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PubblicatoDetta Proietti Modificato 10 anni fa
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DIABETE CONTROLLO DELLA GLICEMIA CECITA’ AMPUTAZIONI MALATTIA SOCIALE
3^ CAUSA DI MORTE PER CORONAROPATIE ALTI COSTI DIRETTI E INDIRETTI PRINCIPALI OBIETTIVI CONTROLLO DELLA GLICEMIA PREVENZIONE DELLE COMPLICANZE
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CLASSIFICAZIONE DEL DIABETE MELLITO
TIPO 1: - ETÀ<30 - FATTORI EZIOLOGICI: GENETICO IMMUNITARIO - AB - SCARSA INSULINA ENDOGENA - IPERGLICEMIA CHETOACIDOSI DIABETE MELLITO INSULINO DIPENDENTE 5-10% (DMID) TIPO 2: DIABETE MELLITO NON INSULINO DIPENDENTE 5-10% (DMID) - ETÀ>30 - FATTORI EZIOLOGICI: GENETICO e/o AMBIENTALI OBESITA’ - NON AB - DIETA ATTIVITA’ SPORTIVA - CHETOSI RARA
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PATOLOGIE PANCREATICHE;
CLASSIFICAZIONE DEL DIABETE MELLITO DIABETE MELLITO ASSOCIATO AD ALTRE PATOLOGIE: PATOLOGIE PANCREATICHE; SQUILIBRI ORMONALI; FARMACI;
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II° O III° TRIMESTRE; EZIOLOGIA: ORMONI PLACENTARI: MACROSOMIA;
DIABETE GESTIONALE II° O III° TRIMESTRE; EZIOLOGIA: ORMONI PLACENTARI: MACROSOMIA; 30/40% DIABETE CONCLAMATO ENTRO 5-10; FATTORI DI RISCHIO; ^ E 28^ SETTIMANA PROVA TOLLERANZA AL GLUCOSIO; INTOLLERANZA AL GLUCOSIO PROVA DI TOLLERANZA GLIC. TRA 140 MG/DL E 200 MG/DL; DIABETE NEL 29%; COMPLICANZE; PRECEDENTI EPISODI DI INTOLLERANZA AL GLUCOSIO NORMALE METABOLISMO; IPERGLICEMIA PRECEDENTE; CONTROLLI; POTENZIALE INTOLLERANZA AL DIABETE NESSUNA STORIA DI INTOLLERANZA AL DIABETE; AUMENTATO RISCHIO DI DIABETE;
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CELLULE BETA DELLE ISOLE DEL LANGERHANS
PRODUCONO INSULINA CHE TRASPORTA IL GLUCOSIO AL TESSUTO MUSCOLARE AL FEGATO ED AL TESSUTO ADIPOSO
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CELLULE ALFA DELLE ISOLE DEL LANGERHANS
PRODUCONO SE LA GLICEMIA DIMINUISCE GLUCAGONE CHE LIBERA GLUCOSIO DAL FEGATO GLICEMIA COSTANTE
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TRASPORTO E UTILIZZO DEL GLUCOSIO COME FONTE DI ENERGIA
EFFETTI DELL'INSULINA TRASPORTO E UTILIZZO DEL GLUCOSIO COME FONTE DI ENERGIA IMMAGAZZINAMENTO DI GLUCOSIO NEL FEGATO E NEL TESSUTO MUSCOLARE (GLICOGENO) DEPOSITO DEI GRASSI DI ORIGINE ALIMENTARE NEL TESSUTO ADIPOSO TRASPORTO DEGLI AMINOACIDI DERIVANTI DALLE PROTEINE DELLA DIETA ALL’INTERNO DELLE CELLULE INIBISCE L’UTILIZZO DELLE RISERVE DI GLUCOSIO PROTEINE E GRASSI
