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PubblicatoRaimonda Costa Modificato 10 anni fa
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L’asina vide l’angelo del Signore con la spada in mano e deviò verso la campagna, poi strisciò contro un muro, quindi si accovacciò per terra e non volle proseguire. Balaam la percosse col bastone per tre volte. Allora l’asina parlò e disse: “Perché mi percuoti, non ti ho sempre servito fedelmente”.
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I due servi si stupirono per il prodigio, ma il profeta era in preda all’ira e non capì.
“Se avessi una spada”, disse, “ti ucciderei, perché ti stai burlando di me”. Allora l’angelo del Signore si rivelò anche a Balaam, che si prostrò per terra. “La tua asina”, disse l’angelo, “ti ha salvato la vita. Va’ e benedici Israele”.
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I Madianiti opprimevano il popolo di Israele, quando l’angelo del Signore apparve a Gedeone che sotto la quercia batteva di nascosto il suo grano. “Il Signore è con te, prode guerriero, tu salverai Israele dalle mani dei Madianiti”.
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E come segno l’angelo toccò col suo bastone la pietra su cui erano state poste le vivande: carne e focacce. Un fuoco misterioso divampò e divorò tutto. Gedeone credette e innalzò in quel luogo un altare che chiamò “il Signore è pace”.
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Per la terza volta il messaggero venerando apparve alla mamma di Sansone e le predisse la nascita miracolosa del suo figliolo, il quale doveva essere consacrato al Signore e non doveva bere vino né altre bevande inebrianti.
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Manoach, suo marito, offrì in olocauso un capretto e l’angelo del Signore si alzò verso il cielo col fuoco e col fumo. Sansone nacque e crebbe fortissimo, difese il suo popolo dai nemici e per anni fu giudice e campione di Israele.
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Dopo una lunga giornata di cammino nel deserto di Giuda Elia si sedette sotto una pianta di ginestra. Era così stanco, avvilito e scoraggiato da invocare la morte: “Ora basta, o Signore, prendi la mia vita”. Ma un angelo lo toccò mentre dormiva e gli disse: “Alzati e mangia”.
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Il profeta bevve l’acqua dell’anfora e mangiò la focaccia cotta su pietre infuocate, e questo per tre volte. Poi riprese il cammino senza fermarsi per quaranta giorni e quaranta notti fino al monte di Dio, l’Oreb. Qui incontrò il Signore che gli parlò del futuro di Israele, il popolo scelto tra le nazioni.
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Nella Bibbia troviamo il giovane Tobia che viaggia accompagnato da un misterioso pellegrino: l’arcangelo Raffaele (nome che significa “Medicina di Dio”).
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Raffaele custodisce Tobia per tutto il cammino e, arrivati a un fiume, fa pescare al ragazzo un grosso pesce il cui fegato guarirà dalla cecità assoluta il vecchio padre. Raffaele è l’arcangelo più dolce e amato dai bambini.
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