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PubblicatoEnrichetta Antonucci Modificato 10 anni fa
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Dopo il primo momento, Gesù si circonda di amici e collaboratori.
L’arrivo del Regno di Dio sta chiedendo a tutti un cambio di direzione, e ciò non può essere impegno esclusivo di un solo predicatore. E’ necessario avviare un movimento di uomini e di donne, tolti dal popolo ma solidali con lui, che aiutino gli altri a prendere coscienza del “Dio vicino” che ci salva. Gesù insegna a confidare nell’amore sollecito di Dio e nella mutua accoglienza dei fratelli. Quanto si respira presso Gesù non è usuale, è qualcosa di veramente unico. La sua presenza riempie tutto. Egli è il cuore. Ciò che importa è la sua persona, la sua vita intera. Vive perdonando, liberando dal male, amando appasionatamente gli uomini oltre la Legge e suggerisce a tutti di qualunque condizione che la vita è questa: amore insondabile e solo AMORE. José Antonio Pagola. “Jesús: aproximación histórica”. Testo: Luca 10, // Tempo Ordinario 14 C . Commenti e presentazione: Asun Gutiérrez Cabriada. Musica: Bruch. Adagio Luglio 2013
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Dopo questi fatti il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai per la sua messe. Luca è l’unico evangelista che narra la missione dei settantadue. Vuole mostrare la legittimità e la funzione di tutti, non solo dei Dodici. Per la missione, nessuno è di troppo. Limitare l’ufficio di annunciare il Vangelo ai sacerdoti, ai religiosi e ai missionaris, è falsare e impoverire la parola, il desiderio e la raccomandazione di Gesù. Chiedere, pregare è prendere coscienza della necessità degli altri e determinare gli strumenti per venire loro incontro. E’ fidarsi di Dio e assumerci la nostra missione in modo responsabile. Le indicazioni di Gesù continuano ad essere valide anche per noi: povertà, accoglienza, decisione, ma non forzature....
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Andate: ecco io vi mando come agnelli in mezzo a lupi;
Il messaggio può essere compreso male, ma l’atteggiamento di chi comunica non può errare: comprensione, apertura, bontà..., in coerenza con quanto si vuole comunicare. Può pure avvenire che il messaggio venga rifiutato allorché quanto si annuncia non è il Vangelo di Gesù. Gesù ci invita a seguirlo con lo stesso bagaglio che Lui ha adoperato: la sua parola, la sua vita piena di bontà, di compassione, di immenso coraggio e profonda libertà. Non gli servì denaro per comprare e mantenere influenza né forza e potere per imporre e neppure per imporsi.
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In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa
In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché l'operaio è degno della sua mercede. Non passate di casa in casa. Desiderare e offrire pace e giustizia, curare, condividere vita e mensa al di là dei pregiudizi e degli scrupoli legali sono modi concreti di rendere visibile la vicinanza del Regno che dona salvezza, rompe le frontiere e libera da quanto opprime, o schiavizza e disumanizza.
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Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà messo dinanzi, curate i malati che vi si trovano, e dite loro: Si è avvicinato a voi il regno di Dio. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle piazze e dite: Anche la polvere della vostra città che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino. Quanti si considerano seguaci di Gesù devono mostrare, con la vita, il senso della condivisione. Gesù ci invita ad essere liberatori da tutte le malattie del nostro mondo. Ad essere persone che guariscono e sono balsamo, medicina e consolazione, costruttori di pace. Annunciare l’arrivo del Regno è aver fiducia che Dio completerà il suo piano contando sulla nostra disponibilità per conquistarlo.
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Sappiate, però, che il Regno di Dio è vicino
Sappiate, però, che il Regno di Dio è vicino. Vi dico che il quel giorno, Sodoma sarà trattata meno duramente di quella città. I settantadue tornarono pieni di gioia dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome» Che il Regno di Dio è qui, è la Buona Notizia da annunciare. Gesù lo ripete due volte in questo testo indicando che è il cuore dell’annuncio. La missione, comunicare la Buona Notizia con la testimonianza della vita, essere strumenti nella mani di Gesù e poter collaborare alla sua azione, produce la più grande gioia, la gioia propria del Regno.
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Egli disse: «Io vedevo satana cadere dal cielo come la folgore
Egli disse: «Io vedevo satana cadere dal cielo come la folgore. 19 Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra i serpenti e gli scorpioni e sopra ogni potenza del nemico; nulla vi potrà danneggiare. 20 Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto che i vostri nomi sono scritti nei cieli». La Parola è potente ed efficace più di ogni potere che opprime l’uomo. Siamo sicuri che in Gesù, per mezzo della nostra disponibilità e della nostra collaborazione, Dio ha deciso di porre fine al male. La fonte della nostra gioia non consiste nelle opere realizzate nè nel trionfo personale, ma nella consapevolezza di essere e sentirci figli amati, accolti e protetti dal Padre. Tutto il resto... è secondario.
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Non appropriarsi di nulla Non dominare nulla. Non chiedere nulla.
Non possedere niente. Non appropriarsi di nulla Non dominare nulla. Non chiedere nulla. E, per inciso, non uccidere niente; non tacere niente. Solamente il Vangelo, come una spada affilata. E il pianto e il riso negli occhi. E la mano tesa e accogliente. E la vita totalmente donata. E questo sole e questi fiumi e una terra conquistata, da testimoni della Rivoluzione ormai incominciata. E, “mai niente”! Pedro Casaldáliga Povertà evangelica Alla fine del cammino mi diranno: Hai vissuto? Hai amato? E io, senza una parola, aprirò il mio cuore pieno di nomi. Poema de Pedro Casaldáliga, El Tiempo y la Espera, 1986.
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