Scaricare la presentazione
La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore
1
STORIA ANTICA maria teresa renzi
2
TALETE Filosofo greco del’ 600 a.C.. Fu uno dei primia teorizzarel’origine della materia. Egli sosteneva che: la materia traesse origine dall’acqua, la quale solidificando diventava terra ed evaporando diventava aria. maria teresa renzi
3
DEMOCRITO Filosofo greco (460 – 370 a.C.). Con democrito nasce la teoria atomica della materia. Intuisce che la materia è formata da piccolissime particelle che lui chiama atomi. maria teresa renzi
4
ARISTOTELE Filosofo greco, negava l’esistenza del vuoto per cui attribuiva a tutti gli elementi una natura materiale. Aristotele negava l’esistenza degli atomi ritenendo la materia costituita da: terra, acqua, fuoco e aria maria teresa renzi
5
STORIA MODERNA maria teresa renzi
6
L’Atomo di Dalton La comprensione moderna della materia non è emersa fino al 1806 quando John Dalton presentò la sua “teoria atomica”: Ciascun elemento chimico è composto di atomi. Gli atomi di un dato elemento sono tutti uguali ed hanno tutti la stessa massa. Atomi di diversi elementi sono diversi. Durante una reazione chimica gli atomi coinvolti non si creano nè si distruggono. I composti chimici si formano quando atomi di 2 o più elementi si combinano insieme. maria teresa renzi
7
Legge delle Proporzioni Multiple
Quando due elementi si combinano per dare più di un composto, mantenendo costanti le quantità in massa dell’uno, le quantità in massa dell’altro stanno in un rapporto espresso da numeri interi e piccoli Acqua (H2O): Acqua Ossigenata (Perossido di Idrogeno H2O2): L’acqua ossigenata deve contenere il doppio della quantità di ossigeno contenuta nell’acqua, in quanto non si possono aggiungere parti di atomo ma solo multipli interi di essi. maria teresa renzi
8
Legge delle proporzioni multiple
Atomi del tipo X Composto con gli elementi X e Y Atomi del tipo Y maria teresa renzi
9
La natura elettrica della materia
E’ noto, fin dall’antichità, che una bacchetta di ambra, strofinata con una pelle di pecora, acquista la capacità di attirare frammenti di pelo e di altri materiali. “Elektron” è il nome che gli antichi greci davano all’ambra, sostanza che, strofinata, poteva attirare la paglia. “Elettricità” è il nome con il quale noi, oggi, indichiamo tutti i fenomeni attribuibili all’esistenza di cariche elettriche nella materia. maria teresa renzi
10
Esperimenti di elettrostatica nei salotti aristocratici del ‘700
Un giovanetto, sospeso con una corda, viene elettrizzato attraverso i piedi e, con la mano, è in grado di attrarre piccoli pezzetti di carta maria teresa renzi
11
Nel XVIII secolo Franklin immaginava la materia come una spugna:
quando si strofina una bacchetta di vetro con un panno di seta, una parte di elettricità si trasferisce dalla seta (-) la vetro(+) ; quando si strofina una bacchetta d’ambra con un panno di lana, l’elettricità si trasferisce dall’ambra (-) alla lana (+) La quantità di elettricità (positiva o negativa) di un corpo venne da lui chiamata "carica". Franklin avanzò anche l'ipotesi fondamentale secondo cui la carica non viene ne creata ne distrutta, solo trasferita. Benjamin Franklin maria teresa renzi
12
1855 Geisler costruì le prime pompe a mercurio e i primi tubi in vetro resistenti a pressioni interne = a 1/ della pressione atmosferica nel Geissler inventò la prima pompa a vuoto al mercurio. Essa permise di ottenere pressioni di 0.01 mmHg.(più tardi questa pompa contribuirà al successo della prima lampada ad incandescenza di Edison 1879). Heinrich Geissler ( ), figlio di un soffiatore di vetro, continuò il lavoro del padre unendo ad esso un grande interesse per le scienze naturali sperimentali. fu così che inserendo due elettrodi (+) e (-), collegati a un rocchetto di Ruhmkorff in un tubo ad aria rarefatta osservò che alle scariche elettriche subentravano fenomeni di differente luminosità in relazione alla pressione del gas interno al tubo maria teresa renzi
13
I tubi di geissler maria teresa renzi
14
L’utilizzo del “tubo di Crookes” (1897) permise di scoprire gli elettroni .
