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PubblicatoAniello Ferrante Modificato 8 anni fa
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Vestire gli ignudi e Consolare gli afflitti in alcuni scritti di Don Guanella PARROCCHIA MARIA SS. ADDOLORATA OPERA DON GUANELLA – BARI Anno Pastorale 2015-2016
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LUIGI GUANELLA, Vieni meco. La dottrina cristiana esposta in quaranta discorsi famigliari(1883,1901), in Scritti morali e catechistici, Nuove Frontiere, Roma 1999, p. 272. «Tutto è sacro nel tuo fratello. È sacro il corpo, perché è l’involucro dell’anima, nobile monumento dell’opera di Dio. Che maestà in quella fronte di uomo! Che varietà e nel colore stesso e nei lineamenti del suo viso. Genti di color bianco, oltre di color nero, altre di color rosso o di color olivastro. Tutti recano la medesima impronta di nobiltà». Per don Guanella l’opera di misericordia, vestire gli ignudi, coincide con il dare dignità alla vita del fratello, qualsiasi sia la sua nazionalità, avendo cura del suo corpo, della sua persona.
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Guanella Luigi, Andiamo al Padre. Inviti famigliari a ben recitare l’orazione del Pater Noster(1880), in Scritti morali e catechetici, Nuove Frontiere, Roma 1999, p.114. «Iddio buono, qual padre amorevole, tanto più ama, quanto più ama, quanto più scorge il figlio misero e sciagurato. L’uomo non cessò di essere vera immagine di Dio e Gesù, tuo maggior fratello, fu mandato dall’Eterno Padre, a ritrovare te, che, peggio del figliuol prodigo, eri fuggito lontano dalla casa del Padre». Questo riferimento al figliol prodigo mette in evidenza come il Padre misericordioso riveste di dignità colui che si era allontanato dalla casa del padre per vivere da dissoluto: ‟ Presto, prendete il vestito più bello e fateglielo indossare (Lc 15, 22).
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Guanella Luigi, Regolamento interno dei Figli del Sacro Cuore nella casa Divina Provvidenza (1899), in Scritti per le Congregazioni, Nuove Frontiere, Roma1988, p. 993. «Conviene vestire le miserie della povertà come Gesù Cristo si è coperto delle miserie nostre e le ha portate ‟ usque ad mortem Crucis sino alla morte di Croce». Ritorna spesso in don Guanella l’esperienza del vestire le miserie delle povertà umane, imitando Gesù che ha preso su di sé tutte le povertà e le miserie del mondo portandole con Lui sulla Croce.
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Luigi Guanella, La Divina Provvidenza, aprile 1897, p. 30. «Asilo aperto a tutte le disgrazie, nel limite delle strettissime sue forze, la Casa ha l’abitudine di provvedere immediatamente ai bisogni urgenti secondo gli indirizzi della divina Provvidenza, e di soccorrerli prontamente, nel modo più efficace, adattandosi alle circostanze di luogo e di mezzi». E per don Guanella fra i bisogni più immediati era quello di dare dignità alla persona attraverso il vestito, il provvedere al necessario degli indumenti secondo le stagioni.
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LUIGI GUANELLA, Regolamento delle Figlie di Santa Maria della Provvidenza (1911), in Scritti per le Congregazioni, Nuove Frontiere, Roma 1988, p. 440. «Dare pane, si estende dunque ad averne cura del corpo». In questa affermazione di don Guanella troviamo, ancora una volta, anche l’esperienza del vestire gli ignudi.
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LUIGI GUANELLA, Andiamo al monte della felicità. Inviti a seguire Gesù sul monte delle Beatitudini (1881), in Scritti morali e catechistici, Nuove Frontiere, Roma 1999, p. 195. «Una goccia celeste di compassione è scesa nel cuore di tutti gli uomini. Ma la più grande che fu veduta quaggiù è quella pietà infinita dell’Uomo Dio, il quale, non contento di nascere a Betlemme, crebbe tra le umane miserie e fece proprie tutte le umane infermità». Abbiamo appena celebrato il Natale e sentiamo ancora i riflessi della Misericordia di Dio che si è fatta carne, che si è manifestata tra le umane miserie, che ha fatto proprie tutte le umane infermità. Per don Guanella questo è Consolare gli afflitti.
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Guanella Luigi, Regolamento interno dei Figli del Sacro Cuore nella casa Divina Provvidenza (1899), in Scritti per le Congregazioni, Nuove Frontiere, Roma1988, p. 1135. «I malati sono membra sofferenti, sono fratelli, sono creature di Dio: oh quanto è importante che sia loro data assistenza, che siano alleggerite tante pene con le sollecitudini di un cuore amante e previdente». Assistenza, alleggerire, sollecitudine, esperienze che possiamo ricondurre all’opera di misericordia Consolare gli afflitti.
