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A CURA DELLA DOTT.SSA MARGHERITA IAVARONE
COME POSSIAMO EDUCARE ALLE EMOZIONI ? TSCHAIKOWSKY ETERNITY II A CURA DELLA DOTT.SSA MARGHERITA IAVARONE
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PREVENZIONE DI BASE una strategia per abbassare i rischi a cui i giovani vanno incontro nel corso dell’esistenza E’ accertato che quando i genitori e gli insegnanti riconoscono le emozioni negative nei loro bambini – prevalentemente rabbia e tristezza – e li aiutano ad affrontarle, a lungo andare i bambini riescono a regolare meglio le proprie emozioni sotto il profilo fisiologico. Al contrario, quando tali emozioni vengono ignorate o sono fonte di punizione, ne consegue una progressiva chiusura e mancanza di condivisione. I bambini afflitti da problemi del genere non imparano a gestire in modo sano le proprie emozioni.
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bambini abituati a reagire d’istinto danno segno di incapacità di integrare emozioni e razionalità.
L’aggressività impulsiva deriva dall’incapacità di pianificazione, combinata con una scarsa capacità di controllare l’impulso emotivo.
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COME PREVENIRE? Nel concetto di ‘essere intelligente’ le emozioni sono considerate attitudini fondamentali della vita: l’intelligenza intesa come capacità di essere in contatto con il ‘nostro mondo interno’ sembra essere un concetto sempre più valido Pensiero Fantasie Azione
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I dati neurologici ci indicano la possibilità di plasmare le inclinazioni emozionali dei nostri bambini per una salutare prevenzione. La struttura cerebrale è in continuo apprendimento ... è possibile “riparare”.
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AFFRONTARE LE EMOZIONI
Un’inchiesta fatta a livello mondiale riporta dati un po’ allarmanti: nell’attuale generazione di bambini è presente un maggior numero di problemi emozionali rispetto a quella precedente. Oggi i giovanissimi sono: più rabbiosi e ribelli più nervosi e inclini alla preoccupazione più impulsivi e aggressivi più soli e depressi Aumenta il fenomeno del bullismo e della violenza nelle scuole. La mancanza di identificazione con la vittima e l’incapacità di provare empatia sembrano essere alcune delle cause.
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- tenere a freno un impulso
Quando si parla di intelligenza emotiva ci si riferisce dunque alla capacità di: - tenere a freno un impulso avere consapevolezza delle proprie emozioni leggere i sentimenti intimi altrui gestire senza scosse la relazione con gli altri
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Il saper controllare le proprie emozioni penose
è la chiave del nostro benessere . I sentimenti estremi minano il nostro equilibrio
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Essere consapevoli di sé significa essere consapevoli sia del nostro stato d’animo che dei nostri pensieri su di esso È la continua attenzione ai propri stati interiori. La mente osserva e studia l’esperienza, comprese le emozioni. L’autoconsapevolezza permette il passaggio dall’agito all’azione. È la differenza che passa fra l’essere travolti da una furia omicida verso qualcuno e il pensare introspettivamente ‘ecco, quello che sto provando è collera’. C’è differenza tra il dire: Non è bene per me provare questo sentimento Non pensarci (reazione di fuga dal pensare)
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Ci sono diverse categorie di persone a seconda del modo in cui percepiscono e gestiscono le proprie emozioni: Gli autoconsapevoli: il loro essere attenti alla propria vita interiore li aiuta a controllare le emozioni. Sono individui autonomi che godono di una buona salute psicologica I sopraffatti: sono spesso sommersi dalle proprie emozioni e incapaci di sfuggir loro. Sono volubili e non pienamente consapevoli dei propri sentimenti. Spesso si sentono sopraffatti. I rassegnati: sebbene abbiano spesso idee chiare sui propri sentimenti tendono ad accettarli senza cercare di modificarli
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ALLENAMENTO EMOTIVO L’allenamento emotivo sembra essere una condizione fondamentale per costruire l’arte di tranquillizzare e confortare se stessi: I bambini emozionalmente sani imparano a confortarsi da soli imitando le persone che si prendono cura di loro e diventando meno vulnerabili alle tempeste scatenate dal cervello emozionale attraverso competenze acquisite: capacità di stare da soli, di un colloquio interno rassicurante, la capacità di conservare nella mente un oggetto buono di una ottica diversa dalla propria…
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Non possiamo controllare il sorgere dell’emozione né sapere quale di esse ci travolgerà, ma possiamo fare qualcosa sulla sua ‘durata’ e sul conseguente comportamento. Attraverso il gioco delle identificazioni proiettive, il genitore può ‘comprendere’ i contenuti della mente del bambino restituendoglieli modificati e dotati di significato. E mentre fa questa operazione è in grado di trasmettergli anche una parte delle sue capacità elaborative.
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I fondamenti della vita emotiva vengano posti in questi momenti di grande intimità.