Si tratta di un tubo di vetro resistente, alle estremità del quale sono applicati due elettrodi, collegati al polo positivo e al polo negativo di un generatore di corrente. maria teresa renzi
15
Verifichiamo anche noi in laboratorio:
In condizioni di d.d.p dell’ordine di Volt si può osservare all’interno del tubo l’emissione di “raggi” luminosi che, partendo dal catodo, si dirigono verso l’anodo, All’aumentare della rarefazione del gas contenuto nel tubo si osserva, dapprima un raddrizzamento del raggio, poi la sua scomparsa accompagnata dalla comparsa di una tenue luminosità sul vetro opposto al catodo. anodo catodo - + CATODO ANODO maria teresa renzi
16
Per ottenere d.d.p. periodiche di alcune migliaia di Volt usiamo il rocchetto di Ruhmkorff
maria teresa renzi
17
Scarica nell’aria a pressione atmosferica normale
maria teresa renzi Interruttore elettrolitico
18
Scarica elettrica nell’aria rarefatta
Pompa per estrarre aria da tubi vari Tubo dal quale si può estrarre aria e ottenere la scarica elettrica maria teresa renzi
19
Scarica nell’aria a pressione normale: distanza elettrodi 3 cm
Scarica nel gas rarefatto:diventa luminoso:distanza 30 cm Gas rarefatto aria rocchetto maria teresa renzi
20
Scarica nell’aria a pressione normale:distanza elettrodi 3 cm
Gas rarefatto aria Pompa per vuoto rocchetto Scarica nel gas rarefatto:diventa luminoso:distanza 30 cm maria teresa renzi
21
Tubi di Geissler a luminescenza
Scarica nell’aria a pressione normale:distanza elettrodi 3 cm Gas rarefatto aria rocchetto Scarica nel gas rarefatto:diventa luminoso:distanza 30 cm Tubi di Geissler a luminescenza maria teresa renzi
22
gli studi sulle sacariche elettriche nei gas rarefatti continuarono negli anni successivi ad opera di Julius Plucker ( ). i suoi studi principali riguardarono la spettroscopia e le scariche elettriche nei gas rarefatti. Egli osservò che le linee spettrali dei gas contenuti in tubi di vetro e sottoposti a d.d.p. erano caratteristiche per ogni sostanza chimica, Per quanto riguarda le scariche elettriche nei gas rarefatti, Plucker osservò che, avvicinando un magnete al tubo di scarica, cambiava la posizione del bagliore sulle pareti. Dedusse che la scarica veniva deviata dai campi magnetici. I suoi esperimenti più importanti furono però quelli che lo portarono ad osservare che la luminescenza che si produceva cambiava a seconda del vuoto che era stato fatto. Abbassando la pressione del gas all'interno del tubo diminuiva la luminescenza nel tubo, mentre il vetro opposto al catodo emanava una luce verdastra. Era come se il catodo emettesse qualcosa che raggiungeva la parte opposta al catodo. maria teresa renzi
23
1869 Hittorf Gli studi di Plucker sulle scariche elettriche nei gas rarefatti furono continuati da un suo allievo J.W. Hittorf ( ) che, utilizzando la pompa di Sprengel, riuscì ad ottenere pressioni inferiori a mbar. Egli pose all'interno dei tubi a vuoto degli ostacoli solidi. Osservò che questi corpi gettavano un'ombra nella parete del tubo opposta al catodo. tubo di Crookes con croce di Malta: Arrivò cosi ad affermare che ciò che il catodo emetteva si comportava in modo simile ai raggi luminosi e si propagava in linea retta. Si cominciano cosi ad affermare tra gli studiosi della radiazione catodica due diverse interpretazioni dei fenomeni osservati: una interpretazione corpuscolare e una ondulatoria. maria teresa renzi
