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Storia Della Navigazione:
Il Medioevo Di Giuseppe Nieddu e Jessyca Marrazzu Classe 3 B I.I.S. “M.PAGLIETTI” a.s. 2009/2010 Porto Torres
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(per la preparazione della polvere da sparo) La tecnologia del legno
Nel Medioevo e nel Rinascimento per realizzare una nave in grado di compiere lunghe traversate era indispensabile padroneggiare alcune tecnologie La tecnologia chimica (per la preparazione della polvere da sparo) La tecnologia del legno (per la costruzione di scafi, che restano i più grandi oggetti costruiti dall’uomo e per questo presentano particolari problemi) La tecnologia tessile (per la realizzazione delle vele) La tecnologia del ferro (per la realizzazione di chiodi ma anche di ancore e cannoni) Tecnologia idraulica (per la realizzazione di pompe di sentina)
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Per guidare una nave sulle rotte percorse nel medioevo e poi nel rinascimento erano inoltre necessarie conoscenze di cartografia, astronomia, aritmetica e geometria; per cercare di migliorare la vita dell’equipaggio infine occorreva padroneggiare le poche conoscenze di medicina e dietologia del tempo.
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DUE AREE TECNOLOGICHE AREA NORDICA AREA MEDITERRANEA
Le navi del periodo rappresentano per molti versi il concentrato della tecnologia del tempo. DUE AREE TECNOLOGICHE AREA NORDICA AREA MEDITERRANEA
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Area Mediterranea Nel Mediterraneo gli scafi venivano costruiti partendo da uno scheletro formato da una chiglia longitudinale e da diverse ordinate trasversali
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COSTOLE COSTOLE Le ordinate erano elementi in legno dalla forma tondeggiante, dette COSTOLE, sulle quali andavano appoggiate e successivamente inchiodate le tavole formanti il fasciame esterno CHIGLIA
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Scalmo Staminale Madiere
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Area Mediterranea Questo sistema di costruzione era molto complesso, ma garantiva una notevole solidità Il fasciame esterno era liscio e gli interstizi tra una tavola e l’altra andavano riempiti con stoppa e pece per renderli impermeabili.
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Area Nordica La costruzione partiva dal fasciame esterno, le cui tavole venivano fissate alle altre con un leggero sormonto a cui solo in un secondo momento venivano fissati all’interno degli elementi di rinforzo.
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Area Nordica Questo sistema di costruzione era più semplice ma presentava dei limiti intrinseci, per cui non si potevano superare certe lunghezze.
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Considerando il fatto che le conoscenze in questo periodo venivano trasmesse oralmente ed era ignoto l’uso del disegno e dei calcoli per la progettazione, le trasformazioni e le migliorie si evolvevano molto a rilento. I cambiamenti più importanti si ebbero soprattutto sull’apparato propulsivo e nell’armamento.
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Nel Mediterraneo esistevano sin dall’antichità classica due tipi di navi
Nave Lunga (Galea) Nave Tonda Era una nave molto affinata; Era lunga anche più di 30 metri; Era spinta soprattutto a remi.
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Una delle novità del Medioevo fu introdotta dagli arabi, questa fu la vela latina il cui nome deriva dalla contrazione di “alla trina” ossia tre angoli, il cui principale vantaggio fu, che rispetto alla vela quadra, permetteva di poter navigare parzialmente controvento in modo più agevole. Penna Albero Scotta Antenna Mura
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VELA QUADRA Pennone Gola Penna Scotta Vento Mure
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Galea (Nave Lunga) Le galee medievali erano, biremi cioè in ciascun banco di rematori trovavano posto solo due uomini, dal Duecento, però i veneziani riuscirono a far stare su ciascun banco ben tre uomini, ciò servì ad incrementare la velocità e la potenza delle imbarcazioni del periodo.
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Galea (Nave Lunga) In questo tipo di imbarcazioni prima della scoperta dell’artiglieria un equipaggio era formato da non meno di 250 uomini che servivano a manovrare la nave e soprattutto a difenderla in caso di abbordaggio.
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Nave Tonda La nave tonda, a differenza della galea, era destinata al commercio, era più tozza e panciuta ed era mossa quasi sempre a vela, ciò richiedeva una minor quantità di equipaggio e, di conseguenza, comportava minori spese per gli armatori del tempo.