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Guanella Luigi, Regolamento interno dei Figli del Sacro Cuore nella casa Divina Provvidenza (1899), in Scritti per le Congregazioni, Nuove Frontiere, Roma1988, p. 1045. «I vecchi, come più sofferenti, sono degni di maggior compatimento. Bisogna guardali più intensamente con gli occhi della fede, molto di più dato che sono privi di ogni attrattiva atta a cattivarsi l’effetto puramente umano. Hanno la tendenza a ricadere nei malanni ad ogni piccolo strapazzo di fatica, ad ogni varietà di temperatura. Di conseguenza nel loro stato d’animo i vecchi e gli invalidi sono maggiormente afflitti». Abbiamo qui due categorie di persone indigenti tanto care a don Guanella: i vecchi e gli invalidi.
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LUIGI GUANELLA, Regolamento delle Figlie di Santa Maria della Provvidenza (1911), in Scritti per le Congregazioni, Nuove Frontiere, Roma 1988, p. 650. «L’infermiera è tanto più buona quando sappia mostrarsi così piamente lieta, che la sua vista e compagnia dia sollievo al cuore e all’animo dell’ammalata». Dia sollievo con la sua presenza lieta. Consolare gli afflitti non è dire parole ma mettersi accanto all’ammalato con una presenza gioisa e capace di sollevare l’animo di chi sta vivendo una situazione di difficoltà. Don Guanella in questo è stato un vero maestro.
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Guanella Luigi, Regolamento interno dei Figli del Sacro Cuore nella casa Divina Provvidenza (1899), in Scritti per le Congregazioni, Nuove Frontiere, Roma1988, p. 1035. «I ragazzi: sono derelitti, orfani, reietti dalle famiglie, o di genitori inutili o come che sia in crisi, ovvero di genitori esemplari ma che, dovendo assentarsi da casa per lavori di fabbrica, li lasciano in abbandono. Hanno bisogno quindi di cure quasi materne e bisogna accudir loro con squisitezza di cuore, concedere la maggior confidenza possibile onde ottenere che essi siano sempre come un libro aperto e manifestino ogni difficoltà della vita, ogni timore del loro animo». Accudir loro con squisitezza di cuore, star vicino ai ragazzi e averne cura, consolarli per quelle solitudini famigliari e le carenze affettive che si creano nella loro esperienza di crescita evolutiva. Per don Guanella tutto questo equivale a Consolare gli afflitti.
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Per don Guanella l’opera di misericordia, vestire gli ignudi, coincide con il dare dignità alla vita del fratello, qualsiasi sia la sua nazionalità, avendo cura del suo corpo, della sua persona. Come vivo questa esperienza con i poveri e in particolare con i fratelli profughi?
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«Iddio buono, qual padre amorevole, tanto più ama, quanto più ama, quanto più scorge il figlio misero e sciagurato. Questo riferimento di don Guanella al figliol prodigo mette in evidenza come il Padre misericordioso riveste di dignità colui che si era allontanato dalla casa del padre per vivere da dissoluto. Come mi pongo davanti ai fratelli che si sono allontanati da Dio perché peccatori? Sono più propenso al giudizio o alla misericordia?
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«Dare pane, si estende dunque ad averne cura del corpo». In questa affermazione di don Guanella troviamo, ancora una volta, anche l’esperienza del vestire gli ignudi. Come cooperatore guanelliano mi ritrovo in questa esperienza così cara al nostro Fondatore?
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I vecchi e gli invalidi sono due delle categorie di persone indigenti tanto care a don Guanella per attuare l’opera di misericordia consolare gli afflitti. Nel mio apostolato come cooperatore dedico momenti di ascolto e di accoglienza verso queste persone?
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Consolare gli afflitti per don Guanella non è dire parole ma mettersi accanto all’ammalato con una presenza gioisa e capace di sollevare l’animo di chi sta vivendo una situazione di difficoltà. So mettermi accanto a chi soffre senza dire parole? Sono convinto/a che posso consolare facendo silenzio?
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Per don Guanella bisogna accudire i ragazzi con squisitezza di cuore, star vicino a loro e averne cura, consolarli per quelle solitudini famigliari e le carenze affettive che si creano nella loro esperienza di crescita evolutiva. Come mi trovo con i ragazzi in difficoltà? Come adulto, quale esperienza posso raccontare in riferimento a qualche episodio di disagio giovanile?
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