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PubblicatoGiovanna Conti Modificato 10 anni fa
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Istituto comprensivo “Mameli” - Scuola media “Enrico Mattei” - Marina di Ravenna
Dagli errori s’impara
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Un giorno un asino passeggiava per l’aia sconsolato perché pensava di non saper abbastanza. Era triste e depresso perché si sentiva inferiore al pavone che si dava delle arie continuamente, mentre lui non riusciva a togliersi quel terribile vizio di ragliare ogni volta che parlava. Allora decise di chiedere alla papera istruita di aiutarlo nella dizione delle parole.
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<<Gentile papera, iho, iho …, domani iho, iho …
<<Gentile papera, iho, iho …, domani iho, iho …. devo sostenere, iho, iho…un esame … impostante…. no! Iho, iho, impoltante….no! Iho, iho, improntante, oh insomma! Hai capito, non so nulla iho, iho …e, da solo, non riesco a studiare, non faccio che ragliare, iho, iho... Potresti aiutarmi?>> chiese l’asino alla papera che gli rispose: <<Celtamente, nexuno è meclio di me. Nexuno è plepalato quanto me>>. L’asino si recò per diversi giorni dalla papera che con pazienza lo istruì sulla corretta pronuncia delle parole e lo aiutò a controllare il suo continuo ragliare.
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Il pavone, un giorno, li vide impegnati in una lezione
Il pavone, un giorno, li vide impegnati in una lezione. Si avvicinò e disse loro: <<Guarda guarda, un asino che va a lezione da una papera!>>. Poi si rivolse all’asino: <<Che sciocco sei! Prendi lezioni da una papera che non è capace di pronunciare correttamente le parole! Avresti dovuto venire da me che sono laureato in pavonologia presso l’Università “Secchioni” di Milano>>. La papera intervenne e offesa rispose: <<Vollei dilti che ancl’io ho studiato all’Univelsità di Paligi e sono pelfettamente in glado di istluile questo povelo asinello, molto meclio di te. È inutile che tu continui a pavonettalti>>.
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L’asino, amareggiato, si ritrovò a pensare come avrebbe potuto prepararsi se il pavone e la papera avessero continuato a litigare. A chi dei due avrebbe dovuto dare ascolto? Decise così di chiedere ad entrambi di aiutarlo senza più litigi. Il pavone e la papera accettarono la proposta, ma sapevano che sarebbe nata fra loro due una grande rivalità. Chi dei due avrebbe preparato meglio l’asino per l’esame? Il giorno seguente, il pavone e la papera si recarono a casa dell’asino pronti ad istruirlo. L’asino chiese di cominciare dai verbi e dal portamento. Dopo una lunga discussione sulla pronuncia e sul modo in cui l’asino avrebbe dovuto trattenersi dal ragliare, la papera e il pavone convennero che l’asino fosse sufficientemente preparato. Entrambi giunsero alla conclusione di essere stati degli ottimi insegnanti.
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Arrivò finalmente il giorno dell’esame
Arrivò finalmente il giorno dell’esame. L’asino entrò nell’aula Magna e di fronte ai professori iniziò la sua interrogazione. Atteggiandosi come il pavone gli aveva insegnato, cominciò a ripetere i verbi che aveva imparato dalla papera. <<Io sonò, tu seì, egli siè, noi sciamò, voi sciatè, essi scianò>>. Mentre recitava i verbi, era contento perché non aveva ragliato neppure una volta, anche l’espressione dei professori gli fece sperare di aver fatto una buona impressione.
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Uscì dall’aula e attese il giudizio
Uscì dall’aula e attese il giudizio. Fuori, ad aspettarlo, c’erano la papera e il pavone che gli chiesero com’era andata. L’asino spiegò loro che aveva fatto esattamente tutto ciò che gli avevano insegnato, così, sicuro di sé, iniziò a darsi delle arie come il pavone.
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Poco dopo fu richiamato dai professori per ascoltare l’esito del suo esame. <<Siamo spiacenti, signor Asino, purtroppo non ha superato l’esame. Ci siamo chiesti da chi fosse andato a lezione>>. L’asino tristemente rispose che era stato istruito dalla papera e il pavone, poi uscì e raggiunse i due e disse loro: <<Mi dispiace cari amici, ma non ho superato l’esame poiché non mi avete insegnato le cose in modo corretto e soprattutto non sono stato me stesso>>. I due si guardarono negli occhi e non riuscivano a comprendere dove avevano sbagliato. Com’era possibile che lo avessero consigliato male?
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Nel frattempo i professori convocarono la papera e il pavone; li invitarono a sostenere nuovamente un esame. Il pavone e la papera rimasero colpiti da tale richiesta, ma si sottoposero all’esame convinti di poter dimostrare la loro bravura. Durante la prova, si accorsero di avere alcune difficoltà; a quel punto si interrogarono sulle loro conoscenze e capacità e si resero conto che anche loro potevano sbagliare. La loro presunzione li aveva portati a sopravvalutarsi. Con la smania di erudire e cambiare la natura del povero asino, avevano dimenticato di essere umili.
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A quel punto non presero più in giro il povero asino, che intanto aveva ripreso a ragliare, e insieme, con umiltà, andarono a un corso di recupero. La papera accettò i propri difetti, mentre il pavone imparò ad atteggiarsi solo in determinate circostanze. In particolare, entrambi capirono di aver sbagliato a volere cambiare la natura del povero asino. I loro consigli non lo avevano aiutato né ad essere migliore né a superare la prova d’esame. L’asino, d’altro canto, da questa esperienza, imparò ad accettare se stesso e capì di non poter essere qualcun altro.
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Balzani Agnese Damassa Francesco Di Pietro Giovanni Erbi Virginia
Fanti Diletta Farabegoli Monica Fulvi Federica Giovannini Marco Giuliano Silvana Iacolare Camilla Ijaz Haitam Bin Maganuco Aleandro Masi Veronica Mazzotti Luca Messina Dalila Morar Alina Denisa Perini Annalisa Pirone Michele Sfalanga Federica Strocchi Martina Trombini Luca Con la supervisione dei docenti: prof.ssa Stefania Beccari e prof. Alberto Albertini
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