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MANIFESTAZIONI CLINICHE
3 P - POLIURIA - POLIDIPSIA - POLIFAGIA E POI AFFATICAMENTO DEBOLEZZA PERDITA DI SENSIBILITA’ MANI E/O PIEDI LENTA GUARIGIONE DI LESIONI INFEZIONI RICORRENTI DIAGNOSI GLICEMIA A DIGIUNO > 126 MG/DL GLICEMIA NEL CORSO DELLA GIORNATA > 200 MG/DL TRATTAMENTO DIETA, ATTIVITA’ FISICA CONTROLLO CONTINUO DEI PARAMETRI SIGNIFICATIVI TERAPIA FARMACOLOGIA EDUCAZIONE DEL PAZIENTE
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IL PAZIENTE DIABETICO ANAMNESI
SINTOMI DI IPERGLICEMIA SINTOMI DI IPOGLICEMIA FREQUENZA, TEMPI, GRAVITA’ RISOLUZIONI PRESENZA E GRADO DI EVENTUALI COMPLICANZE CRONICHE NEFROPATIE: MICROALBUMINEMIA RETINOPATIA: ESAMI DEL F.O. E FLURANGIOGRAFIA NEUROPATIA: SINTOMI COMPLICANZE MACROVASCOLARI: SINTOMI RISPETTO DEL REGIME DIETETICO REGIME DI ATTIVITA’ FISICA
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ANALISI DI LABORATORIO OFTALMOLOGICA PODOLOGICA
PRESSIONE ARTERIOSA PESO PIEDI POLSI- ESAME DEL FONDO OCULARE- LESIONI E EVIDENZA DI INFEZIONI- ESAME NEUROLGICO SENSAZIONE DI “PUNTURA DI SPILLO- RIFLESSI TENDINE! PROFONDI ANALISI DI LABORATORIO HGBA (OGNI TRE MESI) MICROALBUMINURIA (annualmente) PROFILO LIPIDICO A DIGIUNO (annualmente) VISITE SPECIALISTICHE OFTALMOLOGICA PODOLOGICA
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FATTORI DI RISCHIO STORIA FAMILIARE OBESITA’ (>25%) GRUPPO ETNICO/RAZZIALE ETA’ >45 INTOLLERANZA AL GLUCOSIO A DIGIUNO IPERTENSIONE (>l4OmmHG)- COLESTEROLO HDL <35 MG/DL TRIGLICERIDI > 250 MG/DL STORIA DI DIABETE GESTAZIONALE O NEONATO MACROSOMICO
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CATEGORIE DI INSULINA AZIONE NEL TEMPO INSORGENZA DELL’EFFETTO PICCO
DURATA INDICAZIONI RAPIDA 10-15 MINUTI 1 ORA 3 ORE DIMINUZIONE RAPIDA GLICE MIA BREVE ½ -1 ORA 2-3 ORE 4-6 ORE 20-30 MINUTI PRIMA DEI PASTI INTERMEDIA 3-4 ORE 4-12 ORE 16-20 ORE DOPO IL PASTO PROLUNGATA 6-8 ORE ORE 20-30 ORE PER CONTROLLARIE LA GLICEMIA A DIGIUNO
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CONSIGLI DI USO PRATICO
NO DISINFEZIONE CUTE CON SOLUZIONE ALCOOLICHE (EVENTUALE USO DI ETERE) CAMBIARE SEDE DELLE INOCULAZIONI LIPODOSTROFIA LIPOATROFIA LIPOIPERTROFIA ASSOCIAZIONE DI INSULINA AD AZIONE BREVE E INTERMEDIA QUALE ASPIRARE PRIMA? INSULINA IN FRIGORIFERO O NO? IN GRAVIDANZA SI SOLO ALL’INSULINA SAPER RICONOSCERE UN’IPOGLICEMIA.
