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I Progetti TRIO: Un modello di azione di sistema coordinato a livello territoriale per persone soggette a provvedimenti della autorità giudiziaria Cobs.

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Presentazione sul tema: "I Progetti TRIO: Un modello di azione di sistema coordinato a livello territoriale per persone soggette a provvedimenti della autorità giudiziaria Cobs."— Transcript della presentazione:

1 I Progetti TRIO: Un modello di azione di sistema coordinato a livello territoriale per persone soggette a provvedimenti della autorità giudiziaria Cobs 2 13 e 14 Gennaio 2016 Claudio Cazzanelli A&I scs ONLUS www.aei.coop

2 Cosa sono i Progetti TRIO I progetti TRIO sono: 1.Azioni di sistema integrate territorialmente. La tipologia di bando ha permesso di avviare azioni sinergiche tese a ricondurre ad un modello a conduzione integrata le azioni a favore di soggetti sottoposti a provvedimenti della autorità giudiziaria a livello metropolitano (ex Provincia di Milano). Primo tentativo di coordinare interventi delle 3 ASL di riferimento (ASL Milano, ASL Milano 1 e ASL Milano 2) con un unico coordinamento del Privato Sociale (A&I) prima della riforma ASL. 2. Azioni che coordinano il privato sociale. I TRIO sono al contempo “esperimenti” di coordinamento di un’ ampia rete del Privato Sociale che da diversi anni si occupa di inclusione sociale di persone sottoposte a provvedimenti della autorità giudiziaria: A&I scs ONLUS, Consorzio Sociale CS&L, Comunità Nuova, Cooperativa Sociale Comunità del Giambellino, Fondazione Casa della carità, Consorzio Mestieri, ARCI, Associazione Il Girasole, Cooperativa Sociale Bivacco Servizi, Associazione Incontro e Presenza, Associazione CIAO, La Strada, Fondazione ERIS, Impronte di Libertà, Cooperativa Sociale ALICE, Cooperativa Sociale A77, ENAIP, Associazione Sesta Opera San Fedele, Fondazione Caritas Ambrosiana, Associazione Bambini senza Sbarre, Comuni insieme, Cooperativa Sociale Articolo 3, Cooperativa Sociale Officina Lavoro, Cooperativa Sociale Estia, Consorzio, Cooperativa Sociale Intrecci, Cooperativa Sociale Bivacco Servizi, Consorzio SIS, Afol sud, Galdus, Associazione Opera liquida,, Fondazione Padri Somaschi. 3. Azioni di sistema con Istituzione e PA. Ai partner di progetto si aggiungono i Soggetti Istituzionali e gli Enti Locali che collaborano stabilmente con i progetti: CC Milano San Vittore, CR Milano Opera, CR Milano Bollate, UEPE Milano e Lodi, Comune di Milano, Comune di Sesto San Giovanni, Comune di Cinisello Balsamo, Comune di Cologno Monzese, ASSEMI, Piani di Zona afferenti alle 3 ASL 4. Azioni di intervento “olistico” sui destinatari. Attraverso l’azione dei Case Manager e forti di esperienze precedenti (vedi Progetto ARIA e progetti ex lr 8/05) i TRIO sviluppano interventi che cercano di individuare soluzioni alla condizione multiproblematica tipica dei destinatari, coordinando in un unico progetto, costruito individualmente, i temi dell’accoglienza fin dalla detenzione interna, della formazione e del lavoro, dell’housing sociale e degli interventi di supporto psicoeducativo specifici rivolti ai più fragili.

