenta dinamica demografica; 2) sfavorevole allocazione delle risorse; 3) tradizionalismo di un’agricoltura che nel occupa ancora il 40% degli addetti; 4) segmentazione del mercato ed esistenza di due realtà contrapposte: una Francia urbana incarnata da Parigi e una rurale espressione di un mosaico di realtà differenti per le quali la patrie si identifica con il pays, il borgo, ma non certo con una nazione di cui si ignorano storia, confini e lingua. L’integrazione del mercato è rallentata dalla lentezza dell’ampliamento delle comunicazioni Rimangono ampie sacche di autoconsumo la cui prova è costituita dalla numerosità degli artigiani Ancora nel 1906 la Francia è un Pays de patrons: il 71% delle imprese non ha salariati e i proprietari e i famigliari rappresentano il 27% degli addetti dell’industria.
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Si consolida tuttavia la manifattura: tessile, siderurgia, meccanica.
Francia: grande potenza commerciale. Per consolidare il regime Napoleone III punta sull’intervento dello Stato per svecchiare l’economia e diffondere il benessere: costruzione telegrafo e ferrovia. Elementi di rallentamento della crescita: guerra franco-prussiana, crisi agraria, insufficiente domanda interna.
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Francia: la svolta del Secondo Impero...
La Francia, grazie al contributo del Crédit Mobilier, si dota di sistema ferroviario mentre è liberalizzata la costituzione di SPA. Ha inizio la vera industrializzazione della Francia, anche se il ruolo del settore primario resta dominante e la concentrazione industriale resta limitata ad alcune industrie. Debolezze strutturali del sistema industriale francese saranno superate solo nel corso del Novecento. Napoleone III
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Lo sviluppo italiano tra modernità e arretratezza…
Alla metà dell'800 l’Italia si compone di un mosaico di realtà che, pur in diversa misura, appaiono socialmente e economicamente arretrate. Questa situazione è aggravata dalla mancanza di complementarietà tra le economie del Nord e del Sud della Penisola. Manca persino una lingua comune: nel 1861 l’italiano è parlato da meno di individui, il 2,5% circa della popolazione. Lo scrivano pubblico a Napoli (1873)
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Fare l’Italia, fare gli italiani: la costruzione del nuovo Stato
Il problema di “fare gli Italiani” non rende meno urgente quello di fare lo Stato italiano ossia organizzare da un punto di vista politico, giuridico, fiscale ecc. il mosaico di popolazioni ora riunite entro un confine e un governo comuni. Devono darsi fondamenta solide a un nuovo Stato nazionale che, in conformità allo spirito del tempo deve anche essere liberale e borghese e inserito nel sistema internazionale di mercato allora vigente basato sulla concorrenza e sulla specializzazione produttiva. L’operato dei governi della Destra ha l’obiettivo di definire condizioni atte al dispiegamento della libera iniziativa individuale e alla creazione di capitale fisso sociale nel rispetto della tradizionale ortodossia finanziaria. Il problema è che nel 1862 le entrate coprono metà delle spese e il debito pubblico ammonta a circa il 40% del PIL.
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L’allargarsi dei divari regionali avviene già in età preunitaria.
Generale arretratezza economica, con alcune punte avanzate: Lombardo-Veneto e Piemonte. L’allargarsi dei divari regionali avviene già in età preunitaria. Le difficoltà dell’Unificazione italiana: debito pubblico e infrastrutture. Le debolezze dell’economia italiana: risorse energetiche, materie prime, mercato interno, sistema bancario. Il ruolo dello Stato. Dal liberismo della Destra Storica al protezionismo della Sinistra Storica. Stabilimento Fiat Mirafiori
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Acciaierie Terni, 1912
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La rincorsa velocissima della Germania...
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L’unione doganale tedesca…
All’alba del XIX secolo l’area tedesca era politicamente polverizzata in oltre 300 stati separati e 1476 feudi imperiali. Una prima “semplificazione dei confini” è realizzata da Napoleone e confermata nel 1815. In seguito, la formazione e il consolidamento di un’area economica comune sono resi possibili dall’iniziativa prussiana con la creazione dell’Unione Doganale (Zollverein).
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Germania: le tappe della rivoluzione agraria
Emancipazione dei servi della gleba Forte sviluppo dell’agricoltura tedesca, in particolare delle regioni orientali, trainata dall’aumento dei consumi urbani e dalle esportazioni 1865 Adesione al liberoscambismo 1879 Crisi agraria e ritorno al protezionismo Edizione per pianoforte della Bauern-Polka, J. Strauss figlio 18
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Germania: il grande balzo...
Agricoltura Industria Servizi 37,8 31,7 30,5 32,1 36,8 31 23,4 44,6 32 Fino a metà Ottocento l’area tedesca è una regione in via di sviluppo. Dopo Sedan (1870), l’ Europa Occidentale è dominata dall’ininterrotta crescita dell’economia tedesca: il Second Wind vede come indiscussa protagonista la Germania Imperiale la cui economia è interessata da importanti mutamenti strutturali. Fonte: A.S. Milward – B. Saul, Storia economica dell’Europa continentale , Bo , Il Mulino1977 p. 14- prezzi al 1913. sopra: variazioni della composizione della struttura produttiva 19
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Germania: il capitalismo finanzario...
La creazione e l’estensione di industrie capital intensive si accompagnano all’introduzione di politiche protezionistiche e di innovazioni in ambito finanziario. La Germania subisce l’influenza del capitalismo finanziario più di ogni altro Paese. E’ questo paese che dà i natali alla banca mista, uno strumento capace di superare i limiti operativi delle istituzioni creditizie esistenti, consentendo la mobilitazione delle risorse necessarie a sorreggere il processo di industrializzazione del Paese. Le banche miste esercitano il credito commerciale e il credito industriale, entrano nel capitale di rischi delle imprese, inseriscono i loro uomini all’interno del consiglio di amministrazione delle medesime e contribuiscono a limitare la concorrenza nel mercato interno sollecitando la creazione di cartelli.
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Germania: la formazione del capitale umano...
In area tedesca è sviluppata un’ampia rete di scuole commerciali e di istituti tecnici superiori e si punta all’ampia diffusione dell’istruzione primaria. Puntare sull’istruzione formale per potenziare la conoscenza tecnico scientifica produce risultati straordinari. Si acquisiscono e si consolidano saperi passibili di acquisire grande importanza economica il cui ritorno sarà massimo nei settori elettrico e chimico.
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