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Cronologia
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1914 settembre Cominciano ad uscire suoi giornali francesi i primi scritti interventisti. ottobre Primi scritti interventisti sul «Corriere».
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1915 14 marzo Intervista al «Corriere»: ottenere la Dalmazia è una delle rivendicazioni della campagna interventista dannunziana. Ricorda di quando parecchi anni addietro visitò Fiume dove gli sembrò di sentire «il palpito misterioso della patria nostra». La guerra è per lui «la guarigione di tutti i mali, la condonazione di tutti i falli, la rinnovazione della giovinezza e della potenza». 3 maggio Lascia la Francia in treno per l’Italia. Vorrebbe condurre con sé i duemila volontari che, agli ordini di Peppino Garibaldi, aspettano di partire: «giungere a Quarto non come un comodo oratore ma come un conduttore di giovinezza, come un mediatore di due generazioni!».
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1915 4 maggio La sera giunge a Genova. 5 maggio
5 maggio Inaugura a Quarto il Monumento ai Mille. Numerosi comizi interventisti. 7 maggio Pubblica sul «Corriere» Per la sagra dei Mille inneggiando al mito garibaldino del condottiero. 12 maggio Discorso a Roma dal Campidoglio: attacca il neutralista Giolitti e incita all’intervento in guerra. 30 giugno Alla Farnesina incontra degli artiglieri con i quali familiarizza subito. Scrive ad Albertini: «con una rapidità inconcepibile, sotto l’uniforme si crea uno spirito nuovo».
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1915 metà luglio All’età di 52 anni si arruola come tenente di complemento di cavalleria nella terza Armata comandata dal duca d’Aosta. Si trasferisce a Venezia. 21 luglio Tiene un discorso ai soldati. I comandi vorrebbero che si astenesse dal combattere in prima linea, ma si esercita nel volo (si occupa personalmente di motori, rifornimenti, bombardamenti e osservazione aerea) e sulle motosiluranti (MAS). 29 luglio Protesta direttamente con Salandra: «ho orrore del lavoro immobile della penna, dell’inchiostro, della carta, di tutte queste cose divenute oggi vane. La febbre dell’azione mi divora … io non sono un letterato dello stampo antico in papalina e pantofole … io sono un soldato, ho voluto essere un soldato, non per stare al caffè o a mensa, ma per fare quello che fanno i soldati … voi volete salvare la mia vita preziosa, voi mi stimate oggetto di museo, da custodire nella stoppa e nella tela da sacchi. Ebbene, ecco, io getto la mia vita, soltanto pel piacere di contraddirvi e di gettarla».
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1915 7 agosto Volo su Trieste e lancio di messaggi alla popolazione.
20 settembre Volo su Trento. ottobre Affitta a Venezia la Casetta rossa, dove stabilisce il suo quartier generale. 7 novembre Polemica con Albertini, che gli richiede altre poesie, ma riceve rifiuti: «un’onda di commozione si è propagata là dove si combatte. I soldati sono più sensibili e più spontanei, forse, dei cittadini a cui offri i miei poemi in sì gran numero di esemplari». Progetta un volo su Zara. 17 novembre Consegna ad Albertini l’Ode alla nazione Serba.
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1916 16 gennaio Ammarando bruscamente su di un idrovolante da ricognizione nelle acque di Grado batte la tempia destra contro la mitragliatice di prua. 21 febbraio Si manifestano le conseguenze dell’incidente: distacco della retina e perdita dell’occhio destro. Nell’immobilità forzata scrive il Notturno, «comentario delle tenebre» (che concluderà a Gardone, nel 1921). 13 settembre Ritorna a volare (bombardamento di Parenzo). 10-12 ottobre Attacco del Veliki e del Faiti. 31 ottobre- 4 novembre 9.a battaglia dell’Isonzo con i fanti del 77.o Reggimento al comando del maggiore Giovanni Randaccio.
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1917 primavera- autunno Per le imprese compiute riceve numerose decorazioni e riconoscimenti: 6 medaglie d’argento 2 medaglie d’oro 1 medaglia di bronzo 3 promozioni 1 Croce dell’Ordine militare di Savoia 24 ottobre Rotta di Caporetto: tiene numerosi discorsi di incitamento alle truppe.
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1918 10-11 febbraio Beffa di Buccari (affondamento di navigli austriaci presso Fiume). 9 agosto Volo su Vienna (lancio di volantini inneggianti alla vittoria). novembre Fine della guerra: D’Annunzio rivendica il diritto dell’Italia su tutto l’Adriatico sino a Valona.
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1919 11 settembre Contro gli impegni assunti dal governo italiano nella conferenza di Parigi, a bordo di una Fiat 4 parte da Ronchi presso Trieste alla volta di Fiume e la occupa in nome dell’Italia, guidando un piccolo esercito che si ingrossa strada facendo. Proclamazione dell’indipendenza di Fiume.
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1920 dicembre In obbedienza al trattato di Rapallo sottoscritto da Italia e Jugoslavia (Fiume diventa «stato libero»), Giolitti ordina al gen. Caviglia di sgomberare la città. 1921 18 gennaio D’Annunzio lascia Fiume e si ritira sul lago di Garda, presso Cargnacco.
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1922 Torna sulla scena politica come pacificatore al di sopra delle fazioni. 28 ottobre Marcia su Roma: l’ascesa di Mussolini mette definitivamente fuori gioco le velleità dannunziane. Comincia l’era fascista.
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