3 Cosa sono i Progetti TRIO Da un punto i vista più tecnico i Progetti TRIO sono: 1.Linee diverse di intervento coordinate tra loro:  Linea 1: Continuità con Agenti di Rete (dal 2006), azioni di raccordo con i Consolati per dimissioni stranieri, portale integrato con servizi territoriali (www.inclusionesociale.org), attività di sensibilizzazione e mappatura servizi territoriali.www.inclusionesociale.org  Linea 2: azioni di inclusione sociale per i target previsti dai TRIO: costruzione di percorsi individualizzati e sinergici (case manager), azione di connessione risorse in capo ai tre TRIO (vedi housing), accompagnamento educativo, raccordo con sistemi di inserimento lavorativo, azioni di sensibilizzazione e culturali, progetti di Pubblica Utilità. Da Luglio 2015 integra i Tirocini Propedeutici  Linea 3: azioni di housing sociale (con specifica per “situazioni emergenza” e “sex offedenders”)  Linea 4: azioni rivolte ai target particolarmente fragili: centro diurno della CR di Milano Opera, continuità terapeutica per detenuti con fragilità psichica, laboratori interni alla CC Milano San Vittore, azioni di inclusione sociale per sex offenders 2. Interventi coordinati anche fra ASL diverse Come maturato in precedenti esperienze (precedenti edizioni ex lr 8/05, Progetto ARIA) l’inclusione sociale per queste tipologie di target non può essere fatta a prescindere da un intervento a regia comune sui diversi aspetti multiproblematici che questi destinatari pongono (casa, lavoro, accompagnamento sociale.) Nei TRIO questa sinergia è assicurata dalle azioni dei case manager, anche in modo trasversale alle risorse dei 3 TRIO che insistono comunque su 3 ASL diverse (per bando, budget, etc) 3. Integrazione con Servizi Territoriali in un ottica di sussidiarietà Le azioni dei TRIO sono concepite per integrarsi con i servizi territoriali già in essere e non sovrapporsi: questo avviene all’interno degli IP con le Aree Pedagogiche, con le Assistenti Sociali UEPE a cui è demandato il ruolo di regia istituzionale delle azioni erogate, con le integrazioni con i NIL-SIL-Celav del territorio per le azioni di reinserimento lavorativo (anche attraverso accordi e Protocolli specifici), con il raccordo con i Servizi Specialistici (SERT, NOA, CPS, etc)

4 2. Risultati del primo anno di lavoro I dati presentati sono una estrema sintesi di quelli relazionati alle ASL e, dove possibile, incrociano il numero di destinatari raggiunti rispetto a quanto preventivato nei 2 anni di progetto. LINEA 1LINEA 2LINEA 3LINEA 4 AdRData base e mappatu re Sportelli territoria li Seminari avvio Prog. Indiv. multi Gruppi interni Accomp. educativ o Sensibiliz za territorio Raccordo azioni lavoro (DAL LUGLIO 15 AVVIATI I TIROCINI PROPEDE UTICI) Centro diurno esterno Accogl. abitativa Accogl. Abitativa Sex Offender Accogl. Abitativa Mamme e bimbi Pronto interv. Acc permessi premio Aut abitativa Labor. interni Centro diurno riabilit. interno Continuit à terapeuti ca Supp. ed sex off TRIO MILANO 417/600 299 “dimittendi 118 "det stranieri" 81 enti territorial i coinvolti 209/250 + 18 sportello Nefida 59/60 416/2517/161/22/22 14/121349 interventi /destinat ari contattati TRIO ASL MI 1 151/180 “dimittendi”; 40 partecipanti gruppo dimittendi 134/170 "det. Stranieri"; 61 partecipanti al gruppo migranti 109/110 servizi terr. contattati 45/70 46/4050/30 incontri con scuole (1250 studenti e 87 docenti) 6 /4 progetti di PU 16/24 incontri di sens culturale 25/20 connessi one 16/20 11/121/2 3 11 12/201; 5 valutazio ni accoglien za in housing; 11 partecipa nti al gruppo "dall'emo zione all'espres sione" TRIO ASL MI 2 454/240 22 Gruppo Migranti 8 Gruppo Dimittendi 16 Gruppo Universitari data base con 821 record inseriti 1 seminari o di presentaz ione 37 destinata ri 32/5685/130 operatori territorial i contattati 6/13 148/50 e 40 famigliari di detenuti 3 56/60

