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Le figure della leggenda 21-22
Artù Le figure della leggenda 21-22
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21. Le figure della leggenda
Tristano e Isotta Tristano, nipote del re Marco di Cornovaglia, libera il paese dal tributo di giovani, imposto da Morholt d’Irlanda. Poi beve un filtro d'amore con Isotta, sorella di Morholt, che deve sposare suo zio.
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Episodi della storia di Tristano e Isotta
Cofanetto d’avorio a motivi tristaniani Parigi, verso il Avorio, 59/60 x 243 x 4 mm (a) 58/60 x 244 x 4 mm (b), 60 x 115 x 4 mm (c), 60 x 118 x 4 mm (d) Provenienza: conte di Mailly (?), poi, marchese de Mailly-Nesle (La Roch ly, Sarthe); Claude Vaudecrane (Le Mans), acquisito nel 1983 Musée du Louvre, oggetti d'arte, OA 10 à © 2007 Musée du Louvre / Martine Beck-Coppola
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Episodi della storia di Tristano e Isotta
Questi quattro pannelli costituiscono la decorazione di un cofanetto "composito", che illustra gli episodi più famosi di diversi romanzi cavallereschi. Questo esemplare è caratterizzato da un'iconografia originale, che non si rifa agli episodi più noti della leggenda arturiana. La scena più facilmente identificabile è raffigurata sul retro del cofanetto: si tratta dell'episodio dell’incontro di Tristano e Isotta alla fontana, il volto del re Marco riflesso nell'acqua. Isotta è riconoscibile per la corona (altrimenti evocherebbe amanti ordinari di scene cortesi banali). Si vede, poi, il dio Amore dardeggiare frecce verso Tristano e Isotta, ai piedi di un albero (scena più debole, rispetto all'episodio del filtro d'amore); Tristano e Isotta cavalcano; infine, dopo l’incontro alla fontana, Tristano e Isotta giocano agli scacchi sotto una tenda. Sul lato corto destro, una scena non identificata mostra una coppia a cavallo nei boschi, a caccia con il falcone. Dall'altro lato corto, la scena rappresentata è il prologo di Érec et Énide, di Chrétien de Troyes, con una compagnia che porta la testa del cervo bianco, che varrà al cacciatore il premio di un bacio della donna più bella del castello. Infine, sul lato anteriore del cofanetto è raffigurata la storia di un cavaliere che libera una donzella dagli uomini selvaggi che l’avevano rapita e la restituisce al castello. Un coperchio, oggi perduto, probabilmente lo completava.
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Episodi della storia di Tristano e Isotta 2
I temi scelti per questo cofanetto non insistono sulle prodezze cavalleresche, ma sembrano altrettante riflessioni sul ruolo dell'amore tra mondo selvaggio e vita di corte, tra foresta e castello. Lo stile grafico vivace e nervoso di questi quattro gruppi si avvicina a quello dei cofanetti raffiguranti la storia della Châtelaine de Vergy [Dama del Vergiù], e colloca l'opera negli anni
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22. Le figure della leggenda
Al termine di sofferenze senza fine e di rari momenti di felicità, gli amanti muoiono perché non possono vivere la loro passione, incompatibile con le regole sociali.
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Combattimento di Tristano e Morholt
Tristan en prose Parigi, primo quarto del XV secolo Provenienza: Luigi II di Borbone (?); presente nella biblioteca del re nel XVII secolo BnF, Manuscrits, français 100 (f. 40)
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Combattimento di Tristano e Morholt
I manoscritti BnF, fr , la cui decorazione mostra l’influenza del Maître de Bedford, pur senza poter essere attribuiti al Maestro stesso, formano fin dall’inizio due volumi. Essi sono stilisticamente vicini al BnF, lat. 7789, realizzato per Luigi II di Borbone nel 1405, e ad un altro Tristan en prose, che apparteneva al duca di Berry (Vienna, ÖNB, cod ). In effetti, l'inventario della biblioteca del duca di Borbone, a Moulins, menziona un Tristan in due volumi che potrebbe essere il nostro. Il combattimento contro Morholt, qui illustrato, è uno degli primi e più famosi exploit del giovane Tristano. Il testo di Beroul, incompleto, contiene alcuni riferimenti alla vicenda, ma non ne conserva quello di Thomas. Sono le versioni tedesche di Eilhart von Oberg e Gottfried von Strassburg, la saga norrena e, naturalmente, il Tristan en prose, che ce ne forniscono i dettagli: venuto dall’Irlanda a rivendicare il tributo di giovani della Cornovaglia, Morholt, lo zio di Isotta, viene sfidato da Tristano, campione di re Marco. Tristano lo ferisce a morte, ma lui stesso gravemente ferito, sarà guarito solo dalla madre di Isotta (Gottfried, Tristrams saga) o dalla stessa Isotta (Eilhart, Tristan en prose). I testi sottolineano la forza e l'invincibilità di Morholt, ma il personaggio scompare piuttosto presto dal racconto: per conoscere le sue avventure, bisognerà fare riferimento al testo che sarà poi dedicato ai padri degli eroi arturiani, Guiron le Courtois.