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COMPLICANZE ACUTE IPOGLICEMIA < 50-60 MG/DL
SE LIEVE SI STIMOLA IL S.N. SIMPATICO ADRENALINA SUDORAZIONE TREMORE TACHICARDIA, PALPITAZIONI, AUMENTO APPETITO SE È PIU’ GRAVE IL TESSUTO NERVOSO CEREBRALE SOFFRE PER LA SCARSITÀ DI APPORTO NUTRITIZIO
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CHETOACIDOSI DIABETICA
GRAVE CARENZA DI INSULINA ALTERAZIONE METABOLISMO: • CARBOIDRATI PROTEINE E LIPIDI; DETERMINA: • DISIDRATAZIONE, PERDITA DI ELETTROLITI, ACIDOSI SE <INSULINA GLUCOSIO NO NELLE CELLULE GLICEMIA GLICOSURIA (CON H2O, Na+, K+) POLIURIA DISIDRATAZIONE E ELETTROLITI DEMOLIZIONE DEI LIPIDI IN GLICEROLO + ACIDI GRASSI NEL FEGATO IN CORPI CHETONICI ACIDOSI METABOLICA (NEL CIRCOLO) SINTOMI: ALITO ACETONICO-NAUSEAVOMITO-DOLORI ADDOMINALI
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PIANO DI ASSISTENZA IL PAZIENTE CON DIABETE DI RECENTE DIAGNOSI
ACCERTAMENTO • SEGNI E SLNTOMI DELL’IPERGLICEMIA; • FATTORI FISICI, SOCIALI, EMOTIVI; • VALUTAZIONE DI EVENTUALI: DEFICIT VISIVI (SIRINGA - GIORNALE) DEFICIT DI COORDINAZIONE MOTORIA DEFICIT NEUROLOGICI (AFASIA, DIFFICOLTA’ DI COMPRENSIONE PROBLEMI SOCIALI (TIPO DI LAVORO, CULTURA, SOSTEGNO FAMILIARE, MECCANISMI DI ADATTAMENTO)
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PIANO DI ASSISTENZA IL PAZIENTE CON DIABETE DI RECENTE DIAGNOSI
DIAGNOSI INFERMIERISTICA RISCHIO DI IPOVOLEMIA IN SEGUITO A POLIURIA E DISIDRATAZIONE; - ALTERAZIONE DELLO STATO MJTRIZIONALE DOVUTA ALLA MANCANZA DI EQUILIBRIO TRA QUANTITA’ DI INSULINA 5 OMMINI S TRATA, ALIMENTAZIONE, ATTIVITA’ FISICA; - INSUFFICIENTE CONOSCENZA DELLA PATOLOGIA DIABETICA E DELLE PRATICHE DI AUTO CURA; - POTENZIALE DEFICIT DI AUTOCURA PER PROBLEMI FISICI O SOCIALI; - ANSIA PER PAURA DELLE COMPLICANZE E SCARSA CONOSCENZA DELLA PATOLOGIA.
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OBIETTIVI PER IL PAZIENTE:
PIANIFICAZIONE OBIETTIVI OBIETTIVI PER IL PAZIENTE: RIPRISTINO/MANTENIMENTO DEL BILANCIO IDRICOSALINO CONTROLLO GLICEMIA PESO IDEALE AUTOCURA RIDURRE ANSIA E COMPLICANZE
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INTERVENTI INFERMIERISTICI
MANTENIMENTO DEL BILANCIO IDRICO-SALINO • CONTROLLO “ENTRATE ED USCITE” • CONTROLLO ELETTROLITI • PARAMETRI VITALI MIGLIORAMENTO DELL’APPARATO NUTRIZIONALE • CONTROLLO DELLA GLICEMIA CON LE DIETE PERSONALIZZATE • CONTROLLO ORARIO TERAPIA IN OSPEDALE RIDUZIONE DELL’ANSIA • CORREGGERE I COMPORTAMENTI ERRATI • FAR ESEGUIRE LA PROCEDURA MIGLIORAMENTO DELL’AUTOCURA • EDUCAZIONE — INSEGNAMEMNTO DELLE PROCEDURE INFORMAZIONE - COINVOLGIMENTO DEI FAMILIARI MONITORAGGIO E TRATTAMENTO DI POTENZIALI COMPLICANZE
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SOVRACCARICO DI LIQUIDI: PER SOMMINISTRAZIONE DI GRANDI VOLUMI DI LIQUIDI PER IL TRATTAMENTO DELLA CHETO ACIDOSI; CONTROLLO DEI PARAMETRI VITALI, DIURESI, ENTRATE /USCITE IPOPOTOSSIEMIA: COMPLICANZE DELLA CHETOACIDOSI (REIDRATAZIONE, POLIURIA k DEL LIQUIDO INTERSTIZIALE ALL’AMBIENTE 1NTRACELLULARE TRAMITE INSULINA) UTILE: ECG-F.C. IPERGLICEMIA E CHETOACIDOSI: CONTROLLI EMATICI E TERAPIA ADEGUATA IPOGLICEMIA: NON RISPETTO DEGLI ORARI,ATTIVITA’ FISICA. DIGIUNO SEGNI E SINTOMI EDEMA CEREBRALE CAUSA NON NOTA FORSE PER TROPPO RAPIDA CORREZIONE DELL’IPERGLICEMIA CHE PROVOCA FLUSSO DI LIQUIDI, DA CIO’ SI DEVE RIDURRE L’ IPERGLICEMIA GRADUALMENTE.
