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E si preoccupa continuamente di queste durante la sua vita pubblica.

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Presentazione sul tema: "E si preoccupa continuamente di queste durante la sua vita pubblica."— Transcript della presentazione:

1 E si preoccupa continuamente di queste durante la sua vita pubblica.
Le religioni orientali negavano alla donna la “razionalità”. Il giudaismo si é sempre manifestato come una religione di maschi. Infatti, nelle lingue dell’Antico Testamento, le parole pio, giusto e santo non hanno il corrispettivo femminile. Dato che tutti siamo figli dello stesso Padre, Gesú colloca uomini e donne allo stesso livello. E si preoccupa continuamente di queste durante la sua vita pubblica. Un gruppo di donne seguiva il Maestro nei villaggi e nelle città. Cosa inconcepibile per i rabbini di allora, che proibivano di parlare ad una donna fuori delle mura domestiche. Eppure, numerosi miracoli di Gesú sono a beneficio di donne. Marco ci narra due di questi miracoli, inserendoli l’uno nell’altro, e sono due miracoli realizzati a beneficio di due donne. Testo: Marco 5, // Tempo Ordinario 13 –B- Commenti e presentazione Asun Gutiérrez. Musica: Mahler. Sinfonia 5ª. Adagetto.

2 Essendo passato di nuovo Gesù all'altra riva, gli si radunò attorno molta folla, ed egli stava lungo il mare. Si recò da lui uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, vedutolo, gli si gettò ai piedi e lo pregava con insistenza: «La mia figlioletta è agli estremi; vieni a imporle le mani perché sia guarita e viva». Gesù andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno. I percorsi della fede, i gradi di adesione e di relazione con Gesù, sono diversi per ogni persona. Eppure la fede suppone sempre l’incontro e il dialogo personale con LUI.

3 Or una donna, che da dodici anni era affetta da emorragia e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza nessun vantaggio, anzi peggiorando Appare difficile, oggi, comprendere la tragedia della donna narrata nel testo. Ogni perdita di sangue poneva in stato di impurità per un tempo stabilito In questo caso, la donna ne ha sofferto per dodici anni. Dodici anni lungo i quali questa donna non aveva ricevuto alcun segno di affetto, neppure una stretta di mano da alcuna persona. Non poteva toccare né essere toccata. Né suo marito né i figli, se ne aveva, potevano trasgredire la norma. La società intera la rifiutava. Società ipocrita che valuta le persone da segni esterni e non per la loro vera realtà.

4 udito parlare di Gesù, venne tra la folla, alle sue spalle, e gli toccò il mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò guarita». Osò, benché non fosse facile. Le impedivano di avvicinarsi a Gesù le persone che, conoscendo la sua situazione, le avevano lasciato campo libero solo per evitare il contatto con lei. Atteggiamento in cui ci potremmo identificare quando non vogliamo essere toccati da persone ritenute “indesiderabili” dalla società Con quali persone evito il contatto? La donna crede in Gesù. Si sbarazza dei pregiudizi religiosi che le impediscono di porsi a contatto con Lui. Giunge a toccare quell’uomo che emana bontà e comprensione, che ha occhi profondi che non rifiutano il suo sguardo, che invitano alla fiducia, alla fede. Osa. E tocca per guarire.

5 E subito le si fermò il flusso di sangue, e sentì nel suo corpo che era stata guarita da quel male.
Il contatto con Gesù l’aveva guarita, l’aveva resa libera di tornare a baciare, ad abbracciare, ad accarezzare i suoi cari e tutti coloro che ne abbiano bisogno. Il suo cuore, così bisognoso di contatti umani, sentiva la pienezza che la spingeva ad amare il mondo intero, specialmente coloro che, come lei, erano rifiutati ed esclusi dalla società. Possiamo capire i sentimenti che le trasmise Gesù: ricupero della dignità, leggerezza dell’anima, pienezza spirituale, gioia esplodente, bisogno di condividere... Lo stesso che sentiamo quando percepiamo che Gesù è con noi, quando abbiamo bisogno di toccarlo e, soprattutto, quando siamo toccati da Lui.

6 Ma subito Gesù, avvertita la potenza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi mi ha toccato il mantello?». Gesù vuole conoscere chi ripone la sua fiducia in Lui. Non ha finito il miracolo. Vuole ridare fiducia in se stessa a quella donna. Aiutarla ad uscire dall’anonimato. Non era facile confessare in pubblico quanto era avvenuto. La sua situazione aveva reso impuro Gesù (Lv 11, – 15, 25-27). Osò di nuovo! E fu capace di dominare tutte le paure e i “che cosa diranno gli altri?”. Testimoniarte la fede significa uscire dall’anonimato e metterci la faccia.