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La versione in prosa della leggenda di Tristano
Tristan en prose Sud Italia o Terra Santa, 1278 Provenienza: biblioteca del re nel XVI secolo BnF, Manuscrits, français 750 (f. 123v)
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La versione in prosa della leggenda di Tristano
Il Tristan en prose, elaborato nel XIII secolo, è una riscrittura della leggenda di Tristano e Isotta, che incorpora i due protagonisti nel mondo arturiano: Tristano diventa un cavaliere della Tavola Rotonda che prende parte – alla lontana – alla ricerca del Graal. Il mito dell'amore fatale che conduce alla morte si trova qui mescolato ad avventure cavalleresche, che lo rendono probabilmente più accettabile al pubblico medievale. Questo romanzo spesso rimaneggiato ha conosciuto diverse versioni. Il manoscritto BnF, fr. 750 contiene la prima parte della seconda versione. Trascritto su una bella pergamena da un copista normanno, Pierre de Tiergeville, che rivela il suo nome in una dichiarazione in latino datata 1278, questa copia è illustrata con numerose iniziali istoriate, in cui scene dai colori vivaci si affollano su più livelli. Sebbene la maggior parte sia stata gravemente danneggiata, le iniziali che rimangono sono sufficienti a provare che l'opera era di buona qualità. La lettera “E”, del fol. 123 v., contiene tre eventi: Isotta (riccamente vestita da imperatrice bizantina) si lamenta, a causa di Tristano, mentre il marito, il re Marco, partito a cavallo nella foresta, è pieno di ansietà e torna a Tintagel; in basso, a destra, la regina, in giardino canta, accompagnandosi con l'arpa, un lai triste che esprime il desiderio di morire; il re Marco l’ascolta dalla finestra di una torre; dopo aver terminato la sua canzone, Isotta cerca di trapassarsi il petto con una spada, ma suo marito afferra la lama in tempo. L'origine di questo manoscritto, dove si sovrappongono influenze d’Italia e di Terra Santa, rimane misteriosa, ma dimostra l'influenza della letteratura arturiana fino ai confini del mondo latino e del Vicino Oriente.
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Brangain abbandonata Tristan en prose
Francia settentrionale, fine del XIII sec. Provenienza: Jacques de Lor, governatore di Rethel verso il 1430; lascito Armand Durand, 1894 BnF, Manuscrits, Nouvelle acquisition française, 6579, ff. 118 v-119
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Brangain abbandonata Il romanzo del Tristan en prose fu scritto tra il 1230 e il 1235, sul modello del Lancelot-Graal. Se Tristano vi appare per la prima volta come un cavaliere della Tavola Rotonda e se lo spirito cavalleresco ha la meglio sul mito, l'inizio del romanzo prende in prestito molto dall’antica leggenda trasmessa da Beroul o, più limitatamente, da Thomas. Tale è il caso di questo episodio, che unisce due tradizioni: come in Beroul, Isotta che teme che la sua servente Brangain riveli di averla sostituita nel letto del re Marco la prima notte di nozze, ordina di condurla nella foresta e di ucciderla. Il servitore, commosso dalle sue lacrime, si accontenta di abbandonarla lì. Ma qui Palamede, il cavaliere saraceno rivale di Tristano, inventato dalla versione in prosa, la libera. La copia del manoscritto non è terminata, ma è illustrata da numerose miniature, i cui i personaggi dai volti espressivi, ma un poco stereotipati, si stagliano su fondi dorati e paesaggi semplificati. Secondo Patrick De Winter, l'autore potrebbe essere un collaboratore del Maître du Graal, uno degli illustratori del Lancelot-Graal realizzato verso il , nella diocesi di Thérouanne (BnF, fr. 95), il cui stile ha notevolmente influenzato tutta la produzione artistica del Nord e dell'Est della Francia attorno al 1300.
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