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VALUTAZIONE RISULTATI ATTESI
RIPRISTINO DEL BILANCIO IDRICO - SALINO a) BILANCIO TRA ENTRATE ED USCITE b) ELETTROLITI NELLA NORMA c) P.V. NELLA NORMA 2. CORRETTO BILANCIO MATABOLICO a) EVITARE IPO O IPERGLICEMIA b) CORREZIONE RAPIDA DELL’IPOGLICEMIA c) MANTENERE IL PESO IDEALE 3. CONOSCERE LE TECNICHE PER IJN BUON CONTROLLO DELLE PATALOGIE a) CONOSCENZE SULLE FISIOPATOLOGIE: • DEFINIZIONE Dl DIABETE> 126 MG/DL • QUALI FATTORI DIMINUISCONO LA GLICEMIA • QUALI FATTORI AUMENTANO LA GLICEMIA • QUALI TRATTAMENTI POSSIBILI
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b) MODALITA’ DI TRATTAMENTO: • SOMMINISTRAZIONE DELL’INSULINA E IPOGLICEMIZZANTI ORALI
• TEMPI DI SOMMINISTRAZIONE E DI AZIONE • ROTAZIONE DEI PUNTI DI INFEZIONE (SE IN INSULINOTERAPIA) • CONOSCENZA DEGLI ALIMENTI • ORARI DEI PASTI • MISURAZIONE GLICEMIA AUTONOMA • ELIMINAZIONE DELLE SIRINGHE E/O AGHI USATI • VALUTAZIONE CORPI CHETONICI NELLE URINE e) COMPLICANZE ACUTE: • RICONOSCERE I SINTOMI DELLA IPOGLICEMIA • TRATTAMENTO APPROPIATO DELLA IPOGLICEMIA • SAPER IDENTIFICARE LE CAUSE DELL’ IPOGLICEMIA • PREVENZIONE DELL’IPOGLICEMIA • RICONOSCER I SINTOMI DELL’IPERGLICEMIA • TRATTAMENTO DELL’IPERGLICEMIA d) CONOSCENZE DI ORDINE PRATICO: • CONSERVAZIONE E PREPARAZIONE DELL’INSULINA • QUANDO SERVE UN CONTROLLO DEL DIABETOLOGO • INTEGRITA’ CUTANEA
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COMPLICANZE MACROVASCOLARI
COMPLICANZE CRONICHE DEL DIABETE PATOLOGIE MICRO VASCOLARI PATOLOGIE MACRO VASCOLARI NEUROPATIE COMPLICANZE MACROVASCOLARI ALTERAZIONE A CARICO DEI VASI DI MEDIO E GROSSO E CALIBRO (ALTERAZIONE ATEROSCLEROTICHE) CHE DANNO ORIGINE CORONAROPATIE, PATOLOGIE CEREBRO VASCOLARI, VASCULOPATIE PERIFERICHE: CORONOPATIE MAGGIORE INCIDENZA DELL’ INFARTO TIA – INFARTI CEREBRALI PATOLOGIE CEREBRO VASCOLARI VASCULOPATIE PERIFERICHE ARTERIOPATIE OCCLUSIVE PERIFERICHE (CLAUDICATIO)
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COMPLICANZE MICROVASCOLARI
LE ALTERAZIONI A CARICO DEI VASI MINORI SONO UNA PECULIARITA’ DEL DIABETE (MICROANGIOPATIA) ED E’ UN ISPESSIMENTO DELLA MEMBRANA BASALE CHE CIRCONDA LA SUPERFICIE DELL’ENDOTELIO CAPILLARE. RETINOPATIA DIABETICA PROLIFERATIVA O NO ALBUMINURIA> 30 MG/24ORE NEFROPATIA DIABETICA NEUROPATIE COLPISCONO I NERVI DI OGNI TIPO, CI PUO’ ESSERE UNA DEMIELINIZZAZIONE CHE COMPROMETTE LA CONDUZIONE NERVOSA. SINTOMI INIZIALI: PARESTESIA, BRUCIORI SINTOMI TARDIVI: PERDITA DI SENSIBILITA’ (SPECIE AI PIEDI)
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