5 Focus: gli Agenti di Rete I Progetti TRIO prevedono dal 2006 la istituzione della figura professionale, all’interno degli Uffici Pedagogici, dell’ Agente di Rete in tutti e 3 gli IP Milanesi; in totale si contano 13 Agenti di Rete (4 Milano San Vittore, 4 Milano Opera e 5 Milano Bollate). In sintesi:  Gli ADR sono figure educative che operano all’interno dell’IP e sul territorio e hanno il compito, anche mediante la presa in carico di situazioni specifiche, di promuovere il collegamento tra la rete interna all’Istituto (Area pedagogica, progetti e servizi presenti di carattere lavorativo, psicosociale, affettivo e sanitario) e la realtà esterna, allo scopo di favorire il coinvolgimento del territorio (servizi sociali, realtà del privato sociale, enti che promuovono percorsi di accompagnamento al reinserimento lavorativo, associazioni, presidi sociosanitari ecc..) nel percorso di reinserimento sociale dei detenuti.  La funzione ADR è presente negli Istituti Penali della Lombardia dal 2006; con l’ultimo bando ex lr 8/05 (DGR 1104/13) si obbligano a espletare il 75% delle ore al di fuori degli IP.

6 Focus: gli Agenti di Rete In pratica si possono individuare 2 funzioni comuni a tutti gli ADR dei TRIO: AZIONE 1: detenuti dimittendi  Favorire il percorso di inclusione sociale del detenuto in dimissione in sinergia con la Commissione Dimittendi attiva in Istituto (dove presente) e i Servizi territoriali che si occupano del detenuto in uscita.  Presa in carico individuale per la creazione di percorsi di accompagnamento al reinserimento territoriale.  Azione sistematica sul territorio per la ricerca di risorse territoriali e per l’attivazione di nuove reti di collaborazione soprattutto per i soggetti che non dispongono di riferimenti.  Gruppo dimittendi: spazio di confronto e di informazione sulle tematiche relative al percorso del soggetto detenuto nel passaggio tra “il dentro” ed “il fuori” AZIONE 2: detenuti stranieri  Attivazione di una specifica rete territoriale ed istituzionale (consolati, questura, associazioni culturali, progetti specifici, comunità degli stranieri sul territorio) che possa favorire percorsi di ricostruzione della storia migratoria, di consapevolezza sulle prospettive di permanenza sul territorio nazionale al termine della pena e di emersione dall’irregolarità.  Gruppo Migranti: spazio di confronto e di conoscenza delle problematiche legate alla condizione di migranti  Presa in carico individuale e pratiche rinnovo permessi di soggiorno e dei documenti.  Accompagnamento all’espulsione e al rimpatrio assistito.  Mediatori culturali

7 Risultati della prima annualità TRIO La prima annualità va da Luglio 2014 a Settembre 2015. Da un punto di vista dei contenuti si possono rilevare: PUNTI DI FORZA E OBIETTIVI RAGGIUNTI  Intervento di carattere “olistico”; il destinatario delle azioni trova in un unico sistema coordinato risposte alla sua condizione multiproblematica (accoglienza, supporto educativo, formazione, accompagnamento al reinserimento lavorativo, housing sociale, supporto psicologico, laboratori ri-motivazionali)  Avvio di una azione di sistema sinergica a livello territoriale: in questo primo anno i TRIO hanno avviato, per la prima volta, una azione di sistema che cerca di mettere a funzionamento sincrono le azioni del carcere e quelle del territorio per facilitare la inclusione sociale di persone soggette a provvedimenti della autorità giudiziaria. (vedi data base comune, coordinamento per individuazione scuole per azioni di sensibilizzazione, protocolli per azioni sul lavoro come per Celav e Afol Sud, etc)  Dimensioni metropolitana; attraverso la azione dei case manager, in questo primo anno si è dato il via alla trasversalità di alcune azioni “chiave” del progetto, che in questo modo cercano di creare un sistema che agisca a livello “metropolitano” sulle 3 ASL di competenza di Milano (le azioni sono quelle relative agli stranieri gestite dagli ADR, le azioni sul lavoro, le azioni sull’housing). Questo modello impedisce certe inefficienze generate dal sistema della presa in carico unicamente in base al criterio della residenza nella ASL di competenza.  Coinvolgimento territoriale: più che nelle precedenti esperienze relative alla lr 8/05, in questo primo anno si sono avviate azioni di reale coinvolgimento dei territori, sia attraverso la sensibilizzazione, sia coinvolgendo direttamente nella gestione delle azioni i soggetti territoriali. Questo spostamento del baricentro delle azioni a metà strada fra gli IP tradizionali fruitori delle risorse ex lr 8/05 e i territori verso cui le persone devono essere indirizzati, ha facilitato lo sviluppo di una mentalità più condivisa per cui l’inclusione sociale di persone soggette a provvedimenti della autorità giudiziaria sia di competenza della comunità nel suo complesso, e non più solo della Amministrazione Penitenziaria e del Privato Sociale che vi ci si dedica  Sistemi che intendono intervenire non solo qualitativamente sul tema, ma incidere anche dal punto di vista quantitativo (la quantità è qualità)