Alcuni di questi consentono al bambino di sapere che le sue stesse emozioni incontrano l’empatia dell’altro, sono accettate e ricambiate . Attraverso questo processo, il genitore comunica al figlio di percepire i suoi sentimenti La mancata ‘sintonizzazione’ è un costo elevato in termini emozionali per il bambino . Quando un genitore non riesce a mostrare empatia con una gamma di emozioni, il bambino comincia ad evitare di esprimerle e forse di provarle. È probabile che numerose emozioni comincino ad essere cancellate dal repertorio delle relazioni intime
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Competenza personale Determina il modo in cui controlliamo noi stessi
Consapevolezza di sé: Comporta la conoscenza dei propri stati interiori preferenze, risorse e intuizioni Consapevolezza emotiva: riconoscimento delle proprie emozioni e dei loro effetti Autovalutazione accurata: conoscenza dei propri punti di forza e dei propri limiti Fiducia in se stessi: sicurezza nel proprio valore e nelle proprie capacità
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Padronanza di sé: Comporta la capacità di dominare
Padronanza di sé: Comporta la capacità di dominare i propri stati interiori, i propri impulsi e le proprie risorse Autocontrollo: dominio delle emozioni e degli impulsi distruttivi Coscienziosità: assunzione delle responsabilità per quanto attiene alla propria prestazione Adattabilità: flessibilità nel gestire il cambiamento Ottimismo: costanza nel perseguire gli obiettivi nonostante ostacoli e insuccesso
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EMPATIA Comprensione degli altri:
comporta la consapevolezza dei sentimenti, delle esigenze e degli interessi altrui percezione dei sentimenti e delle prospettive altrui interesse attivo per le preoccupazioni degli altri capacità di “mettersi nei panni dell’altro” Quando il cervello emozionale sta scatenando una forte reazione, l’empatia è scarsa o addirittura assente. Per essere empatico, il soggetto deve essere abbastanza calmo e recettivo da poter ricevere i sottili segnali emozionali emessi dall’altra persona
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COME EDUCARE EMOTIVAMENTE?
Dai più importanti lavori sulla prevenzione alla salute emotiva, si sa che un programma efficace presenta almeno cinque caratteristiche: AIUTARE IL BAMBINO A CALMARSI, diminuendo i tempi di recupero dopo la stimolazione emotiva, sia essa per rabbia, gelosia o eccitazione. Aumentare la CONSAPEVOLEZZA DEGLI STATI EMOTIVI in se stessi e negli altri. Promuovere la DISCUSSIONE APERTA DELLE PROPRIE SENSAZIONI come modo per risolvere le difficoltà interpersonali. Sviluppare LA CAPACITÀ DI PIANIFICAZIONE E PREVISIONE al fine di evitare le situazioni difficili. Spingere a considerare l’EFFETTO DEL PROPRIO COMPORTAMENTO sugli altri.
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4 PRINCIPI ESSENZIALI: 1) IMPORTANZA DELLE SENSAZIONI.
Esse possono sorgere dall’interno del corpo o provenire dall’esterno, ad esempio in forma di segnale lanciato da un’altra persona, e forniscono indicazioni importanti. Queste informazioni possono riguardare se stessi – qualcosa che si vuole o si desidera – oppure le necessità di altri. Insegnare ai bambini e ragazzi che queste informazioni non vanno ignorate ma indagate: quindi comprensione di ciò che sentiamo rispetto alla situazione / di come verbalizzare quelle sensazioni / di come riconoscerle negli altri.
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2)SEPARARE LE EMOZIONI DAL COMPORTAMENTO
- definire quali comportamenti sono accettabili e quali no - comprendere che provare certe emozioni non è di per sé un male. - imparare però a gestire le emozioni negative è estremamente importante, - sviluppare quelle positive serve a preparare il bambino come l’adulto ad affrontare con maggiore capacità le emozioni negative. - monitorare l’effetto che fanno su di sé le sensazioni: cosa provoca, ad esempio, una manifestazione di generosità? Da questo si osserva un progressivo sviluppo di sensibilità e consapevolezza degli stati d’animo positivi e di un buon comportamento.
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3) FINO A CHE NON SI È CALMI NON È POSSIBILE PENSARE.
Le emozioni infatti, condizionano la mente a vedere in un certo modo; ne consegue che sia necessario gestire la sensazione, senza sbarazzarsene, prima di agire e usare l’intelligenza
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4) REGOLE DI CONDOTTA AUSPICABILI INNANZITUTTO PER SE STESSI.
L’idea si rifà all’antico adagio “trattate gli altri come volete essere trattati voi”. Da qui, naturalmente, l’idea di fare in modo che imparino ad assumere il punto di vista degli altri
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Fondamentale è che i bambini vedano queste capacità emotive negli adulti: ne consegue che sia i genitori che gli insegnanti imparino a modulare queste tecniche e a farle loro. È stato riscontrato che quando i genitori e gli insegnanti non mettono in pratica quello che insegnano, i bambini non lo applicano. Utile, inoltre, è l’organizzazione di incontri tra insegnanti e genitori per un costruttivo confronto circa le emozioni dei bambini e dei ragazzi emerse in classe, per pianificare una sinergia di interventi
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