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Più il Bompresso (albero inclinato che sporgeva da prua)
Nave Tonda All’inizio l’attrezzatura velica era molto semplice composta da un solo albero ed una sola vela, solo più tardi vennero aggiunti altri due alberi: uno verso prua e uno verso poppa (TRINCHETTO e MEZZANA che si aggiungevano all’albero di MAESTRA) Più il Bompresso (albero inclinato che sporgeva da prua)
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Maestra Trinchetto Mezzana Bompresso
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LA CARTOGRAFIA La navigazione però non si riduce vele, scafi e remi. Per navigare, infatti, è necessario conoscere la rotta tra due punti noti e soprattutto la posizione della nostra imbarcazione durante la navigazione
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Cartografia Nel Medioevo i navigatori riuscivano a compiere traversate di centinaia di miglia affidandosi solo alle loro capacità ed alla loro sensibilità, senza strumenti o carte nautiche. Anche se restavano all’interno del Mediterraneo, alcune rotte richiedevano lunghe traversate in mare aperto decisamente impegnative, che venivano realizzate utilizzando come punto di riferimento astronomico il sole e le stelle, in particolare la stella polare.
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Cartografia In questo periodo si diffuse anche uno dei più importanti strumenti nautici: la Bussola. La caratteristica di quella stella è quella di essere sostanzialmente ferma nel cielo e allora veniva utilizzata, in modo ovviamente approssimativo, per seguire una rotta specifica.
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Bussola Inventata in Cina,inizialmente questa, era un ago attaccato ad una scheggia di legno e posto in un recipiente d’acqua e veniva usato per aiutare i navigatori a seguire una rotta precedentemente presa con un rivelamento stellare. Ben presto l’ago finì per essere incollato su un cartoncino capace di ruotare su un perno. Sulla parte superiore di questo supporto veniva disegnata la rosa dei venti con i rispettivi punti cardinali.
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Oltre alla bussola nel Mediterraneo si svilupparono altri due importantissimi strumenti nautici: la carta nautica e la toleta del marteloio. La carta nautica veniva costruita esclusivamente con l’ausilio della bussola riportando uno schema geometrico detto “martelogio”. La “toleta del marteloio” era un sistema di calcoli che, attraverso la risoluzione di alcuni semplici problemi geometrici, calcolava il guadagno controvento in caso di bordeggio oppure permetteva di ritrovare la rotta dopo una deviazione dovuta a una tempesta.
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L’ICONOGRAFIA NEL ‘400 Per questo motivo acquistano molta importanza le fondi iconografiche che forniscono un numero elevatissimo di informazioni sugli usi ed i funzionamenti delle imbarcazioni immediatamente precedenti alla scoperta dell’America. La maggior parte delle informazioni tecniche venivano trasmesse oralmente da una generazione all’altra e anche se esistevano alcuni libri scritti dai capimastri più famosi, per lo più appunti, erano molto difficili da interpretare.
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Da un manoscritto del 1400 ci arriva la testimonianza di un tipo di imbarcazione da trasporto e da guerra usata soprattutto nei mari dell’Europa settentrionale; il suo nome era “Cocca” La nave aveva un solo albero, sistemato nella zona maestra armato con una sola vela.
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Uno dei tipi di imbarcazione più usati era la “galea da mercato” o “galea grossa”. Si tratta in realtà di un tipo ibrido di galea, nel senso che era una specie di galea più grande, più alta e più pesante attrezzata per muoversi quasi esclusivamente a vela e capace di trasportare un discreto carico. GALEA DI MERCATO Erano navi lunghe circa 40 metri e, cosa molto interessante, erano dotate di 150 remi ciascuno manovrato da un uomo, tale sistema veniva utilizzato quando l’imbarcazione si trovava in tratti di bonaccia.
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Un altro tipo si imbarcazione successiva alle galee fu senza ombra di dubbio la “Caracca”.
Questa, rispetto alle galee, aveva lo scafo più grande e robusto con un castello di poppa ormai e quasi perfettamente integrato nelle strutture dello scafo. Il ponte di poppa era protetto da una struttura a capanna che ricorda quelle montate sulle galee anche se il timone ormai era manovrato dall’interno.
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Lavoro coordinato dalla professoressa Maria Giovanna Langiu
BIBLIOGRAFIA Testi : Immagini: Lavoro coordinato dalla professoressa Maria Giovanna Langiu Hanno collaborato per le materie specifiche di navigazione i professori : Antonello Aversano e Gianuario Masia
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