24
Rarefazione crescente
Al rocchetto Scala di Cross Serie di tubi con aria rarefatta in grado crescente se collegati al rocchetto si ottengono scariche e colorazioni diverse in funzione anche della natura dei gas contenuti Al rocchetto Rarefazione crescente maria teresa renzi
25
Rarefazione crescente
catodo Rarefazione crescente Applicando lo stesso potenziale a tubi contenenti aria con vuoto crescente si osservano aspetti e colori vari alla fine appare vetro verdastro per effetto dell’urto dei raggi catodici anodo maria teresa renzi
26
Scarica nell’aria a pressione normale:distanza elettrodi 3 cm
Raggi X catodo anodo aria rocchetto Scarica nel tubo a vuoto:(Crookes) :i raggi catodici colpiscono il vetro che diventa verdastro ed emette raggi X maria teresa renzi
27
William Crookes (1875 ). Sostenitore della teoria corpuscolare della radiazione catodica ideò una molteplicità di tubi a vuoto, tra questi va ricordato il tubo di Crookes con mulinello: all'interno di un tubo a vuoto era stato posto un mulinello a pale libero di muoversi lungo due rotaie. Applicando una differenza di potenziale agli elettrodi si notava che il mulinello, colpito dalla radiazione catodica, cominciava a girare Tubo a vuoto con mulinello i raggi emessi sono formati da particelle con una certa massa maria teresa renzi
28
rocchetto Tubo con aria rarefatta: se collegato al rocchetto il mulinello colpito dalle radiazioni entra in movimento maria teresa renzi
29
maria teresa renzi
30
Neon:rosso neon-Ar-Hg:bleu elio:gialla argon:verde
Applicando la stessa tensione a tubi con gas diversi e stessa densità, si osservano colori diversi per ogni gas o vapore contenuto neon elio Ne-A-Hg argon Tubi luminescenti trasparenti, con gas di varia natura: colore in funzione di gas presente Neon:rosso neon-Ar-Hg:bleu elio:gialla argon:verde maria teresa renzi
31
Tubo trasparente-colore rosso Tubo con fosfori:colore bianco
Tubi fluorescenti: contengono argon, mercurio vaporizzato:i gas colpiti dalla scarica emettono radiazione che viene assorbita da particolari pigmenti (fosfori) usati per opacizzare il vetro trasparente: tali sostanze a loro volta emettono luce con la frequenza desiderata: es.luce bianca Tubo trasparente-colore rosso Tubo con fosfori:colore bianco maria teresa renzi
32
1876 Goldstein Goldstein decise di dare il nome di "raggi catodici" alla radiazione emessa dal catodo. utilizzando tubi a vuoto contenenti più elettrodi, mostrò che la radiazione era indipendente dalla posizione dell'anodo e che essa veniva emessa in direzione perpendicolare alla superficie del catodo. maria teresa renzi
33
1897 Thomson chiamò elettroni le “particelle” del raggio catodico ed elaborò un primo modello atomico contenente cariche elettriche maria teresa renzi
34
Esperimento di Thomson
Generatore di tensione + Campo elettrico extra - Aggiungendo un campo elettrico extra… maria teresa renzi
35
Esperimento di Thomson
Generatore di tensione + Campo elettrico extra - … il raggio devia verso l’elettrodo positivo dunque le particelle che lo compongono hanno carica negativa maria teresa renzi
36
maria teresa renzi
37
Thomson calcolò il rapporto carica/massa dell’elettrone = 1,759 x108 c/g.