7 Molti toccano Gesù, pochi però con la fede di questa donna.
I discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che ti si stringe attorno e dici: Chi mi ha toccato?». Egli intanto guardava intorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Gesù rispose: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va' in pace e sii guarita dal tuo male». Molti toccano Gesù, pochi però con la fede di questa donna. Sono diversi i modi di avvicinarsi a Gesù. Gesù non attribuiva a se stesso le guarigioni Ricorda qualcosa di veramente sorprendente: La tua fede ti ha salvato. La tua fede di ha curato. Gesù dice alla donna che la sua fede produce salvezza. Nella persona che crede c’è sempre qualcosa che la può salvare e liberare da quanto la disumanizza e le impedisce di vivere disgnitosamente. La fede opera il miracolo, non al contrario. La fede è l’atteggiamento di totale disponibilità, di impegno, di speranza. La fede cura integralmente, la fede salva.

8 Mentre ancora parlava, dalla casa del capo della sinagoga vennero a dirgli: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?» Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, continua solo ad aver fede!» E non permise a nessuno di seguirlo fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. Qui non si tratta di curare una malattia. Adesso il problema è più grosso. Gesù chiede che si mantenga la fede, benché le circostanze siano più gravi. Davanti a situazioni troppo dure, apparentemente irrisolvivili, a volte la fede vacilla. Ma anche in questi casi Gesù continua ad incoraggiare: Non temere, basta che tu abbia fede.

9 Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava. Entrato, disse loro: «Perché fate tanto strepito e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». Ed essi lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della fanciulla e quelli che erano con lui, ed entrò dove era la bambina. Gesù proibisce l’entrata nella casa a coloro che formavano il coro dei piangenti, a quanti si burlano della sua parola e impediscono il fiorire della speranza. Non è morta. Dorme. Parole pronunciate con fermezza, con convinzione interna, che al padre e alla madre della bambina suonano come musica celestiale Adesso sì che cresce la speranza! Ed ebbero fiducia. E io, ho fiducia in Gesù e nella sua parola?

10 Presa la mano della bambina, le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico, alzati!». Subito la fanciulla si alzò e si mise a camminare; aveva dodici anni. Gesù agisce senza parole magiche o complicazioni. Tutto è stato semplice. Prese la bambina per mano e le disse di alzarsi. Toccando un cadavere, Gesù passa per impuro (Núm 19,11), ma questo non gli importa né lo spaventa assolutamente. Gesù dice anche a me queste stesse parole: Io ti dico, alzati. Alzati dalla pigrizia, dall’abitudine, dallo scoraggiamento, dalla prepotenza, dalla paura, dall’incoerenza, dalla tristezza, dall’egoismo... Gesù mi vuole curare, toccare, darmi la mano, venire a casa mia. Mi dice: abbi fede e basta. La tua fede ti sta guarendo....

11 Essi furono presi da grande stupore
Essi furono presi da grande stupore. Gesù raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e ordinò di darle da mangiare. Questa rivelazione é comunque imperfetta. C’é da attendere un’altra vittoria più sublime e rivelatrice: la vittoria sulla morte. Poi potranno divulgarlo a tutti. Per alzarsi e imitare nella vita la ragazza bisogna mangiare. Tutti hanno bisogno di alimentarsi per giocare una vita giusta e degna. La nostra missione é dar da mangiare, spezzare il pane eucaristico e il pane materiale, condividere la gioia, la consolazione, il sogno... con quanti incontrano il nostro cammino.

12 Il nostro pensiero si ferma ora sulle mani di Gesú.
Mani capaci di trasmettere fiducia, di comunicare affetto, di offrire sicurezza, di dare amore... Mani aperte per accarezzare e benedire i piccoli, mani tese per soccorrere quanti si fermano sul lato della strada incapaci di tenere il passo, mani sanatrici per curare i corpi lacerati e gli spiriti martoriati, mani lavoratrici che tirano le reti o spezzano le pietre, mani che segnano il cammino e stimolano a proseguire, mani che portano a pienezza. Ti chiediamo che ci tenda la tua mano affinché il tuo contatto ci rafforzi, il tuo bacio ci dia vita e il tuo abbraccio ottenga che diventiamo coscienti della tua presenza. Accompagnati da te diverremo capaci di essere compagni di viaggio dei nostri fratelli e delle nostre sorelle. Aiutaci a tendere le nostre mani a chi ne ha bisogno. Contiamo sulla tua forza. Aiutaci a non perdere la fede e a sentire il contatto delle tue mani nelle nostre. AMEN Isabel Gómez Acebo


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