8 Risultati della prima annualità TRIO La prima annualità va da Luglio 2014 a Settembre 2015. Da un punto di vista dei contenuti si possono rilevare: CRITICITA’ E PUNTI DI DEBOLEZZA  Migliore integrazione con sistema inserimento lavoro. Pur comprendendo le ragioni che hanno portato alla separazione degli interventi più sociali di inclusione in capo alla lr 8/05 e quelli più prettamente di inserimento lavorativo, è necessario creare un sistema di coordinamento migliore fra i due interventi. Infatti non è pensabile che un progetto individuale di inclusione sociale di persona soggetta a provvedimento della autorità giudiziaria non funzioni in modo coordinato nei suoi 3 aspetti chiave quali casa, lavoro e accompagnamento sociale. Oggi i TRIO possono interagire sul tema lavoro con il sistema doti, i tirocini della dgr 2727 e gli accordi con i servizi territoriali per il lavoro avviati (Celav, Sil, Nil)  Il budget e le azioni sono comunque ancora ripartite fra i tre progetti; questa condizione impedisce la piena integrazione (riuscita per alcune azioni come ADR e housing sociale, meno per il lavoro). Riforma delle ASL permetterà il superamento?  Permanere di una logica di fondo che non considera la rete progettuale come un insieme di Enti che erogano un servizio retribuito “a corpo”, ma un forma di acquisizione di personale delle cooperative; questa logica è superabile con strumenti come il riconoscimento dei costi standard e i convenzionamenti (logica più prossima al sistema dotale)

9 Il futuro Alcune indicazioni che le esperienze maturate sia durante che precedentemente ai TRIO hanno evidenziato:  Innanzitutto necessità, per questo tipo di interventi, di transitare da un sistema di progetti in rete basati su progetti singoli a un sistema basato su alleanze stabili fra soggetti pubblici (Istituzioni, Enti Locali, Imprese Profit) e Privato Sociale.  Necessità di ragionare in un ottica temporale diversa, che consenta non solo di sperimentare modelli, ma anche di testarne la efficacia ed efficienza nel medio-lungo periodo.  Insistere nella necessità di sviluppare interventi a 360°sulle persone sottoposte a provvedimenti della autorità giudiziaria e inserite in progetti di inclusione sociale, cercando di superare la logica della parcellizzazione, sviluppando invece approcci che riconducano le diverse specializzazioni al concorso nel medesimo progetto individuale, valorizzando interventi sinergici su casa, lavoro e accompagnamento sociale.  Incrementare occasioni di confronto anche nella costruzione dei bandi o dei dispositivi, dove anche il Privato Sociale possa mettere a disposizione la propria competenza operativa.  Adattare in corsa anche i sistemi TRIO alle nuove forme di esecuzione della pena e non solo di esecuzione (vedi istituto della “messa alla prova”), che nel frattempo il legislatore mette a disposizione, formule che relegando maggiormente il carcere ad extrema ratio, necessitano sempre più di un sistema funzionale e pronto per lo sviluppo dei progetti individuali di inclusione sociale della persona sottoposta a provvedimenti della autorità giudiziaria.


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