Deflessione magnetica = Campo magnetico x velocità Deflessione elettrica Campo elettrico Thomson applicò ai raggi campi elettrici e campi magnetici di intensità note e misurò l’entità della deflessione dei raggi; ponendo a confronto i valori ottenuti da un certo numero di prove, riuscì a calcolare la velocità degli elettroni. Poi considerando la velocità come una grandezza nota, poté, da una delle due formule, determinare il rapporto carica/massa/ catodo Anodo forato maria teresa renzi
38
Joseph.John.Thomson arrivò a concludere che: gli elettroni sono i costituenti fondamentali della materia. Conferme successive: - effetto fotoelettrico (Einstein 1905), - effetto termoionico, - raggi β. maria teresa renzi
39
Millikan misura la carica dell'elettrone (1908-1909) e riceve il premio Nobel nel 1023
Per misurare la carica di un elettrone, Millikan studia il modo in cui si muovono piccole particelle elettricamente cariche fra due piastre metalliche parallele caricate una positivamente e l’altra negativamente tramite una batteria. maria teresa renzi
40
Quantizzazione della carica elettrica: esperimento di Millikan
Gocce di olio cariche elettricamente vengono fatte cadere in presenza di un campo elettrico. Dalla massa nota delle goccioline e dal voltaggio applicato per mantenere ferme le gocce cariche si può calcolare la carica presente sulle gocce. tutte le cariche elettriche sono multiple di una carica elementare minima che viene assunta come carica dell'elettrone. e=1, C (coulomb) maria teresa renzi
41
Il dispositivo costruito da Millikan è formato da un condensatore tra le cui piastre vengono spruzzate per mezzo di un polverizzatore delle gocce di olio Pompa a vuoto polverizzatore microscopio condensatore maria teresa renzi
42
Scelta una gocciolina se ne può misurare la velocità di deriva (a condensatore scarico) dovuta all'equilibrio fra la forza di gravità e quella di attrito viscoso con l'aria della camera. La gocciolina possiede delle cariche elettriche superficiali, indotte dallo sfregamento con il condotto che la immette nella camera (in alternativa le goccioline possono essere elettrizzate anche per esposizione a radiazioni ionizzanti). Applicando una differenza di potenziale alle armature del condensatore si può allora esercitare una forza elettrica sulla goccia in modo da fermarla. Ripetendo l’esperienza più volte e con diverse gocce, si osserva che valori del campo elettrico che fermano le gocce sono tutti multipli di un valore unico, appunto proporzionale alla carica dell'elettrone. maria teresa renzi
43
Consideriamo le forze a cui è soggetta la goccia: forza peso: F = m g
forza di attrito viscoso con l'aria: F = 6ρηvR forza elettrostatica: F = q ·V/d m = massa della goccia, g = accelerazione di gravità, q = carica sulla goccia, V = potenziale elettrico, d = distanza tra le armature del condensatore, η = coefficiente di viscosità dell'aria, R = raggio della goccia, v = velocità della goccia, ρ = densità della goccia. Se si applica un’opportuna differenza di potenziale V tra le armature del condensatore, tale che la forza elettrica eguagli la forza peso, la gocciolina resta sospesa in equilibrio. maria teresa renzi
44
La goccia rallenta e si arresta a causa della resistenza dell’aria
Durante il processo di spruzzamento le gocce si caricano ( + e -) per strofinio. 1° parte = piastre non caricate la goccia, dopo un piccolo intervallo di tempo di moto accelerato, raggiunge una velocità di regime costante perché mg è equilibrata dalla forza dovuta alla resistenza dell’aria 2° = piastre caricate in modo che la forza elettrica del campo faccia equilibrio alla mg, EQ = mg La goccia rallenta e si arresta a causa della resistenza dell’aria maria teresa renzi
45
3° parte = piastre caricate invertendo la polarità.
EQ = 2mg La velocità a regime è il doppio di quella che si ha in assenza di campo elettrico. la velocità a regime è direttamente proporzionale alla forza risultante. 4° parte = si regola la d.d.p. e si fa variare la carica delle gocce con i raggi x La velocità a regime è direttamente proporzionale alla variazione di carica ( Dq) Le velocità misurate sono tutte multiplo di una stesso valore tutte le cariche sono multipli interi di una carica elementare non frazionabile = 1,6x C La carica elementare coincide con la carica dell’elettrone Nota la carica è stata calcolata la massa dell’elettrone = 9,11x10 –28 g maria teresa renzi
46
1886 Goldstein (osservazione dei raggi canale e scoperta dei protoni).
Il tubo di scarica venne modificato spostando il catodo, opportunamente forato, e ponendo all’interno un gas. atomo neutro ione positivo + rivelatore catodo forato anodo elettrone + + + + + + - maria teresa renzi
47
maria teresa renzi
48
1886 Goldstein scopre i raggi canale
1898 Wien calcola il rapporto carica/massa del raggio canale e scopre che varia al variare del gas maria teresa renzi
49
Modello atomico di Thomson
maria teresa renzi
50
Atomo di Thomson Fatti sperimentali salienti: Scoperta dell’elettrone.
elettroni Fatti sperimentali salienti: Scoperta dell’elettrone. Insuccesso nella scoperta di un’analoga carica positiva. Neutralità elettrica dell’atomo Carica positiva Modello a “panettone” dell’atomo maria teresa renzi
51
“pezzi” mancanti nel puzzle atomico
Oggigiorno sappiamo che un atomo, oltre agli elettroni contiene anche: Protoni – carichi positivamente e 1837 volte più massicci degli elettroni. Neutroni – neutri ma con all’incicrca la stessa massa dei protoni. Ma dove si trovano? maria teresa renzi
52
1896 Bequerelle scopre la radioattività dei sali di uranio
maria teresa renzi
53
1899 i Curie scoprono la radioattività del radio e del polonio
maria teresa renzi
54
Esperimento di Rutherford
Ernest Rutherford fisico inglese. (1910) Partì dall’assunzione che il modello di Thomson fosse corretto. Provò a misurare l’estensione spaziale di un atomo. Utilizzò la “radioattività”, cioè particelle , cariche positivamente, rilasciate dall’Uranio. Rutherford le usò come “proiettili”, sparandoli contro una lamina d’oro, usata come bersaglio, sottilissima, spessa solo qualche strato atomico, e verificando il loro punto di impatto su di uno schermo fluorescente. maria teresa renzi
55
Rutherford bombarda con un fascio di particelle un sottile foglio d’oro
maria teresa renzi
56
Esperimento di Rutherford
schermo fluorescente blocco di piombo Uranio lamina d’oro setup sperimentale maria teresa renzi
57
Ciò che Rutherford si aspettava era che:
Le particelle passassero attraverso la lamina senza deviare apprezzabilmente dalla loro traiettoria. Perchè le cariche positive erano distribuite uniformemente in tutto il volume atomico. In poche parole, secondo Rutherford, l’esperimento avrebbe dovuto svolgersi così: maria teresa renzi
58
Perchè … maria teresa renzi
59
Perchè, secondo il modello di Thomson dell’Atomo la massa dell’atomo (regione verde) carica positivamente doveva essere distribuita uniformemente all’interno del volume atomico. maria teresa renzi
60
“Bombardando” più atomi di oro doveva succedere qualcosa di simile …
maria teresa renzi
61
invece, Rutherford osservò che …
maria teresa renzi
62
maria teresa renzi
63
maria teresa renzi
64
Spiegazione di Rutherford del risultato sperimentale ottenuto:
l’atomo risulta praticamente vuoto; Contiene, nel centro, un pezzettino di materia (nucleo), molto denso e dotato di carica elettrica positiva, in cui è concentrata l’intera massa; Le particelle (cariche positivamente) se si avvicinano abbastanza al nucleo vengono deviate in modo sostanziale. + maria teresa renzi
65
Infatti + maria teresa renzi
66
L’Atomo e la sua Densità
La maggior parte delle particelle , cariche +, passano indisturbate: perciò, la quasi totalità del volume dell’atomo deve essere praticamente vuota. Le deviazioni dei proiettili incidenti, quando avvengono, sono significative: perciò l’atomo deve contenere un pezzo di materia carico positivamente, piccolo e massiccio. Conclusioni : volume piccolo, massa elevata e, quindi, elevata densità. Rutherford aveva scoperto il nucleo dell’atomo. maria teresa renzi
67
maria teresa renzi
68
maria teresa renzi
69
Un nucleo atomico è caratterizzato da:
numero atomico (Z) che indica il numero di protoni numero di massa (A) che rappresenta il numero totale di nucleoni presenti nel nucleo atomico. Se indichiamo con N il numero di neutroni, possiamo scrivere: A=N+Z. maria teresa renzi
70
Nuclidi con eguale numero di massa A ISOTOPI
ISOBARI Nuclidi con eguale numero di massa A ISOTOPI Nuclidi con eguale numero atomico Z ISOTONI Nuclidi con eguale numero di neutroni N maria teresa renzi
Presentazioni simili
© 2024 SlidePlayer.it Inc.
All rights reserved.